Eccomi qui a recensire: finalmente qualcosa su cui mettere le mani.
Parto spesso dal carattere generale della storia, e anche questa volta non mi smentirò: mi è piaciuta, complessivamente.
Becky è un bel personaggio: interessante, con la sua storia, i suoi trascorsi, il temperamento quasi infantile, etc.. etc..
Tuttavia, per me rimane una bozza.
Voglio e devo spiegarmi meglio, per non cadere in inutili fraintendimenti.
Per un mio strettissimo parere personale, e soprattutto per il mio (dannato) perfezionismo, questa storia manca dei pilastri che reggono solitamente una creepypasta (o, in linea generica, qualsiasi tipo di storia): le emozioni.
Le descrizioni che si riservano qui al personaggio principale, quello che dovrebbe spiccare tra tutti gli altri, sono limitati ad una breve descrizione fisica (capelli e occhi) e un altrettanto coincisa osservazione sul vestiario.
Ovviamente faccio caso ai piccoli gesti che rimangono in tutto lo scritto (il ghigno, per citarne uno), ma qui si ferma tutto.
Non che sia sbagliato omettere o, comunque, voler per scelta stilistica non prolungarsi sull’estetica, ma quando si compie una decisione simile si è anche altrettanto pronti per concentrarsi invece su quella che deve esserne l’anima: il carattere.
Leggo di azioni, descrizioni del luogo dove si agisce, ma nulla, se non qualche accenno, che sia una reazione umana o non.
Ti spronerei, dunque, ad intensificare le attenzioni sul morale e la psicologia, perché è questo che rimane realmente a chi legge, a chi ne è già fuori e che deve riuscire a sentirsi in soggezione progredendo con le righe.
Ripeto, Becky mi incuriosisce molto come personaggio, ha molte potenzialità che devono essere sfruttate al massimo, ma che purtroppo ora rimane come secondaria alla storia.
Oltre questo, la scrittura è buona, scorrevole (ovviamente in senso positivo, in questo particolare genere la fluidità del testo può solo che giovare), però ti faccio notare la presenza di alcuni errori di battitura/distrazione che stonano tra le righe.
In carattere grafico, dopo i due punti (:) non va la maiuscola (piccoli accorgimenti che vanno più a fare da cornice, una sorta di “abbellimento visivo”, denominiamolo così).
Ancora una volta, la storia è molto piacevole nella sua interezza, tant’è che ti basta guardare le altre recensioni e il mio giudizio positivo.
Diciamo che il tuo “problema” (anche se è una parola inappropriata) risiede più nella specifica, nel delineare i contorni, una sorta di inchiostratura di un disegno e, continuando con questo paragone con l’arte, dove Becky è il nostro soggetto, ti direi: bel lavoro, ma ancora non è pronto per una mostra ufficiale.
Se vuoi consigli, mi farebbe piacere aiutarti, perché la storia è interessante di fatto suo.
Grazie mille per questa piacevole lettura.
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