Recensioni per
Non il 18 giugno
di graciousghost

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
31/03/16, ore 23:49

Questo breve e meraviglioso squarcio (autobiografico?) mi ha lasciata a bocca aperta, letteralmente.
Mi sono ritrovata a boccheggiare come fossi a corto d'aria, e per un attimo il cuore ha accelerato il battito - perché per i pochi minuti in cui sono stata immersa nella lettura, io sono stata te - la te del racconto, almeno, e non importa cosa sia vero, e cosa sia reinterpretato alla luce romanzata di cui qualunque scritture ammanta i propri ricordi/sogni/esperienze.

Tale è la potenza evocativa di questo racconto - e della tua scrittura - che mi sono sentita strappare anche io, esattamente come è stata strappata la pagina di quell'agenda. E come, nel farlo, qualcuno è morto, anzi, è stato ucciso - pur per il breve spazio di quelle ventiquattr'ore sottratte allo scorrere del tempo - sono morta un po' anche io.

Il brano ha una qualità introspettiva che ne è la principale cifra caratteristica, ma - a differenza di molti pezzi introspettivi che hanno un po' il sapore di una pagina di diario fine a se stessa, a solo beneficio di chi li scrive, ma che dicono poco a chi legge - la tua maestria infarcisce questa confessione intimistica di dettagli vividi e precisi che arricchiscono l'arazzo immaginifico, creando una storia.

La lettura, dunque, può essere goduta e vissuta su due livelli: l'incursione intensa e intima nel recinto privato di un'anima, da una parte, e una narrazione avvincente da godere come uno spettatore esterno, dall'altra - lasciandosi trasportare in questa Francia plumbea e romantica, fatta di treni in ritardo e violini straziati - per dirla con le parole del grande Verlaine.

In qualunque modo la si legga - e io l'ho fatto in entrambi i modi - la magia è la stessa. Sei magica, io te lo dico e te lo ripeto sempre - e prima o poi te ne convincerai.
Che tocco che hai, e che stile elegante e fine, eppure sempre fluido e mai convoluto su se stesso, anche quando entri nelle pieghe dell'anima.
Tutto in punta di penna, ma anche sfiorando tu riesci a scavare e graffiare.

Sei bravissima. Brava davvero.
Mi inchino.

(Detto questo, e ancora emozionata, ti segnalo questo piccolo refuso: da qualche pare a Toulouse)

Recensore Master
30/03/16, ore 13:22

Ah, io amo questo stile!
Quando scrivo storie introspettive, spesso mi rifugio (o forse non è la parola adatta, ché sono più un attacco, che non una difesa) nelle ripetizioni per amplificare la sensazione che voglio trasmettere. Certo, dopo aver letto questa flashfic mi chiedo se sarò mai incisiva come te xD

Ad ogni modo, ci sono molti dettagli non essenziali, ed è molto curioso (ma non in senso negativo, anzi!) che tu abbia voluto dare certe informazioni: spesso quando si scrivono storie così puramente introspettive, si tende a non contestualizzare, a rimanere sul generico per — forse, in realtà non mi sono mai posta il problema, sebbene lo faccia anch'io — permettere a tutti di immedesimarsi nelle parole.
Però mi piace molto quest'impronta marcata che hai dato, per non parlare della particolarità dei dettagli, che non sono comuni (perché la Francia, perché il violino?) e si lasciano leggere con estremo piacere. E poi c'è la musica, ci sono una ricchezza e una profondità introspettiva che annullano ogni aspetto meramente fisico e al contempo si contrappongono all'immagine delle lenzuola sulla pelle.

E l'ultima frase... non so, leggendola così "diversa" (centrata e separata dal resto del testo) ho avuto un'impressione, o un'idea, chiamala come preferisci: non so se sia davvero così, ma ho avuto l'impressione che Lei — tu? — abbia preso in mano quella pagina anche il 18 giugno (quello effettivo), per aggiornare la situazione.
Da una parte spero di no, ché chiudere i capitoli è importante, ma dall'altra non ho potuto evitare di considerare quell'ultima frase come un segno definitivo, un punto fermo prima del nuovo capitolo.

Insomma, ho adorato lo stile di questa storia e l'attenzione per i dettagli. Hanno arricchito uno stralcio introspettivo e dato un'impronta che, altrimenti, sarebbe potuta essere di chiunque.
È esattamente ciò che più amo scrivere — e, se ben fatto come in questo caso, anche ciò che più amo leggere.

Complimenti ♥

A presto,
Chara

Recensore Master
11/02/16, ore 20:39

Premessa:
Quando dicevo di essere arrugginita, intendevo anche nello scrivere recensioni, perciò perdonami per questo scempio.
(Certo, però, che tu non aiuti: come caspita si può commentare tanta magnificenza, tanto struggimento?)

Mi mancava da morire leggere qualcosa di tuo – e lo so, lo so che sono lentissima nell'accorgermi degli aggiornamenti, quindi è colpa mia –, e già solo scorgere la tua pubblicazione ha rinnovato e amplificato in me l'intensità dell'emozione provata per la prima volta circa due anni fa. Un colpo di fulmine, una vera e propria folgorazione, ecco.

La bellezza di questa storia è inesprimibile a parole: non solo è perfetta nella forma – quando mai non lo è, qualcosa di tuo? –, ma è meravigliosa nell'idea di fondo di strappare l'arco di una giornata a una persona semplicemente con il prendersi la pagina di un'agenda.
È una punizione sottile e poetica – muori, anche se solo per ventiquattr’ore: ho amato questa frase –, ma è anche un promemoria dolcissimo e ancora più doloroso della morte.

Ho scorto tanto, tantissimo cuore, in questa breve storia, e ancor prima di leggere le note finali ho compreso la profonda sincerità che sta alla base del testo; frasi così toccanti non possono che nascere dall'autenticità del dolore – purtroppo. Dovrei citarti l'intero testo, da quanto ho adorato ogni tua proposizione!
È straordinario come tu sia riuscita a comunicare tanto di te nello spazio ristretto di una flash, e allo stesso tempo quanto l'ombra che hai deciso giustamente di calare su alcuni dettagli non sia di quelle che ti spingono per forza a voler far luce. Non credo di sapermi spiegare, ma ciò che voglio dire è che sei riuscita a creare un quadro, anzi, una composizione – perché non è solo arte visiva, questa: abbiamo la pioggia e gli accordi spietati (concedimelo) di un violino – perfettamente bilanciata.
È quello che per i greci era il phàrmakon, ecco: veleno e antidoto insieme.
Scrivere su qualcosa che ci tocca molto da vicino è fra le prove più dure che c'imponiamo, anche secondo me, ma spero che l'aver affrontato nuovamente il momento, stavolta nelle vesti di narratrice, ti abbia aiutato a sentirti meglio. Posso solo dirti che il finale, così deciso e gasante (concedimi pure questo, ahah), è riuscito a medicare anche le escoriazioni che erano rimaste da tempo sul mio cuore.
Ma quanta bellezza sai far fiorire, tu, anche dalla sofferenza? ♥ Quanto sai essere forte, dall'anima sconfinata e pura?

Con i miei complimenti, ti invio un fortissimo abbraccio ♥ Spero di potermi perdere al più presto fra le tue nuove creazioni!
Bentornata, Ayu cara! ♥

Ophelia