Premessa:
Quando dicevo di essere arrugginita, intendevo anche nello scrivere recensioni, perciò perdonami per questo scempio.
(Certo, però, che tu non aiuti: come caspita si può commentare tanta magnificenza, tanto struggimento?)
Mi mancava da morire leggere qualcosa di tuo – e lo so, lo so che sono lentissima nell'accorgermi degli aggiornamenti, quindi è colpa mia –, e già solo scorgere la tua pubblicazione ha rinnovato e amplificato in me l'intensità dell'emozione provata per la prima volta circa due anni fa. Un colpo di fulmine, una vera e propria folgorazione, ecco.
La bellezza di questa storia è inesprimibile a parole: non solo è perfetta nella forma – quando mai non lo è, qualcosa di tuo? –, ma è meravigliosa nell'idea di fondo di strappare l'arco di una giornata a una persona semplicemente con il prendersi la pagina di un'agenda.
È una punizione sottile e poetica – muori, anche se solo per ventiquattr’ore: ho amato questa frase –, ma è anche un promemoria dolcissimo e ancora più doloroso della morte.
Ho scorto tanto, tantissimo cuore, in questa breve storia, e ancor prima di leggere le note finali ho compreso la profonda sincerità che sta alla base del testo; frasi così toccanti non possono che nascere dall'autenticità del dolore – purtroppo. Dovrei citarti l'intero testo, da quanto ho adorato ogni tua proposizione!
È straordinario come tu sia riuscita a comunicare tanto di te nello spazio ristretto di una flash, e allo stesso tempo quanto l'ombra che hai deciso giustamente di calare su alcuni dettagli non sia di quelle che ti spingono per forza a voler far luce. Non credo di sapermi spiegare, ma ciò che voglio dire è che sei riuscita a creare un quadro, anzi, una composizione – perché non è solo arte visiva, questa: abbiamo la pioggia e gli accordi spietati (concedimelo) di un violino – perfettamente bilanciata.
È quello che per i greci era il phàrmakon, ecco: veleno e antidoto insieme.
Scrivere su qualcosa che ci tocca molto da vicino è fra le prove più dure che c'imponiamo, anche secondo me, ma spero che l'aver affrontato nuovamente il momento, stavolta nelle vesti di narratrice, ti abbia aiutato a sentirti meglio. Posso solo dirti che il finale, così deciso e gasante (concedimi pure questo, ahah), è riuscito a medicare anche le escoriazioni che erano rimaste da tempo sul mio cuore.
Ma quanta bellezza sai far fiorire, tu, anche dalla sofferenza? ♥ Quanto sai essere forte, dall'anima sconfinata e pura?
Con i miei complimenti, ti invio un fortissimo abbraccio ♥ Spero di potermi perdere al più presto fra le tue nuove creazioni!
Bentornata, Ayu cara! ♥
Ophelia |