Recensioni per
Leggende del Fato: L'ombra del passato
di Vago

Questa storia ha ottenuto 151 recensioni.
Positive : 149
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Junior
02/07/20, ore 16:29

Dunque... da dove comincio?
Vabbè, partiamo dalle scocciature, alias, la grammatica.
"ognuno specializzato… in arma diversa." - forse sarebbe meglio inserire l'articolo, quindi "in un'arma diversa", ma nulla di grave.
"Ogni adepto della setta, di qualunque sezione, avevano a disposizione" - La frase principale è "Ogni adepto della setta", quindi il verbo si dovrebbe riferire a questa, quindi "aveva a disposizione".
"un mano una scopa" - in mano una scopa
" A no?" - credo che questa frase si commenti da sola...
"poi mi puoi fare le tue domande." - poi mi potrai fare le tue domande
"Zeyro mi presentato" - Zeyro mi ha presentato
"Dagli antichi a moderni" - forse ai moderni?
"ha abiurato in favore della figlia" - in verità si abdica da un trono, l'abiura è un'altra cosa
"passati sulla burocrazia" - direi che "immerso nella burocrazia" potrebbe rendere meglio
"Era praticamente vuota."... era praticamente vuota e c'erano provviste per una settimana????? Ho capito la dieta, ma vuota è decisamente un eufemismo xD
"Non sapeva se lo aveva scosso di più la rivelazione del suo imminente viaggio o il venire a conoscenza che la sua nascita era stata progettata" - "Non sapeva se lo avesse scosso di più la rivelazione riguardante il suo imminente viaggio o l'apprendere che la sua nascita era stata progettata"
"Bene. Se vuoi proprio saperlo. MI ha detto che sono un prescelto" - "Bene, se proprio vuoi saperlo... mi ha detto che sono un prescelto"
"Si certo" - il sì, magari con l'accento... e ce ne sono altri, sparpagliati... occhio.
"esigo almeno che vieni a mangiare un ultima volta con me." - "esigo almeno che tu venga a mangiare con me un'ultima volta"

Bene, ora posso mettere via la falce di fuoco gentilmente offerta dal Viandantello Bello e passare al capitolo.
Nonostante gli strafalcioni grammaticali e la noia mortale di sto prof di Storia, il brano in sé non mi è dispiaciuto.
Ci vengono svelati alcuni dettagli in più su Hile, il nostro lupacchiotto ancora senza pelliccia e ci viene spiegato il modus operandi di queste sette che si sono formate dopo la scomparsa dei cavalieri.
La trama si infittisce, ma soprattutto la partenza è imminente. E questo sicuramente invoglia il lettore a continuare a seguire le avventure del protagonista in questo ignoto presente.
Solo un appunto, se posso..."Il nome completo era Ordine C. D. e C."... che è, la sigla di una società? Santi numi... sembra il nome abbreviato della ditta per cui lavora Fantozzi...

Mi spiace, ma temo che le recensioni per questa storia andranno a rilento, tra il lavoro e i muratori a casa è decisamente un periodo abbastanza intenso.
Farò del mio meglio.
Un abbraccio.
Laly

Recensore Junior
18/06/20, ore 09:54

... il Tiranno? Sul serio? Lasciamo le Cronache del Mondo Emerso per conto loro, suvvia <.<
Non possiamo continuare a chiamarlo il Re? Re Nero, Re Matto, Re Pazzo... quello che ti pare.
Stupidaggini a parte, si cominciano a delineare i personaggi e la trama di questa storia. ritroviamo il ragazzino del primo capitolo, ormai un Lupo a tutti gli effetti e iniziamo a capire che diamine è successo in queste Terre. Il racconto della storia da parte dell'insegnante è semplicemente atroce, probabilmente se avessero letto un brano dal libro di storia sarebbe stato meno pesante.
Ma vabbé, la tortura dura relativamente poco, quindi passiamo oltre.
Curiosa questa nuova struttura da te ideata, con un ordine per ogni Dio minore... e quelli maggiori dove cavolo sono andati a stare? Codero ha forse creato un parco termale alla Volta con la complicità di Acqua?
Beh, come incipit non ho nulla da dire, sembra davvero interessante.
Ma ora passiamo alla domanda più importante... dov'è il Viandante?? Sarà mica quella simpatica ombra che appare alla fine del capitolo? Dai, non credo che Fato lo abbia lasciato sguazzare in santa pace alle terme...
Ci sentiamo al prossimo capitolo.
Un abbraccio.
Laly

P.S. "non vorrei che quel Ringhiante se la prenda anche con te..." i congiuntivi Vago, i dannati congiuntivi!!

Recensore Junior
14/06/20, ore 12:18

Continuo a sostenere che tu sia una pessima persona.
Come si fa a trattare in questa maniera un bambino?? Ma ti sembra il modo??
Ad ogni modo... introduzione interessante, non si capisce assolutamente nulla di che cosa sia successo, ma è giusto così, dopotutto vedo davanti a me una sfilza interminabile di capitoli, quindi avrò tutto il tempo di capire meglio la situazione.
E di insultarti a a dovere, nel caso.
Un abbraccio.
Laly

Recensore Master
03/03/18, ore 18:04

Eccomi qua di nuovo!
Bene, iniziamo!
A quanto pare anche questa avventura è finita con un bell'epilogo in cui il Viandante parla con la sua amata, che tenerezza!
Beh che dire ... una storia con tanto di cappello, l'ho amata sin dalle prime righe, anche se all'inizio facevo un pochino fatica, ma poi sono andata avanti e posso dire di esserne rimasta molto soddisfatta.
Parlando di tutto il complesso la cosa della Trama del Reale mi ha davvero molto intrigata, il tutto sembrava già essere stato deciso sin dall'inizio e i protagonisti non si sono potuti opporre al destino a loro riservato.
Riguardo ai protagonisti ... allora, come già ben sai all'inizio non mi erano piaciuti molto per il fatto che fossero assassini e che sembravano privi di ogni emozione umana, specialmente Hile, poi a lungo andare si sono fatti via via più umanizzati, o almeno verso la fine della storia.
I miei preferiti sono stati Hile, Keria e Mea perchè li ho trovati più caratterizzati rispetto agli altri tre, a parte il fatto che Seila frignava ogni tre per due, pace all'anima sua. Nirghe e Jasno invece sono quelli che ho compreso meno, non si è visto molto il loro carattere.
Però con tutta sincerità quelli della prima storia erano decisamente meglio, erano più ben fatti insomma, non che questi non lo fossero, ma mi sono piaciuti di più, specialmente Ardof e Frida.
Parlando dello stile ... sul serio, sei un vero genio nell'inventare storie così originali! E' sempre un vero e immenso piacere leggerti!
In conclusione è stata una lunga e bellissima avventura e non posso che farti i miei più sinceri complimenti e tranquillo che presto passerò al seguito. Detto ciò a presto!
Saluti EF!

Recensore Master
03/03/18, ore 17:28

Eccomi qui come ogni sabato!
Bene, iniziamo!

Il Lupo si alzò dal suo posto in luttuoso silenzio, addentrandosi tra gli alberi finché il fuoco alle sue spalle non fu null’altro che un puntino luminoso. Ad accompagnarlo c’erano solamente i passi leggeri del suo compagno dal pelo grigio.
Lucide lacrime scintillanti come piccoli diamanti cominciarono a rotolare lungo le sue guance, riflettendo lungo il loro percorso i pallidi raggi lunari che riuscivano a farsi strada tra le fronde.
- Perché Oscurità? Perché io? Perché mi hai scelto, se già sapevi che ti avrei delusa? –
La sagoma femminile si condensò su un masso lì accanto. La chioma indistinta le ricadde sulla sua spalla quando piegò il capo di lato, come se quel movimento fosse sufficiente per rispondere alla grandinata di domande dell’assassino.
- Questa volta non mi basta, questa volta non mi è sufficiente il tuo silenzio. Ti prego, spiegami perché mi hai voluto far questo! –
La figura scosse le spalle, riportando la testa in posizione dritta.
- Smettila di stare lì, per favore! Non sono più quel bambino che hai raccolto in quella cella, adesso ho qualcuno accanto. Ti chiedo solo risposte. – Un folto pellame cominciò a ricoprire il corpo del Lupo, mentre lui continuava a parlare incurante – Perché hai voluto puntare su un cavallo perdente? –
La sagoma si mosse silenziosa attraverso le superfici, passando dalla roccia alla corteccia, muovendosi attraverso il terreno che qua e la si fregiava di ciuffi d’erba e sottobosco.
- Hai detto che mi saresti stata sempre accanto, perché? Perché hai avuto pietà di me? –
Le tenebre della notte divennero come tentacoli di un essere mostruoso, che si attorcigliarono saldi attorno alle gambe del Lupo singhiozzante, trascinandolo pian piano verso il terreno, sotto il terreno.
In breve, il nero manto della notte divenne candido quando anche la testa dell’assassino venne fagocitata dai sassi, un bianco telo sul quale la luna sembrava una macchia scura dalla quale si aprivano sbavature grigie.
Accanto a lui si materializzò una figura femminile dall’uniforme tinta grigia.
Hile fece per aprire la bocca, per permettere alla sua lingua di continuare a formulare le centinaia di domande che gli affollavano la mente, ma quel corpo che quasi si confondeva con l’ambiente circostante fu più rapido.
Un paio di salde braccia gli circondarono il torso e le spalle, stringendolo in un caldo abbraccio.
L’assassino perse ogni freno che si era imposto, scoppiando in lacrime.
- Io, - disse la figura con voce calma e gentile, senza sciogliere il contatto che aveva creato con il suo araldo – non ho mai avuto pena di te. Mi hai sempre resa orgogliosa e non hai mai tradito le mie aspettative. Non puoi farci nulla, se non era compito tuo mettere fine a questa guerra. –
La creatura dai tratti ferali e la figura femminile rimasero stretti in quell’abbraccio per qualche secondo, poi lei si decise a fare un passo indietro, alzando con una mano il muso del Lupo che aveva davanti, in modo tale che gli occhi scuri puntassero sul suo volto privo di lineamenti.
- Adesso torna dai tuoi compagni. – gli disse ancora, pulendogli con un dito gli occhi dalle ultime lacrime che ancora si attardavano a cadere – Ti staranno aspettando. Vai e goditi ciò che il futuro che hai preservato ha in servo per te. –
Il terreno, se terreno si poteva chiamare quello su cui si appoggiavano i piedi dell’assassino, tornò a reclamare il suo corpo, riportandolo nella cupa oscurità della notte.
Hile cadde in ginocchio a terra, mentre le dimensioni del suo corpo tornavano a ridursi e, accanto a lui, il suo compagno tornava distinguibile.
Un rumore leggero di passi, attutito dal rado sottobosco, raggiunse le sue orecchie.
Una mano sottile si appoggiò sulla sua spalla, mentre Buio fece un paio di passi indietro per lasciar posto al nuovo arrivato.
- Stai bene? – chiese Keria sporgendosi in avanti per permettere ai suoi occhi verdi di incontrare quelli adombrati del compagno di viaggio.
- Certo. – le rispose il Lupo alzandosi.
- Dispiace anche a noi che sia successo quel che è successo, ma adesso non è utile a nessuno scappare via come hai fatto. – continuò il Drago con la voce dura.
- Sarà, ma questo non toglie che avrei potuto far di più. Dopotutto mio bisnonno non era il grande Trado dell’Aria? Non dovrei avere nelle vene il sangue di un eroe? –
- Io, non so cos’altro avremmo potuto fare. – gli rispose a voce bassa l’arciere dal volto sfregiato da una sottile cicatrice obliqua, stringendogli le spalle in un abbraccio e appoggiandogli la fronte sulla spalla sinistra.
Hile rimase immobile, senza né staccarsi da quel contatto, né ricambiare il gesto.
- Per quanto possa valere, secondo me hai fatto tanto. Ci hai salvati in tante occasioni, mi hai salvata più e più volte, spesso patendone le conseguenze. Chi lo sa, se non ci fossi stato qui, magari saremmo morti tutti, non solo Seila… -
- Dovremmo andare. Gli altri ci staranno aspettando. – le disse il lanciatore di coltelli, cercando di allargare la braccia per far sciogliere la stratta, invano.
- Sto bene, qui. Aspetta ancora un momento. – fu la risposta del Drago, che strinse ancor più l’abbraccio e fece aderire la chioma castana alla guancia del compagno di viaggio.
Dovettero passare un paio di minuti perché Keria decidesse di essere soddisfatta di quel contatto e lo sciogliesse.
- Sai, prima di tornare di là, dovrei dirti ancora una cosa. – riprese l’arciere alzando il capo.
- Cosa? Non credo che tu possa dirmi qualcosa che possa farmi sentir meglio. –
L’assassina si mosse in fretta, appoggiando le sue labbra sottili su quelle del ragazzo di fronte a lei, che rimase paralizzato da quel gesto inaspettato.
Keria fece un passo indietro con un sorriso abbozzato sul viso. – Se tu volessi, mi piacerebbe poter esplorare con te il continente, ora che possiamo. –
L’arciere, quindi, si voltò, tornando a camminare in silenzio tra gli alberi.

Il Lupo e il Drago salirono sul dorso squamoso del rettile traslucido che, con un possente battito d’ali, si levò in volo, puntando il muso spigoloso verso ovest.
Non appena lo spadaccino e la maga non furono più distinguibili, l’arciere scoppiò a piangere.
- Staranno bene, vedrai… - provò a confortarla Hile.
- Potranno anche star bene, ma perché è dovuto finire tutto così? –
- Non lo so. Ma abbiamo vinto, dovremmo esserne felici. –
Keria parve non sentire nemmeno le parole dell’assassino alle sue spalle.
- Ascolta, devo chiederti una cosa. – Il Lupo prese un profondo respiro prima di continuare il suo discorso. – Vorresti venire con me sul continente? –
La ragazza si volto di scatto, puntando i suoi occhi verdi gonfi di lacrime sul viso del lanciatore di coltelli. La cicatrice bianca che le attraversava il viso venne illuminata dal sole. – Davvero? Davvero mi vuoi accanto? –
- Voglio provarci. – Hile ebbe un attimo di esitazione, poi si sporse in avanti, appoggiando le sue labbra su quelle dell’arciere. La sua mano destra, lentamente, senza farsi notare, si infilò in una delle poche tasche rimaste integre, permettendo alle dita di stringersi attorno alla lama di un coltello, che scivolò fuori dal tessuto strappato per cadere oltre il fianco cristallino del drago e precipitare verso il mare lontano.
Il sole fece splendere il glifo che incantava la lama poco prima che questa tagliasse i flutti e si inabissasse, per sempre.

Allora, ho citato la prima parte perchè mi è piaciuta un sacco l'introspezione da parte di Hile su tutto quello che è successo finora, che non si crede degno di fiducia da parte di Oscurità e il profondo senso di colpa di non essere riuscito a fare niente nonostante dentro di lui scorresse il sangue di Trado dell'Aria, si sente un perdente per non essere riuscito a fare di più ... e questo lo rende decisamente umano.
Poi ecco che mentre sta per sprofondare arriva Oscurità che gli dice che deve godersi il futuro riservatogli senza nessun rimpianto, godersi la vita, e lo stesso fa Keria che gli dice che ha fatto comunque molto per loro, il che è vero, se non ci fosse stato molto probabilmente sarebbero tutti morti in quella stanza. E infine il primo bacio tanto atteso, si, me lo aspettavo eheh.

La seconda parte l'ho citata perchè alla fine Hile ricambia i sentimenti di Keria lasciandosi Renèz alle spalle, essendo ormai il passato e decidono di viaggiare per esplorare il Continente.

Beh, alla fine tutto è bene quel che finisce bene, anche se mi dispiace che si siano separati. Ma comunque posso dire che è uno dei capitoli migliori che io abbia mai letto e ... non ritenerti un mediocre scrittore, hai talento da vendere invece, parola mia.
Detto ciò ti faccio i miei più sinceri complimenti e passo all'ultimo capitolo!
Saluti EF!

Recensore Master
24/02/18, ore 18:38

Eccomi di nuovo qua!
Allora, che dire, un capitolo abbastanza pregno di avvenimenti ma con alcune perplessità.

1. Il discorso che fa il Viandante a Follia ... allora, da quello che ho capito lui non era mai stato un servitore del Fato ma era il Fato ad aver potere su di lui? E perchè dice che le azioni di Follia erano avvenute per volere del Fato riguardo agli errori che aveva fatto? Non so, questa parte mi ha lasciato con un bel vortice in testa.

2. Parlando di Seila ... allora a quanto pare è riuscita a sopravvivere nel deserto ... però, che aspetto orribile, sembra più morta che viva ... ma il suo compagno che fine ha fatto? Si era fuso con lei per l'atto finale oppure è morto? Riguardo alla sua morte ... nì, insomma, mi sarei aspettata qualcosa di più e non che la liquidassi con un taglio alla gola ... magari farla combattere contro il demone e mentre poi muore chieda perdono ai suoi compgni per averli inconsapevolmente traditi ... cose così insomma ... ma non in questo modo così frettoloso ... sul serio, così dai l'idea che non vedevi l'ora di liberarti di lei. Almeno però è riuscita a sconfiggere Follia con il suo morso e fin qui va bene ... ma per quanto riguarda la sua uscita di scena ... non so, mi sarei aspettata qualcosa di meglio.

Per quanto riguarda il capitolo scorre bene e a parte le due segnalazioni è fatto abbastanza bene e scorrevole. Almeno però tutti gli altri sono vivi e di questo non posso che esserne lieta. Detto ciò alla prossima!
Saluti EF!

P.S: Di recente ho pubblicato l'ultimo capitolo dei miei Guardiani ... spero che ti piaccia!

Recensore Master
24/02/18, ore 16:50

Eccomi qua come ogni sabato! Iniziamo!

I cinque assassini comparvero nelle propaggini di un boschetto ai piedi dei Monti Muraglia orientali. Davanti a loro, oltre gli ultimi tronchi degli alberi che cercavano di strappare un altro po’ di terra alla Piana Infinita, si stendeva l’esercito nero in marcia verso sud, capeggiato da una figura solitaria.
- Come ci possiamo muovere? – chiese Keria con la voce cristallina che le donava l’unione con il suo compagno, stringendo tra le dita l’elastico
legno del suo arco.
- Come abbiamo deciso. – le rispose Nirghe alle sue spalle. – Quell’esercito, senza il demone, non ha una sola possibilità di raggiungere la Terra dell’Aria e quella della Terra. Siamo stati cresciuti e addestrati come assassini, con questi poteri quanto potrebbe essere difficile uccidere rapidamente quel maledetto. –
- Va bene. Cercherò di fare la mia parte al meglio. – gli rispose con voce più ferma l’arciere.

Ho citato questa frase perchè mi fa sorridere il fatto che Nirghe sia così ottimista visto com'è andata l'ultima volta quando sono tutti schiattati e poi tornati indietro nel tempo e così in vita.
Parlando del capitolo ... allora, semplicemente avvincente e ben fatto, il tutto scorre che è una meraviglia.
Per quanto riguarda lo scontro ... si dai, abbastanza gradevole per il fatto che non sono schiattati di nuovo ma per il resto si, sono veramente delle pippe ... sul serio, come pensano di affrontare un nemico del genere con dei poteri semidivini che non sono ancora perfettamente in grado di controllare? Insomma, come minimo dovrebbero essere leggermente più forti e invece Follia li mette nuovamente al tappeto, roba da matti ... ma con questo non nego che non mi sia piaciuto dato che è molto meno confusionario.
Cosa mi aspetto che accada? Un miracolo ovviamente, un esercito divino venuto dal cielo per dar loro man forte perchè se vanno avanti di questo passo dubito seriamente che riusciranno a sconfiggerlo anche con l'aiuto di Commedia arrivato appena in tempo ... e qui ripeto che hai sinceramente preteso un po' troppo da questi poveri malcapitati. Detto ciò però ti faccio i miei più sinceri complimenti e passo al prossimo!
Saluti EF!

Recensore Master
17/02/18, ore 16:59

Eccomi qua come ogni sabato.
Allora che dire, questo capitolo mi ha lasciato con qualche perplessità.

1. Partnendo dall'inizio ... da quello che ho capito Mea ha evocato Terra, o meglio preso in prestito il suo potere giusto? Poi parla di un uccello che vola ... se non erro è il Viandante giusto?

2. Mea ha fatto questa evocazione con lo scopo di fare una spaccatura che dividesse i Muraglia per rallentare l'esercito del Demone se non vado errato giusto?

Questi sono i due interrogativi ... insomma mi sembrava scritto in modo un po' confusionario.
Mi spiace per Jasno, ora rimarrà un aquila mutante per sempre.
Ed ecco che compare il Viandante che da loro delle armi ... e ora che sono scomparsi verso chissà quale meta mi chiedo davvero in che modo affronteranno Follia e il suo esercito, i loro poteri ovviamente mi sa proprio che non basteranno quindi a meno che non giunga un miracolo saranno sicuramente fottuti.
Mi chiedo poi che fine abbia fatto Seila ... in fondo non era mica colpa sua se ha tradito inconsapevolmente i suoi compagni.
Detto ciò ti faccio i miei più sinceri complimenti e alla prossima!
Ah, di recente ho pubblicato il penultimo capitolo dei miei Guardiani, spero ti piaccia!
Saluti EF!

Recensore Master
10/02/18, ore 17:15

Eccomi qua di nuovo!
Iniziamo!

Mea si voltò di scatto a quel contatto.
Davanti a lei una figura scura rimaneva dritta, ferma, sorpresa dalla reazione repentina di quel corpo martoriato.
La maga si alzò goffamente, cercando di rimanere in equilibrio sui sassi sconnessi su cui appoggiavano i suoi piedi.
- Che c’è? – chiese con voce dura.
- Io… io volevo solo controllare che stessi bene. – le rispose la figura davanti a lei.
Nirghe. Era la voce di Nirghe.
- Sto bene. – gli rispose secca.
- Non si direbbe, visto le urla che hai tirato. Avevamo paura che ti si fosse riaperta la ferita o ti fosse successo qualcosa di peggiore. –
- Sto bene, ho detto. E prima non era niente. –
- Senti, - disse il Gatto, accompagnato dal fruscio della sua veste lacerata e sporca, segno che si era chinato o seduto sulle pietre della banchina – so che ti da fastidio non poter far nulla, ma… Adesso, semplicemente, non puoi far nulla. Sei debole, ferita e non puoi utilizzare i tuoi incantesimi. Per ora, finché non riuscirai ad ottenere i tuoi poteri, lascia fare a noi. –
Mea non rispose, si voltò invece dalla parte opposta in silenzio.
- Ascolta, ti prego. – Nirghe non sapeva cosa fare o dire, in quella situazione – Almeno dimmi qual è il problema che ti assilla. Magari, tutti assieme potremmo aiutarti a risolverlo. –
La maga si voltò di scatto, in modo da permettere all’occhio non coperto di mettere a fuoco la figura scura dell’assassino.
– Come potreste aiutarmi? – chiese gelida – Voi ce l’avete fatta da soli, potete usare il vostro potere a comando, ora. Evidentemente, se dopo tutto quello che ho passato io non ci sono riuscita, mi sembra ovvio che Seila non sia stata l’unico errore di valutazione degli dei. –
- Come fai a dirlo? Il tuo compagno è lì, davanti a te, perché non dovresti trovare un punto d’incontro con lui e, insieme, accedere al vostro potere. Dopotutto tu… -
- Io cosa? Perché dovrei essere per forza speciale come voi altri? –
- Tu sei sempre stata quella più vicina ad ottenerlo, quel potere. Ogni volta che il tuo compagno ti permetteva di vedere il mondo attraverso i suoi occhi, credo foste sempre ad un passo dal rompere quel muro che vi divide. –
- E allora perché non l’abbiamo buttato giù? Dimmelo, visto che sembri sapere come funziono persino meglio di me. –
- Credo perché, nonostante lui si fidasse di te al punto di accoglierti nel suo corpo, tu non sia mai stata disposta a fare altrettanto. Mea, sii sincera con te stessa, non hai mai permesso a nessuno di avvicinarsi abbastanza per conoscerti davvero, nemmeno con le persone con cui hai viaggiato per degli anni. Dovresti aprirti, dovresti provare a fidarti di qualcuno, secondo me. Comunque, se davvero stai bene, io torno al falò. –
Nirghe si alzò da terra, pulendosi i pantaloni stracciati con qualche pacca a mano aperta, per poi avviarsi verso la rossa luce del fuoco che danzava nell’oscurità.
- Non posso. – disse ancora Mea.
- Non puoi cosa? – ribatté il Gatto fermandosi, ma senza voltarsi.
- Non posso fidarmi, non posso aprirmi. Non credo nemmeno di sapere come si faccia. –
- Dire agli altri cosa pensi davvero sarebbe un buon inizio. –
- Non posso. –
- Come non puoi? – sbottò Nirghe voltandosi – Piuttosto dì che non vuoi. Noi altri siamo sempre stati sinceri su tutto, sei tu quella che cerca di tenersi in isolamento. Solo tu. Vuoi che sia io a sbatterti l’evidenza in faccia? Bene. Potresti cominciare a parlare con noi, non blaterando solo ordini o tuoi piani, ma dicendoci quello che davvero pensi. Non credo che a qualcuno, qui, interessi di più il tuo sapere che te. –
- Dovrei parlarvi? E di cosa? Cosa vorreste sapere su di me? Che mi detesto perché sono uno schifo di mezzelfo, cacciato in metà delle città delle Terre? O forse perché ho imparato tutto dai miei libri, senza poter mai toccare con mano quello che avevo appreso dalle righe di testo? – La voce della maga si incrinò – Forse ti interesserà sapere che detesto questo compito che ci è stato affidato, così casuale, così oscuro e imprevedibile. Oppure, sicuramente vorrai sapere che odio con il profondo del mio spirito quel corvo che mi fissa, mi fissa e mi fissa, libero dai vincoli a cui sono sottoposta, che si rifiuta di darmi la possibilità di combattere ancora, di essere utile a voi. E ancora, odio Spazio, perché mi ha messo alla prova solamente per spedirmi in giro per le Terre come carne da macello, senza possibilità di sopravvivenza. –
Mea cominciò a singhiozzare, mentre il tono della sua voce continuava ad alzarsi, superando il gorgoglio dell’acqua e rompendo la quiete della notte.
Nirghe provò ad intervenire, ma la maga non gli permise nemmeno di aprir bocca.
- E se devo continuare, sono stanca di non essere abbastanza. Sono stanca di dover faticare, di dover fare solo affidamento sul cumulo di nozioni che ho nella testa per essere al livello degli altri. Io odio, detesto dovervi guardare mentre fate cose che io non posso fare, così come odio ogni singola ignobile emozione che provo, così fastidiosamente invasive. E non detesto solo loro, io odio Seila, per non essere stata all’altezza della sua prova, odio Keria, perché non l’ho mai vista perdersi d’animo, odio Jasno, perché è l’unico che deve combattere oltre che con il mondo anche con il suo corpo, perché è l’unico che dovrebbe lamentarsi e invece non lo fa, odio Hile, perché sarebbe dovuto essere fondamentale per sigillare il demone, ed odio te, perché… perché credo di provare qualcosa e non so come gestire questa situazione e ne ho paura. –
Il Gatto rimase interdetto, cercando di elaborare quello che aveva appena sentito. Il suo cuore accelerò i suoi battiti mentre la mano destra, meccanicamente, si introdusse nell’unica tasca della casacca rimasta integra per permettere alle sue dita di stringersi intorno al cilindretto di legno che lì riposava.
- Scusa… non volevo dire che… lascia stare, fai finta che non abbia detto nulla. – disse ancora il Corvo, calmandosi un poco.
Lo spadaccino rimase rigido, immobile. Era sicuro di aver capito bene le parole della mezzelfa, perché allora stava così male? Il suo sogno si era realizzato, perché non riusciva ad essere felice come avrebbe dovuto?
Si decise infine a fare qualcosa, avanzando goffamente verso la maga, per poi stringerla in un abbraccio stretto.
Mea non riuscì di nuovo a trattenere le lacrime, che irrorarono nuovamente la benda sull’occhio sinistro e corsero lungo l’abito del Gatto.
Un rapido rumore alle spalle di Nirghe ruppe il silenzio della notte, ma non quell’abbraccio.

Lo spadaccino sentì il corpo della maga sobbalzare, per poi gonfiarsi tra le sue braccia, divenendo morbido sotto le sue dita. Qualcosa di rigido, là dove prima si appoggiava il naso della mezzelfa, cominciò a premere contro la sua pelle, minacciando di bucarla.
- Nirghe… non sento più freddo. –
- Io… io non credo di c’entrare. – gli rispose l’assassino, cercando di fa allontanare il proprio petto da quello spuntone senza mettere in allarme il Corvo, che sembrava essersi finalmente calmata.
Centinaia di spilli ardenti sembrarono prender di mira i due corpi avvinghiati, aumentando il loro numero e l’intensità del pungolio man mano che i secondi avanzavano.
- Cosa sta succedendo? – chiese la maga con voce terrorizzata.
- Non ne ho idea. Tu devi solo rimanere calma, sono sicuro che non ci succederà nulla di male. –
Nirghe arrivò al limite della sua sopportazione del dolore. Si trovò a desiderare di avere ancora qualche brandello di pelle addosso, quando quella tortura sarebbe finita. Se sarebbe finita.
Poi tutto cessò così come era iniziato all’improvviso.
Lo spadaccino sentì la sua schiena scaldarsi rapidamente, mentre davanti ai suoi occhi era comparso un terrorizzato volto di Jasno illuminato da una danzante luce rossa.
L’Aquila fece appena in tempo ad alzarsi in piedi, che gli spilli ripresero a martoriare il corpo del Gatto e, a giudicare dalle espressioni intorno a lui, le sue membra non erano le uniche ad essere tartassate da quella punizione.
Questa volta gli spilli furono più violenti, ma la tortura fu più breve. Il caldo bagliore del fuoco scomparve per far spazio a un gelido vento battente.
La luna si rese visibile al gruppo nei suoi ultimi momenti di dominio sul cielo, mentre est i primi raggi del sole illuminarono lo scuro muro di cinta del Palazzo della Mezzanotte.
Nirghe sciolse lentamente l’abbraccio che ancora lo legava alla maga, i suoi occhi, intanto, guizzavano da una parte all’altra in cerca di capire cosa fosse successo.
Quella era la Terra degli Eroi, non c’erano dubbi. La vera domanda era perché fossero arrivati proprio lì, con tutta la superficie del mondo a disposizione.
Lo spadaccino fece un passo indietro, mentre il sole si decise infine a sorgere, rischiarando l’alba e gettando la sua luce sul lato orientale delle Terre. Davanti a lui c’era Mea, in piedi.
Un lungo piumaggio nero ricopriva il suo corpo, ondeggiando morbido al vento, il suo volto era irriconoscibile poiché là dove le piume non nascondevano le forme, un grosso becco scuro si era impossessato dei lineamenti, lasciando appena lo spazio necessario ad esistere a due piccoli e lucidi occhi color pece.
Brandelli di quelle che furono fasciature cadevano ora molli attorno alla fronte e all’ala destra della creatura.
Il corvo alzò lentamente le mani artigliate al cielo, facendo splendere le lunghe piume che ricoprivano le braccia alla calda luce mattutina.
- Questo… questo è davvero il mio potere? – chiese con voce tremante la maga.
- Mea, - disse Hile alzandosi da terra, dove ancora era seduto – perché ci hai portati qui? –
La creatura piumata si voltò verso il lanciatore di coltelli, gli occhi neri parvero volerlo trapassare, tanto erano profondi. – Io… non ne ho idea. Lui, il io compagno, mi ha detto di fidarmi e… io credo di averlo fatto. Ho sentito delle lame nel mio corpo e lui mi ha portato da voi, poi nuovo ha chiesto la mia e, questa volta, il volo in cui mi ha trascinato è durato di più e mi, ci ha portati… fin qui. –
- È ovvio che ne sai quanto noi, quindi. – continuò Hile, pulendosi i pantaloni dalla terra. Buio lo raggiunse, sedendosi al suo fianco.
- Io non credo che il motivo per cui siamo qui sia il nostro problema principale… - Keria si era portata verso il confine orientale della Terra degli Eroi ed ora guardava i suoi compagni con occhi sbarrati.

Questa è la parte che mi è piaciuta di più di tutto il capitolo, si vede che Mea sta maturando, e neanche stavolta la posso biasimare, perchè mi ricorda moltissimo una parte della mia fic su Naruto, la seconda parte, in cui Jamila ha un momento simile, e la cosa mi ha fatto sorridere.
E ... finalmente si è dichiarata ... nessun bacio ... ma è già qualcosa. Nirghe è stato davvero indispensabile per Mea perchè anche lui ha perfettamente ragione sul fatto che lei è sempre stata l'unica che non si è mai aperta con i suoi compagni, che non ha mai cercato il dialogo se non per esporre piani e idee, non si è mai confidata con loro.
La parte seguente della trasformazione citata mi è parsa molto confusionaria, Mea si stava trasformando, Nirghe sentiva degli strani spuntoni pungerlo, poi all'improvviso si trovano tutti sui Muraglia, e si che Mea non si è nemmeno spostata in volo ... si sono per caso teletrasportati in qualche modo?
La metamorfosi di Mea non è male, e sembra maturata ulteriormente dopo che è avvenuta.
Infine ecco che vedono l'esercito e si ... finalmente capiscono che da soli non possono farcela ... anche perchè il Sei avevano riunito un esercito mentre loro sono solamente in sei con poteri che possono prosciugare in fretta le loro energie o bloccarli nelle loro sembianze antropomorfe ... ci vorrebbe davvero un bel miracolo e spero con il cuore che Mea abbia trovato la soluzione.
Detto ciò ti faccio i miei più sinceri complimenti e alla prossima!
Ah, ho risposto alla tua ultima recensione ... spero di essermi spiegata.
Saluti EF!

Recensore Master
10/02/18, ore 16:10

Eccomi qua come ogni sabato!
Allora che dire, un capitolo davvero meraviglioso, ho amato ogni singola riga e dialogo, perchè si vede che ora sono tutti più umani.
Mea in questo momento sta affrontando il suo blocco, è ridotta parecchio male e si sente impotente e debole in confronto ai suoi compagni e non la posso davvero biasimare, chiunque si sentirebbe in questo modo in una situazione del genere.
Cose di questo tipo le apprezzo moltissimo perchè sono capaci di rendere un personaggio davvero unico e realistico.
Riguardo alle coppie ... allora, sicuramente Hile e Keria, Nirghe e Mea, Jasno e Seila ... almeno credo, anche perchè ho un intuito particolare per questo genere di cose eheh. E credimi, il romanticismo in una storia che si rispetti non può mai mancare, parola mia.
Detto ciò, visto che sono curiosa, passo al prossimo!
Saluti EF!

Recensore Master
03/02/18, ore 17:22

Hola!
Eccomi qua come ogni sabato!

Quando il sole scomparve completamente, lasciando il posto a una pallida luna, Hile perse completamente la pista che aveva seguito fino ad allora.
Si trovò solo, in mezzo al deserto, con quella gelida aria notturna che si insidiava sotto la casacca strappata e la sua pelliccia, facendolo rabbrividire.
Poteva continuare a correre nella stessa direzione che aveva seguito fino ad allora, ma avrebbe potuto, se non perdersi, imbattersi nell’esercito del demone.
La creatura dalla folta pelliccia grigia si fermò, sondando l’ambiente circostante con tutto ciò che possedeva, cercando di avvertire qualche flebile odore o il fruscio di una veste sulla pelle.
Nulla.
Intorno c’era solo il deserto, che sembrava non aver intenzione di lasciarlo andare.
Non aveva nulla per accendere un fuoco, non aveva un riparo e, presto, i morsi della fame e della sete si sarebbero fatti sentire. Fortunatamente, Natura sembrava voler essere clemente con lui, evitando di scatenare tempeste di sabbia in quel momento già difficile.
L’assassino si sedette a terra, avvolgendo con le braccia le gambe rannicchiate, per cercare di scaldarsi, in attesa del sorgere del sole.

Nel momento in cui alle spalle dell’arciere ricomparve tra il vorticare della sabbia la mole del drago, Keria cadde in ginocchio, singhiozzante.
- Stai bene? – le chiese il Lupo, facendo un passo verso di lei.
Il Drago non rispose, si protese in avanti, abbracciando le gambe della creatura ferale che aveva di fronte, con il respiro rotto e le guance rigate dalle lacrime che cadevano a terra, per poi essere risucchiate voracemente dalle sabbie del deserto.
Hile s’irrigidì a quel contatto, incerto su cosa fare.
Guardò nuovamente ai suoi piedi, dove la nuca scura dell’arciere sobbalzava. Per un attimo gli sembrò di rivedere Renèz, ma fu solo un lampo nella sua mente, immediatamente soppresso da una coscienza. L’assassino non riuscì a capire se avesse voluto cancellarlo lui o fosse stata opera di Buio.
Si chinò per cingere le spalle di Keria, che, a quel contatto, gli appoggiò la fronte contro la spalla, distruggendo così ogni freno che tratteneva il terrore che le aveva stretto le viscere e scoppiando un pianto disperato.
Il drago cristallino rimase in disparte, ma non distolse mai lo sguardo dalla sua compagna, ancora non certo che qualcuno avrebbe potuto proteggerla come poteva lui.
Passarono decine di minuti senza che nulla variasse. Il Lupo non osava sciogliere la stretta delle sue braccia, l’arciere non sembrava aver intenzione di smettere di piangere e il drago rimaneva immobile, con il collo fieramente rivolto verso il cielo e le ali a riposo strette contro il
corpo.
La luna scomparve dietro alle alte vette dei monti e l’assenza dei primi raggi rossi dell’alba fece sì che l’ambiente perse ogni definizione anche per i gialli occhi di Hile.
I singhiozzi di Keria si cominciarono a placare, mentre il suo respiro si faceva poco a poco sempre più regolare.
- Grazie. – disse piano, per poi accasciarsi addormentata tra le braccia dell’assassino.

Parte 1: Ho citato la parte iniziale perchè mi hanno colpito le sensazioni di Hile nel deserto, erano finalmente molto più umane, il senso di fame e di sete, la paura, il sentire freddo, l'impossibilità di accendere un fuoco, vederlo in difficoltà ... insomma, queste piccole cose lo hanno reso diverso dal solito e questo mi è piaciuto moltissimo.

Parte 2: Come ben sai amo i caldi abbracci. Povera Keria, era davvero disperata e quando Hile l'ha stretta a se mi sono sciolta, non lo credevo capace di tanto affetto eheh. Ti sei davvero superato!

In conclusione davvero un ottimo capitolo non c'è che dire ... e il titolo dello scrittore fidati che te lo meriti eccome parola mia!
I miei più sinceri complimenti e alla prossima! Ah, volevo dirti che di recente ho pubblicato il capitolo 25 e che mancano tre capitoli alla fine!
Saluti EF!
(Recensione modificata il 03/02/2018 - 05:24 pm)

Recensore Master
27/01/18, ore 17:10

Eccomi qua come ogni sabato!
E per ricambiare la tua ultima recensione eccoti la mia.
Allora, da quello che ho potuto vedere Hile ha manifestato il suo strano potere di entrare nel Mondo delle Ombre ... sempre se sia questo è ovvio e riguardo a Keria si è ricoperta di cristallo mentre Jasno ha preso le sembianze di un'aquila se non vado errato.
La cosa che mi ha lasciato perplessa è stata la comparsa di quella figura di luce eterea ... avrebbe dovuto avere un ruolo immagino ma oltre a ridare speranza a Hile non ha fatto altro ed è scomparsa. Comunque posso dirmi contenta che tutti siano sopravvissuti ... di nuovo.
La seconda parte del capitolo in poche parole si è incentrata su Mea e gli altri che si sono allontanati dalla cittadella della morte ma per il resto a parte le sensazioni di Mea non ho carpito altro.
Ah, anche la parte delle sensazioni di Hile non è stata affatto male. Detto ciò ti faccio i miei più sinceri complimenti e alla prossima!
Saluti EF!

Recensore Master
20/01/18, ore 21:00

Eccomi qua come ogni sabato!
Bene, iniziamo ... allora, un bel capitolo di transizione non c'è che dire e se devo essere sincera mi mancava il Viandante con i suoi commenti sarcastici e divertenti di chi ce l'ha con le divinità eheh. Sono contenta che sia sopravvissuto nonostante il demone pazzoide lo abbia ridotto in fin di vita. Devo dire che è stato molto fortunato a trovare ospitalità da queste deliziose persone. Spero che si rimetta presto ... mi ci sono affezionata ecco.
Il tutto scorre che è una meraviglia e i dialoghi sono perfettamente azzeccati ... ci voleva finalmente un capitolo così, da un senso quasi di pace. Detto ciò ti faccio i miei più sinceri complimenti e alla prossima!
Saluti EF!

Recensore Master
13/01/18, ore 17:52

Si ... eccomi qui di nuovo ma ero troppo curiosa.
A quanto pare gli hai fatti tornare in vita eh? Il Gatto ha fatto riavvolgere il tempo grazie al suo compagno che si è fuso con lui, beh ... una vera forza! Mi è piaciuta la spiegazione riguardo a questo nuovo potere dato loro dagli dei però a doppio taglio.
Stavolta sono riusciti a fuggire ma Hile è rimasto indietro, giuro, se lo fai morire un'altra volta non ti perdono. Ma ora spero che le cose si risolvano per bene ... pregando che tu non voglia far trionfare il male. Detto ciò ti faccio i miei più sinceri complimenti e alla prossima!
Saluti EF!

Recensore Master
13/01/18, ore 17:15

Eccomi qui come ogni sabato!
Bene, iniziamo con le parti che mi hanno colpita.

Il Lupo voltò per dare le spalle alla porta, per poi chiudere gli occhi, cercando di concentrare ogni sua attenzione sul coltello che aveva lasciato sulla tomba di Renèz.
- Io sono sicura che ce la farai. –
La voce di Keria raggiunse le orecchie di Hile, facendo comparire un sorriso rassicurato sul suo volto.

I cinque assassini si avvicinarono cautamente al portone d’ingresso, osservando cosa si prospettasse davanti a loro.
Erano poche le guardie rimaste in città, il Demone doveva essere convinto che non sarebbero mai riusciti a fuggire dalle sue gabbie.
Alcuni di quei mostri dai musi animaleschi, facevano la ronda per la strada maestra che si apriva davanti all’ingresso, probabilmente imitati da altri gruppi nelle tre direzioni cardinali rimanenti.
Poche teste si riuscivano a riconoscere sui tetti, probabilmente arcieri intenti a sorvegliare gli anfratti in cui qualcuno potesse essersi nascosto.
- Non riusciremo a far uscire il drago di Keria da qui senza essere notati. – disse Nirghe spostando il suo sguardo dal portone d’ingresso alla mole cristallina del compagno, i suoi capelli erano mischiati a sangue rappreso, un profondo taglio si apriva sul suo zigomo sinistro e l’indice e il medio della mano destra risultavano gonfi e violacei. – Sarebbe un obbiettivo indifeso mentre striscia verso l’esterno. –
- Vorrei farti notare che lui, almeno, ha le squame. Noi non abbiamo nemmeno più le nostre armi. – sibilò Jasno scocciato, le parole uscivano stentate dalle labbra gonfie contorniate dalla pelle bruciata dal sole, i capelli bianchi erano macchiati e teneva la schiena curva, cercando di non distendere i pettorali, facendoli sforzare sulle costole.
Il Lupo cercò di parlare, ma un improvviso capogiro lo costrinse ad appoggiarsi alla parete alla sua destra, facendo colare su di questa il suo sangue fresco.
- Mea, non puoi renderci invisibili, in qualche modo? O trasportarci fuori di qui? – chiese Keria. Il suo petto ricoperto di sangue si alzava ed abbassava rapido e a scatti. Il suo tronco pendeva verso destra, come se non volesse appoggiare il suo peso corporeo sulla gamba sinistra.
- In condizioni normali sarebbe difficile, ma ora… Non posso fare quasi nulla, al massimo posso provare ad utilizzare incantesimi di bassa lega. – L’occhio sinistro della mezzelfa era chiuso sotto la bluastra palpebra gonfia, il suo gomito opposto era innaturalmente piegato di lato, su di questo qualcosa di rigido premeva contro la manica.
- Come facciamo ad uscire di qui, in queste condizioni? Persino quel maledetto servitore è stato sconfitto! – urlò Nirghe, piegandosi immediatamente su se stesso, colto da una tosse insistente.
- Dovremmo… Hile! – Un grido nacque spontaneo dalle labbra della maga.
Il lanciatore di coltelli era scivolato silenziosamente a terra, rimanendo seduto sul pavimento, con la testa appoggiata contro il muro, respirando a fatica.
Hile riuscì a produrre un mugugno, cercando di comunicare agli altri assassini di non preoccuparsi per lui, ma non riuscì ad ottenere l’effetto sperato.

Una freccia riuscì a penetrare nella coscia di Hile, facendogli perdere l’appiglio sul pelo grigio che si muoveva sotto di lui e facendolo rovinare a terra.
Buio non poté continuare la sua corsa, tornando indietro con le zanne snudate in direzione delle dieci guardie che si avvicinavano al suo compagno a lunghe falcate.
La testa del rettile cristallino parve la punta di una lancia, mentre il suo corpo caricava la massa di corpi che si stava radunando sulla strada principale.
Nirghe continuò a correre sui tetti, cercando di avvicinarsi all’assassino a terra per poterlo aiutare in qualche modo, ma tutto quello che poté fare fu vedere quattro differenti spade farsi strada prima nelle carni del lanciatore di coltelli, poi in quelle del suo compagno, lasciando i loro cadaveri a terra, riversi nel loro stesso sangue.
Un ricordo travolse il Gatto, facendogli spalancare gli occhi e imperlare la fronte di sudore. Era stato un idiota. Conosceva a memoria ogni dettaglio della storia delle Terre e non si era ricordato di come i Sei persero la loro prima battaglia contro i demoni del Re.
Guardò verso il cielo, dove già tutto era avvenuto.
Il corpo traforato dell’aquila cadeva privo di vita verso il suolo, con Jasno e Keria impotenti poco più in alto e il corvo di Mea intrappolato sotto una delle sue ali che combatteva per liberarsi dalla presa di quel cadavere.
Lo spadaccino si gettò a capofitto in direzione di Mea.
Le membrane trasparenti delle ali del drago su cui la maga era seduta erano state squarciate più volte, così come più volte le spade si erano fatte strada nel ventre del compagno.
L’aquila cadde a terra con un tonfo e, poco lontano, la raggiunsero anche i due corpi degli assassini, ora riversi scompostamente in una pozza di sangue al suolo.
Il rettile volante, cadde infine su un fianco, trascinando con sé la maga e imprigionando violentemente la sua gamba tra il fianco squamoso e la strada ciottolata.
Le spade non si fecero scrupolo a martoriare anche quel corpo.
Gli occhi del Gatto si riempirono di lacrime mentre, tutto intorno, il tempo pareva rallentare per far durare il suo dolore ancora più a lungo.
Sentiva tutto intorno a sé le corde degli archi tendersi, mentre le punte in metallo delle frecce lo puntavano con il loro presagio di morte da tutte le direzioni.
Alle sue spalle i due combattenti che era riuscito a lasciarsi alle spalle stavano ora arrampicandosi per tornare sullo stesso livello del loro obbiettivo.
Il gatto nero saltò giù dalla spalla del suo compagno quasi con tranquillità, atterrando leggero sulle zampe e voltandosi, in modo da fissare Nirghe con i suoi occhi gialli.
- Aiutami… - lo supplicò Nirghe, piangendo.
Lo spadaccino era disperato, non riusciva a vedere altro che disperazione, intorno a lui.
Il gatto prese la rincorsa, avventandosi con un balzo contro il petto dell’assassino.

1 Parte: qui sono rimasta molto colpita dalla reazione di Hile alle parole di Keria, l'ho visto finalmente più umano in un certo senso e l'ho apprezzato moltissimo. Se fosse stato apatico sarebbe stato un pessimo personaggio ... ma qui mi ha davvero colpito nel modo più positivo possibile.

2. Questa parte mi ha colpito perché le loro condizioni non sono affatto buone e comincio a vederla davvero dura per loro ... diciamocelo, il Fato ha preteso un po' troppo da questi poveri ragazzi mandati contro morte certa senza un minimo esercito o un potere speciale che li aiutasse contro un demone psicopatico ... sono più morti che vivi poverini ... se sono protetti dagli dei minori un pizzico di aiuto divino non guasterebbe.

3. Arriviamo al tasto dolente dell'intero capitolo ovvero la morte dei protagonisti tranne uno ... hai ripreso quello che è successo nella prima storia a quanto pare ... ma quella volta sono stati fortunati a tornare in vita grazie al Libro del Fato ... ma ora come faranno adesso? A meno che non accada un miracolo sono rimasta sinceramente con l'amaro in bocca per il semplice fatto che sono morti a parte Nirghe ma gli altri sono belli che schiattati. L'hai detto, per un'autore è strano fare certe cose e io come già sai per principio non farei mai una cosa del genere ... mi sentirei male a solo il pensiero ... non ci riuscirei nemmeno se volessi, già una volta l'ho fatto anche se era il fratello della protagonista ma da quella volta ... anche se era necessario ... non l'ho più fatto.
Ora, può darsi che ci sia un valido motivo per cui hai deciso di fare ciò ... che scoprirò leggendo ma comunque sono lo stesso sconcertata.

Detto ciò comunque è un buon capitolo e per questo ti faccio i miei più sinceri complimenti e perdona la neutra ma qui ci voleva ... scusami ancora. Ah, volevo dirti che anch'io ho pubblicato di recente. Alla prossima!
Saluti EF!

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