Recensioni per
Il papavero
di mamie

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/05/17, ore 14:55
Cap. 1:

Ciao carissima,
ogni volta che vengo a trovarti, scopro una magnifica perla fra le tue creazioni. E non devo neanche scegliere, basta pescare a caso.
Questo breve componimento, ad esempio, è qualcosa di magnifico. riesce ad essere al tempo stesso eroico, epico e struggente. Comunica l'esaltazione ella battaglia così come la cecità oltraggiosa del caso, che colpisce meritevoli e immeritevoli allo stesso modo. Splendido poi il saluto alla vita che fugge, e l'ultimo sguardo al cielo. Un cielo che non ha nulla di divino, ma rappresenta piuttosto la spensieratezza, la gioia di sentirsi il sole sulla pelle, di respiare il vento. La giovinezza, in sunto, che si perde nel vento come i petali del papavero.
Che meraviglia, complimenti.

Recensore Veterano
05/03/16, ore 00:19
Cap. 1:

Ciao Mamie,
speravo tanto di rileggere presto qualcosa di tuo sui classici greci e latini, e quando ho visto che avevi pubblicato questa storia mi sono precipitata a leggerla!

Meravigliosa, Mamie, veramente: amo davvero tantissimo il modo con cui sai trattare questi argomenti.
Sai conservare la poesia e l’aura di leggenda che c’è nelle opere da cui provengono, e allo stesso tempo sai rendere il tutto realistico, diretto, ed estremamente vero, grazie al tuo stile e alla tua capacità di saper cogliere sempre i momenti e i personaggi più particolari, quelli meno trattati, e raccontarli con tutta l’importanza che meritano.

Come in questo caso: in una guerra dove le morti sono state innumerevoli e in cui solo una parte ha avuto un posto nei canti della guerra di Ilio, tu hai scelto un episodio breve e ne hai fatto un ritratto che mi ha commossa profondamente.

Gorgizione è morto per caso, come succede spessissimo in guerra. Per una traiiettoria sbagliata, per una coincidenza sfortunata, per lafrenesia dello scontro, per l’inesperienza di chi attacca o di chi è attaccato.
Basta un momento, uno solo, ha fare la differenza.
E poi è tutto inutile, i rimpianti, le speranze, tutto.

Il gesto di Ettore secondo me si è adattato benissimo al contesto, e ha contribuito a rendere il momento ancora più intenso, e ha sottolineare tutta la tristezza e l’ingiustizia del di quella morte.

Un ragazzo giovane che è morto troppo presto, quando ancora non aveva avuto il tempo di capire a che cosa stava andando incontro.
Gorgizione aveva ancora il cuore alla sua citta, che vedeva ancora con gli occhi di un fanciullo.

Il contrasto tra il ricordo, che sembra ancora vicinissimo, dei giochi in riva al fiume e poi dei primi approcci con le donne, fati ancora con ingeuità e senza la piena consapevolezza di ciò che stava desiderando, è stato veramente intensissimo e tristissimo nella sua semplicità e nella sua realisticità.
Gorgizione era giovane, e ancora doveva capire tante cose, di sé stesso e di ciò che lo circondava.

E forse è andato in guerra con la stessa ingenuità con cui si avvicinava alle donne, per seguire i suoi compagni più grandi, per dimostrare a sé stesso che stava davvero diventando un uomo.

E invece è bastata una freccia per far finire tutto, ed è caduto con la stessa rapidità di un fiore, e come nel caso dei fiori la sua è stata una morte tra le tante.

L’immagine finale con il freddo delle case di Ade in cui non si riesce a ricordare né il calore né il canto è stato il colpo di grazia per questa ingiustizia, che ha colpito proprio Gorgizione e non altri, e che colpirà ancora senza curarsi di chi falcia.

Grazie mille per questa storia, Mamie, davvero: è stupenda.
Scritta con uno stile meraviglioso, semplice e intensissima, piena di riflessioni che lasciano il segno.
Tantissimi complimenti, e grazie ancora!

A presto!
Tyelemmaiwe

Recensore Master
04/03/16, ore 19:35
Cap. 1:

Ho letto assai raramente delle descrizioni così nitide ed efficaci di quello che rappresentavano per gli antichi la Vita e la Morte. Visto che avevano una ben triste concezione dell'Aldilà, non restava loro che aspirare a una morte gloriosa, per essere ricordati e cantati dai poeti... In teoria. Perché poi nei fatti la morte non ha nulla di poetico e nemmeno di eroico. Rimane lo strazio della gioventù spezzata, dell'innocenza perduta, della vita finita senza rimedio e senza riscatto. I morti rimpiangeranno in eterno la vita terrena, rappresentata dalla luce e dal calore del sole.
E tu questi concetti li hai resi, come sempre, con il tuo stile pulito e incisivo, che non riesco mai a definire come vorrei... (ecco, adamantino è l'aggettivo che si avvicina di più), in cui ogni parola ha un peso specifico incredibile.

Recensore Master
03/03/16, ore 21:14
Cap. 1:

Le prime quattro righe sono pura poesia. Racchiudono in sé un mondo intero!
"Ma già il tuo respiro se n’era volato col vento" è uno scorcio sublime che mi ha lasciata senza fiato! Delicata ma potente.
Si prosegue in un tripudio di  immagini bellissime ed evocative che come sempre, ma questa volta in modo particolare, mi hanno trascinata via. Con pochi tratti salienti hai descritto una vita e la guerra, ma come fai?
Sarà che l'Iliade e L'Odissea evocano in me ricordo dolci e amari perché mio nonno me le leggeva la posto delle fiabe, sarà che quando leggo qualcosa di tuo sono imparziale perché adoro alla follia il tuo stile sintetico ma epico, però questa flash per me, è davvero un piccolo capolavoro.
E' così perfetta e così compiuta, che mi ha lasciata senza parole.
Bellissima!
Sono del parere di Melianr scrivi di più ti prego!
E grazie di questo regalo!

Recensore Master
02/03/16, ore 15:25
Cap. 1:

Quanto pesa un attimo sul cuore del mondo?

Troppo, oserei dire. 
Mi erano mancate le tue storie - e la tua prosa. 
La metafora del fiore reciso è un classico, ma, come ho sempre detto, il classico può diventare meraviglioso a seconda di chi gli dà voce, ed è questo il caso. 
I greci (e molte altre culture) racconta la guerra e la morte in battaglia come una cosa gloriosa - bella. 
Raccontano dell'onore e del coraggio, di come i guerrieri affrontino la morte con i denti snudati e il cuore in mano. 
Nessun dice mai come la guerra sia invece sangue e sabbia e merda - e paura e orrore e rimpianto. 
Di come si muore e basta, con ancora il tempo incastrato in gola. 
Di come, a volte, dell'onore non ci interessi niente - di come fosse meglio rimanere sotto il sole a godersi una giornata primaverile e quello che la vita aveva da offrire. 
Mi è piaciuto molto come hai reso la morte di questo ragazzo (giovanissimo!) e la prosa - OH, la prosa - è una meraviglia. 
Complimenti, davvero un bel lavoro! 

*squittisce deliziata* ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

Recensore Master
02/03/16, ore 15:11
Cap. 1:

No, la seta non c'era ai quei tempi ad Ilio, è arrivata a Roma con Cesare.
Ma questo poco rileva: hai scritto un bel componimento, sull'assurdità della guerra, sulla cadicità della vita, sulla scarna epicità della morte. Gli antichi Greci credevano che fosse bello morire combattendo: ma Ettore si fa venire qualche dubbio in merito e noi spettatori siamo anzi certi che morire in battaglia sia solo molto triste, soprattutto se a cadere è un ragazzo molto giovane.
Ma tant'è.
Complimenti per questo bellissimo racconto, scritto con la delicatezza a te consueta.
A presto!
Lou
 

Recensore Master
02/03/16, ore 13:57
Cap. 1:

Oh, Mamie, ma hai una vaga idea di quanto mi siano mancate le tue storie?
E trovarne una qui, in questo fandom (ma si può dire fandom? XD) che mi sta tanto a cuore... Beh, mi commuove doppiamente.
Non ricordavo assolutamente la vicenda di Gorgizione, urge rilettura! E mamma mia, sì, che nome orrendo, povero! Ma tu gli hai reso assolutamente giustizia, nella tua solita maniera delicata e poetica che come sempre adoro.
Fa stringere il cuore il senso di fragilità e di precarietà della vita che troviamo spessissimo nei testi greci e che è il fulcro di questo racconto, la morte è sempre un dolore, ma quando è un giovane a morire, un giovane che a mala pena forse aveva conosciuto l'amore, che della guerra forse conosceva l'eroismo delle imprese e non ancora la durezza... Bellissima, davvero bellissima e straziante. E il tuo stile che rimanda con sapienza ai classici pur rimanendo sempre assolutamente tuo è sempre la ciliegina sulla torta, in questo caso la pugnalata al cuore che mi ha fatto scendere una lacrima.
Ho adorato quei piccoli accenni alla vita di Gorgizione: le donne che forse ha amato, i giochi infantili... E il finale, poi, con il freddo del regno dei morti e il rimpianto del sole agognato.... Voglio piangere.
Sì, concordo con te, il gesto di Ettore è così toccante che poco importa che Omero (o chi per lui) non l'abbbia riportato! E di nuovo concordo... "Soffio di bisso?" Naaaahhh, facciamo che Troia aveva scambi con l'oriente e poco importa se è una teoria che sta in piedi con le puntine da disegno!
Ti mando un forte abbraccio e ti prego, ti scongiuro, posta più spesso!

Melianar