---Questa recensione partecipa alla mia challenge personale di “1000 parole al giorno”. Durante la prossima settimana (8 gg) posteró una recensione (minimo mille parole) al giorno per storie scelte a caso tra i miei autori e fandom preferiti (o persone che ritengo scrivano particolarmente bene). Non é un concorso, non vinco nulla, é solo un modo per dire “grazie” a tutte quelle persone che leggo e seguo in questi cinque anni di EFP.---
La storia si apre immediatamente con la voce di un banditore e Amalia, paniere al braccio, pronta ad ascoltarlo. La giovane viene descritta subito di alcuni tratti, ma l’attenzione si posa sulla caccia alle streghe organizzata dal regno.
Da qui la troviamo scorrere verso una fucina, incontrare un fabbro (ancora) senza nome ed avere un confronto con lui, molto breve, ma altrettanto carico di rimpianti. Si fa avanti il nome di qualcuno con cui i due hanno condiviso un passato lontano: Cosimo.
Già da questi primi momenti si percepisce qualche cosa di strano, nomi e indizi di un passato che questa caccia aperta sembra rivangare.
Senza giunture ed in una manciata di parole, viene presentato un terzo ambiente, dove la protagonista siede pensierosa, ma anche un terzo personaggio, scherzoso e confidente, l’amico(?) Ferdinando. Una persona dolce e comprensiva, che rivela un altro aspetto di Amelia, la passione per la musica.
Nel secondo capitolo troviamo di nuovo Amelia ed il suo liuto in una sera riflessiva. Durante il tentativo di comporre o suonare una melodia, viene interrotta da una figura che la fa insospettire e scavalcare la finestra al suo inseguimento. É qui che altri particolari della storia vengono rivelati, lei recita delle parole magiche, simili a quelle di una canzone, creando un incantesimo di ghiaccio in maniera molto simile a come farebbe un bardo. La figura nell’oscurità viene bloccata per qualche minuto su di una lastra ghiacciata, tanto da poter essere riconosciuta.
Anche se la protagonista ha sempre dimostrato fiducia in se stessa, fino a questo punto, ha un ripensamento riconoscendo la persona che ha di fronte.
Da qui, raggiunge la casa di Ferdinando, immergendosi in sua compagnia in uno stato di tristi ricordi, memorie di una brutta avventura capitata nove anni prima.
Il terzo capitolo è strutturato sotto forma di un flashback, intercalato con i brevi dialoghi dell’amico, al quale Amelia non manca di rivelare nulla.
Qui si fa avanti la storia di cinque amici, che si sono trovati in contatto con tre vecchie streghe (ed il loro linguaggio finno-iberico) la scomparsa di Cosimo e poi del fratello, per mano di quella che viene definita una “fata”.
Ferdinando conclude il capitolo, ancora più convinto di non poter lasciare Amelia sola in questa avventura.
Con il quarto capitolo, Amelia dice addio al suo forno e alla sua vita “normale”, lasciando la sua attività ad all’anziana signora Giovanna, estremamente scettica.
Il focus iniziale è preso dai bagagli, allo stesso modo con cui può esserlo nella vita reale (mi piacerebbe conoscere alcune delle cose contenute negli zaini, tipo i picchetti delle tende, vivande anche solo il fatto di sapere che ci sono cose per affrontare un lungo viaggio a piedi).
Durante il tragitto, i due protagonisti si interrompono per un breve accampamento e ristorarsi. É qui che incontrano un’altra comitiva composta da personaggi particolari: un nano, una gitana, un gigante, un mimo e una donna a due busti.
In questo tratto di strada, la gitana, colta da un istinto o una premonizione, decide di leggere i tarocchi ai due amici, rivelando così un destino pericoloso: il successo arriverà a caro prezzo.
Il capitolo successivo vede Ferdinando separarsi da Amelia ed incontrare di fronte a se un episodio magico, la danza delle fate.
Contemporaneamente a questo evento, incontra un’altra figura misteriosa e scompare in un campo di forza. É una scena d’effetto molto bella. Da questo capitolo accade un evento che ha dell’incredibile: messo nella condizione di scegliere tra la sua vita e quella di Amelia, lui sceglie quella della compagna.
É da questo punto che la storia prende un’altra ottica: l’ombra di Cosimo che aleggiava sul loro cammino, in realtà cercava soltanto a vegliare su Amelia.
Le streghe in realtà sono vecchie sagge, ma quelle fate misteriose sono le vere rapitrici. I due si trovano a raggiungere la Terra dei Felici e combattere le fate. Con l’aiuto di Cosimo, e dell’insostituibile liuto, con una lunga canzone Amelia riesce anche a liberare sia Ferdinando che le altre persone scomparse per mano delle fate e la loro regina.
Qui lei lo mette a confronto con la sua risposta e rinuncia al loro amore.
Cosimo l’accompagnerà fino agli orli dei boschi ombrosi, ma non si presenterà con lei a palazzo, non lascerà mai quell’ombra in cui vive per ritornare alla luce del regno.
C’è un’entrata trionfale di Amelia ed una presentazione della testa della “Strega degli Acquitrini” al Re.
La storia si conclude con una sorta di arrivederci non detto a Cosimo, l’avventura sembra quasi ricominciare quando la ragazza sola, si incammina verso il suo nuovo presente.
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Il discorso flash-back con Ferdinando è univoco, carico di dialoghi diretti e di tutte le informazioni che il lettore deve conoscere, non trovo nulla di male per Amelia, nel ricordare i fatti accaduti in un passato che non può dimenticare, ma sono tutte cose che Ferdinando deve conoscere? La bellezza del narratore in terza persona è anche questa: se il personaggio vuole può smettere di parlare e lasciare spazio ai suoi pensieri.
Non ho trovato errori, ma se la cosa ti può aiutare, con la vecchiaia ho notato che frasi tipo “è meglio se ci spostiamo” mi sembrano stonare e, quando mi accorgo di averle scritte, cerco di sostituirle con cose tipo “meglio spostarsi”.
Scusa se ti faccio la lagna, ma il termine “zingaro” mi suona un po’ dispregiativo e, a meno che il tuo personaggio non abbia quel tipo di vocabolario, mi azzarderei un po’ dallo scrivere un testo con quel termine (poi anche io sono la prima ad usarlo in maniera più colloquiale, in chat o in un forum, ma non in una storia, ecco).
Ai fini del tuo racconto, preferirei termini come: veggente, gitana, chiaroveggente, chiromante, cartomante ecc... Forse i pregiudizi sono i miei, se ti senti di scrivere così, non badare a quello che scrivo io, ma a quello che intendi scrivere tu.
Stessa cosa vale per l’incontro di Amalia con la donna a due busti, se il tuo personaggio non è ingenuo o pauroso, cercherei di rappresentarla più meravigliata o incuriosita, non sconcertata.
Le informazioni sui vari personaggi sono ben distribuite e pronunciate per la maggior parte nell’intercalare dei dialoghi. Certe situazioni si percepiscono nell’agire naturale dei protagonisti e vengono poi rivelate. Le tempistiche sono perfette, la storia ha uno svolgimento per tempi ed ambienti chiaro e definito: non ci sono confusioni ed il lettore viene trasportato tra i vari ambienti con confidenza.
Si va dalla strada, alle vampate della fucina, al bancone, nel buio delle strade di notte, sul ghiaccio della lastra creata con l’incantesimo, a casa di Ferdinando, in mezzo al bosco e con le fate (ecc..) e tutto avviene con una scorrevolezza ed una consistenza meravigliosa.
Bellissima la scelta dei nomi, bellissimi alcuni svolgimenti d’azione. Sono stata catturata anche io dal “rapimento” di Ferdinando. Purtroppo non ho percepito i segnali di questo suo tradimento in altri punti della storia, lui si è sempre comportato in maniera leale fino a questo punto, senza dare spazio ad incertezze.
Amalia, poi, sembra dover fidarsi solo della parola di Cosimo, senza poter riflettere per se stessa sulle sue esperienze successive. La gitana che rivela il futuro è un piccolo segno, non lo vedo sufficiente, avrei voluto vedere qualche cosa in più nel comportamento di Ferdinando o in quello di Cosimo, nei sospetti di Amelia.
Comunque c’e’ uno studio notevole dietro la storia ed alcuni personaggi, fatta di mappe e percorsi. Si può leggere bene dall’inizio alla fine, è chiara e scorrevole, la trama è molto bella e ci si affeziona ai personaggi che hai creato, si capiscono bene le motivazioni dietro i loro atteggiamenti.
Mi ha fatto davvero piacere leggere questa storia!
Complimenti per il tuo lavoro e grazie per averla postata.
Spero di leggere altre tue storie ;) |