Recensioni per
Si fa quel che si può, in guerra, per rimanere vivi
di Amens Ophelia

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore

Complimenti ophelia
Drammaticamente reale .
la guerra vista e vissuta da una donna é diversa dalla guerra che gli uomini hanno combattuto.
Ho apprezzato il tuo punto di vista, mi domando quanti anni hai.

Recensore Master

Ciao!
Ammetto di aver letto la tua storia un po' di tempo fa, ma di non essere mai riuscita a recensirla come si deve. Forse, perché le storie che mi colpiscono mi lasciano sempre a corto di parole. Forse, perché è così completa che ogni aggiunta da parte mia sarebbe superflua. Però, due parole ci tengo a lasciarle lo stesso :)
Quello che hai descritto sono due spaccati diversi della guerra: da una parte, Ennio e la sua guerra, la resistenza, ideali in frantumi di fronte alla realtà. Dall'altra, Anna e quella sorella morta troppo presto, umiliata e disonorata perché lei non facesse la stessa fine. Il bisogno di sopravvivere, che la spinge a vendersi. E quel bambino, figlio di nessuno, che lei, nonostante tutto, ama. In un mondo in cui gli uomini la fanno da padrone, la dolce resistenza di Anna mi ha colpita tantissimo. 
Il tuo stile di scrittura mi è piaciuto moltissimo. L'alternanza tra il passato di Anna e il presente, tra la tempesta e la quiete; le frasi nette, poche parole per descrivere un dramma. L'ho trovato molto diretto e incisivo, e allo stesso tempo, non so, c'era una sorta di delicatezza, forse per la drammaticità degli argomenti trattati. Credo che non ci fosse modo migliore per raccontare questa storia.
Mi sono piaciuti molto quei piccoli riferimenti che calano ancor di più la storia nel contesto: il giaciglio, il vestito della domenica, lo zucchero assente. Il dialogo semplice e diretto dei due fratelli e quella promessa che Anna fa al suo bambino, prima di andarsene: ecco, il finale è un po' una conferma che si deve sopravvivere anche alle conseguenze della guerra, e che ognuno fa come può. 
Nelle conclusioni mi perdo spesso, purtroppo XD. Perciò, mi limito a farti i complimenti  (e a scusarmi se passo da qui dopo così tanto dalla pubblicazione).

-TWN

Nuovo recensore

Ciao!
Era da tempo che non leggevo una delle tue storie.
Posso dire che esse riescono a colpire sempre, il tuo modo di scrivere é degno di nota. Che si tratti di fanfiction o Originali riesci ad ottenere un successo, secondoil mio parere.
Ho adorato questa storia. Aprire la finestra sul passato fa sempre bene.
Complimenti! :*

Recensore Master

Io adoro queste cose! 
E no, non mi riferisco solo all'angst e alla triste verità della guerra, ma alla mole imponente delle note d'autore... passerei la vita a leggere il genere storico solo per leggere poi il lavoro di informazione che chi scrive non sempre fa. Credo sia una delle parti più importanti di tutta la storia, ché la narrazione può essere modificata in qualche modo ma, se si vuole rimanere fedeli alla Storia, le informazioni oggettive vanno per forza rispettate.
Trovo tutto ciò davvero affascinante.

Dopo la doverosa promessa, passiamo alla storia. Sono contenta che ti abbiano spinta a pubblicarla, perché è un bel racconto... molto valido, accurato e per niente tamarro. Spero che questo aggettivo non ti faccia storcere il naso (xD), ma comunque ti spiego: le storie ambientate durante o appena dopo la guerra — qualsiasi guerra sia — sono spesso un po' troppo estremizzate (a volte tendono a essere quasi delle caricature, o comunque degli spaccati poco realistici) per cui è un complimento che voglio farti. Hai dato a tutto il giusto peso, ecco.

Passando ai protagonisti, devo dire che li ho apprezzati entrambi perché sono due facce della stessa medaglia: Ennio è disilluso, ha ucciso un pezzo della sua umanità insieme alle persone che ha ucciso, ed è triste — ma anche molto realistico — vederlo disposto a sacrificare la vita che cresce dentro Anna: per lui, sta diventando solo un numero. Al tempo stesso, ha ancora dentro di sé tanta rabbia da sfogare e, sebbene sia toccato poco dalla morte (almeno a caldo, ché qui siamo nell'immediato dopo), vuole continuare a sfogarsi nel vano tentativo di cancellare dalla mente ciò che ha visto, fatto e vissuto. Come se volesse seppellire la morte con altra morte.
Anna, invece, sta cercando di appigliarsi a qualcosa di buono per uscire dalla guerra, poiché non ha ucciso nessuno, ma ha visto tanti altri morire e, sebbene in modo diverso, ha perso pezzetti della sua umanità tanto quanto Ennio, quando ha iniziato a vendere il proprio corpo come se fosse un oggetto.
Quindi, in un certo senso sono due opposti: Ennio ha creduto di fare del bene e si è ritrovato con le mani sporche di sangue; Anna ha creduto di sporcarsi ed è riuscita a uscirne con qualcosa di buono.
E Antonia... credo che lei sia una specie di monito per entrambi, sebbene solo Anna abbia afferrato il messaggio (ma sono sicura che anche Ennio lo capirà presto): il suo sacrificio serve a ricordare che qualcuno avrà sempre pagato un prezzo più alto.

Ti faccio davvero i complimenti per questa storia: hai inserito — più o meno consapevolmente, ché spesso io scrivo cose ma sono i personaggi a comunicare delle emozioni che io non avevo previsto — molti spunti per altrettante riflessioni. Hai trattato la guerra con rispetto (senza pacchianate, lo ribadisco perché è una cosa che davvero va apprezzata) e hai portato all'attenzione del lettore molte delle conseguenze che essa ha sull'animo umano.

Aggiungo la storia alle ricordate, perché credo che sia importante rileggerla periodicamente.
Complimenti davvero,

Chara

Nuovo recensore

Sono al settimo cielo, dolce Ophy! Sono felicissima, sono felice tu abbia voluto provare a cimentarti in questa nuova avventura, ero sicura ne uscisse un capolavoro. Eh, se mi stessi a sentire capiresti veramente quanto talento hai! Come tutte le altre gemme anche questa è perfetta, scritta benissimo e soprattutto in grado di portare ogni lettore (io sfido qualcuno a dire che non è così) all'interno della vicenda, premendogli sulla pelle non solo gli orrori della guerra combattutta dai militari, ma aggiunge il peso della guerra combattuta da un personaggio forse più forte e resistente di un esercito. Una madre, una creatura che a furia di subire spicca il volo, incurante della tempesta. Obbligata a strisciare fuori dall'oppressione e cercare con tutta se stessa un luogo dove poter amare ciò che c'è ma ancora non ha. Ci sono infiniti tipi di guerre e tu hai trattato benissimo questo argomento, mettendo in risalto un tema ancora oggi tanto discusso con una grazia e una delicatezza paurose. Fai stringere i cuori. Strepitosa! ♡ Sei nata per scrivere anche su questa sezione e riesci a far innamorare anche me, poco amica della storia. Non so se la scelta del giorno di pubblicazione sia casuale o meno, a ogni modo hai reso giustizia e dato valore alla festa della donna. Complimenti, meraviglia! Un abbraccio, Cherry

Recensore Master

Ben scritta e asciutta con pochi tratti ci mostri la lotta per sopravvivere nella guerra..lutti e morti e stupri e una via di rinascita ...una fuga dal fratello partigiano per evitare un aborto e (rin)cominciare..bella

Recensore Veterano

Ho letto questa storia già ieri notte, mentre ero sul bus per tornare a casa, e ti dico solo che stavo per perdere la fermata, tanto ero presa dalla lettura. Avrei voluto recensirti subito, ma purtroppo, la mia valigia ha pensato bene di non chiudersi a dovere fino alle due di notte, quindi eccomi qua, in ritardo come al solito. Purtroppo, sono di fretta anche adesso (come tu già sai), quindi questa recensione verrà più striminzita e inaccurata del solito, ma spero mi perdonerai: non volevo attendere fino alla prossima settimana per lasciarti un parere su questa meraviglia.
Sì, Ophy, perché tu crei meraviglie, tanto per smentire subito le note a pié di pagine; aspettavo un'originale da tanto tempo e vedere il tuo debutto nella sezione "Storico", che entrambe adoriamo visceralmente, mi riempie il cuore di gioia. Sapere di avere avuto una minima, minuscola, parte nella creazione di questa storia - e delle altre a venire - mi rende immeritatamente orgogliosa. E sta' tranquilla, ché è impossibile lanciarti pomodori u_u
Ambienti questo tuo racconto in una Roma che è ancora infuocata dalla guerra, nonostante la liberazione; è una guerra ideologica cui assistiamo, quella tra Ennio e Anna, la guerra di chi - purtroppo, quasi - è rimasto in vita e adesso ha da fare i conti con la propria coscienza e la proprie azioni. Perché, da qualunque lato ci si schieri, la guerra fa sempre vittime ed è sempre sbagliata; Anna lo sa (l'ha capito a sue spese), ma Ennio ha ancora difficoltà ad ammetterlo. In guerra ciò che è bene e ciò che è male finiscono per confondersi, contaminandosi l'un l'altro; ed ecco che una gravidanza, il momento più felice per la storia di una donna per antonomasia, diventa qui una colpa e un peccato, quasi impossibile da espiare. I segni della guerra sono ancora visibili tra loro; c'è lo stupro di Antonia - che tu ci mostri con una serie di dettagli crudi e precisi, che fanno rabbrividire - c'è quel pancione rigonfio che Ennio non riesce a guardare, c'è lo spettro dei genitori ancora presente in quella casa e c'è quel numero nefasto - undici - che aleggia tra loro, temibile come la spada di Damocle. Farebbe presto ad accrescere ancora, quella cifra maledetta, ma ecco che viene fuori il coraggio di Anna; Anna che è donna e che non può togliere una vita, perché andrebbe contro ogni suo principio. Anna che infonda vita e non sarà mai portatrice di morte. Forse è un caso che pubblichi il giorno dell'8 marzo, ma sono contenta di questa coincidenza; ché è bene ricordare che il coraggio e il cuore di una donna sono immensi, anche in guerra, quando restare vivi - paradossalmente - è quasi una condanna.L'ho già detto quanto trovi splendido il titolo, a proposito? Non potevi fare una scelta più azzeccata, sia a livello musicale che contenutistico.
Ovviamente, fa sempre piacere rispolverare un po' di storia nelle note; ti soffermi su uno dei miei periodi storici preferiti in assoluto, come ben sai, e cogliere tutti quei piccoli riferimenti nel testo, per poi vederli ampliati nelle note esplicative, mi ha convinta, una volta di più, della qualità di questo lavoro. Non permetterti mai più di dire che scrivi cose da niente, perché non potresti nemmeno volendo.
Sono assolutamente certa di star dimenticando una miriade di dettagli, con questa ignobile recensione, ma purtroppo è già tardi e sarà meglio non perdere l'autobus xD Sappi solo che ho amato ogni riga di questa storia e ogni aspetto dei tuoi personaggi (menziono solo brevemente la duplicità tra Ennio ed Ezio, l'uomo e il partigiano, tema che mi sta particolarmente a cuore), e che non vedo l'ora di addentrarmi negli altri lavori che hai in cantiere.
Ti mando un bacione, bravissima come sempre ♥

graciousghost