Recensioni per
Happy Meal
di Francine

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/03/18, ore 16:38
Cap. 1:

Eccomi qui, come promesso, per l’iniziativa de “L’ABC delle recensioni”.
Fino all’ultimo ero molto indecisa su quale storia recensire, ce ne sono parecchie che ancora non ho commentato, e non riuscivo proprio a fare una scelta, mi piacevano tutte. Dopo averne lette diverse, tutte ugualmente belle, ben scritte e accattivanti, sulle quali sicuramente ritornerò appena ne avrò l’occasione, mi sono imbattuta in “Happy Meal”. Inizialmente a dire il vero l’avevo scartata perché pubblicata nella sezione “Cartoni animati - Spider Man”, pensavo di non ricordare abbastanza del cartone animato per poterla apprezzare fino in fondo. Ma continuava a caderci sopra l’occhio, sia il titolo sia l’introduzione mi avevano incuriosita, come anche l’avvertimento “nuovo personaggio”, alla fine mi son detta “Massì, proviamo”. E meno male che l’ho fatto, aggiungerei!

Come dicevo... il titolo e l’introduzione mi hanno incuriosita parecchio. Dici che sono le tue bestie nere, penso invece che tu riesca sempre a scegliere dei titoli e delle introduzioni azzeccati: prima di aver letto il racconto, prima cioè di sapere effettivamente su cosa si incentrerà la trama, incuriosiscono e stuzzicano; dopo, valutati a posteriori, magari ti accorgi che ti avevano portati fuori strada (perché anche questo può saper fare un buon titolo: sviare, ingannare, sorprendere), ma che ciononostante risultano assolutamente calzanti. Come in questo caso. “Happy Meal” fa pensare immediatamente al McDonald’s e nell’introduzione leggiamo di due personaggi che aspettano qualcuno. Il risultato è un’istantanea curiosità per questo personaggio misterioso che deve arrivare. Alla fine del racconto, però, è lì che ti rendi conto della doppia valenza del titolo. “Happy Meal” va inteso anche letteralmente, pasto felice. Qualcosa che per una persona come Gwen non è poi così scontata. Qualcosa che però lei è felice di condividere con qualcuno che si è preso e si prende cura delle persone poco fortunate. Qualcosa che, nonostante tutto, la rende felice. Non so se ha senso quello che sto scrivendo... nella mia testa è tutto molto chiaro, ma metterlo per iscritto è un altro paio di maniche.

Non sono molto brava a giudicare lo stile di un autore. Ciò che posso dire con assoluta certezza è che a me piace tantissimo come scrivi, perché la tua prosa è fluida, semplice e lineare, arriva al punto senza impelagarsi in inutili lirismi e orpelli (che mi annoiano e mi distraggono nel migliore dei casi; nel peggiore mi fanno scoppiare a ridere). E poi ammiro molto come tu sia riuscita a raccontare una storia così tragica senza scadere in facili patetismi e frasi strappalacrime, semplicemente descrivendo la cruda realtà. Riesci sempre a inserire dei dettagli che racchiudono dentro un mondo intero. Mi ha colpito, ad esempio, come Gwen nasconda le mani nelle tasche del soprabito, quando vede le unghie curate della ragazza dell’Esercito della Salvezza. Perché si vergogna, perché non vuole far vedere in che stato sono le sue mani, perché si ricorda di come erano le sue, di unghie, prima. Sono questi i dettagli che rendono indimenticabile uno stile e vero un personaggio.

A proposito di ciò... giusto pochi giorni fa abbiamo parlato di personaggi originali. Be’, tanto di cappello per Gwen, hai fatto un lavoro eccellente. Da subito si ha l’impressione di stare leggendo la storia di una persona vera, tridimensionale, estremamente umana. Qualche giorno fa si parlava anche di come introdurre un personaggio e di come descriverlo. Ecco, adesso potrei linkare in quella discussione questa oneshot, perché è proprio così che va raccontato un personaggio. Hai sparso qua e là pezzi di Gwen, della sua personalità, della sua vita passata con una naturalezza e una spontaneità disarmanti. Ciò che adoro è che la protagonista, sebbene abbia perso tutto (figlio, marito, casa e averi), rimane fedele a se stessa, anche e soprattutto nelle cose più piccole (come la mania di collezionare chincaglierie o la sua testardaggine nell’offrire la confezione di biscotti all’Uomo Ragno). Conserva la sua dignità, in sostanza.
Bellissimo e da mozzare il fiato anche il cambio di prospettiva cui va incontro la protagonista. All’inizio, quando deve lasciare la sua casa, Gwen si chiede come farà a far entrare tutta la sua vita in poche scatole di cartone e a portarsela dietro. Be’, una volta che finisce a vivere per strada, si rende conto che effettivamente non si può. Che non può far altro che disfarsi della maggior parte delle sue cose, della zavorra che la teneva saldamente ancorata a terra. Finché poche buste di plastica (cinque, per l’esattezza) non diventano tutta la sua vita, non diventano qualcosa a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze, da proteggere con le unghie e con i denti, di cui essere gelosissima. Mi piace anche come Gwen compartimentalizzi in modo ordinato i suoi averi: la busta gialla per il cibo o la busta viola per le poche chincaglierie che si concede... Credo che questo abbia anche un valore simbolico. Cerca di tenere ordinata la sua vita, per quel poco che può e che ha. Di tenerla sotto controllo.

Ultima cosa che volevo dirti, ma non meno importante... questa storia ha avuto il merito di ricordarmi perché da ragazzina l’Uomo Ragno era il mio supereroe preferito (e credo che lo sia ancora). La risposta è semplicissima: perché è umano, perché è vicino alla gente comune. Prendi Superman, è praticamente e letteralmente un alieno. Batman e Iron Man sono due miliardari, Capitan America è un soldato. Peter Parker invece è un eroe urbano, come potrebbe esserlo un agente di polizia o un vigile del fuoco o un paramedico. Non difende il pianeta da minacce intergalattiche, non si scontra con terroristi o aspiranti dominatori del mondo. Lui agisce a terra, nei bassi fondi, in mezzo alla gente. Si accorge degli ultimi e degli indifesi, si offre di accompagnare una signora in un posto più sicuro se è necessario o di aiutarla a raccogliere le sue cose sparse sul marciapiede. Ed è bello veder raccontato tutto ciò proprio da uno dei diretti interessati, toccare con mano la speranza che un eroe come l’Uomo Ragno innesca nei cuori della gente.

Sono felice di aver partecipato anche questa settimana allo scambio del venerdì, perché altrimenti chissà quanto tempo sarebbe passato prima di incappare in questa bellissima e toccante fanfiction. Che racconta con grande tatto e una sensibilità fuori dal comunque una storia tragica e vera.
Complimenti!
(Recensione modificata il 05/03/2018 - 04:45 pm)

Recensore Veterano
22/01/18, ore 23:25
Cap. 1:

La sinossi mi aveva ingannato, credevo che si trattasse di un incontro per strada, ma di quelli che si fanno tra ragazzi, quando non si è ancora così pretenziosi e schizzinosi e basta un bidone per scaldarsi. Anche il tono mi era sembrato leggero e vagamente irriverente, così mi ero aspettata qualcosa di leggero e divertente. 

Invece mi hai lasciata completamente spiazzata proponendo una storia triste, malinconica, commovente e, paradossalmente (?) piena di speranza.
Hai uno stile molto bello, asciutto, secco e preciso, che ti colpisce per la sua incisività e non si perde in arzigogoli inutli; è quel genere di stile perfetto per le citazioni e le frasi icastiche, ad effetto. Nonostante la sua essenzialità, però, è molto evocativo e riesce a tratteggiare le immagini con una chiarezza e una crudezza spaventose e a tratti spietate. Credo che questa storia sia capace di colpire nel profondo proprio per questo: perché descrive una realtà nota, ma spesso dimenticata e già questo è ammirevole (dal leggere con la voce di Piton) ma tu sei stata anche capace di descriverla senza aggiungere alcun tipo di filtro o abbellimento (per suscitare un qualche tipo di sentimento untuoso e posticcio), ma riportandone semplicemente la sua desolante nudità e verità, esattamente come è. Forse è questo ha colpirci maggiormente: la sempicità con cui un discorso può essere affrontato e trattato, ma senza banalizzarlo: c'è una sorta di dignittà in Gwen, pur nella miseria e nello sconforto, ha accettato la sua nuova vita e cerca di adattarvisi, per quanto sembri arrendersi a essa, cerca comunque di non umiliarsi, fiera, orgolgiosa, combattiva, e decisa a non lasciare che le brutture e la desolazione della povertà le strappino anche quel poco che rimane del suo passato e la tiene legata a esso.
Mi è piaciuto molto anche il modo spontaneo e speranzoso con cui la protagonista si approccia a Spider-man: lo vede innanzitutto come un ragazzo, che come ogni altro, sente il bisogno di una compagnia e di una tazza di thé, e questo è davvero incredibile e sorprendente perché spesso si tende a giudicare i supereroi come una fatina con la bacchetta magica pronta a risolvere qualcunque problema, o comunque come qualcosa staccato dalla persona che veste la maschera, dimenticandosi che, in fondo, la maggior parte sono umani. In secondo luogo, lo vede come una speranza: ho apprezzato molto il fatto che lo veda come la certezza che ci sia ancora del buono, della luce in questo mondo che pare tanto buio e scontroso, qualcosa per cui valga la pena ringraziare e continuare a vivere e sperare, ché non può piovere per sempre. Ed è bellissimo che Gwen per ringraziarlo voglia offrirli quel poco che ha. Gwen mi piace come personaggio, anche se compare per poco, perché è una guerriera, come l'Uomo Ragno: entrambi combattono battaglie quotidiane, ed è bello che l'una, in un certo senso, si preoccupi per l'altro e viceversa.

Una storia molto toccante, che nonostante non sia stata come mi aspettavo, mi è piaciuta tantissimo, è un racconto che ti colpisce e ti rimane inchiodato nel cuore. Penso proprio che andrà tra le ricordate ^^

Ayr

Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP"

Recensore Veterano
04/01/18, ore 14:00
Cap. 1:

“Non è un brutto posto. I passanti ti ignorano – e al terzo giorno Gwen ha deciso che non era poi così sgradevole. Se loro non vedevano la sua miseria, perché avrebbe dovuto badarci lei?”
Questa frase è stupenda, così come tutta la fic; ha un qualcosa di triste, malinconico forse, perché chi vive per strada viene dalla società sempre schifato o compatito, come se un senzatetto non fosse più una persona come le altre.
Lo sottolineo perché la tematica generale della storia solitamente non attrae gli scrittori e nemmeno i lettori,  forse da alcuni non è vista come un’idea attraente, artisticamente parlando.
Gwen mi è piaciuta molto, l’hai descritta come la ragazza che è, testarda, o meglio, che crede nelle proprie idee, anche in un contesto come questo.
La fic è nella sezione di Spider-Man che, in questo caso, non è protagonista, ma c’è e il lettore può ben comprendere il peso della sua presenza; alla fine gli eroi rimangono tali anche quando non sono in giro, fanno parlare sempre di sé, nel bene o nel male.
Ottima fic, 
come sempre - da quel che ho letto finora - non deludi; e poi sono contenta che a qualcuno piaccia Spidey, merita davvero la pena.

 Questa recensione aderisce all'iniziativa "10.000 recensioni in un anno" del gruppo Facebook Il Giardino di Efp.
(Recensione modificata il 04/01/2018 - 02:01 pm)

Recensore Veterano
29/05/16, ore 20:32
Cap. 1:

Eccomi qua! XD
Adesso penserai che sono una stalker, ma devi sapere che io ho il vizio di andare a curiosare sempre nelle pagine di chi mi lascia un commento. Quando spunta qualche faccia nuova, mi vien sempre una gran curiosità di sapere come scrive, in che fandom, con che stile... E visto che quando leggo io non cerco necessariamente un certo genere/fandom/men-che-meno-coppia, mi son trovata a leggere le cose più disparate, facendo spesso scoperte molto interessanti.
Ho visto che scrivi principalmente su Saint Seya, e pensavo di provare a leggere qualcosa, visto che almeno un po' lo conosco. Ma poi mi son fatta acchiappare dalla intro di questa storia, e ho letto questa, anche se di Spider man non so praticamente nulla.
Direi che ho scelto bene: la storia mi è piaciuta tanto, ha uno stile malinconico, con un tema ed un personaggio che non possono non colpire. Eppure, quello che mi ha stretto il cuore, non è l'aspetto tragico (la perdita di tutto, la morte del marito e del figlio, la vita di miseria), ma proprio quello pratico, quotidiano. La pragmaticità di gestire la propria vita quando si riduce a 5 sporte piene di cose indispensabili, il leggere i giornali, la volontà di mantenere una opinione (e quindi una dignità) su ciò che accade. L'Uomo Ragno appare di sfuggita, visto attraverso gli occhi di Gwen, eppure proprio così riesci a darne una immagine profonda e non banale. Bella storia, ben costruita e commovente.

Recensore Junior
11/05/16, ore 13:26
Cap. 1:

Ok, io ho pianto leggendola, lo ammetto. è semplicemente bellissima, questa fan fiction. E così... umana e vera e... wow!