Recensioni per
In bianco e nero
di Mary Black

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
19/04/24, ore 00:12

Ciao, sono qui per l'iniziativa "Tre recensioni e un dado" e sono molto contenta che mi abbia portata a scoprire questa tua storia! Ho ormai iniziato a familiarizzare con i contesti e le atmosfere che sono caratteristici della tua scrittura e devo dire che perfino quando i temi trattati non rientrano tra le mie preferenze, la tua scrittura riesce a farmeli apprezzare comunque. Tuttavia, non è questo il caso: la storia ha tutto ciò che potenzialmente può coinvolgermi e riesce a farlo alla perfezione, grazie a un protagonista moralmente ambiguo e alla presenza palpabile di sentimenti non concretizzati, perché passati o non ricambiati. In questa OS Tom è giovane, e mentre cresce e si delineano i suoi principi, il mito di Grindelwald gli dà qualcosa a cui aspirare, un modello idealizzato da cui lasciarsi ossessionare. E questa ossessione è perlopiù una debolezza, anche e soprattutto quando finalmente lo incontra e si lascia travolgere dall'incongruenza tra le sue aspettative e la realtà. È per lui una delusione scoprire che Gellert non ha la sua stessa paura della morte, la sua stessa convinzione nel difendere i diritti di nascita del sangue magico, e in comune hanno soltanto la risolutezza con cui perseguono i propri obiettivi. Ho amato il modo in cui l'ossessione di Tom per lui sia vicina a molti altri sentimenti, forse tossici ma sempre intensi. E allo stesso tempo traspare con prepotenza l'amore di Gellert (che ha assaggiato e perso) e quello di Albus (che chiude gli occhi prima di rispondere a una domanda su di lui). Il tuo stile è molto efficace a veicolare una molteplicità di messaggi, ma soprattutto è elegante e coinvolgente, e sostiene l'atmosfera che hai creato dall'inizio per farla reggere fino alla fine. Trovo che il tuo modo di scrivere sia particolarmente personale e riconoscibile e a me piace moltissimo. Ti faccio i miei complimenti. A presto, Futeki

Recensore Veterano
28/10/23, ore 02:19

Ciao cara :) eccomi di nuovo qui!
Come ormai sai bene mi piace sempre tantissimo leggere tue fic con Tom come protagonista, perché apprezzo veramente molto il modo in cui riesci ad entrare nella sua psiche. Sono doppiamente contenta che tu ne abbia presentata una in questo turno dedicato alla caratterizzazione, perché onestamente non riesco ad immaginare un personaggio migliore di lui per mostrarci la tua grande abilità in questo ambito :D
Come sempre esplori i meandri taglienti e disturbanti della mente di Tom, lasciandoci assaporare da vicino questo suo punto di vista così velenoso, così lontano dal senso comune. Apprezzo sempre moltissimo il tuo stile, che anche qui ravviva di immagini vividissime la bizzarra voce interiore del protagonista. Hai descritto secondo me alla perfezione questo strano rapporto che si instaura tra Tom e Gellert, che porta il primo, in fin dei conti, a vedere deluso quel sogno febbrile di dominazione a due, quello zampillo di colore nella propria mente che fatica ad accettare, quella strana ammirazione che prova (ammirazione quasi intrisa di tensione erotica, di passione intrecciata a violenza, come Tom la percepisce spesso, nelle tue interpretazioni di questo personaggio), a riconoscere il secondo come "diverso". Quasi troppo umano, per lui.
Pur non essendo lui il personaggio del turno, ho apprezzato moltissimo anche la tua rappresentazione del personaggio di Grindelwald. Ovviamente è più difficile dare carattere ad un personaggio, se non lo si mostra come voce narrante, eppure ho adorato il modo in cui l'hai reso un distinto e memorabile, mostrandoci in maniera abile e sottile come e quanto si distacchi dal nostro protagonista.
Insomma, davvero un'ottima storia, a mio parere impreziosita da una caratterizzazione davvero fine sia per quanto riguarda la voce narrante, che il co-protagonista.
Ci si vede al prossimo (ultimo sigh) giro!!

Baci, Candy<33

Recensore Master
20/01/23, ore 20:03

Ciao, eccomi qui per l’iniziativa Quattro recensioni e un dado!
Ho aperto questa storia incuriosita dalla coppia segnalata, su cui non ho mai letto niente. Mi aspettavo senza dubbio una lettura dark, degna di due villain, e non sono rimasta delusa. Ho intuito che certe atmosfere e dinamiche e certi personaggi ti affascinano e ben si prestano alla tua penna, quindi ero certa che una storia del genere scritta da te sarebbe risultata interessante. Compi delle precise scelte lessicali che rendono immagini oscure quanto i personaggi, i loro “pensieri febbrili, irrequieti”, “stridii di furia”, “la belva nel cuore”.
La storia segue diversi momenti nella vita del giovane e nella sua ascesa a Signore Oscuro e ho trovato davvero interessante come ogni passo nella sua evoluzione inizialmente avvenga con un pensiero rivolto a Grindelwald, da prima che si incontrassero, prima ancora che conoscesse la sua faccia, quando ad affascinarlo di lui erano libri oscuri e ritagli di giornale. Quando il progetto dell’immortalità lo tormenta, Tom si domanda se anche Gellert abbia paura di morire. Quando uccide Mirtilla, Tom si chiede se quanto prova sia paragonabile a ciò che sente Grindelwald durante gli attacchi.
Quando infine si incontrano Tom ne resta affascinato a dispetto della differenza d’età, “lo guarderebbe per mesi” così come per tanto tempo l’ha studiato da lontano. A colpirlo sono anche i suoi occhi, verdi nel mondo in bianco e nero, Gellert che ancora una volta per lui rappresenta colore. È giovane qui, rispetto a quello che sarà Voldemort, e riconosce di star assecondando quella che ritiene una debolezza, ma alla sua età non vi rinuncia subito. Ma quando si rende conto di aver di fronte una persona diversa da quella idealizzata, comprende di aver desiderato una fantasia. Più che la storia di una coppia è quindi un viaggio nella mente in bianco e nero di Tom, ed è giusto che sia così: non sono personaggi che si presterebbero a una sana interazione romantica, (e soprattutto per Gellert abbiamo un’altra ship, lui l’amore l’ha già “assaggiato e non gli è rimasto niente”!). Anche se non leggo tantissimo in proposito, ho amato trovare qualche accenno alla Grindeldore, più da parte di Gellert, ma ho trovato realistico anche questo dettaglio: “Silente che, a ogni domanda su di lui, chiude un attimo gli occhi prima di rispondere”.
Ho apprezzato molto questa lettura e, non per la prima volta, il modo in cui scrivi. Sono contenta che questa iniziativa mi abbia portata a recuperarla.
Ti faccio i miei complimenti, e alla prossima!
Legar

Recensore Junior
10/12/22, ore 21:54

Ho sempre pensato che ci sarebbero dovute essere più fanfiction su eventuali interazioni tra Tom Riddle e Gellert Grindewald prima del loro ultimo incontro. Dopotutto, sono gli unici due maghi oscuri di cui facciamo conoscenza nell'universo di Harry Potter, Gellert è stato prima amato e poi sconfitto dall'unico mago che Voldemort abbia mai temuto, e infine è morto per mano di Voldemort pur di non rivelare il segreto di quello stesso mago...insomma, ci sono abbastanza elementi nel settimo libro da stuzzicare la fantasia per molte più fanfiction su questi due di quelle che esistono attualmente su efp. 
Trovo che in questa storia hai saputo perfettamente creare un missing-moment che potrebbe inserirsi nel canon senza stravolgerlo. Dopotutto, sappiamo che Tom ha viaggiato in un certo periodo in luoghi sconosciuti prima di diventare Voldemort, e che Grindewald aveva la tendenza a raccogliere intorno a se accoliti che pendessero dalle sue labbra e desiderassero proseguire e condividere la sua visione.
Mi piace che Tom sia disgustato dal fatto che Gellert Grindewald non sia la stessa persona in privato o in pubblico, o meglio, che Gellert abbia ancora una persona privata diversa dalla facciata del dittatore. Perchè tutto il cammino di Tom/Voldemort è volto all'annullare la propria umanità, considerata sinonimo di debolezza, per diventare facciata, pura magia Oscura, puro potere, pura immortalità. Forse non se ne rende neanche conto, ma per Tom/Voldemort dominio sui Babbano, le leggi del sangue, il razzismo nei confronti dei Nati-Babbani sono solo un pretesto, forse inconscio, per raggiungere quel tipo di potere che brama e sente di meritare, ma anche per poter sfogare quella sua sadica crudeltà nata dalla rabbia mia elaborata, che la società gli chiede di reprimere. (Ovviamente c'è un elemento ironico nel fatto che il desiderio stesso di Tom di diventare Voldemort, superiore a ogni debolezza umana, sia il frutto stesso di un grumo di traumi ed emozioni mai elaborate, che nel sistema di pensiero di Tom dovrebbero essere "debolezze". Voldemort è il figlio delle proprie debolezze che Tom crea per elevarsi al di sopra di ogni debolezza.) Per Gellert, invece, tanto la crudeltà quanto gli oggetti magici con cui diventare il mago più potente del mondo sono un mezzo che servono per imporre la propria (terribile) ideologia sul mondo. Il che non vuol dire che Gellert non abbia la stessa mania di onnipotenza di Tom, ma l'onnipotenza di Gellert ha come primo obiettivo il desiderare di plasmare il mondo secondo i propri ideali, e se diventare un essere simile a un dio è necessario per raggiungere questo scopo, beh, che la ricerca dei Doni inizi. Per Tom, invece, diventare qualcosa di più di un essere umano, ed essere trattato come tale, e poter sfogare il proprio sadismo senza dover render conto a nessuno come solo gli dei sanno fare, è il vero, profondo obiettivo; il resto, anche se lui stesso non se ne rende forse ancora conto, è solo contorno, pretesto. 
Io ho sempre visto Tom come un grumo di caos e incoerenza, tanto dal punto di vista politico/ideologico quanto emotivo, avvolto però da un aurea di ordine quasi innaturale, spaventosa per il silenzio e la precisione analitica che emana, una perfezione che appare troppo impeccabile per non essere frutto di un'ossessione, un controllo talmente pulito che non può essere falso, un ologramma, un macchinario pensato e curato nei minimi dettagli che basta un nulla per far saltare in aria. Mi è quindi piaciuta la descrizione che ne hai fatto come di un ragazzo che crede di essere il perfetto e asettico protagonista di un film in bianco e nero, ma ogni tanto sente esplodere dentro di se' dei colori che non sa ne' capire ne' controllare, e che perciò immagina di poter rendere l'intero mondo in bianco e nero, perchè il bianco e nero è ciò che capisce, ciò che sa gestire, e, anche se non lo ammetterebbe mai, ciò che non lo spaventa. 
Ma Gellert non è in bianco nero, Gellert è verde come il fuoco e bianco gelido come la facciata dei dittatori, ma è anche rosso come l’idealismo e color pastello come la diplomazia, è il colore dei rimpianti di una gioventù finita bruscamente e troppo presto, della stanchezza nelle notti delle campagne belliche, della familiarità confidenziale di quando la maschera del dittatore temporaneamente cade e rimane solo l'uomo. E Tom questo non può sopportarlo, perchè Tom ha idealizzato Gellert credendo fosse l'unico mago come lui, ma Tom desidera liberarsi dalla sua essenza di essere umano, e non capisce perchè questa è una cosa che Gellert, che avrebbe il potere per fare di tutto, non sembra ambire a fare. Tom credeva di essere come Gellert perchè nella sua testa Gellert era la forza, il dominio, la magia pura e la superiorità fatta mago. Ma se Gellert non è queste cose, se Gellert non è quello che Tom vorrebbe diventare ogni giorno di più, allora Gellert non è come Tom, Gellert è come gli altri, Gellert è debole.
E pensare di aver perso così tanto tempo idolatrando un mago che (nella mente di Tom) si rivela essere debole è qualcosa che lo fa infuriare, come se Gellert l'avesse illuso e poi deluso personalmente, anche se Gellert neanche sapeva dell'esistenza di Tom prima di che il ragazzo s'infilasse nella sua tenda. 
Gellert, dall'altro lato,  non sembra molto impressionato da Tom che, diciamocelo, non si presenta proprio nel migliore dei modi. Probabile che Gellert non veda grandiosità in Tom/Voldemort perchè, se Gellert è teso all'Ordine e a Bene Superiore, a uno schema per cui è disposto a sacrificare i propri più mondani desideri e istinti se necessari, Tom vorrebbe sublimare questi desideri, istinti e traumi ripremessi sublimandoli in ordine, in un'ideologia che a Gellert non interessa perchè non sono altro che le sue stesse idee rimasticate e risputate fuori senza un minimo d'inventiva, ma anzi con più incoerenza e meno filosofia. (Non che il fatto che le idee di Gellert fossero più coerenti le rendesse meno orribili eticamente, eh) Perchè se Gellert è un cautionary tale su quanto possa fare male un'ideologia, anche una nata per il desiderio di un Bene Superiore, se seguita ciecamente e senza rispetto per le vite umane, Voldemort non è propriamente interessato all'ideologia in se', ma, come dice lui in un momento di sincerità (quando non può far altro che essere sincero, perchè non ha più ne il corpo, ne la maggior parte dell'Anima, ne pubblico a parte un undicenne e un uomo che presto sarà morto) per lui esistono solo “il potere e coloro che sono troppo debolì per ottenerlo." E non faccio fatica a credere che dal punto di vista di Grindewald, con tutto il suo Bene Superiore, questa visione del mondo sia troppo semplicistica per essere degna di venir presa in considerazione. Non che Grindewald disdegni il potere, anzi, e non che non creda che spesso vada preso con forza e crudeltà, se necessario...ma prende in giro con sarcasmo Tom quando il ragazzo non capisce che, così come (secondo Grindewald) esistono casi in cui usare la crudeltà è necessario, ce ne sono molti altri in cui può risultare controproducente. A Tom non viene facile come a Grindewald essere diplomatico, altrimenti avrebbe scelto la carriera politica invece di quella di Signore Oscuro che passa cinquant'anni a raccogliere seguaci nell'ombra, e si mostra solo quando ha annientato abbastanza nemici da poter compiere stragi indisturbato.
Se Tom è caos emotivo ed ideologico sublimato in una fotogramma in bianco e nero, rabbia pura nascosta dietro una maschera asettica nella sua falsa perfezione, impulso puro e ribollente controllato da una precisione maniacale, Gellert è estroverso, ridente, carismatico, non spaventato dall’idea di mostrare la propria umanità e anzi, è consapevole del fatto che essa è spesso utile per stabilire una connessione emotiva con eventuali seguaci, ma con una visione del mondo e della propria (orribile) ideologia suprematista che è molto più netta e raffinata di quella di Tom, meno caotica e frutto di traumi infantili.
Per questo forse Tom non s'impegna a far conversazioni su idee o politica o magia, si limita a comportarsi più o meno come uno stalker ossessivo con poche capacità di conversazione. Gli interessa il potere di Grindewald, non quello che ci sta dietro. E a Gellert, Tom deve sembrare più o meno un ragazzino intelligente ma dalla filosofia rozza, magicamente abile ma incapace di sottigliezza. Hai ragione a dire che non stabiliscono un rapporto perchè Tom è un sociopatico che, per risultare piacevole agli altri, deve *fingere*. Recitare, costruire pezzo per pezzo la sua personalità, ponderare e misurare ogni parola è ogni gesto. Ma non vuole farlo con Gellert, perchè credeva che egli fosse il suo pari, il suo uguale, colui che avrebbe potuto ammirarlo senza finzioni, capirlo senza parole. E invece è un mago di mezz'età che guarda con un misto di curiosità e disprezzo questo marmocchio che si crede tanto oscuro e potente ma è ancora ingenuo su un sacco di cose. Cose che Gellert sa, ma che Tom si rifiuta imparare perchè lo farebbero sentire debole. Cose che Gellert ha capito di non poter sconfiggere, ma che Tom, nella sua arroganza post-adolescenziale, si rifiuta di accettare, e da cui perciò verrà sconfitto. 
Sono entrambi due persone orribili, sia chiaro, ma Gellert è un mago adulto con uno sviluppo emotivo più o meno sano, mentre Tom è un adolescente che si trova nella più terribile fase di egomania che non supererà mai, forse proprio perchè ha avuto la brillante idea di spezzare la sua Anima a sedici anni bloccando il proprio sviluppo emotivo e psicologico nella più egocentrica e instabile delle età di un individuo. 
Ho ovviamente adorato la presenza-assenza di Albus Silente, o Dumbledore che dir si voglia, sospeso tra i pochi dialoghi di questi due. Nemico di entrambi, per motivi opposti. Silente che è stato il primo sostenitore di Grindewald e il primo a sospettare e diffidare di Tom. E forse in un certo senso ha contribuito a creare entrambe, perchè se da un lato condividendo i sogni di gloria di Gellert ha nutrito la filosofia della sua ideologia e il fuoco del suo fanatismo, d’altra parte credendo di aver intravisto tracce del futuro Nuovo Signore Oscuro nella rabbia infantile dell’orfano maltrattato Tom Riddle, ha implicitamente e inavvertitamente piantato i semi di una profezia che di auto avvera. Silente dice ad Harry, nel sesto libro, a proposito del ragazzo e di Voldemort, che i dittatori creano sempre da soli i nemici che un giorno gli si ribelleranno. Questo è vero per Grindewald e Silente, ma in un certo senso, meno letterale, è anche vero per Silente e Tom/Voldemort. Silente è un filo rosso di odio, rimpianti e rancori inespresssi che lega Voldemort a Grindewald in modo impalpabile ma infrangile. Una presenza-assenza impossibile da lasciarsi alle spalle che rimane 
Silente che, nonostante sia nemico di entrambi, non può che dividerli, perchè è debolezza del passato di Gellert, colui che un tempo suo primo sostenitore e alleato, ora suo avversario e nemico. Ed è nemico (involontario) di Tom/Voldemort, che disprezza ogni debolezza e si oppone alla morale dell’amore e dell’altruismo di Silente lacerando a poco a poco, con vendicativa gioia, ogni brandello 
È il primo punto di contatto che rende Gellert vagamente interessato in Tom, ma anche invisibile schermo che li separa- Silente è la prova che l’essere un dittatore spietato di Gellert non contrasta con il suo avere emozioni e essere umano, ma si amalgama in esso, e la convivenza in Gellert di questo lato umano e stanco accanto a quello potente e fanatico è ciò che delude Tom sul grande Grindewald, un tempo mitizzato e idolatrato, ora caduto in disgrazia nella mente del giovane. Come spesso accade ai miti giovanili, ma Tom vuole essere diverso, speciale, e non può accettare di aver sprecato anni della sua adolescenza costruendo nella sua testa l’immagine di un idolo che in realtà non era mai corrisposto alla persona reale. Così se ne va, arrabbiato, dimentica Grindewald, dimenticandosi delle proprie, di debolezze, quella dell’ossessione giovanile e quella della delusione, prendendo come unico insegnamento da Grindewald quello di non cercare più un proprio pari, di non pensarsi più non superiore a chiunque altro, di non riporre in nessun altro mago abbastanza stima da farne un idolo o un possibile mentore- di non dare più a nessuno abbastanza rispetto da rischiare di venire in seguito deluso dalla loro debolezza o dalla loro mancanza di eccezionalità. 
Gellert ha trattato Tom come un ragazzino scemo e Tom è uscito dal suo incontro con Grindewald credendo di essere ancora più speciale ed eccezionale di prima, perchè, grazie a meccanismi di coping malsani iniziati durante l’infanzia e proseguiti ad Hogwarts, è in questo modo che Tom elabora il suo sentirsi incompreso e disprezzato. 
Ho amato ovviamente il finale, con il riferimento al settimo libro, che ha il sapore d’un cerchio che si chiude.

Recensore Master
12/02/18, ore 19:34

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Credo che questa storia meriti di essere inserita nelle scelte per molteplici motivi. L'autrice dà spazio a Tom Riddle e a Gellert Grindelwald, due dei personaggi più complessi della saga, e lo fa in modo degno, tale da creare presupposti verosimili, due personalità ricche di spessore e una trama originale. Non ci sono errori grammaticali, lo stile è estremamente curato, scorrevole, arricchito da immagini evocative e incisive che ben si adattano agli stessi protagonisti e sono capaci di rifletterne i pensieri più reconditi. Se nella OS ci sono continui rimandi a stragi, caos e distruzione, d'altro canto l'eleganza stilistica rimanda a concetti opposti, a un'armonia onnipresente: nonostante le tematiche impegnative trattate nessuna descrizione risulta mai volgare, inopportuna o mal gestita, e l'eleganza con cui l'autrice mostra l'atrocità richiama alla mente la compostezza di Tom Riddle e di Gellert Grindelwald di fronte ai propri segreti e ai propri fantasmi. L'IC del primo è rispettato del tutto: l'ossessione di Tom Riddle per il potere, il suo fascino strisciante e inquietante, la sua brama d'immortalità emergono a ogni riga. Di Gellert Grindelwald il canon offre poco, ma l'autrice ha saputo prendere quelle poche informazioni a disposizione su di lui per delineare una personalità sfaccettata e autentica, un uomo ormai adulto in cui iniziano a farsi strada il pentimento e il rimpianto. Se da un lato vediamo il ragazzo giovane accecato da ideali di morte e distruzione, di potere e immortalità, dall'altro vediamo il soldato adulto che ha già fatto il suo tempo, il soldato che conserva ancora un'umanità e ricorda ancora l'amore; vediamo quindi due mondi opposti che a primo impatto possono sembrare affini, ma che in realtà sono soltanto destinati a scontrarsi. L'autrice ha saputo rappresentare con estrema incisività questa sostanziale differenza offrendo un importante messaggio sulla vita, lo stesso che la Rowling ha voluto imprimere nelle proprie pagine e su cui ha basato l'intera saga di Harry Potter. La OS spicca per una caratterizzazione eccellente, una trama ben contestualizzata e altrettanto rispettosa del canon, uno stile affilato e incisivo e un'originalità notevole. Le storie su Tom Riddle e Gellert Grindelwald scarseggiano nel fandom e io ritengo che questa sia la sintesi perfetta di un'ipotetica confronto/scontro che i personaggi avrebbero potuto avere se si fossero incontrati nel 1945. Credo che questa OS abbia molto da dire ai fan di Harry Potter.
(Recensione modificata il 12/02/2018 - 07:35 pm)

Recensore Master
21/10/17, ore 13:19

Seconda recensione premio del contest Sfida alle 100 parole – IV edizione

Eccomi da te! ♥
Sono riuscita a rileggerla (complice l'influenza che mi ha tenuta a casa!) e sono certa di averti già detto, in altra sede, cosa pensassi di questa storia. Ma è doveroso recensirla, anzi avrei già dovuto farlo, perché è un racconto veramente molto Tom Riddle.
Voglio iniziare dallo stile, perché è uno dei fattori che mi ha colpita di più. Lo stile che hai usato in questa storia è diverso da quello che generalmente ti contraddistingue: è più lineare, più distaccato, più freddo – eppure, in quei corsivi introdotti dalla lineetta lo stile sembra tornare quello di sempre, sembri tornare tu. La sensazione, assolutamente fantastica, che ho avuto leggendo è che lo stile parlasse di e come Tom, che ne riflettesse la personalità. E allora se Tom è distaccato e freddo, anche lo stile lo è – salvo, come detto, quei corsivi dove hai lasciato che la tua empatia e la tua emotività stilistica si manifestassero, creando dei contrasti interni bellissimi, che paiono riflettere a loro volta il contrasto vissuto da Tom e Gellert. La struttura stilistica di questa storia mi ha molto impressionata proprio perché mi è parsa parlare della storia e dei suoi personaggi, è come se avessi caratterizzato i protagonisti e le vicende anche attraverso l'aspetto formale del racconto; non è una cosa così semplice né scontata, assolutamente, quindi merita tutte le lodi possibili!
La trama è poi molto, molto verosimile. Ti dirò, ho letteralmente amato questo tuo Tom Riddle, ho amato vederlo crescere ed evolversi, ho amato la maniera in cui hai giustificato la sua ossessione per Gellert, e sopra ogni cosa ho amato la sua delusione, il suo sentirsi tradito. Abbiamo una visione piuttosto simile del personaggio, sarà che la Rowling lo ha caratterizzato in maniera molto netta!, quindi ho apprezzato tanto tutta la sua crescita, il fremito (sbagliato) che lo invade quando morte e distruzione si palesano ai suoi occhi, così come quella pericolosità insita nella sua persona.
Ecco, Tom è pericoloso nella maniera più pericolosa possibile, perché è insinuante, seduttivo, assolutamente (citando il titolo di una storia di Lady, a cui hai dedicato la storia) al di là del bene e del male, al punto tale da non ritrovarsi nemmeno in Gellert, che dall'alto della sua esperienza e delle sue rinunce (Albus) ha ormai una forma singolare di disillusione. Bellissimo questo mondo in bianco e nero che appartiene solo a Tom, questi colori che di tanto in tanto lo sporcano, e lui indeciso se tenerli o lavarli via. Hai giustificato ogni suo gesto e reso naturale il suo recarsi in quell'accampamento, letale e altero come solo Tom Riddle sa essere. Bellissimo.
E poi c'è Gellert, il tuo Gellert dai riccioli bianchi e le parole dure, dal mantello cupo e le dita sottili, dallo sguardo deciso e i sorrisi irriverenti. Il tuo Gellert è a metà tra ciò che è stato un tempo e ciò che è nell'oggi del tuo racconto. Anche lui, come Tom, mi è parso molto coerente al personaggio della Rowling: un mago oscuro che, malgrado tutto, non si spingerà mai oltre come ha fatto Tom, che ha assaporato l'amore e l'ha dovuto fuggire, che è uomo oltre che mago – un peccato che Tom non gli perdona, una debolezza che lo irrita e lo rende furioso, probabilmente perché l'attrazione provata per Gellert non viene attenuata neanche da questa scoperta. Ho molto apprezzato le frasi in tedesco, seppure abbia avuto bisogno delle note per capire cosa volessero dire!, perché hanno creato un'atmosfera fantastica, mi è parso di essere lì, un soldato tra i tanti, ad assistere all'incontro tra questi due giganti della magia.
I riferimenti a Silente, poi, sono stati un colpo basso! Sono pochissimi, ma ognuno di essi alimenta il dubbio e la diffidenza di Tom e rende umano Gellert, come se ancora accarezzasse il pensiero di poter un giorno rivivere i tempi andati.
Trovo poi che tu abbia trattato la coppia in maniera splendida! Se non erro questo te l'ho già detto, ma qualsiasi gesto o parola in più rispetto a quelli inseriti da te avrebbe stonato considerati i due protagonisti. Quel gesto rabbioso finale, unico reale contatto tra i due, è verosimilmente tutto ciò che può esserci tra due opposti come loro, che sono simili solo in apparenza – come Tom scopre a sue spese, forse maledicendo se stesso per aver peccato così tanto di ingenuità.
In ultimo, il finale! Quel riferimento alla morte di Gellert è geniale, hai pensato proprio a tutto e hai ricondotto con poche parole la storia sui binari della Rowling, dando a questo racconto l'aspetto di un missing moments fatto e finito. In fondo, sarebbe potuta andare davvero così!
Una storia bellissima, Mary, e capisco che tu ci tenga tanto! Sono veramente felice che sia tra le Scelte del forum, perché lo merita, e meriterebbe anche di essere tra quelle Scelte del sito! Come sempre, dai il tuo meglio con i personaggi che ami di più e con tematiche forti (perché questa tematica è forte, lo è proprio dal punto di vista psicologico. Altro che dark!).
Grazie di avermi consigliato la lettura e grazie anche di aver partecipato nuovamente a un mio contest, spero di averti ancora tra i miei partecipanti qualora torni a organizzare concorsi, leggerti è sempre una bellissima esperienza!
Alla prossima, un abbraccio :)

Rosmary

Recensore Master
27/09/17, ore 18:44

Recensione premio "La bellezza di un cuore spezzato (e rimesso insieme) [Flash Contest]"

Arrivo finalmente a lasciarti la recensione premio, Mary! Ti confesso che, quando ho letto i personaggi, immaginando una pseudo-coppia, sono rimasta piuttosto sorpresa, perché so che la tua coppia preferita è appunto Albus/Gellert – e anche a me piace davvero tantissimo, quindi puoi immaginare lo sconcerto xD
Comincio la parte seria dicendo che ciò che di primo acchito colpisce, della tua storia, è senza dubbio l'originalità: non ho mai letto nulla che vedesse Tom e Gellert come protagonisti, eppure tu hai reso questo rapporto (one-side) estremamente realistico, soprattutto grazie al punto di vista di Tom.
E che lavoro magnifico hai fatto con loro due, apparentemente così simili e in realtà così diversi! Eppure ne hai dato una visione ugualmente affascinante: Tom è il protagonista assoluto e nella sua lucida follia, nel rifuggire costantemente la morte e nell'ossessione per un Gellert idealizzato, visto come suo pari, l'hai reso veramente credibile. Tra l'altro hai creato delle immagini meravigliosamente oscure di lui: tra le spire del Basilisco, che accarezza il diario, Tom che osserva una guerra non sua con godimento.
È sempre partendo da Tom che ci mostri Gellert e, al tempo stesso, approfondisci la caratterizzazione del primo: dall'interazione dei due appare evidente come la loro visione di fondo sia in realtà agli antipodi. Per Gellert la crudeltà e l'essere spietato sono solo un mezzo per raggiungere uno scopo: un mondo “migliore”; per Tom, la crudeltà è fine a se stessa.
Quanto a Gellert è carismatico come lo immagino, ma più “amaro”, tagliente, e con un doppio volto che mi ha intrigata moltissimo! Mi è piaciuto che non si sia lasciato ingannare dall'apparente innocenza di Tom, che in realtà non l'abbia mai davvero preso sul serio, e questo per il futuro Voldemort è un'onta imperdonabile.
Ricollegandomi poi alla mia passione per la Albus/Gellert, non so dirti quanto abbia apprezzato il fatto che ad interessare Gellert fosse solo la conoscenza di Albus da parte di Tom: sei stata eccezionale nel rendere con i pochi dettagli filtrati dalla prospettiva di Tom il complicato ed incrollabile rapporto che nonostante tutto continuava a legarli. C'è ancora l'amore di fondo, forse insieme a del rimorso e certamente dei rimpianti per come è finita, per la certezza che pur avendo preso strade diverse finiranno per scontrarsi (“Ritieni che dovrei temerlo?”).
Lo stile l'ho trovato più pulito e diretto rispetto alla storia del Contest, ma ugualmente incalzante e che regala immagini pregne di significato; tra l'altro hai scritto i deliri di onnipotenza di Tom in maniera magnifica: il testo trasuda letteralmente la speranza dell'incontrare un Gellert mitizzato, poi le aspettative che si scontrano con la realtà e la rabbia di lui che divampa davanti alla presa in giro di Gellert. Davvero, questo aspetto della storia mi ha colpito moltissimo!
Infine ti faccio i complimenti anche per il titolo, poiché non solo è veramente bellissimo, ma lo trovo anche decisamente calzante: leggendo la tua storia ho avuto sempre l'impressione di osservare fotogrammi in bianco e nero. Infatti, nonostante tu abbia descritto squisitamente ogni cosa, ciò che sono riuscita a vedere a colori sono solo gli occhi verdi di Gellert, quasi come se tutto il resto fosse un film degli anni '40, in bianco e nero.
Grazie per avermi proposto questa storia e ancora grazie per aver partecipato al Contest!
Un bacio

Recensore Junior
31/08/16, ore 07:24

Salve, omonima Mary, partecipo anche io al contest sulle OTP e, non appena ho visto il titolo della storia [che mi ha fatto inevitabilmente pensare a Whiteout di Ken Follett, non chiedermi perché], e la coppia su cui s’incentrava mi sono fiondata a leggere, al contempo intrigata e incuriosita. 
Devo dire che questo racconto è stato tutto un po’ una sorpresa, a partire dalla perfezione dell’IC di Tom [sembra esattamente calcato da un’opera della Rowling] fino alla quasi umanità (in confronto a lui) di Gellert. Forse è questo, che in fin dei conti mi ha convinto di meno: Gellert l’ho trovato vagamente OOC e, analizzando solo il pairing in questione (e quindi non sapendo che la Gellert/Albus è la tua OTP], ti posso dire che l’hai reso meno eccezionalmente di quanto tu non abbia fatto con Tom.
Questo non era destinato a essere un pairing: lo vediamo dalla coppia stessa che si fonda più che altro sugli insegnamenti e sull’ammirazione che Tom nutre, almeno alle origini, verso di lui; lo vediamo da come si pone, come un rapporto spezzato in partenza. Insomma, hai creato chimiche diverse per questi due personaggi e ho apprezzato le tue intenzioni, anche se non le ho trovate così attinenti al bando del contest (più che una One-shot Romantica, questo è un confronto fra Gellert e Tom, costellato appena da una sfaccettatura romantica), ma sono gusti. 
Ho adorato il modo in cui hai saputo gestirti in ogni breve frammento, facendo uso di parole forti ed evocative, nonostante non abbia adorato in assoluto l’idea di parti così brevi e frequenti. Si tratta comunque di scelte stilistiche e tu te la giochi con maestria in certe accortezze!  Ancora congratulazioni per il titolo, l’ho trovato semplice ma incisivo: l’ho adorato.
Complimenti ancora per la brillante lampadina che ti è venuta in mente: questa storia ha un’Originalità tutta sua, sia palese che nascosta, ed è in grado di catturare il lettore dalla prima all’ultima riga. 
In bocca al lupo per il contest e ancora brava!

A presto, spero, 
Mary
(Recensione modificata il 31/08/2016 - 07:31 am)

Nuovo recensore
24/03/16, ore 22:13

Beh...wow.
Non saprei da dove iniziare sinceramente, perchè diverse cose di questa storia mi sono piaciute e perchè sono davvero disorganizzata di mio.
Spero quindi che perdonerai la mia recensione un po' sconclusionata ma ne apprezzerai la passione (che la tua storia mi ha trasmesso).
Adoro il personaggio di Tom Riddle, lo trovo interessantissimo, mi attrae il modo in cui decade come essere umano e rinasce come mostro senza scrupoli.
Adorandolo quindi, tengo moltissimo alla sua resa nelle storie e nella tua...è a dir poco perfetta.
Mi piace moltissimo il tuo stile, pulito, diretto ma particolareggiato, riesci a trasmettere in poche parole immagini davvero calzanti e bellissime.
La figura di Tom Riddle è costruita benissimo, la sua speranza riposta in Gellert, la sua voglia di trovare un alleato che abbia la sua medesima visione del mondo, del potere, e poi la sua rabbia nello scoprire che tutte le sue idee erano illusioni, che il suo alleato si è dimostrato invece un debole.
La figura di Gellert, che nei libri non è stata troppo approfondita, è realistica ed interessante.
"lo guarda e gli sembra di ritrovare un vecchio amico, il suo conforto nei momenti più bui, la sua fonte di ispirazione, il genio senza volto che lo ha condotto verso strade inesplorate, verso mondi in bianco e nero nemmeno mai immaginati, il tiranno che ha screziato i suoi pensieri di colore."
"Tom ha attraversato il mare e una terra devastata dalla guerra non per imparare, Tom ha abbandonato i suoi pochi progetti soltanto per dare a Grindelwald un volto, ed è una debolezza che non è disposto ad ammettere nemmeno in quei suoi pensieri che fremono di nostalgia. "
"Gellert non è quello che pensava, Gellert non è altro che una persona debole che ha avuto le intuizioni giuste, e Tom lo odia, lo odia smisuratamente, perché ha appena fatto a brandelli l’unico amico che lui abbia mai avuto."
Credo che queste siano le frasi che più mi hanno colpito, anche se dovrei incollarti alla fine tutta la storia e non sarebbe il caso ahah
Quindi mi limito a ringraziarti di cuore per questo graditissimo tributo a questo straordinario personaggio e a complimentarmi, perchè è davvero ben riuscito!
A presto!!

Recensore Junior
23/03/16, ore 17:03

Letta, ti avevo detto che ti avrei lasciato una recensione e lo faccio con piacere - ma considera che ho quasi 39 di febbre quindi potrei delirare, più del previsto.
Allora, la storia mi è piaciuta, nell'insieme mi ha ricordato ''Con queste Dita da Fantasma'' qualcosa del genere, di Kaf_____lì, come si chiama, mi piace lei, brava autrice anche se, come tutte le brave autrici, ogni tanto si da al track o alla nicotina o al caffè o al dolcificante, insomma a qualcosa. Perché bisogna prendere qualcosa per avere idee strampalate - geniali, dicono le persone Anormali come me - per scrivere OS come questa, o come la sua.
Ho usato il termine 'narrazione', non sile, sono due cose diverse. Avete stili diversi, qui ho riconosciuto facilmente il tuo anche se é meno aggressivo del solito - hai uno stile aggressivo, anzi arrogante, che non è un male, anzi. C'è gente che ha uno stile tanto arrogante che potrebbe disquisire sul processo di riproduzione delle larve, e sarebbe comunque interessante; altri scrivono pagine e pagine di rompicoglionate con cui ci si potrebbe pulire pedissequamente il sedere - per restare in tema di ampollosità e ritornare con garbo e gusto alla realtà.
Dicevo... La tecnica è un po' quella di Fantasma-dita-e-gente-morta... quella di tizia-di-cui-non-ricordo-il-nome-per-via-della-febbre, del tipo che il ritmo è un po' incalzante e allo stesso tempo lento, si alza e scendi, diciamo, richiamate entrambi a qualcosa di Pirandelliano, non so cosa, ma io ci vedo del pirandelliano, un susseguirsi di eventi come una pellicola, con la differenza che qui parliamo di un racconto al passato, in stile prequel, e mi sembra di immaginare tutto in bianco e nero, o seppiato, con un sottofondo musicale - pianoforte, direi, trovo che sia uno strumento molto da Tom.
Non trovo Tom OC, sai, anzi, è perfettamente calato nelle vesti di adolescente col bastone infilato lì dove non batte il sole - un pulcino adorabile che tutti vorrebbero come ospite a Pasqua. Mi è piaciuto molto, non è facile rendere Tom.
Di contro, però, ho trovato più appannato Gellert (è più maturo, ed è normale, un po' diverso dal tuo solito, ma di solito scrivi anche di ragazzini, lo trovo appannato nel senso che è meno incisivo, ma pur sempre convincente) che di solito è il grande protagonista dei tuoi racconti. Forse non è neanche del tutto voluto e neanche tanto un demerito perché il protagonista in questa storia è proprio Tom che ha (La pessima /dipende dai punti di vista) idea di rubargli totalmente il palco. Forse non ci si fa caso, ma sono abituata ad amare esclusivamente Gellert nei tuoi racconti. Mi perdonerà/ai, ma in questo caso lo scettro (coroncina e fiorellini, fascia e applausi) se li aggiudica il gatto spelacchiato più giovane.
Per il resto, ti riconfermi un'autrice interessante, piena di idee e con uno stile unico e perfettamente riconoscibile, inoltre mi è piaciuto anche il fatto che hai cercato di restare nei paletti del canon
Alla prossima, spero presto
(e magari senza febbre così potrò scrivere qualcosa di sensato, temo di essere stata sottotono)
 
(Recensione modificata il 23/03/2016 - 05:15 pm)

Recensore Master
22/03/16, ore 22:15

Premessa doverosa: ribadisco che l'introduzione è pazzesca, perfetta spia rivelatrice sul contenuto e l'esito della storia, è graffiante come poche cose che ho letto, ed è la ragione per cui non sono più riuscita a staccare gli occhi dallo schermo. Graffiante e seducente, come piace a me, è proprio il tuo stile. Penso che in questo caso sia fatto apposta anche per i personaggi e la trama, ne riflette i contenuti in modo a dir poco inquietante; ho amato particolarmente la sensazione di smania che trasmette perché ci fa immedesimare in Tom stesso, così come ho ritenuto i pezzi in corsivo estremamente d'effetto. Per tutta la storia c'è questo arcobaleno maligno che accompagna Tom verso una grande delusione, ed è curioso che dopo l'esperienza con Gellert lui abbia sempre vestito di nero.
Gellert, poi, secondo me è IC, è verosimile che il suo temperamento si sia apparentemente "affievolito" con la vecchiaia, il passato con Silente e la morte di Ariana; eppure è sempre lui, ride della sua risata sfrenata e, nell'Ardemonio, risveglia tutta la sua dissolutezza nei confronti della distruzione. Si è capito che ha trattenuto Tom perché aveva a che fare con Hogwarts, era già incuriosito solo per averlo sentito parlare in inglese. Questa presenza sottile della Grindeldore toglie il respiro e forma un triangolo, in qualche modo Silente fa ancora una volta da ponte tra ciò che Tom vuole e ciò che realmente può ottenere.
Gellert è straordinario in tutto, persino nella sua tagliente bellezza.
Tom è un vero e proprio prisma. Assieme alla descrizione di Gellert illuminato dall'Ardemonio, che è poetica e seducente in modo macabro, mi ha colpito particolarmente l'attrazione/ossessione di Tom verso di lui: Tom non ha sentimenti umani, perciò questa sua attrazione non è rivolta direttamente a Gellert, bensì all'immagine che si è creato di lui, difatti cresce quando lo osserva uccidere e distruggere; il morso che gli da quando capisce che Gellert non può affiancarlo verso il Male Superiore, è un gesto di delusione di fronte alla scoperta, rabbia, passione bruciata, abbandono, che è fortissimo. È come se Tom volesse assaggiare ciò che non è mai esistito, dirgli addio, ferendo prima di tutto se stesso per convincersene.
"La sinfonia nella testa di Tom si arresta con stridii di disapprovazione, rabbia, insoddisfazione, disprezzo – debole, frusciano i suoi pensieri, e Tom non lo può sopportare." Qui mi è venuto in mente Harry, questa frase è evocativa, rimanda a Voldemort, rende il Tom che hai delineato credibile, approfondito, sfaccettato. Ci hai mostrato un passato verosimile, che potrebbe quasi essere canonico. La frase finale è straordinaria, dona in maniera ancora più evidente quel senso di canonico alla storia. "L'immagine di Tom tra le spire del Basilisco col diario, come se quest'ultimo fosse il suo scudo: wow, lasciatelo dire, trasmette estatico disgusto, una sensazione stranissima.
Questa fanfiction è una delle più belle che abbia mai letto con questi personaggi.

Recensore Veterano
22/03/16, ore 21:46

A me è piaciuta. Un po' insolita, d'accordo, la caratterizzazione dei personaggi, ma bella. Tom lo trovo abbastanza IC, a dirti il vero: anche io lo immagino, ragazzino imberbe ma già assetato di potere, in realtà completamente sopraffatto dal terrore della morte e dell'ignoto, disperatamente solo, disperatamente alla ricerca di un amico, di una guida, di un padre. Tutte cose che ritrova in Gellert (anche di un amante, perchè no). O, almeno, nel Gellert dei suoi pensieri, della sua mente, non quello reale. Ecco, mi è piaciuta davvero l'immagine di Grindelwald che, come personaggio, mi è molto caro. Quello che ho apprezzato del tuo personale ritratto è proprio la sua umanità, ovvero quella discordanza - che tanto orrore e delusione suscita in Tom - tra il personaggio e l'uomo, tra la maschera di freddo assassino e l'amante respinto, l'amico deluso, il ragazzo cacciato a calci. E' un uomo anziano, a dispetto delle sembianze giovanili, e la sua saggia esperienza e il disincanto con cui guarda al mondo sono in netto contrasto con le illusioni mortifere del povero, ingenuo Tom che, sì, un po' pena mi fa, destinato com'è ad essere "ingannato" una seconda volta, dopo Silente. La sua è solo un'infatuazione, quello che ama e che lo attrae follemente in Gellert è il potere e la promessa dietro di esso; quando penetra nell'intimità dell'uomo, nel suo vero sè, se ne sente disgustato e tradito, perchè la sua mortalità, la sua semplice, prosaica umanità gli fanno crollare una speranza, un mondo. Io adoro la risata di Gellert perchè ci vedo la sua consapevolezza che tutto è effimero (compreso il potere, le guerre, le vittorie e l'immortalità); a lui non interessa nulla della morte, ha smesso di temerla e non ricerca la vita eterna e, proprio per questo, è tanto superiore a Tom, perchè svuotato ormai di qualsiasi terrore. Letta questa storia, appare in una luce diversa anche l'ultimo incontro tra i due e le parole pronunciate da Grindelwald prima di essere ucciso. Grazie per questo spiraglio di originalità! 

Recensore Junior
22/03/16, ore 18:26

Fatto divertente: avevo iniziato a leggere la storia stamattina e quasi facevo tardi a scuola pur di finirla!
È fantastica, l'ho davvero adorata e sono riuscita a staccarmene solo con un po' di senso di responsabilità.
Mi ha colpito tantissimo - a prescindere dall'IC (che c'era tutto, non farti questi complessi) - la caratterizzazione che hai deciso di dare sia ad Gellert che a Tom; il fatto di vedere descritto un Gellert distaccato dal tuo solito canone è stata una sorpresa, infatti nel corso nella lettura mi sono chiesta quando sarebbe sbucato fuori il suo lato coinvolgente e ammaliante, ma devo ammettere che forse questo aspetto del suo carattere avrebbe contrastato di molto la natura di Tom, che è altrettanto manipolatrice. Nota di merito per l'esclamazione finale, che rispecchia di molto la teatralità che gli abbiamo sempre attribuito.
Con Tom credo che tu abbia fatto un lavoro eccezionale: capita di rado di vederlo in questa fase di transizione - di solito o è ancora 'umano' oppure ha già dato anima e corpo al lato oscuro. In ogni caso, la sua caratterizzazione è stata perfetta, almeno dal mio pubto di vista. La scelta poi di non indagare troppo a fondo nei suoi sentimentali (o presunti tali) ha centrato in pieno l'idea che si voleva far passare di lui - umano, ma non troppo.
E quindi bravissima, questa storia è davvero un piccolo gioiello ed è estremamente coinvogente dal punto di vista emozionale! ♥

Recensore Master
22/03/16, ore 14:08

Ma io l'adoro.
Io non... Io... Oh, sarà strano detto da me, ma come ci hai pensato??? Tom è così... Tom, che rinnega i sentimenti di qualsiasi tipo (colori) sognando per se stesso un mondo in bianck e nero, calmo, fatto di divisioni nette. È così... "adorabile" quando si strappa l'anima per rinchiudere la sua umanità, per non sentire emozioni, per ritrovare la pace! L'ho adorato dalla prima all'ultima riga, anche con la sua osessione per Gellert, che trovo molto sensata.
E Gellert!
È lui, l'uomo dalla doppia faccia, colui che si è costruito un'immagine ma che nel privato è troppo... "pieno", non saprei neanche come definirlo; è piemo di vita per il suo progetto e per l'amore che ha perduto.
Devo dire che la scelta del tedesco è stata azzeccatissima e, anche se non lo conosco, avevo intuito il senso dell'ultima frase (lo ammetto: ho fatto un corso base base e ho riconosciuto le prime parole. Giuro che mi sono stupita anch'io).
Quindi nulla, mi sono emozionata come una bambina, troppi feels e tu sei superba. Si vede proprio che Gellert, Albus e Tom sono i tuoi bambini <3
Veramente ben fatto! Ancora complimenti <3

Recensore Master
22/03/16, ore 09:47

buondì, allora prima di tutto ti ringrazio infinitamente per questa Os, so che ti è costata fatica e sapere che è nata un po' anche per colpa/merito mio mi fa davvero tanto, tanto piacere, grazie per averci lavorato così tanto e con tanta cura. La coppia mi ha sorpresa, ma non eccessivamente, perché è una delle mie preferite nel fanon inglese, qui su efp non ce ne sono molte, anzi, mi sembra nessuna, quindi sono doppiamente felice per questo tuo esperimento. L'ho riletta stamattina, con calma (ieri avevo un occhio mezzo chiuso) con la musica in sottotono (meravigliosa la scelta, davvero) e ho potuto apprezzarla meglio. 
Il titolo è meraviglioso, da l'impressione di vedere una specie di film anni '40 coi colori in seppia sullo sfondo, tutto ha un'aria malinconica e un po' grouge che si allinea benissimo col carattere di Tom che, diversamente da quanto pensi, io ho trovato assolutamente IC (mamma, quanto mi piacciono gli pdicopatici!).
Questa storia è già nelle mie preferite e.. davvero, non so che dire se non GRAZIE