Ciao,
ehm, non so come altro cominciare questa recensione, ho rimandato parecchi perché volevo trovare le parole giuste e anche adesso non so se riuscirò a spiegarmi bene. Cominciamo con le cose banali?
Ovviamente la tua storia mi è piaciuta molto, è ben scritta, scorrevole, divertente e movimentata. Certo non parlo di dinamismo di azioni quanto di sentimenti, dinamismo di personaggio.
Hai trattato due delle paure più profonde e radicate nella cultura umana: il "diverso" come malato, il licantropismo di Lupin, e il "diverso" come sessualità, il suo essere bisex.
Non starò qui a dirti come ho amato il dubbio, la paura di Remus, di come la frase, forse stupidamente, che mi ha conquistata di più è stata -"Gli tremavano le mani, ma riuscì a risolvere il problema nascondendole in tasca."-, perché quando affrontiamo ciò che ci fa paura, che ciferisce, cerchiamo sempre di apparire più forti di quello che non siamo.
Remus qui non è il pacato ragazzino che trova la soluzione ai danni degli amici, è un ragazzo spaventato e ferito si, ma è anche arrabbiato con i suoi amici, con quei ragazzini che vengono da una "perfetta famiglia purosangue" o che, a differenza sua, "possono permettersi il lusso di dimenticarsi chi sono". La rabbia di essere traditi dagli amici, i dubbi che gli si rincorrono in testa.
Ho amato il "menefreghismo" degli altri verso il suo nervosismo, come se avessero tutti la delicatezza di far finta di non notare i suoi occhi lucidi, la voce incrinata e le confessioni terribili che l'amico gli vuole fare. Il fatto che Peter, il Peter che, seppur per poche righe, è stato il Peter migliore di cui abbia mai letto, affronta prima la sua sessualità con leggerezza, che si lamenti dei suoi commenti notturni e non del fatto che il suo amico si guardi sia a destra che a sinistra per pescare...
I discorsi vengono dirottati, come fanno sempre i maschi quando bisogna parlare di qualcosa di delicato, cercando di toccarli il meno possibile quei dannati sentimenti, in modo sbrigativo, ciò che basta per chiarire e poi ciao.
Il flash di Remus sul suo ricovero in infermeria, il momento in cui i Maladrini gli promettono che sarebbero stati al suo fianco, che l'avrebbero aiutato. Non erano semplici parole di conforto.
Ed il finale poi, è una dolce conclusione di un'ancor più dolce realizzazione, quella che i suoi amici gli volevano bene e lo accettavano.
Ora, credo di non aver fatto altro che averti citato pezzi della tua storia e mi spiace, ero partita con l'intenzione di farti una recensione degna di questo nome e mi sono persa. Chiedo venia.
Concludo questa lista infinita di cose no-sense chiedendoti (tipregotipregotipregotiprego) di scriverne un altra, una Wolfstar con i fiocchi ( e magari anche con qualche amico rompi palle come Jam e Pet) per farmi sorridere ancora e farmi sentire le emozioni dei personaggi sulla pelle, come se li stessi vivendo io.
"Complimenti" non rende l'idea di come io abbia amato questa storia, quindi è meglio che ti dica un semplice Grazie.
Spero a presto,
Phebe. |