Recensione-premio per il contest "Quattro modi di vivere l'amore"
Esordisco con una piccola confessione: alla mia veneranda età, ogni tanto mi capita ancora di comprare un libro di favole ^^ Non parlo di libri per bambini, dove il perbenismo coi paraocchi prevede sempre il lieto fine, ma di favole “vere”, ovvero che conservano intatto il loro scopo originario: quello di insegnare una morale. E non sempre il finale è piacevole. Ma è proprio questo che dà alla storia quel pizzico di sapore in più che me la fa apprezzare maggiormente: nella realtà, quasi mai gli obiettivi si raggiungono senza sforzo, e gli errori si pagano.
La tua storia non contiene un lieto fine per il singolo, ma per il bene comune (alla fine, almeno, il vento torna a risplendere d’oro). Ci fa affezionare ai due protagonisti quel tanto che basta per farci versare una lacrimuccia per il loro destino infelice.
Personalmente, avrei preferito un approfondimento maggiore sui personaggi principali, nel senso che mi sarebbe piaciuto se la trama si fosse dilungata di più sul rapporto fra i due protagonisti e sul perché il principe si affeziona così tanto alla sua guardia del corpo al punto da togliersi la vita quando quest’ultima scompare (anche se, ovviamente, si capisce anche così com’è adesso). Credo che una breve “storia nella storia” ci sarebbe stata bene, anche perché, forse, il personaggio di Kuroo perde un po’ in caratterizzazione, rispetto a Kenma (aaah, che criticona che sono!!!).
La narrazione in stile fiabesco è perfetta, e ben si adatta ai luoghi descritti – le dune del deserto, il palazzo – tipici delle favole. E, siccome tendo sempre a vedere nelle storie forse addirittura più di quello che in realtà l’autore stesso aveva voluto metterci (per la serie: ora ti spiego cosa hai scritto XD), mi è piaciuto anche il particolare di Kenma che – da bravo principe delle fiabe che non può stancarsi troppo – non può sopportare la fatica sovrumana di donare un capello al giorno perché, non essendo i suoi capelli completamente d’oro, nel suo caso probabilmente dovrebbe donarne due per volta (eh, c’è gente che è morta di fatica, per questo ^^). Mi ha ricordato moltissimo alcune tipicità delle favole, tipo la principessa sul pisello che non può dormire su sette materassi poggiati su un pisellino – che diamine! – e mi ha fatto provare ancora di più la sensazione di una favola da mille e una notte.
In conclusione, è stata una piacevole lettura. Credo che, per quanto l’universo di Haikyu sia lontano da tutto ciò, i suoi personaggi si prestino bene a digressioni nell’AU. (L’autore stesso li ha “ceduti” per il fantasy Final Quest, no? ^^) |