Recensioni per
Frammenti
di Shakana

Questa storia ha ottenuto 142 recensioni.
Positive : 142
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/05/21, ore 23:10
Cap. 5:

Ciao cara, eccomi qui *^*
Ci credi se ti dico che il titolo è stato fuorviante? Te lo giuro, pur conoscendo quello che sarebbe stato il tema della Flashfic, già dalla prima frase ho compreso di essermi trovata completamente fuori strada.
Questo perché avevo sì pensato al rapporto con il porno, ma non credevo che la Flashfic fosse incentrata su una persona che lo vive sulla propria pelle.
E se già questo mi ha stupita molto, leggere il resto lo ha fatto ancora di più perché ha messo in luce la parte più oscura di questa industria, ovvero quella che sfrutta senza riguardo alcuno il corpo di una persona al solo fine di guadagnare quanti più soldi possibili.
E per carità, se una persona decide di sua spontanea volontà di intraprendere una carriera nel mondo del porno, non ho assolutamente nulla da ridire: ci sono tantissime attrici e tantissimi attori che non hanno mai avuto problemi a riguardo e che lavorano nel porno “tranquillamente”, come se ogni mattina si svegliassero alle sette in punto per recarsi in ufficio.
Ma in questo caso, invece, abbiamo a che fare con chi da questo mondo vorrebbe solo evadere, perché ha avuto modo di vedere – e di sperimentare sul proprio corpo – quanto marcio possa celarsi dietro un'industria del genere. Questa parte orribile è soprattutto enfatizzata da chi, appunto, non ci vorrebbe (più) avere a che fare: proprio perché si è costretti a subire e a comportarsi in un certo modo durante tutte le riprese, quello che si vive non è nemmeno più porno, è un incubo a occhi aperti.
Si finge solo, si indossa una maschera spacciandosi per ciò che non si è: una persona che si sta godendo appieno quel momento, che lo fa perché lo vuole e che si trova lì di propria spontanea volontà – mentre dentro ci si sente morire, ci si sente umiliati e addirittura ci si ritrova a essere guardati dal proprio vero partner che ti supporta, sì, ma nel modo più brutto e sbagliato possibile, ovvero dicendoti che stai facendo un bel lavoro quando quel “bel lavoro” non vorresti più farlo.
La scena che hai descritto è estremamente cruda e molto d'impatto. E la frase finale l'ho trovata assolutamente perfetta per questa Flashfic, perché “quel film che abbiamo già visto tutti” è qualcosa di maledettamente vero, perché in fin dei conti noi, nella vita di tutti i giorni, usufruiamo del prodotto già fatto e finito praticamente in tutto, senza renderci conto di tutto il lavoro che ci sta dietro. Così come quando si guarda un porno: si guarda direttamente il filmato, nulla di più, nulla di meno. Non ci si ferma mai a pensare cosa effettivamente stia pensando o provando chi si trova dietro lo schermo, chi stiamo guardando senza neanche conoscere intento a fare sesso con una o più persone.
È una Flashfic che fa riflettere, questo è poco ma sicuro. E mi è piaciuta molto anche per questo.
Complimenti!

M a k o

Recensore Master
11/05/21, ore 11:28

Buongiorno tesoro <3
Innanzitutto scusami per il ritardo mostruoso, saranno almeno due settimane che devo passare da te e da altri utenti, ma a causa del dente del giudizio non ho lasciato proprio recensioni nell’ultima settimana e solo ora sto trovando le forze e la voglia di ricominciare a scrivere papiri.

Ho visto che hai pubblicato il nuovo capitolo di Nessuno può amarmi, ma avevamo concordato per Frammenti, perciò ho deciso di passare prima da qui – e non ti nascondo che sia abbastanza un trauma per me la fine di NPA, mi ha tenuto compagnia negli ultimi anni, ho aspettato ogni aggiornamento con hype… e ora mi sento come quando perdi un parente, praticamente, devastata come se stessi superando un lutto, e considerando che mi manca ancora l’ultimo capitolo… sono messa male, proprio male.
Comunque, arriverò anche lì, stanne certa.

Questa raccolta rimane un insieme di piccole perle introspettive sempre molto interessanti e che danno anche la possibilità di conoscere l’autrice dietro alle storie, cosa che reputo bellissima, perché è stupendo quando le parole riescono a bucare la carta e raggiungere il lettore, coinvolgendolo in un dolore che non gli appartiene, ma che grazie a un’abile penna può comunque sentire. E così è sempre quando passo da qui, piccole perle introspettive, poche parole ma intensissime, castelli di emozioni e sentimenti di ogni tipo, svariate situazioni vissute da personaggi differenti e scollegati fra loro, ma che condividono un eterno dolore, pur vivendo dinamiche differenti fra loro. Analizzi aspetti della società, pensieri umani, comportamenti, ed è splendido il modo in cui dipingi ogni cosa di cui parli qui, dosando le parole, lasciando il segno con pochi frammenti – il titolo della raccolta, difatti, è sempre calzante.

Anche qui affronti il tema del razzismo e lo fai nel tuo solito modo, molto diverso dall’attivismo che vedo fare sui social. Tu non lanci infiniti messaggi di speranza, non guardi solo il buono delle cose, e al tempo stesso non guardi solo i lati negativi. Riesci ad analizzare a 360 gradi le emozioni dei personaggi di cui scrivi e a scrivere di tematiche così complesse, racchiudendole in poche righe – che sono efficaci proprio perché poche. C’è realismo nelle tue parole, un realismo che colpisce sin dal principio, quando ci parli di questo ventenne di fronte alla televisione e alle solite notizie sulla politica, con un piatto di spaghetti davanti e una birra ghiacciata ci porti a un momento che è l’apoteosi della routine e della monotonia, abbiamo a che fare con il cibo ogni giorno, più volte al giorno, e trovo dunque che questa scelta sia davvero calzante e ben pensata.

Ci parli di autolesionismo, seppur in maniera breve, e sai che è un argomento a cui tengo e sono felice quando ne parlano autrici competenti e sanno come farlo senza romanticizzarlo e farlo passare per qualcosa di bello. No, qui è torbida disperazione, è una pratica per anestetizzare il dolore e scacciarlo via, paradossalmente.

Ci parli della visione che il protagonista ha di Dio, e ahimé comprendo benissimo la sua visione delle cose e la condivido perfino. Non ho mai subito del razzismo perché ho avuto la fortuna di nascere da genitori italiani e in Italia, eppure riesco a comprendere tutte le sfaccettature di questo personaggio e tutti i suoi dolori, pur non avendoli provati proprio tutti sulla mia pelle, anche se una parte sì, ed è la parte che ovviamente più mi tocca. Ed è anche questo il bello, come a ognuno ogni frase scateni reazioni ed emozioni differenti, oltre a far riflettere.

Si parla di Capodanno, di un nuovo inizio, ma sarà vero che quando iniziamo un nuovo calendario cominciamo anche una nuova vita? No, e questo lo mostri bene, si continua a soffrire, tutto continua a far male, la situazione rimane uguale e niente cambia davvero, la scena dell’uomo e delle rose è molto simbolica e l’ho davvero apprezzata. Niente cambia il colore della tua pelle e questo pare davvero importante per gli altri, come se avesse davvero un'importanza e come se si dovesse essere giudicati per questo. Il mondo è davvero folle ed è triste pensare che ancora al giorno d'oggi c'è gente che sostiene e crede a queste idee vergognose.

In conclusione, trovo che anche questa piccola flash sia una perla e l’ho amata. Oggi pomeriggio o domani al massimo passerò a leggere anche l’altra flashfic, questa recensione chilometrica mi ha stesa, non ci sono più abituata XD
A presto, dunque <3
fumoemiele

Recensore Master
07/04/21, ore 13:12
Cap. 14:

Buongiorno cara, che immenso piacere essere qui e poter procedere con la lettura della tua raccolta: questo è l’ultimo aggiornamento, quindi sarò in pari con il progetto, e se da una parte mi rattrista dall’altra sono contenta perché mi permetterà di andarea continuare con le tue long, non vedo l’ora!
Sono esterrefatta: non so esattamente cosa provare con questa ultima piccola storia, perché è così controversa e contraddicente che mi lascia senza parole. La persona è la stessa, così come stesso è il compagno con cui condivide tempo, sesso, gesti, parole – poche, nulle – e azioni al limite di ciò che potrei ddefinire vera e propria violenza. E all’inizio lei sa, sa che tutto questo è ciò che lui è e dà, da cui vorrebbe poter scappare recidendo il filo marcio che li lega in quella relazione: lo sa ed è come se si aggrappasse all’idea di doversene staccare un giorno, perché sa da sola che è tutto così tremendamente sbagliato da rendere la sua vita dolorosa.
Il pezzo dopo invece mi mostra a specchio la stessa situazione ma il dritto – o rovescio – della medaglia: lei ha effettivamente bisogno di quel uomo, di quel rapporto, di quel male, perché evidentemente è l’unico che conosce, anche se non reputa corretto. Che sia il solo tipo di amore che conosce? Come vorrei fosse tanto raro questo genere di atteggiamento, e invece… è più diffuso di ciò che si pensa, e fa malissimo addirittura, più di ciò che si crede. Lei è sempre la stessa e la controparte di sé, un incredibile e pericoloso controsenso di cui è consapevole, ma è un circolo che non riesce ad abbandonare, e che probabilmente non vuole neppure fare.
Le tue storie riescono sempre a dare uno straordinario punto di riflessione aperto, dove tu non dai nessun tipo di diretzione: ci mostri semplicemente i punti di vista della situazione, del fatto, della relazione, e lasci libera interpretazione. Non giudichi, sei un’autrice che sta super partes di modo che ognuno sviluppi il proprio pensiero sulla scena. Da brividi, ma reale, costante, vicina, insomma, ti prende e ti ferma il volto per poi direzionarti lo sguardo e dirti “tu cosa vedi? Ecco, e ora che ne pensi?” è straordinario come tu ci riesca tutte le volte con gli argomenti più disparati, senza utilizzare il pretesto di un autore presente nel testo per giudicare l’uno o l’altro. Proprio per questo le tue storie smuovono, fanno riflettere, infastidire, fanno fare congetture, ed ognuno può trarne conclusioni differenti a seconda del punto con cui legge i fatti esposti. È molto crudo un testo simile, così come i precedenti perché tu non ci dai ciò che vogliamo, il lieto fine, i sorrisi, le situazioni che si sistemano: tu ci dai la realtà, anche quando spaventa, e questo lo reputo il coraggio di una autrice che non ha peli sulla lingua e che vuole la gente sappia, sappia pensare, sappia ragionare, sappia vivere.
Cara, alla prossima, non vedo l’ora di procedere con tutto, ogni tua storia mi intriga e mi regala tante emozioni. Buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
20/03/21, ore 18:19

Cara buonasera, che piacere essere nuovamente qui da te dopo tanto, è sempre bello venire qui e trovare dei lavori di qualità da leggere. Questa è davvero una storia straziante per certi versi, dura da leggere ma che nasconde verità scomode e quotidiane, contemporanee. Lo stato d’animo, anzi, gli, vissuti dal protagonista sono così chiari da essere trasparenti, mi vengono proprio schiaffati in faccia con la verità di chi sa di avere ragione, di chi sente di dover dire la sua.
Facile, quando ce li hai davanti e sono gli altri a parlare.
Facile, se è per la televisione che hai di fronte, e degli sconosciuti a dire cose.
Eppure, quando ha l’occasione di trovarsi fisicamente di fronte a ciò che tante volte ha sentito in sé e per sé, provato addosso, su cui ci ha riflettuto… cosa fa? Beh, esattametne, a parte il magone stretto in gola e nello stomaco, niente.
Di fatto, niente.
E perché? Beh, lo può sapere lui, lo possono intuire gli altri, ma meglio di tutti lo sa il soggetto dell’attenzione del protagonista: quante volte quest’ultimo si è sentito male, soprattutto da piccolo, per la sua condizione che vede come una differenza abissale? Quante? Tante, troppe oserei dire, ma sa benissimo di trovarsi comunque nel lato giusto del mondo e della società, per quel che può valere questa cosa, e come ha capito, il confine c’è, ed è netto, e per fortuna nonostante il colore della pelle, la nascita parla per lui, la cittadinanza pure, e la lingua parlata anche.
Anche se sono diversi fisicamente rispetto al resto, lui sa di essere in ogni caso dall’altra parte. ed è una consapevolezza che da forza certo, ma una forza fatta di una sofferenza tale passata, di incomprensioni, di momenti schifosi, di bassezze e inumanità, che ormai non sente di dover affrontare in modo aperto. Da molto da pensare questo testo, e lo so che lo sai, hai voluto dare un cazzotto diretto alle coscienze di chi è abbastanza sensibile da interessarsi a temi simili: sento anche una punta di insofferenza, oltre che il resto, e questa fa più male dopo che sono arrivate le sicurezze e la consapevolezza.
Come sempre quando scrivi in questa raccolta non guardi infaccia a nessuno: i tuoi occhi e le tue dita parlano per te, senza freni, senza inibizioni, senza filtri a mostrare un mondo più bello. E questo lo apprezzo, non tutti lo fanno o lo sopportano.
Una mente aperta, una lingua affilata, nessuna paura di dire le cose.
Ti apprezzo come autrice anche per questo, e non smetterò mai di dirlo. Potrei anche accennare alla gestione del personaggio, alla pulizia del testo, al lavoro certosino che ci sta dietro ma con tutte le recensioni che ti ho fatto in questi anni, credo tu sia anche stanca di sentirtelo dire ormai! Apprezzo ogni sfumatura di ogni tuo progetto cara, anche quelli più spinosi come questo; alla prossima e buona ispirazione! :3

Recensore Master
19/03/21, ore 12:29
Cap. 14:

rieccomi.
direi che tutto è studiato per colpire e fare male in questo frammanto.
L'immagine, davvero di forte impatto, il titolo, che quasi soffoca, per non parlare delle tematiche affrontate, non certo acqua fresca.
lo spettro dell'alcolismo del padre che tormenta la protagonista.
ho sempre il dubbio che non ci sia qualcosa in tuo in loro, perhè esprimi troppo bene quella loro sofferenza, quindi mi auguro sia solo una tua incredibile bravura a immedesimarti.
a livello di finzione, io le relazioni disfunzionali e tossiche le amo, dovresti saperlo, ma nella realtà difficilmente possono avere un lieto fine, è qualcosa da cui si dovrebbe scappare e fa male come questa protagonita pensi che quelle mani addosso siano una forma d'amore :(
le ultime due frasi sono bellissime.
complimenti, come sempre.
a presto <3

Recensore Master
19/03/21, ore 10:25

ciaooo carissima,
sono molto felice di tornare a leggerti, ancora di più perchè ho letto che a breve aggiornerai le long waaahhh
intanto mi godo i frammenti
è il solito pugno allo stoaco e lo dico come cosa stra positiva.
si vedi che senti molto vicino questa tematica così delicata e secondo me un po' ti identifichi in questo personaggio che ci presenti, tranquillo a ca sua, quando una semplice domanda in un dibattito politico gli scombina il su mondo interiore.
La scena di lui che guarda la vigilia di capodanno quel venditore di rose è struggente specie quando l'uomo più anziano guarda nel locale quei bianchi che festeggiano e alui non è permesso entrare.
resti fra noi, indipendentemente dal colore della pelle per me anche un venditore di rose ambulante bianco milanese sarebbe un rompiscatole epocale XD
mi spiace che questo protagonista non riesca a sentirsi a casa nel nostro paese :'( hai reso queste sensazioni benissimo, ma la cosa non mi sorprende.
bravissima, salto al prossimo frammento <3

Recensore Master
06/02/21, ore 21:18
Cap. 4:

Ciao cara, auguri (ancora) di buon compleanno *^*
Questa Flashfic è davvero stupenda e così vera che a fine lettura ho realizzato di rivedermi molto nelle parole della protagonista.
Concordo sulla sua visione dell'amore, forse perché anche io ho vissuto una esperienza analoga alla sua – c'era una persona che a me ci teneva e lo ha sempre dimostrato, ma a causa mia alla fine se ne è andata e adesso non ci parliamo da tantissimo tempo. Non era amore, lui a me teneva molto ma non ricambiava i miei sentimenti, però tra noi c'era comunque un bel legame, qualcosa che ho spezzato a causa del mio pessimo carattere e ancora oggi ho (metaforicamente parlando) delle cicatrici profonde che non se ne andranno più.
L'unica cosa che mi sento di aggiungere sulla visione dell'amore che ha la protagonista è il fatto che sì, non sempre è bello e anzi, spesso e volentieri ciò che emerge è il lato più oscuro e negativo di ciò che è l'amore, ma questo dipende molto anche dal carattere di una persona e, ancora di più, dipende da persona a persona. L'amore è talmente universale che in qualsiasi forma la si viva (purché non degeneri diventando l'antipodo di ciò che è realmente) sempre di amore si tratta. E tra queste infinite sfumature, purtroppo, c'è anche questa parte che mette in luce la parte più dura e distruttiva di questo grande sentimento.
Ancora una volta, ti ringrazio per l'intensa lettura. Leggerti come sempre è un grande piacere e per me sei sempre una garanzia. Riesci sempre a descrivere la realtà della vita in ogni sfumatura esistente, le introspezioni sono davvero il tuo forte.
Auguri ancora *^*

Ame

Recensore Master
25/12/20, ore 00:19

Buon Natale, cara **
Ci tenevo a lasciarti un pensierino in questo giorno speciale *^*
Questa Flashfic è di una potenza emotiva non indifferente. Anzi, è stata proprio un bombardamento emotivo che mi ha colpita in pieno.
Hai sviluppato una tematica importantissima che vede coinvolti prevalentemente i giovani, in particolare perché la nostra fascia di età e quella prima sono tra le più fragili, ma questo non significa che anche persone più grandi non possano provare le medesime sensazioni. E forse è proprio per questo che questa Flashfic ha un impatto maggiore, perché racchiude dentro di sé dei concetti universali che penso chiunque almeno una volta nella vita ha provato – ovviamente, poi, affrontandola ognuno a proprio modo.
Il fatto di sentirsi soli anche quando si è circondati da tante persone, la sensazione di vuoto e oppressione che proviamo dentro di noi giorno dopo giorno e che spesso ci porta ad alleviare con qualcosa di deleterio purtroppo fa parte di noi. Perché alcune volte viviamo talmente tanto rinchiusi in noi stessi, nei nostri pensieri e nelle nostre angosce che aprirsi emotivamente al prossimo diventa difficile. E non è tanto una paura di essere giudicati, perché quella passa in secondo piano quando i nostri pensieri diventano talmente spaventosi da paralizzare noi stessi per primi. E se noi siamo paralizzati dalla paura, come possiamo muoverci verso gli altri?
Essere spaventati da noi stessi è tremendo, è vero. Così come lasciarsi andare fino ad arrivare a non provare più nulla. Però sento che non tutto è perduto. Che ognuno meriti il proprio riscatto nel mondo. E che stare male non significa di conseguenza essere una brutta persona da evitare, anzi, è l'esatto opposto.
Ti rinnovo i miei complimenti per questo scritto, leggerti come sempre è un immenso piacere.
Ti auguro ancora una volta Buon Natale!

»Amethyst«

Recensore Master
07/10/20, ore 14:54

Cara buongiorno, eccomi qui, approfitto di leggere anche l’ultimo capitolo così da concludere – a malincuore – questa tua raccolta cruda e senza freni. Cara, mi sono bastate poche parole per capire a cosa tu facessi riferimento: è una faccenda che ha segnato noi persone sensibili a certe tematiche, dolorosamente portate avanti dalle notizie sui giornali ed alla televisione. Si vede che è stata scritta di getto – non male, non capire male – perché noto l’emotività che passa da una parola all’altra, la percepisco: sei sconvolta, così come lo è stata e lo è tuttora l’opinione pubblica, ma quello che fa più male è sapere che accadono ancora cose simili nel ventunesimo secolo e che elementi simili la passino liscia con delle giustificazioni.
Come hai fatto notare tu, questo è ciò che è ed è stato, e che sarà, finché si penserà al colore della pelle come un tratto distintivo da giudicare, piuttosto che un elemento fisico rappresentante una parte dell’umanità. Non sei qui per giudicare apertamente, additare, abbassarti al livello di chi crede di sapere meglio, e più, di altri cosa sia giusto e sbagliato: hai semplicemente aperto il tuo cuore spezzato e gonfio di dolore, lasciandone fuoriuscire le parole che si scrivevano mano a mano, le dita veloci sulla tastiera nel cercare di spiegarti. Potremmo aprire un dibattito e parlare per ore di quanto tutto questo sia scorretto sotto ogni punto di vista, di come siano orribili certe cose che ancora oggi macchiano il nome “umano” con gesti simili, ma sei qui perché dici: io scrivo non solo per diletto, non solo perché ho un pomeriggio libero, sono qui per parlare della nostra vita, di ciò che ci circonda, indipendentemente dal fatto che sia bello o brutto da sentire.
Qui c’è il tuo cuore, c’è il tuo dolore, la voglia di gridare quanto sia ingiusto, e credo che questa raccolta sia perfettamente adatta come posto di pubblicazione; a differenza delle altre OS condivise qui però, questa è più spontanea, personale, coinvolta. Che il mondo cambi non si sa, che possa migliorare si spera, ma tu nel tuo piccolo hai dato voce ad un “no” detto con convinzione. Non scrivi per scrivere, scrivi per sensibilizzare, per mostrare quanto possa essere umana l’umanità – perdonami il gioco di parole, ma è voluto – o quanto al contrario, l’umanità possa non essere sempre umana. Penso sempre tu sia troppo sensibile per questo mondo, e questo ultimo aggiornamento ne è la prova. Il fatto che non sia concluso, ma lasciato in corso, mi fa capire che aggiornerai ancora, e non perché sarà programmato, ma perché avrai di nuovo qualcosa da dire, qualcosa che graffia e ringhia da dietro la porta della coscienza, qualcosa che tutti non hanno il coraggio di esternare, ma che una persona come te invece sente il bisogno di esternare.
Vorrei ci fossero più persone come te al mondo, sarebbe meno dura… alla prossima cara, buon lavoro, buona ispirazione e buon tutto. Coraggio, cambierà, che di una persona così, ce ne sono altre mille che si battono perché le ingiustizie non facciano parte integrante della nostra esistenza. Un abbraccio stella.

Recensore Master
07/10/20, ore 09:27
Cap. 11:

Buonasera cara, che piacere essere di nuovo qui! Lo so che sono indietro con i tuoi altri progetti, ma vorrei approfittare di questi due scambi per poter concludere la lettura di questa tua raccolta che mi ha colpita sotto tutti i punti di vista. Questa è decisamente una delle più interessanti parti di questo tuo progetto, soprattutto considerando non solo il contenuto, ma anche le congetture portate dalla coscienza di chi è coinvolto: al solito è tutto così realistico, è crudo, semplice e veritiero ciò che è esposto, eppure… appunto perché è così, fa male.
Fa male perché si sta parlando di una persona.
Fa male perché queste cose succedono anche qui, nella vita di tutti i giorni, e potrebbe essere coinvolto anche qualcuno che ti sta accanto, e non lo sai.
Fa male perché in tanti si ritrovano nella situazione del personaggio che giudica, e più che giudicare, tenta di darsi una spiegazione, una via di fuga, ma in questo caso a turni ribaltati: non è lui a pensare male e la coscienza a cercare di dare uno slancio verso il bene, ma il contrario. È lui che desiste a un certo punto, mentre la voce dentro di sé lo sprona portando all’attenzione giustificazioni, nient’altro che giustificazioni.
Tanto, lei è così.
Che si può fare, è un’immagine, una serie di immagini.
Lei sapeva, che colpa ne hai tu?
E poi se non lo fai tu, lo fan bene tutti gli altri, giusto?
E via di circolo vizioso in quel mondo – questo – dove in tanti sono capaci soltanto a parlare, ma a riflettere poco. A giudicare molto, a pensare in modo ragionevole, davvero quasi mai.
Il riferimento alla quinta OS della raccolta è chiarissimo, me la ricordo bene e capisco il motivo per cui la voce l’abbia presa in considerazione: sfondi la quarta parete, mostrando come questo elemento non visibile tenti di convincere anche noi della sua idea. Un approccio diretto, direttissimo, colpevole e consapevole d’esserlo, una interpretazione di un fatto contemporaneo relativamente “comune”, se puoi passarmi il termine; il bello è che non si giudica, neanche qui. nessuno punta il dito, nessuno dice cosa sia giusto o sbagliato, ci sono due pensieri contrastanti che cozzano, la libertà di scelta c’è ma anche il dubbio su cosa farà il ragazzo.
Dubbio… mica tanto, anche perché lo dici tu nella storia stessa: non è difficile capire come andrà a finire, no? Intanto il pugno nello stomaco l’ha preso la mia sensibilità, e anche qui ci sei riuscita: hai coinvolto la mia sensibilità, sbattendole in faccia una situazione non tanto limite come si potrebbe pensare, mostrando dritto e rovescio della medaglia. Un finale aperto ma condizionato dalla voce amichevole, suadente, intima di chi ascolta e non ascolta.
Riesci a parlare direttamente al lettore, che da spettatore entra come presenza nel circolo di pensieri: sei incredibile, davvero, annulli il limite fisico dello schermo con una facilità tale da spiazzare. Cruda, senza peli sulla lingua, non hai paura a mostrare ciò che di buono – e non buono – c’è nell’essere umano. Ammiro questa tua capacità di coinvolgimento, e non vedo l’ora di scoprire cosa mi riverva l’ultima pubblicazione della raccolta. Cara, sei una garanzia, sappilo. Alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
27/08/20, ore 15:43

Buongiorno cara, che piacere essere qui da te! Amo questa raccolta tutta tua, così profonda e senza peli sulla lingua, tanto realistica da fare male e sconvolgere. Sento tanto dolore consapevole e ricercato che è quasi impossibile credere che possa esserci una soluzione. Ed infatti qui una soluzione la protagonista non vuole trovarla, anzi: è lì, non sta con lui, non lo è mai stata davvero, figuriamoci coinvolta a livello emotivo. Ma il sesso si sa, sa essere dipendenza, falsa felicità, sfogo, sa essere via di fuga e credo che lei lo viva nella maniera più fisica possibile, quella senza coinvolgimento. Ed è quella che infine non lascia più altro se non altro di bisogno, anche quando credi di avere superato, di essere andata avanti.
Non può farne a meno proprio perché non ha bisogno di legarsi ma lui sa, lui lo sa che ha potere sulla protagonista, e non solo in passato: nel presente, e quasi totalmente anche nel domani, fino a che lei non sarà capace di innamorarsi. Non trovo sbagliato questo modo di veder le cose, tanti passano questa fase e spesso se ne vergognano. Io credo che la differenza di lei rispetto a molti sia la consapevolezza di questo, ma comunque ci sta male, fino ad un certo punto. Sono uno dipendente dell’altro in un circolo che si ripete, vizioso e godereccio, fisico e libidinoso.
Sempre così diretta e così cruda nello scrivere, sempre con un linguaggio riconoscibile tipico delle situazioni che porti qui pubblicate; hai un modo di raccontare della vita senza filtri, senza veli a mascherarne le cattive parole, abitudini, i modi crudeli di vederla e coinvolgersi in essa. Però e questo è importante per me come penso per tutti gli altri lettori, tu da scrittrice non giudichi, MAI, i comportamenti dei tuoi personaggi. Metti nero su bianco ciò che loro fanno senza cercare di indorare la pillola, ma è anche vero che non esiste giusto o sbagliato qui, soltanto esperienza: è per questo che amo questa raccolta.
Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
20/08/20, ore 21:32

Tesoro buonasera, quanto tempo! È bello poter riuscire ad incrociarti durante gli scambi, dopo tutto il trambusto che ho vissuto negli ultimi due mesi non è sempre stato facile riuscire ad esserci, ma sono stata contenta d’averti trovata. So che devo recuperare aggiornamenti delle long che seguo, ma sento prima il bisogno di continuare la lettura di queste tue flash; non è per darle maggiore importanza rispetto agli altri tuoi lavori, peraltro bellissimi ed apprezzatissimi, ma è che sento questa raccolta più tua, più vera, più profonda. Come se mostrassi qualcosa di più, che in long o altri lavori magari percepisco in altra maniera. Ed infatti la lettura di questa flash mi porta proprio dove volevo arrivare: il malessere psicologico che spesso viene accantonato, sottovalutato o peggio di tutto neppure colto. Come in questo caso.
L’apatia qui è evidente, tanto come l’ipocrisia in cui vive la ragazza. Non ci sono nomi e cognomi, età, ceto sociale; non servono, sono dati inutili. Tutto ciò che importa qui non è lo stato mentale della protagonista, bensì il suo benessere emotivo che se n’è letteralmente andato a farsi fottere – perdona il termine, ma rende più di qualunque altra parola. Lei è consapevole di stare male, di aver bisogno di svegliare il proprio ego ed il proprio disequilibrio, ma ancora di più TENTA di destare la sensibilità tra l’altro inesistente di chi la circonda. Come se fossero tutti delle emerite teste di c***o, e lo fa con un gesto eclatante che di fatto potrebbe essere una muta richiesta d’aiuto mascherata nell’autolesionismo consapevole.
Risultato?
Isteria da una parte, menefreghismo completo dall’altra. E niente. Lei ancora una volta ci ha provato, ma ha fallito. Circondata dal marcio palese, da delle figure genitoriali che è meglio lasciar stare, va avanti tutti i giorni, facendo finta che sia tutto a posto. Ce lo fai capire che non è così, ma cos’altro può fare? Conrinuare così, fino a tentare di ammazzarsi o di ammazzare i genitori, oppure scappare via da loro. Ci sono infinite possibilità per il suo futuro immediato, e ne vedo molto poche positive sappilo. Non c’è un lieto fine perché qui non è finito proprio nulla giusto? Non si può parlare di fine, perché ieri era così, oggi lo è e domani sarà soltanto uguale.
Pesante, diretto, chiaro come il sole: DISAGIO esistenziale che ricerca una via d’uscita in un ambiente insano e negativo, un disequilibrio emotivo molto forte dato dal disinteresse nei confronti della protagonista che s’è costruita una vita fittizia su tutto lo schifo che sta vivendo. Sarà migliore il domani? Finché non cambiano le cose, dubito. Provo pena per lei? Lo ammetto cazzarola, certo che mi fa male vederla in quegli stati ma cosa posso farci io? Soltanto apprezzare lo spiraglio crudo e sincero che hai aperto nella sua quotidianità, regalandomi un breve spaccato di quotidiano molto più comune di ciò che noi crediamo.
Il linguaggio è perfetto per il tipo di scenario ricreato, la brevità è più che sufficiente per ciò che hai raccontato e l’emotività mostrata – o l’assenza di essa – è calibrata sulla capacità emotiva della protagonista.
Tesoro, su questo tipo di argomenti sei davvero una garanzia di lettura, sappilo; argomenti diretti, a volte sgradevoli, dolorosi, forti, il tutto portato avanti da una scrittura fluida e senza errori, muovendo personaggi umani, caratterizzati in maniera verosimile e che hanno i loro problemi.
Che non sempre riusciranno a risolvere.
Amo leggerti tutte le volte, alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
20/08/20, ore 09:10
Cap. 11:

Tesorinaaa bella, eccomi per lo scambio dell’ABC, sul filo del rasoio, come sempre ^^’
mi mancano i tuoi due ultimi frammenti, dopodiché resterò in attesa spasmodica dei tuoi aggiornamenti, te l’ho già detto e non mi stanco di ripeterlo che ti reputo una fra le migliori scrittrici qui su efp (leggi anche cme ‘tu.devi.uscire.in.una.ibreria.’ e non intendo che devi andare là a comprare un libro ;) )

parto da ‘siamo stati un inganno’
accidenti, devo ancora arrivare al testo vero e proprio e già è di forte impatto il titolo, la foto che hai scelto di utilizzare, ma soprattutto la citazione, davvero molto forte, hai sempre un gusto ricercato nel trovarle.

WOW, parti in quarta. Ci sarebbero dibattiti per ore sulla questione se possa esistere il sesso senza amore ecc, ecc, io credo che la cosa vari da soggetto a soggetto, c’è chi può non avere uno senza l’altro, c’è chi sa scindere le due cose e trarne godimento da entrambe, c’è chi ne vuole una soltanto.
La prima frase della tua protagonista mi fa pensare alla terza categoria descritta, come se l’amore ‘annoiasse, come se il vero brivido risiedesse nel sesso, nella passione animalesca, ancora di più se in questo c’è uno scopo distruttivo e autodistruttivo.

Adoro il modo in cui descrivi questa relazione malata, questa consapevolezza della protagonista del dolore che lui le provoca, ma di come lei non riesca a farne a meno, di come il sesso appagante la renda in grado di andare avanti a lasciare che lui le frantumi il cuore.

E anche quando sembra riuscire a liberarsi, spezza la catena, comincia una nuova frequentazione, lui la ritrova, lo sbaglio ricomincia, ricade nel vortice e si accorge che lui vincerà sempre, lei può solo subire e quello che c’è fra loro è solo odio travestito d’amore.
Credo che finora dei tuoi frammenti che ho letto, sia stato il mio preferito.

Passiamo a ‘Le voci’
come sempre, linguaggio e immagini forti, un ragazzo nell’atto di darsi piacere con la foto nuda di una ragazza che conosce… e lui ce l’avrebbe anche un minimo di senso de pudore e anche uno straccio di romanticismo, però, no, non c’è niente da fare, a parlare è la sua mente malata di un maschilismo estremo, di un razzismo latente, di una misoginia mal celata.
Ed ecco che la ragazza che aveva scatenato in lui una qualche sorta di sentimentalismo diventa una troia come tante sulla quale sfogare i propri istinti… da come ci fai percepire il tutto, okay, per ora lo fa solo in modo privato, masturbandosi con una sua foto… ma chi ce lo garantisce che poi non l’andrà a cercare realmente per rendere tutto più orribilmente vivido?
quella voce fa paura, se quello era il tuo obiettivo, complimenti, ci sei riuscita pienamente.

scrivi ancora, tu DEVI.

Un mega abbraccio

Recensore Master
18/08/20, ore 21:05

ciaoo tesora, eccomi al nostro scambio libero. Ho preferito tenermi gli altri 2 frammenti per l'abc (ma ora che per adesso sono in pari con tutto quello che hai scritto... mi permetterai di leggere altro? *O*)
per quanto riguarda questo frammento... il solito pugno alo stomaco. Tu colpisci con le parole. Fai fare esami di coscienza alle persone fai riflettere. Rendi utto così vivido che fa quasi male leggerlo.
Hai espresso bene tutto il tuo rammarico, la delusione e la rabbia per quell'ipocrisia travestita da finto perbenismo di cui si macchia la gente per non sentirsi chiamare in causa, per voltare lo sguardo dall'altra parte... mi piace come hai voluto rircordare questo fatto di cronaca nera e come abbia voluto esternare tutte le emozioni e le considerazioni che ha scatenato dentro te.
C'è un'attenzione ai dettagli pazzesca, mi ha partiolarmente colpito questa frase:
* C'è molto silenzio in mezzo a un mare di grida. *

è vero, tu scrivi sempre di argomenti che ti stanno a cuore e ti prego di non smettere mai, perché lo fai divinamente, ogni storia che scegli di raccontarci, ogni genere che scegli di affrontare.

Recensore Master
09/07/20, ore 12:36

accidenti, questa drabble mi inquieta da morire.

Si sente tutto il disagio di questa ragazza che si sente come in gabbia, soffocata dalla famiglia, da un fidanzato che non la capsice (ma che scopa bene a quanto pare!)
la frase iniziale dlla madre fa pensare a un'educazione molto rigida che la ragazza deve avere avuto, magari con poche, pochissime manifestazini di affetto da parte di entrambi i genitori.
il gesto che la ragazza fa con la forchetta è forte, di grande impatto, angosciante, quasi horror... denota un profondo odio verso se stessa ed evidenzia la sua apatia, quel non sentire niente.
l'indifferenza del pare è gelida anche dopo che lei gli spiega ciò che ha fatto, nel caso non fosse abbastaza chiaro.
la madre che urla la capisco... e la figlia che si toglie la forcetta conficcata e si alontana come nulla fosse.
impressionante.
la gif (magari è tratta da un film drammatico, non lo so ) però fa ridere XD
bravissima, come sempre