Valutazione del contest "Personaggi da indovinare – Be My Valentine Edition"
VINCITRICE DEL PREMIO SPECIALE "BEST ANGST"
GRAMMATICA E RESA STILISTICA: 9.5/10
Dal punto di vista grammaticale, la tua storia mi sembra perfetta: non ho trovato nemmeno l’ombra di un refuso, il che è ottimo in generale, e ancor più lo è quando ci si trova davanti una storia tanto breve.
L’unico cruccio che ho, che però è più che altro un mio dubbio privo di fondamenta (non ti ho infatti sottratto punti per questo), riguarda l’utilizzo della prima virgola nella frase “Sei in ognuna di quelle donne, quando le sento gridare, quando il sangue cola al suolo, quando tutto si tinge di ombre”: omettendola, ho l’impressione che il risultato sarebbe stato più musicale e armonioso.
A prescindere da questo dettaglio, ho molto apprezzato innanzitutto la struttura circolare della storia, con quel ribadire in apertura e in chiusura “non ti ho mai amata”: potrebbe essere quasi un azzardo “sprecare” parole in una drabble ripetendo un verso, ma in questo caso credo che tu abbia gestito molto bene lo spazio a disposizione. Con una diversa impostazione, la storia avrebbe perso moltissima forza, e, oltretutto, alla luce della soluzione dell’enigma, questo ribadire un concetto tanto forte acquisisce un significato ancora più intenso, che dà a tutta la storia una forza e una capacità di ferire ancor più intensa.
Ho molto apprezzato anche il “registro atmosferico” che permea l’intera drabble: pur non essendoci metafore azzardate o giochi retorici particolarmente complessi, pur essendo i periodi piuttosto semplici e le scelte lessicali non particolarmente elaborate, si respira una certa raffinatezza per tutta la lettura: il messaggio è diretto e amaro, ha la forza di uno sfogo, di qualcosa lanciato in faccia, qualcosa strappato dal petto. Nella sua apparente semplicità, ogni frase, ogni parola ha un suo posto e un suo peso, e tutto contribuisce a creare un’atmosfera estremamente coerente di dolore e oscurità e decadenza che permea ogni singola riga. Ho trovato particolarmente significativi i paragoni con i segni fisici della morte e del dolore, soprattutto perché questo è molto coerente con le ombre e le paure di Voldemort, così spaventato da quanto esiste di mortale e meramente fisico.
Se non ti ho assegnato il punteggio massimo in questo parametro è soltanto perché, trattandosi in particolare di un testo molto breve, forse avrei preferito leggere qualcosa di leggermente più incisivo: leggendo, ho avuto come l’impressione di trovarmi davanti a qualcosa di molto raffinato, ma un po’ distante, qualcosa che resta un po’ in superficie (o meglio, che affonda le unghie, ma non tanto in profondità quanto potrebbe). Ci tengo comunque a sottolineare che si tratta di un lavoro di grande qualità, infatti il punteggio resta pur sempre molto alto.
COSTRUZIONE DELL’ENIGMA: 18/20
In generale, parlando del tema del concorso, ho apprezzato moltissimo l’originalità con cui hai declinato l’input iniziale: la tua è sì una lettera grondante di sentimento, ma è un po’ una lettera d’amore al contrario, una dichiarazione di disprezzo e di odio mossa da una forza sorprendente.
Ho apprezzato anche il fatto che i due protagonisti non fossero due innamorati, ma una madre e un figlio che non si sono mai conosciuti: questo rende ancor più forte la dichiarazione in apertura e chiusura della storia. Oltretutto, già questo potrebbe essere un modo per sviare un po’ il lettore: seppur non sia del tutto raro che San Valentino sia l’occasione di scambiarsi messaggi d’affetto non solo fra innamorati, ma anche fra parenti o amici intimi, a una prima lettura si potrebbe essere tentati di non percorrere questa strada, quindi sicuramente questo è un elemento a tuo favore.
Ho apprezzato anche molto il fatto che, per arrivare alla soluzione, fosse quasi necessario comprendere chi fosse l’autore di questo messaggio, nonostante la descrizione di Merope fatta soprattutto nella prima parte ricalchi in maniera perfetta il poco che sappiamo di lei dai libri, e quel che la sua famiglia pensa di lei (lei che è stupida, che è incapace, ha desideri sporchi e rappresenta la parte più “umana” e disprezzata da Voldemort).
Mi piace che questa sia una di quelle storie che apparentemente possono sembrare molto difficili da interpretare, ma che, una volta trovata la giusta chiave d’accesso, rendono evidenti i numerosi e precisi indizi che avrebbero da subito dovuto far capire di chi stessimo parlando.
Ho trovato particolarmente interessante l’insistere sull’attrazione di Merope per Riddle come di una colpa, come se fosse solo colpa di lei se il sangue di Voldemort si è sporcato.
Ho trovato quasi una cesura fra la prima e la seconda parte della storia: la prima parte mi è sembrata quella dove fossero maggiormente concentrati gli “indizi” per scovare Merope, mentre la seconda ammetto di aver fatto un po’ più fatica a inquadrarla ai fini del contest (se non fosse stato per il tema del contest, invece, l’avrei apprezzata moltissimo). Ho come avuto l’impressione che Voldemort vedesse Merope quasi come il simbolo di quanto ci sia di mortale al mondo, rivedendola nelle “debolezze fisiche” delle donne morenti. Quasi che lei fosse l’unica cosa che lo separa da un mondo immortale... e se da un lato comprendo che in un certo senso lei rappresenti la debolezza, il peccato, la caduta che ha portato Voldemort dall’avere potenzialmente il sangue più puro che potesse desiderare all’essere solo un Mezzosangue cresciuto in uno dei peggiori luoghi babbani, ho anche l’impressione che questo tipo di presentazione del personaggio possa portare un po’ fuori strada, perché se vogliamo la parte più caduca della stirpe di Voldemort risiedeva in Riddle Senior. A meno che tu ti riferisca al fatto che Merope sia morta “da babbana”, abbracciando la sua debolezza e umanità senza nemmeno cercare di ricorrere alle risorse di una strega, ma ammetto che in questo caso trovo il ragionamento leggermente forzato.
In ogni caso, trovo che tu abbia comunque fatto un ottimo lavoro nella costruzione di quest’enigma.
IC E CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI: 10/10
Da questo punto di vista, sono pienamente soddisfatta: innanzitutto, apprezzo molto che, pur essendo Merope la destinataria della lettera, il vero (e in un certo senso unico) protagonista della storia sia Voldemort.
Trovo che cimentarsi con la caratterizzazione di un personaggio del genere sia un’impresa molto rischiosa, perché si tratta di un personaggio molto complesso e che si potrebbe molto facilmente malinterpretare.
Tu, invece, hai fatto davvero un lavoro egregio: hai dato perfettamente voce ai pensieri di Voldemort, alla sua ossessione nei confronti della madre che non ha mai conosciuto e che ha sempre disprezzato, e lo hai fatto in maniera a mio parere molto interessante. Ho avuto l’impressione (magari mi sbaglio, ma la cosa a me è piaciuta molto) che accanto al Voldemort già adulto, già assassino, già Oscuro Signore con un suo regno del terrore ai piedi, emergesse anche la voce di un Tom Riddle più giovane e più fragile, un Tom Riddle che, forse, nel suo disprezzo nei confronti di sua madre nasconde tutte le sue debolezze e i suoi timori. Il suo voler ribadire in maniera chiara e inequivocabile, una volta per tutte, la sua mancanza di amore nei confronti di Merope, mi è sembrato quasi il gesto di un adolescente solo e arrabbiato, pieno di frustrazione nei confronti di una donna che non lo ha amato abbastanza da restargli accanto, condannandolo a una vita terribile in quell’orfanotrofio babbano.
Mi è piaciuta molto anche la seconda parte, quella in cui emergono le grandi paure di Voldemort (quelle che, forse, nemmeno lui sa davvero di provare), con tutti quei riferimenti molto oscuri al decadimento fisico e alla morte intesa quasi come un errore “umano, troppo umano” per uno come Voldemort. Infine, sembra quasi ovvio dirlo, ma anche il fatto che ben due volte Voldemort voglia dichiarare in maniera inequivocabile di non provare amore nei confronti della madre è chiaramente particolarmente azzeccato, dal momento che parliamo per antonomasia del personaggio che si contrappone a Harry proprio per la sua incapacità di amare.
Merope in realtà è un po’ una presenza/assenza, ma anche in questo caso sono molto soddisfatta della sua resa: lei è vista attraverso gli occhi accecati di odio di suo figlio, e la figura che ne emerge è molto coerente con ciò che sappiamo essere l’opinione che gli altri avevano su di lei nei libri. La sua incapacità, la sua essere una “peccatrice” a causa del suo sciocco desiderio, il suo essere indissolubilmente legata ad un destino tragico e del tutto privo di compassione.
Bravissima, davvero!
TITOLO: 5/5
Il titolo a me è piaciuto molto: è estremamente evocativo, e l’ho trovato particolarmente adatto ad una storia tanto oscura e decadente. Peraltro, magari si tratta soltanto di una mia interpretazione, ma ho trovato che quest’espressione, pur essendo apparentemente molto semplice, avesse più livelli di lettura, e la cosa mi è piaciuta molto: questa breve storia ci porta davvero dentro le ombre di Voldemort, e lo fa in molteplici modi. Lo fa mostrando quelle che lui crede essere delle ombre, le macchie nella sua stirpe, il peccato di sua madre che lo ha reso debole e figlio di un babbano, ma lo fa anche portandoci, forse inconsciamente, fra le sue ombre che altro non sono che le sue sofferenze, la sua infanzia solitaria e priva di affetto, e la sua paura per una morte che ha cercato in tutti i modi di sconfiggere.
Infine, l’ombra forse più grande, l’oscurità che ha reso possibile il suo regno di terrore, è proprio il suo non essere stato amato, e dunque la sua incapacità di amare.
Davvero un titolo che si compenetra perfettamente con la storia, essendone elemento complementare e arricchente allo stesso tempo.
GRADIMENTO PERSONALE: 4.5/5
La storia mi è piaciuta molto: ho apprezzato particolarmente il fatto che, a prescindere dalla richiesta del contest (che riconosco essere un po’ limitante), la tua storia si regga perfettamente anche da sola. Insomma, anche se a qualcuno non interessasse minimamente giocare a indovinare i personaggi, la tua storia ha comunque qualcosa da dire, e lo dice con tanta forza e molto bene.
Mi è piaciuto molto anche il fatto che tu abbia dato un’interpretazione molto personale al tema del bando, pur non uscendo fuori traccia, e ho adorato la precisione con cui hai caratterizzato un personaggio tanto complesso.
Non ti ho dato un punteggio pieno (ma si tratta comunque di un punteggio alto), soltanto perché ho trovato che inizialmente, durante le prime letture, la drabble faticasse un po’ ad affondare del tutto: è una storia molto bella, è scritta bene, affronta tematiche molto dolorose e complesse, ma lo fa forse un po’ sottogamba. Il che, se si fosse trattato di una storia un po’ più lunga, non sarebbe stato affatto un problema (anzi, adoro quel tipo di storie che ti colpiscono allo stomaco quasi in sordina, nascondendosi dietro un’apparente semplicità). In una storia tanto breve, forse, avrei preferito un guizzo in più, qualcosa che la facesse brillare e attirasse l’attenzione da subito.
Si tratta in ogni caso di una storia che mi è piaciuta molto, e so benissimo che, se già è difficile scrivere drabble, lo è ancor di più tenendo a mente lo scopo di questo specifico contest.
TOTALE: 47/50 |