Hi! :3
Qui Saroyan!
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Sì, lo so che recensisco questa storia a qualcosa tipo quasi venti giorni da quando è stata pubblicata, ma purtroppo le fanfiction in questo fandom sono così banali e scontate che raramente le apro per leggerle. Tuttavia- non avendo nulla da fare questa mattina- ho deciso di fare un giretto per la sezione e mi è saltata all’occhio la tua one-shot. All’inizio non ero molto convinta dalla presentazione, ma mi sono ricreduta una volta data una lettura. Quindi, mettendo da parte questi sproloqui inutili, passo a recensire seriamente.
La one-shot è abbastanza breve, ma scritta bene (non ho trovato alcun errore di nessun tipo) e con un ottimale uso del corsivo per i pensieri importanti- sto molto attenta anche a queste piccolezze quando leggo/scrivo una storia, che per quanto possano sembrar inutili, hanno una loro funzionalità. Magari solo la dimensione del carattere usata è un po’ troppo grande per i miei gusti, ma fa nulla.
Ti faccio innanzitutto i miei complimenti per la tematica trattata e soprattutto per come l’hai trattata. L’autolesionismo non è un argomento affatto semplice di cui parlare, e come mi è capitato troppo spesso di vedere, qui la gente pensa che sia un giochetto e lo tratta con una leggerezza tale da far venire i brividi dallo schifo. Ma nella tua storia è diverso- chiaro, altrimenti non sarei qui a scriverti.
L’introspezione psicologica che hai dato a Jeff mi è piaciuta moltissimo: cruda e realistica. Esattamente come dovrebbe essere. Ho adorato i dettagli del sangue, e soprattutto mi ha colpito il fatto che Jeff considerasse un’opera d’arte i tagli sul braccio- che non ho potuto fare a meno di ricollegare al fatto che nella Creepypasta originale si considerasse bellissimo dopo aver intagliato le guance in un sorriso. Ho apprezzato quindi tantissimo questo riferimento alla storia di Jeff The Killer (quella vecchia, non la nuova versione- sebbene io preferisca quest’ultima, ma vbb, dettagli-).
Inoltre, non posso che trovare ottimo come finale l’aggiunta della pioggia – personalmente quell’onomatopea ci sa bene come pioggia, perché qualcosa come ‘plick, plock’ avrebbe reso con tutta probabilità comica la scena e avrebbe distrutto tutta l’atmosfera dark creatasi in precedenza- e il fatto che Jeff considerasse opera d’arte anche una cosa così semplice, non ha potuto fare a meno di scoprire il suo lato più ‘umano’ e a parer mio anche fragile.
Altra cosa che ho apprezzato è proprio questa: la fragilità psicologica di Jeff. Perché per me Jeff è fragile. Ha una mentalità instabile- non inteso nel senso di ‘sono pazzo e uccido gente’, perchè questo è un concetto radicato sul personaggio di Jeff the Killer che per me va cancellato assolutamente, in quanto falso e assolutamente irrealistico- e questo si può cogliere anche dalla frase “Lui annegava il suo dolore psichico con l’alcol e l’omicidio, ciò che lui definiva come una medicina.”
Questa frase rappresenta quanto la sua mente traballi e quanto non sia sicuro, né tantomeno felice- perché vedere storie in cui Jeff uccide senza motivo, perché gli va e lo diverte, e senza alcuna introspettiva è qualcosa che davvero non posso sopportare.
Insomma, la tua storia è decisamente bella, e mi è piaciuta molto. Credo proprio che la infilerò tra i preferiti.
Spero di poter recensire qualche altra tua storia.
Alla prossima!
Saroyan
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