Recensioni per
Zattere sciolte
di Yunomi

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
19/04/21, ore 08:06

Confesso che l'associazione cognitiva Avenged Sevenfold/Monty Python finora era sfuggita perfino a me. Intanto comincio a ravvisare un pattern dentro i nostri racconti; M. Shadows che mesce vino, forse per questione di assonanza tra la terza persona singolare dell'indicativo del verbo "mescere" ed il suo nome; le fervide allegorie di carattere ornitologico sulla persona di Synyster Gates, ilare uccello calunniato; il signor Marcello, mio nuovo spirito guida ad interim.
Mi conosci bene, sai come scrivo e che ho piazzato Jimmy tra la vita e la morte più di una volta (salvo poi riportarlo sistematicamente alla vita, ma quello è un vezzo da Dr. Frankenstein al quale non sono disposta a rinunciare), ma lo preferisco così, come me l'hai dato anche tu: lì che meriggia pallido e assorto in California, con qualcuno accanto che sceglie lui, sempre lui e solo lui, come se non fosse un'alternativa ma un obbligo morale.
Beth e Celeste sono un equilibrio imprescindibile, forse due tra le mie preferite in assoluto (si scrive sempre a coppie, da queste parti, per il principio del Carabiniere).

Mia piccola Yunomi, tu non hai un talento: sei un talento. Spero ti coltivi, come si fa con i fiori, e continui a dipingere in una rada nebbia questi spaccati di vita e filosofia che sono quanto di più arduo ci sia al mondo da mettere in prosa; fragili come cristallo e impetuosi come onde - una contraddizione in termini, ma le contraddizioni funzionano meglio degli also spracht. Vivere senza raccontare sarebbe uno spreco, soprattutto per un’anima come la tua, che è una di quelle che sanno cambiare ogni cosa, sia il passato che il futuro. Continua ad esercitare la tua memoria poetica e dimentica che io abbia mai saputo usare correttamente la punteggiatura, non sono neppure le otto del mattino - mi ha svegliata la pioggia sul glicine.
In attesa che il governo vari una legge sull'uso del trattino, vorrei dire una parola sulla signora Ofelia Crespi; pare un nom de plume, ha la qualità farinosa del sogno, e mi è rimasto impresso proprio per questa sua infinita virtù - uno spazio strano e arioso, come la donna che lo porta. Però vorrei contraddirla su una questione che io reputo della massima importanza: non si fa quel che si può; si fa anche, e forse meglio, quello che proprio non si può fare. Anche Elanor Roosevelt diceva qualcosa del genere, ma vorrei evitare di tirare in ballo, come mio solito, squadre indisciplinate di statisti, scrittori e poeti per affidare alle loro dialettiche brillanti quelle che sono in realtà regole che si imparano sul campo, a forza di frontali con la realtà.

Avrei da dirti tante altre cose su queste Zattere che, nei miei occhi, ti somigliano così tanto; tutti loro, anche Michelle che butta chitarre in piscina quando in casa ha un ottimo camino.
Ubriachi di sonno e d'Irlanda, andiamo oltre.
Sono sempre tanto fiera di te.
(Recensione modificata il 19/04/2021 - 03:19 pm)

Nuovo recensore
05/03/21, ore 19:49

Oh, certo che può sembrare inutile
una stazione a chi non parte mai;
ma i treni che davvero portan via
non han fiori sui sedili,
ma da fuori non lo sai —
devi entrarci per sapere dove vai.

Irene, non aspettare più;
la spiaggia era d'oro per illuderci,
col vantaggio di non pensarci su...
Non è il tempo della volpe,
ora è il corvo il mio dio;
questo niente nella mano sono finalmente io.

(Questo è Roberto Vecchioni; quest’altra invece sono io: la risposta è dentro di te ma, come per tutti, è sbagliata. Concentrati, dunque, sulla domanda.

Mi incanti sempre, proprio nel senso che mi congeli dentro un istante; vorrei poter fare qualcosa per Celeste, ha bisogno di un po’ di conforto. Dio — diversamente da Ade — agisce per vie misteriose, fragorose, cilestrine, saltellanti e californiane. E qui Dio sei tu).

Nuovo recensore
28/02/21, ore 19:31

"Allegro non assai" mi ha inevitabilmente ricordato "allegro ma non troppo", quell'ineffabile professor Carlo Maria Cipolla che ci omaggiò, in tempi insospettabili, di quel breve capolavoro che è "Le leggi fondamentali della stupidità umana". Il che ci porta lontanissimi dal punto. Il punto è: ho amato questo capitolo di un amore da chioccia, un amore-Shadows, fervido e incontenibile. Passi dalla prosa alla poesia con il talento naturale dei grandi, impressionante soprattutto quando al lettore è dato di osservarlo nella cornice smerigliata della psicologia (a mio parere, il suo habitat naturale). Gli infiniti labirinti di cui immaginiamo siano composti questi martiri californiani delle nostre instancabili penne non finiranno mai di affascinarmi; mi ha resa molto felice leggerli in te. Quelli che offri sono ricordi e prospettive, e non è facile farlo nella stessa pagina.
La consapevolezza sa di anguria, hai perfettamente ragione.
Ora voglio scoprire come andranno le cose, però; disperdimi ancora in un cielo cilestrino (aggettivo che non uso mai; me lo hai fatto amare tu, piccola matta) oppure riportami in quel motel. Sono uno spettro curioso e paziente.
De Gregori qui, oltretutto, è perfetto: un salto di gioia dentro una stanza col soffitto basso.

Ti voglio bene.
Sempre e per sempre, la lettera
Q.

Nuovo recensore
25/02/21, ore 07:52

Anch'io, una volta, avevo due amici che andavano in modalità bodhisattva quando decidevano di costringerti a fare qualcosa; e su "chi sei, Norman Bates", il povero Synyster avrebbe dovuto avere l'onestà intellettuale di rispondere: "sì." Tipico di lui, tra l'altro, proiettare (in un attimo iniziale di disgrafia avevo scritto 'piroettare', che comunque non sarebbe stato impreciso).

Sono molto orgogliosa della qualità maieutica che hai dimostrato in questo capitolo. Mi sembra che tutto ticchetti al ritmo inesorabile del tuo metronomo interiore; riesci ad imporre ad ognuno di loro una certa grazia, nonostante il disordine emotivo perenne che regna sovrano quando di mezzo ci sono i ragazzacci della porta accanto. Sintetizziamo Brian nella fantasia secolare di noi al di qua del velo; vanesio, disorganizzato, impertinente, potenzialmente letale per il gentil sesso, capace di inusitata, preromantica lealtà solo verso Jimmy e incline a slanci occasionali di risolutiva e limpida saggezza. Sull'altro sedile della bilancia a due bracci nel parco giochi mitopoietico in cui vivono i nostri nichilisti californiani postmoderni, c'è Jimmy; invulnerabile al tempo e alle stronzate, sempre risolutivo, necessario, taumaturgico, struggente e poetico. L'uomo con la parola giusta, ultraterreno per diritto da quando è nato. L'ineffabile scintilla del divino che fa cortocircuito con l'umano e si tatua intorno al collo un paio di manette. Nei tarocchi della madre di Celeste non sarebbe stato il Matto, ma il Mago. So che lui ci tiene molto a contraddirmi su questa cosa, ma purtroppo regge la penna dalla parte dell'inchiostro e dunque si deve rassegnare alla mia interpretazione dei fatti. (Quanto aveva ragione Roland Barthes, comunque, quando diceva che non si riesce mai a parlare di ciò che si ama; ho capito, Roland, ora cambio argomento. Però considera anche Brunori; alla fine, dài, di che altro vuoi parlare?)

Questo mio sproloquio mattutino mi serve solo a dirti che li vedo entrambi, il labirinto e il filo. E che non vedo l'ora di leggere come l'istinto te li farà mandare a finire, questi quattro. Forza, prendi le misure e parcheggia alcune virgole.

So che l'ho già detto, ma sono molto fiera di te.

Nuovo recensore
21/02/21, ore 02:38

A me.
Importa a me.
Sono molto fiera di te (e molto curiosa di vedere dove si va).

Con tutto l’amore che sai,
Q.

Nuovo recensore
24/05/16, ore 22:07

Sono felice che tu sia tornata a scrivere su efp, avevo letto la FF di cui questa è il "sequel" e mi era piaciuta molto. Mi era dispiaciuto non ritrovare più le tue storie, quindi spero che continuerai a scriverne! Ora sono curiosa di vedere come continua questa storia, già per il fatto di ritrovare Beth che come personaggio nella precedente storia mi era piaciuta molto!

Recensore Junior
16/05/16, ore 21:34

Ieri notte ho iniziato distrattamente a domandarmi come mai, due volte su tre, Synyster sia deputato alla categoria di azioni umane comunemente indicata con la dicitura Cazzate Grandi Come Una Casa. E me lo sto tuttora chiedendo, scorrendo divertita e preoccupata le righe di questa storia, abilmente tessuta intorno ad una tragedia che fa sempre scalpore, un manipolo di criminali tatuati socialmente incapaci e due misteriose, bellissime ragazze.
Una delle cose che più mi piace delle tue storie è come riesci a mescolare humor e dramma. Se può essere facile descrivere emozioni, non lo è affatto sottintenderle, velarle, stemperarle in un contesto che le renda umane e vere per chi legge. Riesco davvero a entrare in empatia con i tuoi personaggi, avverto il disappunto, l'ossessione, l'esasperazione, la follia. Sento persino l'amore.
Bravissima.

Gatto Magro