Buonasera, spero che sia una buona domenica!
Non mi capita spesso di trovare una fanfiction riguardante i fondatori di Hogwarts (anzi, direi quasi mai), per cui appena ho notato la presenza di un'idea nei loro riguardi mi sono subito precipitato per vedere di cosa si trattava nella sua totalità.
Devo dire che mi ha lasciato un alone di mistero e al contempo di magia che era parecchio percettibile già con l'introduzione, e nonostante la brevità giustificabile della fic ammetto che è stato un piacere leggerla e vedere una rappresentazione caratteriale fedele e opposta tra i due (in Salazar questo spicca maggiormente, forse essendo il protagonista della vicenda).
L'atmosfera risulta essere tetra e via via sempre più angosciante e drammatica, adagiata in una stesura grammaticale che alterna stralci di narrazione oscuri ma curiosi a descrizioni talvolta quasi al limite del didascalico, creando un contrasto niente male e anche curiosità riguardo il rapporto tra Godric e Salazar e la cieca ambizione di quest'ultimo.
Vedere come Godric sia in un certo qual modo affezionato al Serpeverde (o quantomeno sia consapevole dei grossi rischi nei quali si caccerà) e come le sue parole poi riecheggiano nella mente mentre sta esalando gli ultimi attimi della sua vita fa il suo sporco effetto, mostrando anche l'irresistibile forza del famiglio, un animale pericoloso che fa fuggire anche animali come i ragni (per citare il secondo capitolo della saga).
Succede tutto in un attimo, con dei movimenti che suscitano quegli elementi narrativi da thriller che annunciano il tramonto di un animo piuttosto ambizioso, forse anche troppo, che voleva semplicemente fare la sua differenza in un modo che non accoglieva affatto le sue idee, la sua personalità arrogante e lucida, forse troppo brillante per il periodo in cui ha vissuto.
In sostanza, trovo che sia una storia carina, che ha il pregio di plasmare diversi tipi di emozioni diverse con la scrittura e l’idea stessa e di creare una curiosità crescente in un momento specifico dove tutto era diverso e così pragmaticamente misterioso.
Buon lavoro, senza dubbio!
Un abbraccio,
Watashiwa
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