Los, eccomi!
Aiuto, Los, come sono felice di rileggerti!
E per di più con una storia così particolare!
Mi ha commossa sul serio, è meravigliosa!
E il momento che hai scelto è… E’ già di suo un momento devastante, e tu lo hai reso alla perfezione!
Ho amato la tua scelta di raccontarlo da diversi punti di vista: ha reso ancora meglio quanto il momento sia grave, e quanto abbia coinvolto tutti, ognuno a suo modo.
Ma soprattutto ho adorato i mille dettagli che hai usato per sottolineare la gravità e il terrore di questo episodio: i ruoli invertiti, le descrizioni, le abitudini di tutti che vengono sconvolte dalla situazione… Sono dettagli piccoli e grandi che hanno creato un insieme perfetto, e davvero, non so dirti quanta angoscia mi abbiano trasmesso!
Tre dettagli mi sono rimasti particolarmente impressi.
Primo fra tutti la questione della trasmissione del pensiero.
E’ qualcosa a cui non avevo mai pensato, e che mi ha colpita veramente tantissimo!
Penso che sia un’idea giustissima, assolutamente plausibile, e soprattutto… terribile.
Pensare a tutti gli elfi presenti alla festa, a tutto il loro terrore, a cui poi si è aggiunto anche lo spavento dei Teleri quando si sono alzate le onde è già di per sé un’immagine straziante, ma l’immagine di tutti gli elfi che, in preda al terrore, riversano in tutte le direzioni i loro pensieri è stato.. Oddio, è atroce anche solo da immaginare!
Poi la tua descrizione della luce che cala inghiottita dall’ombra di Ungoliant, questa immagine dell’oscurità che avanza, sempre più fitta e inquietante mano a mano che si susseguono i tre punti di vista… Mamma mia, hai reso perfettamente ciò che devono aver visto e provato gli eldar difronte a questo orrore, mentre leggevo mi sentivo anche io soffocare dall’angoscia…
Infine, ho amato come hai reso non solo i punti di vista dei tre figli di Feanaro, ma anche come sei riuscita a dare spazio anche agli abitanti della fortezza: hai descritto benissimo tutto il loro panico, come alcuni reagiscano con le grida o correndo avanti e indietro nel tentativo di fare qualcosa, mentre altri rimangano semplicemente paralizzati, come tutti comunque cerchino rifugio in un posto sicuro, dove sono certi di trovare altri, e finiscono tutti nel piazzale…
E’ un momento di panico totale per tutti, e tu lo hai reso perfettamente.
Passando ai tre protagonisti: questi primi tre punti di vista sono stati un opiù straziante dell’altro: mi hanno colpita tutti, e mi è piaciuto tantissimo come sei riuscita a collegarli tutti, tramite un’immagine, o una descrizione, o un riferimento: ha reso perfettamente come stia avvenendo tutto contemporaneamente, ed è come avere i tre punti di vista davanti quasi nello stesso momento: mi è piaciuto davvero tanto!
Partendo da Nelyo: il suo è un POV che mi ha fatto davvero piacere trovare, sia perché mi piace il suo personaggio, sia perché amo come riesci a renderlo, ed ero curiosa di leggerlo anche in questa storia.
Per quanto Nelyo tenga sempre la mente chiusa, non mi sorprende che i pensieri lo abbiano raggiunto con tanta intensità: in fondo è anche lui una persona sensibile, lo dimostra anche solo come si sia sempre occupato dei suoi fratelli, e qualcosa del genere lo avrebbe di sicuro toccato.
In più, una parte dei suoi pensieri era sempre legata a Finno, nonostante tutto, e il fatto che si preoccupi subito per lui lo dimostra.
La sua reazione è un altro punto che mi ha colpita tanto: a Nelyo la razionalità serve come appiglio contro la paura, è il suo modo per affrontare la situazione con calma e con lucidità.
E in questo periodo di esilio e di tensione immagino abbia fatto ricorso a questo appiglio più che mai.
Ma ciò che vede in questo momento, ciò che sente attorno a sé e nella sua mente, rischia di essere troppo anche per questa sua soluzione contro la paura.
Per quanto cerchi di aggrapparcisi ancora, e per quanto, alla fine, ci riesca, più volte questo tentativo di mantenere sempre la razionalità e di fare sempre ciò che è giusto o ciò che gli viene chiesto viene meno, e prende il sopravvento la sua parte più impetuosa.
Il desiderio di Nelyo di voler restare accanto al nonno, per esempio, e la decisione, presa anch’essa d’istinto, di correre subito a cercare il padre, la madre e Finno.
Sono decisioni irrazionali, si, che Nelyo ha dovuto e voluto mettere da parte per fare le scelte razionali che gli sembravano necessarie e che ci si aspettava da lui.
Eppure allo stesso tempo sono decisioni di cui lui è consapevole, e su cui ha ragionato, fino a ritenerle comunque la cosa giusta da fare.
Mi piace davvero questo alternarsi di impeto e di raziocinio in lui, penso sia una resa perfetta del suo personaggio!
Vederlo così pronto anche a gettarsi in aiuto dei suoi cari mi ha colpita.
Perché penso anche io che Nelyo sia così: razionale si, pronto a fare la cosa più giusta, ma che in lui ci sia anche questa parte più impetuosa, più pronta a lanciarsi con coraggio contro un pericolo, o , come in questo caso, in aiuto di qualcuno, ancora di più se si tratta di persone che gli sono care.
Meraviglioso poi il dialogo tra Nelyo e Finwe!
E’ un dialogo che ho adorato leggere, sul serio, perché l’idea di vedere una scena con questi due personaggi mi incuriosiva davvero tantissimo!
Mi ha colpita come, sia nella visione di Nelyo, sia nell’effettivo comportamento di Finwe si intreccino il finwe re dei Noldor e il Finwe nonno.
Nelyo è pronto ad ubbidire agli ordini di Finwe, perché ne riconosce l’autorità e sa che ciò che Finwe gli sta ordinando è la cosa giusta da fare, ma allo stesso tempo ha di fronte suo nonno.
Mi ha commossa come Nelyo cerca conforto nel nonno, nella sua calma, nella sua sincerità, nelle risposte che Finwe da alle sue domande inespresse. Perché Finwe ha intuito tutto ciò che passava nella mente di Nelyo, ogni preoccupazione e ogni dubbio, e ha cercato di rassicurarlo, in quel poco tempo che gli era concesso,e nonostante ci fosse l’urgenza di organizzare una fuga.
La carezza finale di Finwe a Nelyo mi ha davvero commossa: mi ha commossa questo momento di tenerezza che Finwe dedica al nipote, già consapevole che sarà l’ultimo, e come Nelyo, altrettanto consapevole, cerchi di prolungarlo il più possibile, dato che non potrà restare accanto a suo nonno e che non può fare niente per fargli cambiare idea.
E’ in assoluto il momento più dolce di tutta la storia, e lo amato tantissimo!
E tornando a Finwe: ho amato il modo in cui lo hai reso. E’ semplicemente perfetto.
Calmo, pacato e estremamente sincero, ma anche fiero e deciso: è esattamente così che ho sempre immaginato Finwe!
La sua calma di fronte alle tenebre, la sua totale consapevolezza di ciò che sta succedendo, e di chi sta per assaltare Formenos: sono anche io certissima che Finwe abbia capito tutto subito. Ogni cosa.
Che stava per arrivare Morgoth, che non era solo, e che qualsiasi difesa sarebbe stata inutile.
E altrettanto in fretta ha deciso di rimanere ad aspettare l’arrivo di Melkor, perché lui conosce la tenebra di Morgoth, e non ha paura di affrontarla: essendo nato e cresciuto nel crepuscolo, questa paura fa semplicemente parte del suo vissuto.
E alla fine questi ricordi del suo passato si sono uniti ai ricordi più recenti del male che Morgoth ha fatto alla sua famiglia e alla sua gente, e Finwe ha deciso che ora per lui è il momento di affrontare veramente l’artefice di così tanta sofferenza.
Inoltre,altra cosa che ho adorato della resa del personaggio, Finwe è consapevole di tutto ciò che sta succedendo alla sua gente, e di tutto ciò di cui ha bisogno.
Lo si vede dai piccoli dettagli: mi è parso che per un momento anche lui stesse sentendo il peso di tutte le voci e la disperazione che provenivano dagli elfi che avevano assistito alla morte dei Due Alberi, per esempio.
Oppure... Io dietro quel suo sapere esattamente quando accendere tutte le luci ci ho visto anche un tentativo di fare più luce possibile prima che calasse sul serio il buio, per rassicurare un popolo composto per la maggior parte da persone che sono nate e cresciute sempre alla luce dei Due Alberi.
Finwe non sarà più il Noldoran ufficialmente, ma resta comunque il signore dei Noldor, ed è consapevole di tutto ciò che sta succedendo al suo popolo e di tutto ciò di cui ha bisogno, e lo è proprio in virtù di aver vissuto a Cuivienen, e di aver guidato i Noldor per così tanto tempo.
E ci sta che in questo particolare frangente tutta questa sua forza e questo suo carisma si sentano in maniera particolare, proprio davanti a questo nuovo orrore.
Ma per prima cosa Finwe vuole mettere al sicuro i suoi nipoti. Per questo vuole che Nelyo ubbidisca ai suoi ultimi ordini, per questo si ritrova a comportarsi da re, oltre che da nonno.
Ho proprio avuto la sensazione che la paura più grande di Finwe fosse che i suoi nipoti, per un motivo o per l’altro, non facessero in tempo a mettersi in salvo.
Passando a Tyelko: mi ha colpita il modo in cui ha chiuso fuori ogni voce che è in grado di sentire. Non tanto i pensieri disperati degli elfi che arrivano da Valimar e da Tirion, ma ancora prima qualsiasi voce: degli animali, delle piante, di tutto e di tutti.
Ciò che è successo lo ha colpito, ha messo in dubbio molte cose in cui prima credeva, a cominciare da Orome e i suoi insegnamenti, e la sua reazione istintiva per sopravvivere a questo colpo e chiudere tutto fuori e lasciare che le cose facciano il loro corso.
Ma ormai è talmente abituato a registrare ogni cambiamento, a intuire ogni cosa attraverso il più piccolo segnale, che non ha potuto non accorgersi prima di tutti che c’era qualcosa che non andava, che c’era un pericolo nell’aria che non riusciva a capire.
In parte lo ha aiutato il suo legame con Huan, ma si sente che anche lui lo aveva intuito, in un modo tutto suo.
E quando inizia a sucedere, quando Huan lancia l’allarme, Tyelko è già pronto, in fondo non aspettava altro che quel pericolo si rivelasse.
E non mi sorprende che il suo primo istinto sia di correre a cercare Curvo.
Il legame tra Curvo e Tyelko è qualcosa su cui ho iniziato a riflettere solo da poco, quando ho voluto andare oltre all’antipatia che mi ispirano questi due personaggi, e mi sto rendendo conto di quanto tra questi due fratelli ci sia un legame particolare, forte quanto quello tra Nelyo e Kano, anche se molto diverso, dato il carattere particolare di Curvo e Tyelko.
Tyelko è istintivamente protettivo verso Curvo, sia perché è più piccolo sia perché è in qualche modo il suo protetto, ancora di più di quanto lo siano i gemelli.
E ora che c’è un pericolo, spera forse che il bosco e il fatto di essere insieme protegga i gemelli, (anche se sono sicura che un pensiero lo abbia rivolto anche a loro), e lui invece deve andare ad avvertire e a proteggere Curvo.
La questione delle mille regole non scritte su chi deve entrare nella forgia e quando e come mi ha fatto sorridere: tipico di quel pignolo perfezionista di Curvo XD.
Ed è tipico di Tyelko infrangere queste regole senza pensarci su e senza rimpianti, se c’è un’emergenza.
E curvo, nonostante tutte le sue proteste per tutte queste regole infrante, intuisce subito che qualcosa non va, perché anche a lui non sfugge niente, e perché in fondo conosce molto bene suo fratello, e sa che fa così quando c’è sul serio un problema.
Curvo che si preoccupa subito per suo padre, ancora prima di capire cosa è successo mi ha in parte fatta sorridere in parte fatta arrabbiare: mi ha fatta sorridere perché lui farebbe veramente di tutto per suo padre, gli è talmente legato che non può non pensare subito al fatto che suo padre in quel momento non è lì con lui a Formenos, cosa che non gli piace, non lo fa sentire tranquillo.
Mi ha fatto arrabbiare perché... insomma, Curvo, di tua moglie e di tuo figlio non ti preoccupi?
In particolare di tuo figlio… Non hai paura che possa succedere qualcosa a Tyelperinquar?
Il momento di malinconia di Turko è un pezzo che mi ha colpita: penso che si, Tyelko sapesse tutto di Curvo, ma veramente tutto.
Sa che somiglia al padre solo in apparenza, ma che in realtà è diverso, e che c’è qualcosa, una sua ossessione, un suo orgoglio, che lo spinge a voler essere uguale al padre in tutto, anche là dove esserlo gli costa fatica.
Ma soprattutto mi ha colpita come Tyelko si chieda se questa recita, questa “gabbia” sia una protezione, di cui Curvo potrebbe anche fare a meno, se volesse, o se sia un sostegno fondamentale, senza cui sarebbe talmente perso da non riuscire più a reagire.
Ed è ovvio che, in una situazione di pericolo, vedere qualcosa di inconsueto come la compostezza di Curvo che vacilla faccia pensare a Tyelko che forse si, è meglio se quella gabbia per ora resta a proteggere il fratello, o a sostenerlo.
Vedere i due fratelli muoversi in sincronia perfetta, intuendo l’uno i gesti dell’altro senza bisogno di guardarsi è stata lascena che secondo me li ha rappresentati meglio: li ho sempre immaginati così!
E ci sta anche che a questo punto Tyelko lasci andare avanti Curvo: avere una spada in mano lo ha portato a riaprire la sua mente a tutte le percezioni,e ha anche lui la situazione sotto controllo, a suo modo.
Mi è piaciuto veramente molto come hai descritto tutte le sensazioni, i dettagli, gli odori che nota Tyelko, come riesca a vedere e a intuire così tante cose in un solo sguardo, in un solo momento, e come sia pronto a reagire a tutto.
E infine Moryo: lui proprio non me lo aspettavo, ed è stato interessante leggere anche il suo punto di vista!
Un altro personaggio che hai saputo rendere perfettamente, secondo me!
Moryo che preferisce stare in disparte, che, non essendosi legato particolarmente a nessun fratello, ha imparato ad apprezzare questa situazione e il fatto di non avere nessun ruolo in particolare, tanto che ora si trova bene solo in questo ruolo, e non si sente in grado di aiutare nessuno, e non ama stare con le persone, o parlare con loro.
Si è ritagliato il suo posto: se deve è pronto a fare la sua parte nel modo che gli sembra più giusto, ma non intende fare né più né meno di questo.
E tu hai reso benissimo nel tono e nei termini che hai usato il suo carattere schivo, il suo essere sbrigativo, il suo aggrapparsi solo di poche ma ferme decisioni e da certezze.
Il modo in cui si concentra sul progetto su cui sta lavorando è un buon esempio di quanto sia arrivato a preferire la solitudine, da impiegare per fare il suo lavoro e basta:per lui in quel momento non esiste nient’altro, non può né deve esistere altro.
Non gli importa di sporcarsi col gesso, non fa caso alla luce che cala, scaccia via i pensieri degli altri eldar senza nemmeno rendersene conto. Sono distrazioni, e in quel momento lui non ne vuole.
Solo quando qualcosa si scontra con le sue certezze allora si risquote: Nelyo che non urla mai sta urlando, e questo è una certezza che crolla, è qualcosa che non può liquidare per prestarci attenzione più tardi.
Eppure mentre va a cercare Kano continua ad aggrapparsi alle altre certezze: ad Aman non può succedere nulla di troppo grave, la luce non sta scomparendo veramente.
E’ solo quando vede con i suoi occhi il buio che ingoia la luce e anche l’altro suo fratello maggiore che non si comporta come dovrebbe che tutto crolla, e a lui tocca far fronte a questa situazione.
E la situazione lui in realtà la sta capendo fin troppo bene: sa cosa sta facendo star male Kano, e avrebbe anche voglia di consolarlo, ma questo significherebbe assecondare le certezze che crollano, e lui proprio non ce la fa.
Riesce ad aiutare Kano, ma è anche pronto a ritirarsi subito, nel timore che gli sia richiesto più aiuto di quello che riesce a dare.
Nonostante tutto, mi ha intenerita come riesce a dare un minimo di conforto a Kano!
E a proposito di Kano… Vederlo così mi ha fatta stare malissimo, volevo abbracciarlo!
Lui i migliaia di pensieri terrorizzati non li ha fermati, non li ha voluti né potuti fermare, e non oso nemeno immaginare cosa debba essere stato riceverli tutti pienamente!
Kano, che è sensibile, che non ha mai chiuso la mente a nessuno e che è attento a chi gli sta intorno, è semplicemente crollato difronte a tutto questo, peggio ancora perché mentre percepiva quelle ondate di disperazione, vedeva il buio crescere.
Non mi pare si sia ripreso del tutto, anche se sta andando a unirsi ai suoi fratelli, e questo mi preoccupa…
Gli ci sarebbe voluto Nelyo, ma Nelyo ora è preso dai preparativi e non può abbandonare il suo posto, anche se sono sicura che senta quanto sta male Kano…
Complimenti davvero, Los, tantissimi tantissimi complimenti!
Ho adorato questa prima parte, tutti i dettagli che hai inserito, e come hai reso perfettamente le tre voci dei protagonisti, ognuna diversa dall’altra, nel modo di esprimersi, di descrivere, di raccontare ciò che sta succedendo.
E ho amato come hai descritto altrettanto bene gli altri tre protagonisti secondari visti attraverso gli occhi dei principali, caratterizzandoli alla perfezione ma senza perdere il punto di vista che li stava guardando.
Non smetterò mai di complimentarmi con te per tutto questo!
Un abbraccio!
Tyelemmaiwe |