Recensioni per
Everybody needs a hero
di taisa

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
19/07/16, ore 16:25

Una storia nitida come fosse scorsa - giusto per restare in tema - sul grande schermo di un cinema. Si vedevano bene i passi trascinati di Vegeta sulla moquette rossa del multisala, la voglia di utilizzare le sue tecniche per liberarsi di quel supplizio, l'attesa dei due bambini fuori la porta del bagno, ed ho adorato l'espressione buffa delle sue guance pizzicate dalla moglie con un'intimità ed una naturalezza che solo lei poteva avere. Un Vegeta perfettamente in parte, seppur costretto a mescolarsi tra comuni terrestri. E alla fine ne esce come un padre non diverso da tanti, con l'ansia comune a molti di non essere mai all'altezza. Complimenti!

Recensore Master
13/07/16, ore 13:31

Nel mondo del maestro Toriyama, i supereroi con tanto di maschera e mantello sono una versione comica e a dir poco imbarazzante di quelli che siamo abituati a vedere sui grandi schermi. E non è un mistero che anche con il termine eroe bisogna andarci piano, perché i personaggi che siamo abituati a frequentare in DB molto spesso sono più impegnati a soddisfare bisogni personali, vendette, occasioni per mettersi alla prova e magari solo di tanto in tanto si ricordano di proteggere i loro cari in maniera totalmente altruistica XD. Niente di strano che allora Vegeta, che già di per sé non sarebbe il più affabile degli esseri viventi, si ritrovi ad apostrofare le facce da locandina con l’edificante epiteto di idioti e a paragonare due ore al cinema addirittura all’inferno.
In questa storia viene praticamente costretto da Bulma ad accompagnare Trunks e l’inseparabile Goten a vedere un film, e si trova suo malgrado a immergersi totalmente in una circostanza del tutto terrestre e a farci due conti. E se la descrizione di un pomeriggio in un cinema infestato da bambini è il pretesto per abbozzare un racconto molto divertente che vede il principe dei Saiyan alle prese col suo autocontrollo, tra le righe si nascondono tanti dettagli, occhiate in tralice e pensieri appena accennati che balenano in qualche espressione rubata (in perfetto stile Toriyama), che ne fanno una storia molto più intensa ed emozionante di quello che vuole apparire.
Vegeta si trova, suo malgrado anche in questo caso, ad avere a che fare con le famiglie terrestri, ma soprattutto ad osservarle e a paragonarsi inconsapevolmente ai padri che incontra al cinema. E questo gli fa venire dei dubbi su se stesso. Mi piace tanto questo Vegeta che osserva tutto ciò che gli succede intorno quasi senza volerlo, registrando tutto istintivamente manco fosse una tattica di guerra e rimuginandoci su, anche se poi in concreto è più impegnato a evitare di ridurre in cenere il cinema con un Final Flash. Ma forse anche il suo intuito formidabile non funziona così bene quando si tratta di applicarlo a se stesso. Goten gli ricorda costantemente Kakaroth, ma non si rende conto che in fondo anche Trunks è in qualche modo la sua copia. E soprattutto non si rende conto che suo figlio è letteralmente innamorato di lui (a prescindere dal fatto che il piccoletto ha visto davvero quel lato di Vegeta che era realmente eroico), e che la sua passione per i supereroi del cinema altro non è che uno dei tanti aspetti del suo essere un bambino terrestre, oltre che un saiyan. Esattamente come quando evita di volare in pubblico perché sua madre si è raccomandata di non farlo, Trunks è perfettamente a suo agio in un cinema come lo è quando si trasforma in super saiyan e combatte contro mostri alieni… E forse è proprio questo che Vegeta deve ancora “imparare”. Ma diciamo che è sulla buona strada, perché se si trova a constatare seriamente che maschera sugli occhi e mantello non sono adatti ad un vero combattimento, allo stesso tempo si irrita ascoltando i due bambini paragonare la sua forza e quella di Goku a uno stupido cartone animato.
Ok, forse questo è il massimo che si può pretendere dal principe dei saiyan. Per tutto il resto ci pensa Bulma a fare da maestra, con un modo tutto suo di prenderlo per i fondelli e al contempo dimostrargli ancora una volta la sua capacità di capirlo. La scena finale, in camera da letto, descrive l’intimità e l’amicizia tipica di un rapporto ormai maturo, che trascende l’immagine sensuale che siamo abituati a leggere in tante fan fiction, e ci fa vedere un lato tenero e affettuoso dei due che chiude la storia con un sorriso più misurato, che resta memorabile anche dopo aver chiuso la pagina.
Fine Polpettone.
Grazie per questa bella storia.
Baci, lilac.