Recensioni per
NE RESTERÀ SOLTANTO UNO
di TigerEyes

Questa storia ha ottenuto 732 recensioni.
Positive : 732
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
11/04/20, ore 17:12
Cap. 22:

E’ assurdo ma ogni volta che finisco di leggere un capitolo e scrivo una recensione mi trovo a dire la stessa cosa: con questo capitolo ti sei superata! Ed è vero. Uno capitolo vai sempre meglio, dai sempre di più e la storia diventa sempre più viva e appassionante. Il climax in NRSU è in continua ascesa! E ti sei superata anche per quanto riguarda la lunghezza del capitolo e non posso che esserne contento visto quanto mi sono goduto la sua lettura. Come sai cerco di mettere in evidenza più passaggi possibile e riportare più frasi possibile che mi hanno colpito, ma stavolta la vedo dura a meno che non faccia copia-incolla di tutto il capitolo.
Cerchiamo quindi di andare in ordine, partendo prima dal generale e poi passare al particolare. Innanzi tutto vorrei portare l’attenzione su qualcosa che manca rispetto al passato: gli occhi. Prima tutte le emozioni passavano sempre attraverso di essi, specchio dell’anima. E così vedevamo la realtà dei sentimenti che covavano dentro ai cuori dei personaggi e che non avevano la forza di venire alla superficie. Ora però tutto è esploso e i sentimenti finalmente sono venuti fuori con una forza dirompente! così dirompente che mi ha davvero commosso, e che ha fatto altresì passare in secondo piano la necessità di usare lo “strumento occhi”. Anche se ovviamente hai usato sempre questi organi, ma ho notato che giustamente hanno un ruolo più secondario rispetto al passato.
Altro elemento che ha subito una simile “inversione di rotta” è stato il modo di camminare. Ricordiamo infatti che Ranma volava e camminava quasi senza sfiorare il terreno perché voleva distaccarsi dal mondo che lo circondava. Ora invece si trova a usare la tecnica del volo (a proposito ottima scelta per il nome giapponese di questa tecnica) per trasportare Akane (che lo “àncora” al mondo materiale) spinta da una gran fretta e urgenza di ritornare al villaggio dei demoni.
Altro elemento che riguarda la storia in generale è il concetto del fuoco. In passato vedevamo negli animi dei personaggi molto fuoco che covava e/o che veniva spento o che rischiava di essere spento, ma era là pronto a divampare. Ora, per assurdo, grazie a un incendio reale il fuoco che era dentro i loro animi divampa e non si arresta, proprio come l’incendio che ha divorato il villaggio dei demoni. E bruciando, questo fuoco ha portato alla luce tutto quello che era sepolto negli animi dei due protagonisti e ad in un certo senso contagiato pure noi lettori, perché mentre io leggevo sentivo pure io questo fuoco dentro di me che divampava.
Ora passiamo ad analizzare le tre macro-categorie in cui è suddiviso il capitolo, ossia le parti relative a Kodachi, a Ryoga e Akari, e a Ranma e Akane.
Inizierò con la parte relativa a Kodachi, sia perché è uno dei miei personaggi preferiti ma anche perché è la più breve delle tre. Potrei definire la scena in cui questo personaggio opera come una piccola pietra preziosa o, meglio, proprio come una rosa nera! E’ una parte piccola, “delicata”, che si svolge con un sorriso e senza violenza apparente, ma si sa…le rose hanno le spine. E questa rosa è per giunta nera…E difatti in questa parte si parla con disinvoltura dell’uccisione di un bambino, anche se immortale. Ma non solo: questa rosa la definisco nera anche per la genialata del piano di Kodachi che ha escogitato una mistura per attenuare la reminiscenza! E’ davvero diabolica e, sotto un aspetto bello e delicato, nasconde davvero tante spine! Complimenti! E che dire di come assorbe la “giovane reminiscenza”: “Oh sì, che sensazione sublime…Il corpo tremò appena, ma ciò non diminuì il suo appagamento. I brividi avevano pervaso comunque tutto il corpo, come dopo una notte di sesso. Ranma…” e questo accennare al nome dell’amato in un momento così esaltante e macabro al contempo fa pensare al peggio…ma non vedo l’ora di leggerlo.
Per quanto riguarda le parti relative a Ryoga e Akari. Le sensazioni che mi hanno trasmesso leggendole sono dolore, confusione, disperazione, “oscurità della ragione” e oppressione/pesantezza. Sei stata magistrale nel descrivere lo stato d’animo di una vittima, tempo dopo che ha subito l’aggressione. Tutte le fasi psicologiche di Akari sono descritte in maniera arcivera! Basta una semplice descrizione delle sue labbra e dei suoi occhi per far capire la sua condizione: “Le labbra sarebbero rimaste esangui a dispetto del trucco. Per gli occhi, invece, non sarebbe mai esistito artifizio capace di restituire loro la vita”. E che dire di un piccolo gesto che potrebbe passare inosservato ma che secondo me ha un gran peso? “rispose posando sottosopra lo specchio in grembo con un sospiro”, come se non avesse neanche la forza di guardarsi in uno specchio perché credo che il vedersi in qualche modo le ricorderebbe la sua condizione di dolore e di vittima. E il fuoco che divampa fra e intorno a Ranma e Akane divampa pure qua. E’ la prima volta che Akari esplode e parla chiaramente a Ryoga. L’escalation nella trasformazione di Akari, di questa povera bambola rotta che sta lottando per cercare di tornare una persona, è impressionante: “Un’Akari traboccante d’ira, che pur con le lacrime agli occhi lo fissava come se volesse ucciderlo. E allo schiaffo seguì un pugno contro il suo petto” fino a giungere alla constatazione dell’amara verità che tanto dolore ha causato: “Avevi giurato che con te sarei stata al sicuro! Lo avevi promesso! E guarda ora! Perché non hai fatto di me la tua concubina? Io ne sarei stata felice! Invece guardami! Guardamiiiii”. Se Ryoga avessa avuto più polso lei sarebbe stata al sicuro. Che storia drammatica e come hai reso perfettamente l’animo indeciso di Ryoga, che pur sempre rimane un paladino pronto a lanciarsi in ogni crociata: “Se solo avesse potuto estirpare il dolore dal suo petto e farlo proprio”. Brava! Ryoga è pur sempre il solito ingenuo idealista e insieme eroe drammatico che, se nella Takahashi faceva ridere per la sua sfiga e drammaticità, qui assume un ruolo di tutto rispetto.
E ora passiamo finalmente alla parte che definirei clue e che tanto ho atteso, quella relativa al rapporto fra Ranma e Akane. Tutto inizia in maniera leggera, con Sayuri che si imbufalisce contro Ranma perché questo ultimo non ha colto l’occasione di farsi Akane…problema molto leggero rispetto ai problemi che arriveranno alla fine di questo capitolo sconvolgendo il mondo di tutti, sia quello dei lettori che quello dei personaggi. All’inizio tutto sembra leggero, soprattutto quello che dice e viene detto a Sayuri, “gatta in perenne calore che non sei altro”, che si scopre essersi fatta persino Ryoga. Sono morto dalle risate. Ma temo che tutto questo umanizzare questo personaggio per farcelo amare serva solo a farci provare più dolore più avanti. Sei diabolica ;-) Qui all’inizio Ranma si preoccupa solo del sorriso di Akane, che vorrebbe “non si spegnesse mai”…quant’è profetica questa frase. Qui Ranma ancora cerca di tenerla lontano alzando le più assurde barriere: “Lei non deve amarmi! Deve temermi, odiarmi, disprezzarmi, tutto ma non amarmi, maledizione”. Preferisce tenerla lontana che saperla in pericolo: “Non voglio vederla fare la fine orribile delle altre, lei no, dannazione! Voglio saperla al sicuro, serena, felice e se questo significa il più lontano possibile da me, allora sia!”. Ma poi capiamo uno dei tanti drammi di Ranma: in tutti i secoli di vita non ha mai amato ed è per questo che ora è spiazzato. In due frasi sei riuscita a condensare tutta la visione che ha Ranma della vita: “Tu non hai idea di cosa voglia dire vedere i secoli scorrere, la gente nascere e morire, regni crollare, luoghi scomparire. Non esistono punti di riferimento per noi, non esistono porti sicuri […]per questo non possiamo permetterci di avere legami: un giorno saranno solo polvere.” Capiamo sempre di più il suo dramma che finalmente lui sta riuscendo ad esprimere a questo personaggio con cui si trova stranamente in sintonia, forse proprio perché non è umana come lui. Grazie a lei infatti Saotome si riesce ad aprire facendo una specie di psicanalisi e affrontando quello che per lui è una novità: l’amore. Lui alla fine ammette di non sapere cosa provi per lei e quindi, quando gli viene domandato perché non le riveli la propria natura, esplode dicendo: “Perché non voglio che mi guardi come se fossi un mostro, ecco perché”. Qui, parlando con un demone, sembra così umano e pieno di paure. Stupendo. Si sta umanizzando o, meglio, riumanizzando! E infatti arriva ad ammettere con se stesso che: “Mai gli era capitato di fissarsi su una donna e di certo non con quella intensità, non al punto da averla davanti agli occhi ogni stramaledetto istante, non tanto da perderci il sonno. […]Sì, teneva a lei, dannazione”. Ma una volta aperto il cuore e la mente non c’è più freno e giunge ad ammettere (sempre fra sé), trovandosi quasi spiazzato da quanto pensa: “Lei…(è mia)…era nata per lui”. “L’aveva pensato davvero, per tutti i kami, eccome se l’aveva pensato. Sarebbe stato solo un coglione colossale se si fosse ostinato a mentire perfino a se stesso”: finalmente ci è arrivato!
Meraviglioso come rimane confuso di fronte ad un’Akane imbottita come una sfera: “sotto quell’ammasso di indumenti c’era sul serio Akane?”. Usi molto sapientemente questi intervalli di leggerezza tanto per aumentare la sensazione di pace di modo che quando ci verrà tolta sarà molto più drammatico! Sono morto dalle risate quando Ranma pensa che: “Tutt’a un tratto parlare a un cesto rovesciato non era affatto piacevole”. Ma anche Akane non fa altro che pensare (per ora però…): “Forse era malata, doveva essere così. Forse l’a-mo-re era questo, una malattia che corrodeva la mente fino a rendere pazzi e lei poteva essere stata infettata. […] Eppure, maledizione, non era affatto certa di voler essere guarita”. Il viaggio inizia e sembra promettere tutto per il meglio, soprattutto quando Ranma sta per riuscire a ingannare Akane sfruttando un qualcosa che tempo fa Happosai disse alla ragazza, ossia che loro vivevano a lungo perché erano monaci taoisti. Già mi stavo pregustando grasse risate quando Ranma stava per spiegare alla Tendo come questi monaci facessero per prolungare la vita, quando ecco…quello che temevo: “all’orizzonte diversi pinnacoli di un fumo denso e impenetrabile si levavano dalla costa sino in cielo. A poca distanza dal serpente d’argento che era il fiume”. Molto bello questo contrasto fra il fumo foriero di tragedia e la natura (il fiume) che ciononostante rimane pura e bella come l’argento. Ed ecco che la sua natura “inumana” ha di nuovo il sopravvento: “L’istante successivo Ranma diede le spalle al panorama e ricominciò a inerpicarsi”. Come sempre aveva fatto per sopravvivere al dolore, volge le spalle e vuole andarsene. Questa volta però con lui c’è Akane…, un’Akabe che all’inizio non capisce ma poi mentre realizza resta senza fiato soprattutto per via delle reazioni del codinato che ostenta indifferenza: “Vuoi ficcarti in quella testa che è inutile? E comunque si reincarneranno, quindi perché affannarti?”. Da qui inizia il vero incendio! ““Vuoi la verità? Un giorno sarai polvere anche tu e questo sarà solo un altro triste ricordo fra i tanti pessimi ricordi che sono costretto a sopportare, perché dovrei ascoltarti?!”. Scioccante! Ma come ho detto ora con lui c’è lei, che finalmente divampa e trova la forza per rispondergli: “Tu… tu sei tu il tuo nemico più grande. Non sei affatto invincibile, non hai fatto altro che perdere una battaglia dietro l’altra contro te stesso”. Lei l’ha capito! L’unica che non si sia fermata alle apparenze e sia andata oltre. Meravigliosa questa frase in cui torni ad utilizzare gli occhi: “Ormai desiderava soltanto che il disprezzo che traboccava dai propri occhi trafiggesse i suoi”. Loro vanno e la descrizione che ci dai è tipo la scena finale di Apocalypse Now: devastazione e morte ovunque, ma per assurdo tutto questo disastro sembrerà nulla rispetto a quello che sta per venire.
Che terribile contrasto, reso ancor più forte dai movimenti di lei e dalla stasi di lui: “E alla fine esplose, dirompente da straziare l’anima come nemmeno la più affilata delle katane sarebbe riuscita a fare. L’urlo lacerò l’aria, satura di orrori per lei inimmaginabili. Akane-dono si accasciò su se stessa, le mani premute sul ventre, china in avanti come se volesse rannicchiarsi per difendersi da un dolore soverchiante. Il Vecchio Gatto alzò gli occhi sulla figura di Ranma, rimasta di pietra alle spalle della giovane”. E poi un altro forte contrasto, lo schiaffo improvviso e impetuoso che lei dà a lui e lui che lentamente ma inesorabilmente la abbraccia. Commovente! In quel silenzio c’è tutto! Ma dopo il silenzio c’è la parola: Ranma finalmente si apre e racconta di una vicenda mille volte più raccapricciante. Come sei stata brava a far vedere che al peggio non c’è mai fine. E i dettagli sensoriali che hai dato per renderci vivo questo ricordo: da birvido! E difatti Akane ha “gli occhi sbarrati nello sforzo di scacciare dalla mente una realtà ancora più sconvolgente di quella che stava vivendo, mentre lui tremava nel rievocarla”. Come vedi gli occhi tu li hai usati, ma come dicevo all’inizio ora non servono a mostrare i sentimenti. Ora servono solo a osservarli. “Non riusciva a tenere gli occhi aperti e non riusciva a tenerli chiusi e non per via delle lacrime che li offuscavano, ma per gli orrori che la sua mente creava senza neppure averli visti”.
Ranma però non si ferma più e continua a parlare e a mettersi a nudo, mostrando la sua intima mente: “Siamo tutti demoni in letargo che aspettano di essere risvegliati e un giorno anche tu perderai la tua innocenza e libererai i tuoi demoni. È normale, è naturale, è la condizione necessaria per lasciar cadere gli ultimi brandelli della bambina fuggita dal grembo del suo castello”. Si capisce quanto ormai sia rassegnato. Cerca però di darle dei consigli affinché lei non divenga: “uno dei tanti pezzi di carne che brancolano nel buio di questo mondo. […]Impara a vivere fra gli umani, ma non affezionarti mai a loro. Questo è stato il primo insegnamento che Happosai mi ha impartito”.
Solo adesso però Akane riesce a vedere l’abisso che è dentro Ranma e con coraggio continua a guardare e a comprendere tutto il dolore sepolto e stratificato in lui! Lo guardò così in fondo “finché le gambe non ressero più e si accasciò al suolo, poggiò le mani sul terreno coperto di cenere e vomitò”. Ora ha capito quanto dolore c’è in lui e quanto sia intollerabile! Quanto mi ha scosso la constatazione che in Akane: “L’oro non splendeva più”.
Credevo, anzi speravo che il peggio fosse passato, ma manco per niente. La scenda di Sayuri è stata devastante. Non ho la forza di rileggerla e riviverla, tanto mi ha sconvolto. Sei una maestra delle scene drammatiche e hai messo un carico da 50 nell’animo di Ranma: doverla uccidere è stato troppo pure per lui (e per noi)! Che pena: lei un demone che in punto di morte si preoccupa degli altri e di ridere. E’ così piena di vita…paradossale!
E qui ritorna il modo di camminare: ora lui non è più distaccato ma anzi. E’ così terribilmente radicato a terra che: “camminava col passo pesante e spedito di chi sembra pronto ad attaccare a testa bassa, sopraffatto da una collera che non lascia spazio al raziocinio”. Il passo trabocca di ira! Maestoso!
Ed ecco la parte più bella di tutto il capitolo (difficile però scegliere, è tutto così bello!): Akane ha una specie di illuminazione. Comprende! E lo hai mostrato con una semplice frase: “Mi dispiace, cercò di dirgli, mi dispiace, mi dispiace. Mi dispiace. Perdonami…”. E in mezzo a tutto questo dolore che dolcezza la frase di Ranma che dice alla Tendo: “Non sei mai stata un peso”.
Ti confesso che quando Akane parla al Vecchio Gatto rimproverandolo di aver lasciato solo Ranma mi sono venute le lacrime agli occhi: ““E così lo avete lasciato solo… È rimasto da solo a farsi carico di tutto quel dolore e perfino della sua morte. Avete pensato, tengu, a quante altre volte avrà dovuto compiere un simile gesto? Avete visto anche voi in che stato era quando è tornato, temevo volesse distruggere Kaga”.
La calma sembra essere tornata, ed è così che dai modo ai due di continuare a parlare dopo tutta quella morte. Stupendo quando Ranma ringrazia Akane per la sua comprensione e lei che spiega come lo abbia finalmente compreso. Grazie al cielo si sono aperti e si sono capiti! Ci è voluta solo una mega strage… Akane è lacerata dalla comprensione del dolore di Ranma e quest’ultimo è senza parole perché lei lo ha capito. Niente più barriere! Fra i tuoi tanti doni c’è quello di condensare un mondo in una singola frase: “E strinse, come se lei fosse l’unico appiglio rimasto per non sprofondare”. Dice tutto! La metamorfosi è finalmente compiuta. Lei è diventata quello che era nata per essere: “Un essere umano. La fiaccola che nel buio aveva sempre cercato”. E ritornano gli occhi come semplici strumenti: Ranma ora “spalancò gli occhi” come per accogliere la verità che lo ha travolto! e…piange! Ce ne vuole a fare piangere un uomo quasi millenario! Ma lei ci è riuscita! e il suo cuore torna a vivere e a battere.
E che conclusione: mi ha spiazzato la trasformazione finale di Ranma. Lui ora ha deciso di portare Akane da Kasumi e di insegnarle la tecnica del volo, l’unkido (termine fighissimo)! e il cerchio si chiude come era iniziato: Akane “aveva ricominciato a frignare”. Sembra dunque che tutto sia tornato alla “normalità”, a una normalità con la solita ragazza che si commuove e piange. Però nulla è come prima: lui ora afferma senza vergogna e senza paura: “Ormai sei mia”. Lui è così cambiato da dire certe frasi senza neanche rendersene conto. Lei lo ha davvero mutato. La fine è meravigliosa: lui in pratica capisce che la ama davvero e che lei lo aveva messo a nudo completamente. Ora lui è il suo prigioniero. La situazione si è ribaltata completamente. Sono così ansioso di sapere come procederà la storia. Ti prego aggiorna presto. Sono entusiasta! Grazie! Dimenticavo: un’ultima cosa, il titolo. La cenere si ottiene dalla distruzione ma la cenere è quella che rende fertile il terreno per una crescita rigogliosa!

Recensore Veterano
11/04/20, ore 12:43
Cap. 22:

Grazie per questo capitolo, non sono bravo a fare commenti perciò ecco i miei complimenti: brava!!!

Recensore Junior
10/04/20, ore 21:34
Cap. 22:

Carissima Cri, vado subito al succo del mio discorso in modo che ti sia ben chiaro fin da subito: secondo me è il più bel capitolo che ho letto finora. Lo so, te l’ho già accennato in un paio di occasioni prima di adesso, perché ricordiamolo recensisco ora ma ho letto appena pubblicato facendo quasi le 3 di mattina…
Durante il periodo di attesa tra il capitolo 21 e quest’ultimo ci hai continuamente ripetuto che ti avremmo linciato, odiato e che dovevi scappare via lontano ma, lasciatelo dire ti sbagliavi di grosso. Lo ripeto ancora, se non fosse abbastanza chiaro, è il più bel capitolo mai letto finora (e non solo di NRSU, in generale…). Su una cosa avevi ragione però, questo te lo concedo: ci hai anche detto che avremmo pianto e di preparare i fazzoletti e sì, avevi proprio ragione! Povera me che, infagottata nelle coperte al buio totale per non svegliare la mia dolce metà, non mi ero preparata sufficientemente. Colpa mia, ci avevi avvisate… Ma partiamo dall’inizio…
Non so perché ma non pensavo che il capitolo iniziasse esattamente da dove lo avevamo lasciato. Come se la scena ultima del 21 fosse rimasta congelata per poi ritornare viva nel 22, in modo energico con una bella conversazione, o dovrei dire “discussione”, tra Ranma reduce ancora da quel bagno notturno e gelido atto a spegnere ogni traccia di quei bollenti spiriti (Daisuke gli avrebbe detto che se lo batteva sugli scogli avrebbe fatto scintille… perdonami ma non ho resistito, quella frase mi è ancora impressa!). Dicevo… ah sì, Ranma in calore… e io ho subito immaginato la fanart BELLISSIMA che ci hai regalato nel capitolo precedente. Bene, mi ha davvero entusiasmato lo scambio di battute tra lui e Sayuri, mi ha divertito il modo di fare di lei e mi ha, come posso dire… emozionato il modo scorbutico e allo stesso tempo confuso di lui. Se c’è una cosa che in primis adoro nel tuo modo di scrivere è proprio il riuscire ad esternare con poco lo stato d’animo dei personaggi, in questo capitolo poi lo fai divinamente un po' con tutti. Da questo primo “paragrafo” e poi più avanti, percepiamo ancora di più i dubbi e i tormenti di Ranma, le sue paure, le sue voglie (che cerca di contrastare) e infine più importante le sue emozioni. Cosa che, come ho detto approfondisci meglio dopo in un modo così graduale che mi sembra quasi di capirlo, di comprenderlo… ed infatti è così che farà Akane. Ma ci arriverò dopo…
Pensare adesso al personaggio di Sayuri, sapendo poi come finisce ecco, è una di quelle cose tristi da farti consumare un intero pacchetto di fazzoletti. Giuro non me lo aspettavo. Ingenuamente, alla maniera di Akane forse, pensavo davvero che un giorno le due amiche si sarebbero incontrate di nuovo e avrebbero riso pensando ai loro momenti passati insieme, al loro (s)parlare del Baka ecc. ecc. E invece no. Però però, ammetto che la sua triste fine ci ha permesso di approfondire quel lato di Ranma che piano piano stava già uscendo fuori. La sua umanità, e anticipo quello che ho provato leggendo il finale dicendo che anche in quella circostanza, di nuovo con Sayuri e Ranma ho provato emozioni fortissime. Dio, quanto mi è piaciuta quella parte, lei che nonostante l’avviarsi della fine scherza e gli fa la ramanzina, lui che nonostante la preoccupazione ride alle sue battute.
Kodachi invece non so ancora dove voglia andare a parare… la scena con piccolo immortale è stata davvero cruda, ma in un periodo come quello non ci si può aspettare niente di meno. La tua bravura sta anche qui, l’ho detto più volte e non mi stancherò mai di dirlo quanto riesci a farci immergere nella scena e renderla vera e che diamine anche in quelle più cruente. Credo di aver colto, ma dimmi pure se sbaglio, che la pazza ha intenzione di avvicinarsi al suo adorato senza palesare la sua reminiscenza. Mi domando se e quando i tre (perché mi aspetto anche la presenza di Akane) s’incontreranno.
Faccio un salto in avanti passando ad Akari e Ryoga. Hai affrontato eccellentemente la difficile situazione di Akari con un Ryoga che per certi versi ho trovato molto simile all’originale. Magari sto volando troppo di fantasia, oppure è il mio modo ossessivo di trovare sempre e comunque la caratterizzazione originale dei personaggi ma mi sento di poter dire che l’avventatezza nell’affrontare le situazioni più problematiche è proprio da lui. Come ho apprezzato il fatto che tu non abbia voluto inventare il modo di affrontare l’affronto subito di Akari. Hai reso perfettamente il disagio della giovane ragazza ad un qualsiasi approccio anche da parte di colui che ama, anzi hai reso chiaramente la difficoltà di amare una persona e farsi amare avendone comunque “paura”. Il bacio alla maniera dei barbari credo sia un retaggio di Sayuri, che in questo capitolo bene o male ritorna spesso anche in maniera indiretta. Si potrebbe dire quasi che sia lei la vera protagonista del capitolo 22. Scusa la parentesi, dicevo… il bacio che Akari sembra non apprezzare? O meglio, non lo sa nemmeno lei… in effetti è una cosa così intima e lei così fragile in quel momento… credo sia stata una scelta sublime da parte tua piazzarla in questo frangente, rafforza ancora di più il suo stato d’animo e soprattutto il suo disagio.
E passiamo a loro due… Li ho volutamente lasciati per ultimi perché è con loro che vorrei finire. Mi aspettavo proprio così come l’hai descritta la loro partenza, lui che poco prima rimugina sulla notte appena passata, sulla percezione del corpo di Akane sotto il suo, mentre lei è intenta a salutare tutti quanti gli yōkai cercando di reprimere le lacrime. Mi aspettavo il grande silenzio durante il viaggio, ma mai e poi mai mi sarei aspettata quello che sarebbe successo di lì a poco. Come stavo realizzando che non ci sarebbe stato più un villaggio dei demoni, quel villaggio dei demoni, è allora che ho capito perché dovevamo linciarti. Per un attimo mi è sorto il dubbio che fosse anche per la discussione davvero straziante tra i due baka prima di tornare indietro. Che da qui il loro rapporto sarebbe tornato indietro invece di andare avanti, invece il reale motivo del tuo probabile linciaggio è la commistione di varie cose, tra cui la fine miserabile di quella che per Akane era stata una vera e propria casa. E come dicevo il botta e risposta, più botta di Akane forse, tra i due. Ho capito lei, ma poi ho capito anche lui. E qui mi ripeto, perché è merito tuo se tutto questo si percepisce. Lei lo tratta nel peggiore dei modi. Le sue ragioni sono comprensibili e pensando al suo personaggio non poteva che essere così. D’altronde è lo stesso Ranma a dire che gli piace il fatto che voglia aiutare il prossimo, sempre e comunque anche ingenuamente sì ma è comprensibile e, soprattutto, da lei. Ma come ho detto lui ha molto più dentro di sé, ha molto più da dire anche se viene fuori poco alla volta e qui sta la tua maestria nel regalarci un Ranma chiuso, burbero e complessato che a poco a poco si apre. Lo vediamo poco dopo, una volta ritornati indietro al villaggio. Il racconto delle sue esperienze con la morte “umana” è stato straziante per Akane quanto per noi. Sembrava proprio di vedere e sentire tutto quello che Ranma ha vissuto e provato. Lo strazio di Akane alla fine dei suoi amici poi, lasciamo perdere… è qui che ho capito che forse dovevo prepararmi con vari pacchi di fazzoletti. Io mi sono fatta prendere dalla frenesia di leggere senza pensare alle conseguenze. Avevi ragione quando hai detto che ci vuole qualcosa di tremendo per crescere. E mi piace pensare che la crescita non sia stata solo di Akane, certo a lei si è aperto un mondo che non aveva minimamente preso in considerazione. Ha capito, forse quasi completamente, l’animo di Ranma, il suo aver eretto quel muro impenetrabile che solo lei è riuscita ad abbattere. La crescita indubbiamente è soprattutto sua. Ma come dicevo, per me anche lui in qualche modo si è evoluto. Ha più volte messo in dubbio quelle che fino ad ora erano state le sue regole di vita, il suo modo di affrontare (indenne?) questa sua immortalità che a ragione pare dargli più sofferenza che altro. Restio a tornare indietro per risparmiare ad Akane la tristezza di vedere lo scempio lasciato dall’odio umano, lo vediamo alla ricerca dei corpi carbonizzati e poi, qui torno al punto da cui sono partita, al ritrovamento della nekomusume. Già non bastava la descrizione dello stato in cui versava ma leggere che a darle pace sia stato proprio lui… è stato terribile quanto bello, permettimelo. Stona detto così, ma qualsiasi emozione anche super triste è sintomo di bravura nell’autore. Come Akane, anch’io ho pensato per un attimo che avremmo assistito alla vendetta di Ranma su Kaga. E invece no, ci hai regalato una scena bellissima, loro che si guardano per la prima volta: “Ma quando posò quelle pozze scure che ribollivano di sdegno su di lei, in un battito di ciglia lo sguardo del ronin mutò. Il suo intero volto mutò, ma non seppe dire se fosse più sconvolto o incredulo. Iniziò a scrutarla con la stessa luminosa intensità con cui l’aveva trafitta la sera del bacio e la notte innanzi sulla spiaggia, eppure non vi era un briciolo di desiderio in quelle iridi agitate dalla tempesta. La fissava, in verità, come se non avesse idea di chi avesse di fronte. E non stentava a crederlo, perché lei per prima era stata colpita in pieno stomaco dalla sensazione, appena si era voltato, di non averlo mai visto prima. Di non averlo mai visto davvero.
Forse perché, fino a quel momento, Akane non aveva compreso chi avesse accanto.
Ed era questo che sperò Ranma stesse contemplando: non lo stupore sul proprio, di viso, o il cuore che palpitava in gola o la bocca che le parole non osavano varcare. Ma la comprensione che iniziava ad appannarle la vista.
Mi dispiace, cercò di dirgli, mi dispiace, mi dispiace. Mi dispiace.” Questo per me riassume tutto, tutto il capitolo, tutto quello che volevi dirci, tutto quello che avrei voluto dire. Continuo ad affermare che con questo capitolo sono cresciuti entrambi.
E forse è meglio avviarsi alla conclusione… vorrei approfondire ancora con il disappunto di Akane nell’aver lasciato solo il cacciatore di demoni nel momento più difficile, quello di estirpare una vita al solo scopo di darle pace e alla scena del bagno di Ranma con conseguente monologo di scuse di lei. Ma tutto questo parla da sé, e rischierei di ripetermi elogiandoti per la capacità innata di farci emozionare e dirci molto più di quello che effettivamente scrivi. Ah, per non parlare della domanda di Akane, la domanda delle domande direi: “Cos’è per te l’amore?” Qui sono morta dal ridere e commossa allo stesso tempo per la reazione di Ranma alla stessa risposta della ragazza.
Stavo dimenticando… E il personaggio misterioso che ha partecipato al “demonicidio”??? Che si tratti di Mu-Xue?? Se lo ha già incontrato arrivando lì…
Concludo davvero, stavolta ringraziandoti per la citazione in premessa. È stato un onore per me aiutarti e mi riempie di orgoglio pensare di aver contribuito in qualche modo, anche se in maniera modesta, con una consulenza sulla lingua. Quando ho letto dell’unkidō “la Via delle Nuvole” la tecnica del volo, ho automaticamente sorriso. Grazie. E grazie ancora per questi bei capitoli che ci regali e tutte le emozioni che ci fai provare. Termino come ho iniziato: è il più bel capitolo letto finora! Non che gli altri siano da meno, sia ben chiaro ma questo ha una marcia in più. Mi viene il sospetto che sarà sempre così, ad ogni nuovo aggiornamento ci sarà sempre qualcosa in più.
E niente, detto questo… forse mi lincerai perché mi sono dilungata troppo e avresti ragione. XXD
Ti adoro!

Nuovo recensore
10/04/20, ore 20:08
Cap. 22:

Tu rilasci il capitolo alle 24 ieri sera...io la prima cosa che faccio oggi appena tornata a casa è prendere il PC divano cuffie è ciaone proprio non ci sono per nessuno.
Leggendo i commenti su Facebook per la scorta dei fazzoletti ho avuto paura infatti mi aspettavo la morte di qualcuno importante per akane in vista della sua evoluzione come protagonista femminile che deve dare spazio alla donna che è in lei. Nulla accade per caso nella tua storia tutto è collegato come i pezzi di puzzle che si incastrano perfettamente con pazienza danno le risposte.
Io ho avuto i brividi per quello che ranma ha dovuto sopportare...il suo mettersi a nudo prima con il colloquio con sayuri la sua corazza che piano a piano crolla fino ad ammettere che con oltre 800 anni e passa alle spalle lui si sente confuso e frastornato mi ha suscitato tenerezza come un bambino che ha capito cosa potrebbe essere ma ha paura o meglio lo rinnega a se stesso per mettere in salvo lei....se questo nn è amore non so cosa potrebbe essere.
La distruzione del villaggio...la sua distruzione il piano disperato di akane la sua lotta per salvare anche quello che non può essere più salvato. La sua presa di coscienza ecco il livello che si alza le prove delle vita che ti segnano ti fanno crescere anche se lasciano cicatrici tu quelle cicatrici le copri sono lì ma le senti di meno vai avanti con la consapevolezza nel tuo cuore che non può essere come prima ma tu in questo caso akane deve crescere abbandonare il sogno di quella bambina di scappare così da trovare la salvezza per se stessa ma essere per lei stessa la sua àncora. Passaggio difficile ma di spessore...se nn ci fosse riuscita non avrebbe capito così in profondità ranma...il loro discorso tormentato sulla voce di quel fiume stato straziante, la lacrima che ranma lascia andare via quasi come se fosse una conferma che lui non è morto ma la fiamma della speranza è accesa arde ancora chi alimenta quella fiamma è akane donna davanti a lui in grado con le sue parole di colpirlo così nel profondo perché lei ha capito anche senza bisogno di tante parole la sua anima.
Penso che akane si sia avvicinata a capire il segreto di ranma sono curiosa di scoprire in quale situazione o meglio chi lo farà palese io pensavo che ranma alla fine lo dicesse di essere immortale.
Ranma insegnerà ad akane a volare quindi sarà il suo regalo prima di lasciarla andare ehm nn ci credo sarà ancora di più motivo per legarsi sempre di più lei è sua è chiaro che ranma nn vuole lasciarla andare spero che nn sia così davvero 😭😭😭😭. Piango piango al solo pensiero.
Kodachi sempre più pazza, folle mio dio ma rabbrividire cosa farà quando incontrerà ranma sarà accecata dall ira quando scoprirà ranma con akane è il sentimento che lo lega a lei. 😨
Tenerezza assoluta per akari per tutto quello che ha dovuto subire che adesso sta con violenza venendo fuori ha bisogno di aiuto il suo un grido disperato di dolore.
Capitolo intenso come sempre...per me il vincitore tra i vinti è ranma.
Ranma in questo capitolo è quello che si messo a nudo in tutto mi sono avvicinata di più a lui sono riuscita a capire il perché maggiormente delle sue decisioni.
Ranma immortale che però vuole vivere.
Bellissimo capitolo spero di non dover aspettare troppo 😂😂😂🤭.
Un bacione a presto e buona pasqua anche a te. Grazie per il regalo assai gradito.

Nuovo recensore
10/04/20, ore 17:35
Cap. 22:

Ed eccoci quì a recensire. Non ho davvero idea da dove cominciare, ma sicuramente c'è troppo da dire.
Innanzitutto, grazie per avermi aperto gli idranti in modo tanto furioso. In quarantena è giusto dare sfogo ogni tanto alla propria frustrazione, ma i vicini si sono lamentati per le macchie di umidità che sbucano a tradimento dal pavimento fino a salire sui muri.
Le cose sono due: o hai esagerato tu, oppure ho esagerato io. Chissà chissà..
La morte di Sayuri non raggiungerà mai i livelli di Ghost, o Intelligenza Artificiale.. Forse solo Hachiko ha una speranza.
Parliamo un pò di lei suvvìa, se lo merita: Meravigliosa la caratterizzazione del personaggio in quanto non ti sei fatta troppo all'originale, dato che non lo è ma porta semplicemente il suo nome, oltretutto metterla dalla parte dei demoni è stata una scelta più che geniale. Se fosse stata umana sarebbe stata probabilmente elevata ad un qualcosa che non è, quindi sì, questo personaggio l'ho amato dall'inizio alla fine della sua breve seppur importante apparizione. Furba lei, divertente, profonda, spaventata e sfacciata. Una vera gatta dall'inizio alla fine. Fantastico quanto lei ci faccia capire che effetto faccia Ranma come mamma l'ha fatto, dal momento che il suo POV è comprensibile per il buon 90% delle donne nel mondo. Il resto comprende suore e bimbe.
Mi è piaciuta un sacco la parte in cui Ranma s'arrabbia con Sayuri per aver scoperto che s'è fatta Ryoga XD e giuro che non mi aspettavo le risate di rimando. Ci stanno divinamente.
Adoro anche come riesce a scuoterlo entrandogli in testa, dal momento che è confuso nei confronti di Akane, ma lo sappiamo tutti che prova sto testa di cocomero!
Bellissimo anche il contrasto tra la rabbia in spiaggia e la riflessione onesta che si fa in vasca per mettere in ordine il caos che regna sovrano dentro di lui. Tutto questo e molto altro mi hanno fatto cambiare idea di brutto nei suoi confronti. Lo scorso capitolo ti dicevo di averlo odiato profondamente, in questo l'ho amato come non mai. Un pò come il sole dopo la tempesta.
Akari è pazzesca. Ma chi è questa consulente? XD realismo a non finire! Incredibile come da samurai si sfoga su Ryoga addirittura picchiandolo. Quello certamente non avrà sentito nulla, ma la sprangata in faccia se l'è comunque beccata con la frase: "Perché non hai fatto di me la tua concubina? Sarei stata felice di ciò! Adesso guardami!". Una roba del genere deve far male. Più del vederla soffrire continuamente.
La seconda parte colpisce altrettanto, in quanto Akari decide di voler sostituire i ricordi della violenza con qualcosa di lieto che ancora non può avere. Non per Ryoga che è pur sempre un'uomo, bensì perché è talmente fresca la cosa che per quanto possa volerlo non è proprio possibile.
Ciò che accomuna questo capitolo, personaggi compresi, sono le scelte azzeccatissime che hai fatto.
Kodachi ad esempio: taglia la gola ad un bambino per avere la prova che la mistura da lei creata funzioni e per non lasciare tracce. Oh mio Dio quanto è animale questo essere. Non oso definirla donna perché se finora è sembrata una squilibrata, con questa scena hai fatto in modo che noi lettori comprendessimo quanto sia pazza e pericolosa. È pericolosa e affascinante allo stesso tempo. Ci credo che Ranma era preso da lei prima di scoprire quanto facesse schifo.
Non voglio dimenticare nulla in questa recensione, quindi scriverò di getto. Mi perdonerai se è scritto da far paura? XD
ODDIIOOO quanto mi sono mancate le discussioni tra Akane e Ranmaa! Quella sulla montagna, quella sul laghetto, sul portico della catapecchia.. Ho amato ogni parola che hai scritto, ogni scambio di sguardi, ogni emozione ed ogni reazione di entrambi. L'abbraccio spontaneo..bellissimo. Il pianto a dirotto sulla nuca del figone.. La lacrima di Ranma! Tutti elementi a dir poco spettacolari che rendono totalmente comprensibile il loro legame senza farli accoppiare. Hai fatto dimenticare un piccolo dettaglio riempiendo il tutto di un romanticismo affatto scontato.
Non è presente solo il romanticismo, ma anche il dolore dilaniante che, e quì voglio sfidare chiunque abbia letto a negarlo, abbiamo provato insieme a loro, a partire dal fumo che vedono in lontananza, proseguendo per le morti dei personaggi tanto buoni e cari a tutti, per finire nella morte straziante di Sayuri. Sei stata di un'abilità formidabile a non rendere Ranma una merda nonostante le abbia inflitto il colpo finale. Vogliamo parlare anche delle musiche scelte? Ma hai una minima idea di quanto ho pianto?
C'è un trasporto quì che non va sottovalutato.
L'ho già detto a te e l'ho scritto tante di quelle volte che l'ho pure dimenticato, ma giuro di non aver mai letto qualcosa di così ben scritto, coinvolgente, intrigante, emozionante e appagante come NRSU. Ed ho letto davvero un sacco di libri in vita mia.
Spero seriamente che tu ne faccia il tuo capolavoro originale e diventi ricchissima, perché un tale dono all'umanità non bisogna negarlo.
Non essere egoista Crì. Pubblica sto libro.
Noi tutti saremo qua a sostenerti. Senza alcun dubbio.
Ti amo <3

Recensore Master
10/04/20, ore 15:23
Cap. 22:

Bel capitolo, con Ranma ed Akane che continuano ad evolvere il loro rapporto.
Capitolo molto emozionante e profondo.

Recensore Junior
10/04/20, ore 15:23
Cap. 22:

E menomale che qualche tempo fa avevo comprato una confezione di fazzoletti formato famiglia eh! Il titolo di questo capitolo è quanto mai azzeccato. Vite spezzate come si fa con l’erba secca quando si taglia, dai poveri demoni del villaggio, passando per il bimbo freddato da Kodachi, finendo con la povera Akari (per non parlare di quel disgraziato di Ranma). Cenere, solo cenere. Sembra che non rimanga più nulla di nessuno.
Sentimenti devastati, corpi martoriati, speranze buttate al vento. Ma come hai giustamente detto, per crescere bisogna soffrire (che fregatura), per imparare, maturare e fortificarsi, per poi risorgere dalle ceneri (appunto) come una bella fenice. E con questo guazzabuglio che è successo, povera Akane, direi che ha fatto un bel salto in tal senso (come ha notato Ranma, la mocciosa ha lasciato posto alla donna). Ma procediamo con ordine.
Inizio da quella maledetta strega di Kodachi: ma quanto cacchio è cattiva quella donna? Ora poi che ha trovato il sistema di attutire la sua presenza, è pronta a dare battaglia. Mi preparo spiritualmente ad entrare nella parte due della storia e a vederne delle belle.
Mi inchino a te e al tuo consulente per come siete riusciti a caratterizzare Akari. Mi si è stretto il cuore leggendo. Il dolore, la distruzione che ha in sé investono il lettore come uno tsunami, creando un’empatia molto forte verso questo personaggio. Mi fa piacere leggere che sta cercando di rialzarsi, iniziando a interrogarsi in maniera più profonda su quello che sente per Ryoga, ma si capisce che senza un supporto psicologico come quello di cui disponiamo oggigiorno, la strada è lunga e intricata. E menomale che Ryoga è un personaggio buono e comprensivo (a proposito, complimenti vivissimi per la descrizione che hai fatto del loro primo bacio. Mi stupisco sempre di come tu riesca a far uscire certe emozioni da questi personaggi che si approcciano a dimostrazioni di affetto sconosciute per l’epoca), altrimenti povera ragazza sarebbe stata ancora più dura. Devo dire che sto intravedendo anche una lenta crescita da parte di Ryoga. Da sprovveduto ragazzetto cresciuto nell’ovatta, ad uomo maturo che prende decisioni importanti. Una sorta di versione maschile di Akane, mi azzarderei a dire. Sono sicura che ci riserverà delle belle sorprese nel corso della storia.

Ed ora, passiamo ai nostri beniamini.
Ti giuro che ho pianto come una fontana, quando ho letto della distruzione del villaggio. Ho pensato: eccallá, ci voleva una bella carneficina per condire il tutto e far scivolare Akane nella disperazione. E che dire di Ranma che letteralmente vomita addosso ad Akane tutto lo schifo di cui è stato spettatore lungo la sua interminabile vita. Si toccano con mano il dolore, la desolazione, la disillusione che ha in sé. Qui si intravede un po’ del suo io sotto la corazza che si è costruito durante i secoli. Mi ha fatto pena, tanta. E che dire della scena con Sayuri. Mi si è accapponata la pelle, e mi ha inevitabilmente portato alla mente la scena de “L’ultimo Samurai”, in cui muore Katsumoto: la serena rassegnazione che ha questa donna nell’andare incontro alla morte è veramente toccante.
Qui vediamo un Ranma decisamente umano che, benché si sia allenato per non provare più nulla (e di conseguenza non soffrire), non riesce a mostrarsi indifferente verso quella povera gatta devastata dalla violenza umana (a proposito, mi è piaciuta tantissimo la parte in cui Ranma, durante il monologo con Akane, dice “ti starai chiedendo chi sono i veri demoni”. Assolutamente calzante, anche per il nostro periodo storico :) ).
Una gatta che si mostra fino all’ultimo più umana e altruista di molti, strappando a Ranma la promessa di non far soffrire Akane, pregandolo di non lasciarsi sfuggire l’occasione che il destino o karma gli ha presentato davanti dopo anni di oscurità: la possibilità di amare e di essere ricambiato. Riuscirà il nostro eroe a lasciarsi andare? In questo capitolo mi pare che inizi a fare passi in avanti a tal proposito, ma è anche vero che ci sono tanti freni da togliere, tante paure da superare.
Ed e qui che entra in scena la nostra Akane (che non a caso conclude il capitolo con quell’adorabile affermazione che è “ ormai, di lui, aveva capito ogni cosa”).
Le hai dato una bella botta, non c’è che dire. Ma non si può negare che non si sia mostrata all’altezza della situazione.
È decisamente maturata in questo capitolo, riuscendo ad interrogarsi sulla natura dell’animo umano e sul concetto di libertà. E riuscita a maturare, pur conservando in sé quell’innocenza e quell’umanità che fanno di lei la persona particolare che è.
E si dimostra eccezionale non solo per la capacità di scindere dolore e voglia di vendetta (cosa che riesce difficile ai più), non solo per aver capito che la libertà (così come la serenità) non è qualcosa che puoi trovare al di fuori di te, ma per il modo in cui finalmente riesce a scavare sotto la dura corazza di Ranma.
Riesce a capire che, pur mostrandosi indifferente e freddo come ghiaccio, è stanco del fardello che deve portare da solo (non credere che mi siano sfuggiti tutte le bricioline che dissemini qua e là per la storia che servono a farci capire la stanchezza emotiva di Ranma), ma nonostante tutto non riesce ad esserne totalmente impermeabile perché appunto e più umano di tanti altri. E, da buona donna innamorata, non riesce a trattenere il dolore per il suo amato (splendide le parole che hai usato per descrivere questo dolore “ è come se una mano invisibile mi stesse squarciando il petto per strapparmi il cuore”).
E che dire di Ranma, che ha improvvisamente l’epifania che aspettavamo da tempo (vabbè, la vera epifania la avremo quando dichiarerà a pieni polmoni di amarla, ma ci accontentiamo anche di questo perché fa da preludio), relizzando che Akane non solo lo ha sempre capito, ma prova compassione per lui, dolore, e desidera solo confortarlo, sollevarlo un po’ dall’immenso fardello che si porta appresso.
Si aggrappa a lei come un naufrago si aggrappa ad una zattera, e rimane stupito dall’immensa bellezza di lei, capace di muoversi nel fango del mondo pur conservandosi innocente e pulita come uno splendido fiore di loto.
Ed è qualcosa che lo rende felice e leggero tanto da farsi sfuggire una lacrima.
Adesso aspetto di vedere cosa succederà nel prossimo capitolo che sarà sicuramente qualcosa di meraviglioso visto cosa succederà (sto già pregustando la scena in cui Ranma insegnerà ad Akane a volare, ho già gli occhi a cuore).
Non credo manchi poi moltissimo alla capitolazione di Ranma. Quel che è certo, e che Akane si fa sempre più battagliera e decisa a prendersi la felicità che le spetta (la scena in cui parlano del significato della parola “amore” non è stata certamente messa a caso), anche perché, testuali sue parole “adesso capisce tutto di Ranma”. E come ben sappiamo, la conoscenza è un’arma che non lascia spazio a null’altro 😂.
Per concludere, in questo capitolo vedo sì disperazione e dolore, ma anche rinascita. Non a caso, la cenere è molto fertile 🙂. E ancora complimenti per il modo che hai di giocare con le parole: riesci davvero a stravolgere il lettore, come se fosse lì presente insieme agli attori

Nuovo recensore
10/04/20, ore 15:11

Cara TygerEyes,
Finalmente eccomi qui a recensire: non potevo leggere il capitolo 22 senza aver recensito questo.
Beh, altro capitolo, altre svolte! Partiamo da Akari/Ryoga: credo che la ragazza cominci a vedere la luce in fondo al tunnel Della disperazione. Inoltre, si rende conto che pensa a Ryoga costantemente e che é grazie al suo aiuto se sta facendo passi in avanti verso la "guarigione". E Ryoga che pensa a come é cambiato in nome dell'amore per Akari. (sinceramente non ricordo se i due avevano realizzato già prima i loro sentimenti, ma sicuramente in questo capitolo sono molto più consapevoli e, immagino, lo saranno sempre di più).
Parentesi per Happosai: lo so che darà del filo da torcere ai nostri piccioncini preferiti, ma io lo A DO RO! Quando dice di Ranma :" quel maledetto, dannato coglione" me ne sono immaginata le espressioni! L'oscar al miglior personaggio non protagonista se lo giocano lui e la pazzoide.
Altro personaggio inserito ad hoc é Sayuri : si, ci serviva un'alleata, un'amica, ch smaliziasse un po' la nostra Akane su fisicità e sentimenti. Mi sono scompisciata per il flash back con Ryoga: ciliegina sulla torta!
E ora i nostri zucconi: Akane, come Akari, riesce a dare un nome al groviglio di sentimenti che nutre per Ranma. Sono contenta di non averla vista così sconcertata per la raggiunta consapevolezza, sicuramente era molto più sconcertata per il comportamento di Ranma nei suoi confronti. Ranma la tiene a distanza perfino con gli occhi: spesso usa "il terzo occhio" per guardarla, solo che, poverino, l'autocontrollo gli gioca brutti scherzi e non sempre riesce a mantenerlo. Questo ci regala attimi unici tra i due che riescono perfino a comunicare con lo sguardo. Akane non lo sa, o non Osa sperare tanto, ma Ranma tiene talmente tanto a lei che tiene la distanza per non farle del male. Non si tratta solo della preoccupazione di "andare oltre", ma di proteggerla dalle conseguenze della sua natura di immortale. Il codinato confessa:"sono uno scherzo della natur!" ergo: stammi lontano, ti prego, io non ho più la forza di tenerti lontana. Infatti é ciò che succede nella scena finale sulla spiaggia : Ranma cerca di tenere lontana Akane, ma la situazione sfugge di mano e i due si ri-trovano incollati. Bellissimo il momento in cui si intravedono le emozioni dei due: Ranma che le lascia i polsi, ammette la sua "debolezza" nei confronti di lei, le carezza il viso, lei che si scioglie e "comunicano". Credo che la tua stupenda fan art sia proprio dedicata a questo momento. Poi scatta il Ranma brutale e, come lui stesso ammette, non é chiaro quale sia il limite tra il vero trasporto e l'esagerazione di Ranma atta ad allontanarla. Sta di fatto che lui ottiene, a malincuore, ciò che vuole: spaventare Akane. Il momento non è ancora giunto, Ranma non ha ancora consapevolezza di quello che vuole da Akane, né di cosa prova per lei. Akane lo avverte e da donna con i controxxxxx agisce e lo ferma: per quanto sia presa di lui, di certo non si butterebbe via se lui non ricambia con la stessa intensità. Mitica!
Aaahh ci fai sospirare con questi attimi, descritti talmente bene da immaginarsi fisicamente lo sguardo che liquefa mentre Ranma mangia con gli occhi un'Akane sorpresa praticamente nuda nel fiume; oppure lo sguardo di lei che piomba imbufalita in spiaggia. Per non parlare di occhi talmente blu che la guardano per davvero, arrivando alla sua anima; o ancora dell'oro liquefatto che gli implora a di possederla.
Come sempre, sai rendere reali e credibili i sentimenti e le emozioni, quasi palpabili. Anche le scene più spinte sono così ben delineate non solo dalla fisicità dei personaggi, ma da carezze, sguardi e sensazioni che si calano nella realtà, senza mai risultare volgari. Sempre bravissima, lavoro eccellente!
Ora mi butto sul nuovo capitolo: mi sembra di aver capito che Sayuri svelerà ora qualcosa dei sentimenti di Akane allo stesso Ranma? E forse già in questo capitolo Akane scopre finalmente quanto Ranma sia diverso da lei? Mi ci butto a capofitto!
P. S. : spero di aver detto tutto, in caso non fosse così tornerò a scriverti
Ciaooo
(Recensione modificata il 10/04/2020 - 03:14 pm)

Recensore Master
10/04/20, ore 12:01
Cap. 22:

Meraviglioso capitolo, Ranma e Akane continuano a evolvere il loro rapporto in maniera tanto dolce quanto cruda e Ryoga è il solito tenerone, cosa che viene ben contrastata dall'atmosfera serissima del capitolo e ovviamente dalla violenza subita dalla povera Akari. Ansioso di vedere i nuovi capitoli e scontri più o meno soprannaturali, spero intanto che tu stia bene e ti auguro buona pasqua. Tra l'altro mercoledì era il mio compleanno e considero questo il tuo regalo.

Recensore Veterano
10/04/20, ore 10:51
Cap. 22:

Carissima, ho già avuto modo di dirtelo durante la betalettura e te lo ribadisco: ogni tuo capitolo è appassionante da leggere, ma con questo hai toccato le punte più alte dell'eccellenza in quanto a emozioni e profondità. Lo spessore che riesci a dare ai personaggi è qualcosa di inarrivabile e coinvolge il lettore a ogni riga, non facendogli neanche percepire la lunghezza del capitolo. Ma andiamo con ordine.
Ho adorato il POV di Sayuri e la sua rabbia nei confronti di Ranma, mescolata con l'ammirazione: è come se ci trovassimo di fronte a un'Akane senza filtri, che dice esattamente quello che pensa con sfrontatezza e decisione. Un personaggio che ci hai sapientemente fatto amare alla follia per poi, ovviamente, portarci alla disperazione più nera... Il suo merito più grande è aver finalmente fatto breccia nel muro già semi-sgretolato del cuore di Ranma, mettendolo a nudo e facendogli comprendere quanto Akane significhi per lui.
Ogni volta che compare Kodachi tremo, e infatti le fai commettere un atto non da poco, solo per assorbire una reminiscenza: la tratteggi così bene che riesco a odiarla molto più di quella originale, ma d'altronde questa Kodachi è spietata e senza scrupoli in maniera esponenziale. Spero che, alla fine, Ranma la disintegri e non si limiti a decapitarla, ma mi piacerebbe che morisse per un suo stesso errore, trovo che sarebbe il karma perfetto!
L'addio agli abitanti del villaggio è straziante: ancora più straziante visto quello che accade dopo. Ma offre anche una visione contrastante dei due zucconi in questione: Ranma che comincia a capire DAVVERO cosa provi e Akane che, accecata dalla rabbia, lo attacca con un sentimento quasi di odio. Eppure, non tutto quello che gli dice è falso. Ranma ha davvero rinunciato alla vita ed è davvero il nemico più grande di se stesso, ma sospetto che sarà così ancora per poco.
Ricompare Akari, che è ben lungi dall' aver superato il trauma e riversa la disperazione repressa sul comportamento errato di Ryoga (che, sono certa, comunque troverà il modo di vendicarsi, come ci fai dedurre). Una parte neanche tanto inconscia di lei lo colpevolizza e ne fa il responsabile principale della sua perdita di virtù: se lui l'avesse accettata come concubina prima, tutto ciò non le sarebbe mai accaduto, e come darle torto? Ryoga, con la sua eterna indecisione e immaturità ha contribuito non poco a farla cadere in disgrazia, anche se una buona parte di colpa è della cattiveria di suo padre. Insomma, tenta di ricucire l'irricucibile concedendosi a lui ora, ma fallisce miseramente tra i cocci del suo terrore verso gli uomini: per lei sarà una strada lunga e spiacevole, irta di orrori e ripensamenti, ma confido che, col tempo, riuscirà a far prevalere l'amore.
Il ritorno al villaggio provoca due terremoti nel cuore di Akane: il senso d'ineluttabile perdita di coloro che, solo a fino poche ore prima erano i suoi migliori amici e la comprensione dell'orrore che alberga nella vita di Ranma. Ne esce devastata, ma non sconfitta: in qualche modo, e anche più di Akari, mette insieme i cocci delle sue illusioni e rinasce più matura. Bellissimo ed emblematico il momento dell'abbraccio quasi contenitivo di Ranma, che la fa affondare nell'abisso ma la tiene ben salda perché non vi si perda. E quell'umanità, che alla fine era rimasta sempre dentro di lui, la rivediamo chiaramente nel momento in cui tiene con delicatezza Sayuri morente tra le braccia, la accarezza (come forse non ha mai accarezzato nemmeno Shampoo) e le parla prima di darle una misericordiosa morte. Straziante e meraviglioso anche questo lasso di tempo, nel quale riesci persino a punteggiare di nuova ironia la gatta, un personaggio che a mio avviso avrebbe meritato molto più spazio (e chissà che non ci regalerai una reincarnazione di tutto rispetto: se la merita!).
Ed eccoli, Ranma e Akane, soli vicino a una sorgente, dove l'acqua che li ha fatti inizialmente scontrare adesso li unisce più che mai. Il cuore di Akane si apre e lei non si abbandona alla disperazione per la perdita dei suoi amici, non più: comunica a Ranma quanto le dispiaccia di non averlo compreso prima, prende tutta la sua sofferenza tra le mani e se ne fa carico, alleggerendolo tanto, senza saperlo, che lui versa le sue prime lacrime dopo secoli: è uno dei momenti più toccanti che tu abbia descritto e lo fai nel rispetto dei personaggi, portandoli piano piano a una maturazione graduale ma inesorabile. 
Alla fine, Ranma le fa due promesse che cambieranno in meglio la vita ad Akane e sono certa che la sua non sia semplice gratutudine, ma consapevolezza di aver trovato non solo la sua metà, ma anche l'essere umano meritevole di essere assecondato nei suoi nobili scopi.
Che altro dirti? Una valanga di complimenti non basta per farti capire quanto io ami questo capitolo, ti dico solo grazie per avermi emozionata! Un abbraccio e al prossimo capitolo!

Recensore Veterano
09/04/20, ore 16:11

Testo della tua recensione:
Ciao Tiger,
Ci ho messo un po' per scrivere questa recensione. Di primo acchito ho letto il capitolo e poi nn sapevo cosa scriverti. Cosa si può scrivere ad una ragazza come te che cura tutto così nel dettaglio? Cosa posso dirti oltre al fatto che il tuo modo di scrivere rende tutto talmente reale e vivido, da consentire al lettore di percepire i suoni, gli odori, il rumore delle onde leggere di notte mentre Ranma e Akane sono sulla spiaggia?!
Cosa posso dirti oltre al fatto che sei riuscita a dare ai personaggi snaturati dal manga, una struttura ed una consistenza tale da fare sì che noi viviamo le loro emozioni come nostre?!
Io mi auguro che scrivere sia il tuo mestiere ufficiale e che le fan fiction siano solo un passatempo perché tu hai un dono ed in giro si leggono tantissime cose pessime, quindi se in questo mondo esiste una forma di giustizia tu hai un editore altrimenti nn me lo spiego!
Ogni tuo aggiornamento è come ricevere un regalo la mattina di Natale! Grazie mille per le emozioni che regali a noi del fandom di Ranma. Un saluto,Rumy

Recensore Veterano
03/04/20, ore 23:24
Cap. 18:

Ok, ora ho capito ciò che intendevi nella risposta all’ultimo commento. La sottotrama di Ryoga prende una piega sempre più tragica, Akari è in evidente stato di shock e il giovane Hibiki, completamente impotente, non può che covare una rabbia devastante, demolendo il ragazzotto ingenuo che abbiamo ben imparato a conoscere nei precedenti capitoli.
Contemporaneamente cominciano gli addestramenti impartiti da Ranma, ma Akane non è ancora pronta a liberare la mente e deve necessariamente in primo luogo fronteggiare i suoi fantasmi, ciò che la sta torturando in silenzio. Parliamo del salvataggio di Kasumi, ma qui esce fuori un risvolto psicologico decisivo: Akane si era sentita “tradita” dalla sorella maggiore, cosa che getta una nuova luce su tutta la vicenda… Sembra quasi che Akane voglia cimentarsi in questa “impresa impossibile” anche per affermare, in modo inconscio, una propria superiorità morale su Kasumi. Non a caso è proprio quando Ranma decide di andare a fondo della faccenda e di incalzare Akane sull’argomento, che Akane rivede tutto a mente più lucida e finalmente (voglio sottolineare il: finalmente!) comprende di essere stata usata da Nabiki. Un passo in più verso la maturazione di Akane, anche se è lo stesso Ranma il primo a mettere in guardia: maturare non deve significare incattivirsi, uniformarsi a questo mondo di odio.
Akane è una persona speciale, completamente fuori dal suo tempo, nata nel tempo e nel luogo sbagliato, ma perdere queste qualità è una cosa che può avvenire in un battito di ciglia. Appare come un messaggio universale: quanti di noi, passando all’età adulta, non si sono forse incattiviti per “giocare alle regole” (quasi sempre sporche) dei grandi?
Intanto Kodachi entra in azione, utilizza il suo farmaco per farsi spifferare da Happosai tutto ciò che sa spacciandosi per il suo grande amore perduto. Sto parlando poco dell’aspetto tecnico della fanfiction, ma qui volevo dire che ho apprezzato molto la scelta di narrare la vicenda dopo che è già accaduta, attraverso i ricordi confusi di un Happosai senza il minimo sospetto e pronto a bollare la faccenda come uno strano sogno e niente di più. Ma noi lettori possiamo ugualmente visualizzare benissimo cosa è realmente avvenuto. Ottimo.
Dopo una notte interessante in cui Ranma e Akane dormono insieme (ehm… letteralmente… ma tanto basta a sconvolgere lentamente un Ranma sempre più attratto da lei; a proposito, bellissima la tua fanart!), i due giungono infine al villaggio di Mousse. Perché sì, l’informazione buttata lì da Daisuke alla fine dello scorso capitolo ha indotto Ranma a compiere un’ulteriore deviazione sul cammino. Per perdere tempo, certamente, ma anche per espiare qualcosa del passato. E però Mu-Xue non sembra tipo da perdonare con una semplice chiacchierata, e anzi per Akane le cose sembrano mettersi molto male… anche qui noto un ben diverso approfondimento di questa parte della storia, rispetto alla precedente stesura, e ne sono ben lieto: il confronto inevitabile tra Ranma e Mu-Xue avrà tutto un altro spessore e già pregusto lo spettacolo.

Nuovo recensore
01/04/20, ore 22:31

Penso che la canzone scelta per la parte finale del capitolo, esprima al meglio il senso di vuoto e tristezza che questo capitolo mi ha lasciato.
E non inteso in senso negativo, ci tengo a precisarlo. Ma ancora una volta mi sento triste e abbattuta come se vivessi in prima persona la storia. Un momento su di giri per quello che potrebbe succedere, e il momento dopo la delusione più totale. Ma per quanto questo sia frustrante, mi fa amare sempre di più questa storia. Dove nulla è facile o dato per scontato. In ogni singolo capitolo, così come in quest'ultimo, l'attenzione alla narrazione, ai dettagli ed ai sentimenti di ciascun personaggio, sono raccontati e descritti al meglio. E così io mi lascio travolgere dalla storia, tanto da mettermi quasi a piangere per la delusione, sofferenza e frustrazione dei nostri due protagonisti.
Mi scuso se questa recensione potrà sembrare un pò triste o spenta, ma forse un pò il periodo di reclusione e un pò per il capitolo comunque carico di dispiacere, mi ritrovo ora dopo averne concluso la lettura con un senso di oprressione al petto... Ma questa è anche la bellezza di quello che una persona può suscitare con le proprie parole nei cuori di chi avrà la forturna di leggerle. 
La mia scena preferita è stata sicuramente quella in cui Ranma viene sorpreso da Akane, mentre la guarda completare i suoi doveri, in questo caso il cesto. Hai descritto veramente molto bene i loro sguardi ed i loro pensieri, sono riuscita ad immaginarmi nella mia testa una scena bellissima.
Grazie al cielo a risollevare la mia inquietudine c'era Sayuri, con il suo racconto di come ha preso la verginità un giovane Ryoga (immagino XD).
Adoro!
Bravissima come sempre <3

Recensore Veterano
26/03/20, ore 13:33

Daisuke colpisce ancora. L’unica persona, l’unico simile, l’unico amico con cui Ranma possa confrontarsi e aprirsi e dare voce ai propri dubbi ed ai propri timori. Su tutti, il terrore di tenere ad Akane, di legarsi nuovamente ad un altro essere umano. Di rimanerne nuovamente scottato.
Ma il confronto con Akane parla chiaro, lui intende metterla alla prova e Akane quella prova la supera a pieni voti: con la sua trasparenza, trasparenza e sincerità, sincerità a livelli estremi. Ed ecco che i due sono adesso maestro e allieva, proprio Ranma che non ha mai avuto allievi, che ragiona tra sé di fare così solo per mettere la “nobile piattola” ulteriormente alla prova, farle dimenticare idee di fuga, ma… ormai è sempre più “fritto”, come direbbe Daisuke. Perfino nel sonno il suo “io interiore” lo ha portato da lei, a ritrovarsi abbracciato a lei, ormai la cosa è assodata.
Nel capitolo scorso mi ero scordato di parlare di Ryoga. Del povero, tenero Ryoga, lui che più di ogni altro rispecchia la sua controparte mangacea. La notte con Akari, il modo impacciato con cui affronta la situazione, la soluzione di Pirro di scacciare in malo modo le spie del padre. E questo capitolo per lui e per Akari, purtroppo, si risolve in una tragica resa dei conti. Il padre Sougen non può tollerare il comportamento di Ryoga, soprattutto perché vede in lui un ragazzino ingenuo e non la pedina che serve ai suoi piani; e il modo per farlo diventare uomo, restituirgli l’onore e togliergli ogni velo di innocenza, è la punizione più esemplare ed esecranda.
Non sono abituato a citare dei brani, ma voglio fare un’eccezione per questo scambio: “Vostro figlio è appena diventato il vostro peggior nemico”, “E tu lo servirai come hai servito me, quando io non sarò più”. Ecco, il punto per Souzen è questo. Non gli importa di Ryoga se non come il suo successore, quella parte di sé che gli sopravvivrà e prenderà il suo posto quando non ci sarà più. E che quindi lui deve assolutamente plasmare con ogni mezzo perché diventi il prima possibile non suo figlio, ma un proprio clone.
E tuttavia conosciamo troppo bene Ryoga, per sorprenderci del fatto che le cose non andranno propriamente così.
Ma intanto la trama procede. Si fa un primo cenno a Mu-Xue, mentre si lascia presagire una qualche bufera sulle montagne, che mi fa tornare alla mente certi ricordi… E Daisuke si accomiata da noi, purtroppo. Dico purtroppo: sono stati due soli capitoli, ma la sua presenza ha fatto faville. Quanti cambiamenti da quell’altro compagno di scuola prestato in NRSU, quel vecchio monaco mortale di una vita fa… E però ci lascia col peggior presagio, quasi come se avesse parlato a noi vecchi lettori. E improvvisamente non vedo l’ora di tornare a quei capitoli e soprattutto di leggere anche quel seguito post capitolo 36 che ci tieni nascosto da così tanti anni.

Recensore Veterano
21/03/20, ore 00:41

Riprendo la lettura dopo tanto tempo e vorrei parlare del capitolo, ma puntualmente, dopo un paio di volte che provo a mettere insieme le mie impressioni, le mie parole mutano in un elogio di Daisuke: per il carattere che hai costruito, la simpatia che suscita insieme all’empatia per essere l’immortale con il quale il lettore finora può forse più facilmente identificarsi in quanto, a differenza di Ranma, è rimasto umano e debole, fragile.
L’alcool per lui è stato l’unica soluzione con la quale reggere la verità della propria esistenza eterna, il nonsenso della mortalità e della contingenza di tutto il resto che lo circonda.
Ma ripeto, non è solo questo; sei riuscita a creare l’ennesimo personaggio vivo e sinceramente simpatico, e il confronto sia con Ranma che con Akane ne guadagna tantissimo. All’inizio l’incontro tra i due immortali si risolve con Ranma che (ovviamente a modo suo) cerca di scuotere l’amico dalla desolazione in cui si è lasciato sprofondare, per poi però farsi fregare e ritrovarsi a letto con due donne sconosciute con i postumi di una super sbornia. Per Akane, che impatta letteralmente sulla scena (compresa ancora una volta la nudità di Ranma), è l’ennesima scossa che la fa maturare un altro po’, abbandonando sempre più da sé l’aria della ragazzina viziata che fondamentalmente aveva vissuto la propria “missione” all’esterno, al salvataggio di Kasumi, non troppo più di una prova, una prova terribile e mortale ma alla fine pur sempre un gioco. Qui non si tratta di demoni, briganti, minacce, ma essere adulti è anche questo.
E questa Akane un poco più matura riesce per una volta con successo a dissimulare a Ranma le sue vere intenzioni, per quanto il piano da lei congegnato si riveli alla fine abbastanza ingenuo: pretendere di cavare informazioni ubriacando Daisuke, quando a sua volta non è abituata a reggere il sakè, ovviamente le si ritorce presto contro e il detto “in vino veritas” ancora una volta ci prende in pieno e la serata con l’immortale produce una serie di confessioni reciproche.
Daisuke scopre molte cose su Akane, ma soprattutto Akane finisce per scoprire diverse verità su Ranma, anche se ovviamente non può credere alla più importante di tutte, quella della sua immortalità. E anche grazie a ciò, nella spiazzante scena finale (e con Daisuke spettatore, quasi a convincere lui e perfino noi lettori che non si sia trattato di un sogno), riesce a leggergli fin dentro l’animo come probabilmente nessuno fino a quel momento, come dimostra lo spiazzamento totale del codinato. Anzi proprio lo spavento, il perdere fiato nel sentirsi schiaffare in faccia la grande verità su di sé, che lui sta lentamente morendo dentro ogni giorno. Lui, che nonostante i tanti secoli trascorsi, ancora non aveva davvero incontrato “un essere umano vero” come Akane, in quel mondo di falsità che l’umanità gliel’ha pian piano succhiata via lasciandolo sempre più involucro vuoto, disperato, rassegnato.
I ritmi del capitolo sono eccellenti, anche perché il solito Daisuke permette molte situazioni più leggere, che sfociano nella grande ubriacatura della seconda parte fino all’appellativo con cui Akane apostrofa un incredulo Ranma, “futomara che non invecchia”. Grande capacità di sintesi, nevvero? XD
Bene, bene. Dandoci appuntamento al post lettura del prossimo capitolo, mi fa piacere essere tornato. Mi mancavano le fanfiction. Mi mancava NRSU ;-)