Tesora cara, questo tuo capitolo è stupendo, tanto per cambiare, e ancora una volta ti sei superata! L'idea della colonna sonora rende la lettura ancora più coinvolgente, ma anche senza di essa mi sarei ritrovata senza problemi a fianco di Ranma e Akane, in questo splendido universo che hai creato, dove il giappone feudale, ricostruito in maniera incredibilmente accurata, si intreccia con le intriganti vicende degli immortali.
La prima parte mi ha lasciato per un attimo in confusione, perché non mi aspettavo di ritrovare Kodachi, ma la sorpresa è durata solo poche righe, visto che la kunoichi non perde tempo a volgere i suoi pensieri all'amato. Se nel capitolo scorso ce l'hai mostrata come una pazza ossessionata da lui, qui è di gran lunga peggio; forse perché il punto di vista è il suo, leggere di questo amore folle e totalmente irrazionale mi ha dato i brividi, è incredibile quanto tu l'abbia caratterizzata bene, rivelando la sua follia. La sua convinzione che Ranma la amasse sul serio, visto che non l'ha uccisa, è qualcosa di agghiacciante, perché non ha neanche un attimo di incertezza o di dubbio; no, si limita a rileggere il combattimento sotto un'ottica distorta, che convalidi la sua tesi. E il suo modo di crogiolarsi nell'odore di Ranma, di annusare il brandello di stoffa impigliato tra le lame è un delizioso tocco da maestra per mostrarci la profondità della sua morbosa ossessione. Mi chiedo cosa crede che succederebbe se come immortali rimanessero solo lei e Ranma: si lascerebbe uccidere da lui? Penserebbe di poter vivere con lui senza più curarsi della ricompensa? O considererebbe lo scontro mortale un ulteriore modo per unirsi, come se ucciderlo o l'essere uccisa da lui fosse l'estremo gesto di intimità che li avrebbe legati? Da una folle come lei mi aspetterei di tutto. E mi ha colpito la sua disapprovazione sul fatto che Ranma cerchi di vivere tra gli umani, sia perché ci dice molto sul carattere di lui, forse più di quanto abbiamo evinto finora, vista la sua disillusione e la crudeltà di cui ha dato prova, sia perché ci dimostrano anche il modo in cui Kodachi stessa si pone con gli umani e all'idea di una ricompensa che le tolga tutti i poteri. Folle il suo amore per Ranma, ma ancor più folle la sua idea di cambiarlo e di renderlo come lei, perché malgrado lo sterminio compiuto negli scorsi capitoli Ranma non sarà mai così mostruoso (anche perché c'è l'incontro con Akane che lo attende XD). Eppure lei è così convinta di poterlo cambiare, convinta di avere un futuro al suo fianco e perfino di sconfiggere Happosai. Certo, immagino che una pazza ossessionata dall'idea dell'amore come è lei non abbia bisogno di alcun ideale, ma non si è resa conto che Ranma questa mancanza la sente eccome, visto il guscio vuoto e stanco di vivere che è diventato ultimamente.
E passiamo alla parte dell'incontro tra le due sorelle. Bella la descrizione della cerimonia del tè, che dovrebbe essere un momento di pace e tranquillità, che invece fa da sfondo a un confronto del genere. Akane sa bene di non potersi fidare di Nabiki, ma è in una situazione in cui non può permettersi di essere razionale fino al midollo, perché si sta per giocare tutta la sua esistenza; e Nabiki, da serpe qual è, sa benissimo anche quali tasti toccare per far breccia nel cuore della sorella. È così che arriva quella parola fatidica, la parola che concretizza il sogno di una vita e che spingerebbe Akane a fare qualsiasi cosa: libertà. Grazie alla tua vivida narrazione mi è sembrato che Akane la assaporasse tra sé e sé, vedendo i contorni di ciò che le era sempre stato negato. Ho adorato questa frase “Quand’è che imparerai a dominare i tuoi pensieri, Akane? Proprio non ti accorgi di come prendono possesso dei tuoi lineamenti?”, perché, se già non bastasse la splendida caratterizzazione che le hai dato nei capitoli precedenti, questa è la prova definitiva: lei è Akane. Ho apprezzato molto anche la difesa per Ryoga; immagino che a spingerla a spendere parole gentili nei suoi riguardi fosse soprattutto il desiderio di sconvolgere la sorella e farla sentire meno sicura, ma sono certa che Akane abbia davvero apprezzato la chiacchierata con lui, ovviamente considerandolo come un amico e non un fidanzato, anche perché non dev'esserle successo spesso di avere a che fare con un uomo che la trattasse con rispetto e, invece di mostrarle condiscendenza, si interessasse genuinamente alle sue opinioni. Questo rapporto amichevole tra l'altro ricorda molto quello del manga, dove Akane non dimostra ostilità a Ryoga né odio o antipatia. Li ho visti molto simili, tramite le parole di Akane: entrambi non riescono a inserirsi in una società che vieta le libere emozioni, entrambi sono degli outsiders, troppo veri e vivi per poter trovare la loro collocazione in un mondo dove l'intrigo, il doppiogiochismo e il controllo assoluto fanno da padroni. Inutile dire però che in confronto a Ranma lui non sia nulla; e come potrebbe, dato che chiunque sfigurerebbe se confrontato con l'immortale? E come posso esprimerti la mia ammirazione incondizionata dinanzi alla descrizione che fa Akane? “lui ti guardava dentro con quegli occhi di ghiaccio e neve e vi scavava un abisso. Della tua età e del tuo sesso non me ne importa nulla, dicevano, della tua classe sociale non so che farmene. Ti guardava e ti derideva perché per lui non eri niente, ma sapeva sorridere di cuore e carezzare con lo sguardo e allora pareva che le tegole scivolassero da sotto i piedi…” Sono parole davvero bellissime, spiccano perfino nel tuo stile già eccelso! Non vedo l'ora di leggere del loro incontro e di vedere quanto rapidamente Akane cambierà idea su di lui *__* Nabiki comunque è un serpente a sonagli, altro che vipera. Per un attimo ho davvero sperato contro ogni logica che Akane la uccidesse, ma come potrebbe privare la storia di un'antagonista così deliziosamente intrigante? Il mio odio-amore per lei ormai non ha confini!
E proprio quando mi stavo chiedendo quando Ranma sarebbe comparso di persona, dopo che le due protagoniste delle parti precedenti avevano pensato a lui, eccolo comparire in tutto il suo splendore, ancora una volta presentato tramite il punto di vista della gente normale. Ma quanto adoro quando lui terrorizza i poveri umani? *___* Quel “Voi credete che il demone che ho appena ucciso sia la cosa peggiore che abbiate visto finora?>” è da oscar! Sarò sadica, ma non sono riuscita a provare pena per Yori, la realtà è che vedere Ranma comportarsi in maniera tanto arrogante e inquietante è una goduria estrema XDD
Sono felice poi che tu ci abbia concesso un altro scorcio del Ranma giovane e ancora piuttosto “normale”. Io preferisco quello tormentato che è diventato nei secoli, ma anche il ragazzo ingenuo e testardo dell'inizio è adorabile. E in questa parte del capitolo ci sono due punti di fondamentale interesse: primo, gli insulti di Ranma sono da piegarsi in due, specie se si pensa alla sua situazione XD E secondo: Happosai è un grandissimo bastardo! Francamente non sapevo se ridermela per il sadismo che ha dimostrato nel far sollevare all'allievo un dito dopo l'altro, con noncuranza, mentre parlava di tutt'altri argomenti, o se solidarizzare con Ranma e unirmi agli insulti! XD E degno di nota il fatto che Ranma si lamenti, sbuffi, insulti e maledica, ma che alla fine obbedisca all'anziano immortale. A parte la scena molto pittoresca (un Ranma a testa in giù che insulta sanguinosamente il caro vecchietto, che si permette pure di fumargli addosso XD), ho apprezzato questa parte anche perché veniamo a conoscenza delle due regole fondamentali degli immortali; e, se la prima già si conosce per Highlander, la seconda mi ha piacevolmente sorpreso, e la trovo decisamente sensata. Mi è piaciuto poi il fatto che tu ci abbia mostrato la difficoltà dell'allenamento, rifuggendo quindi l'equazione immortale = fortissimo a priori; è stata una scelta decisamente azzeccata.
Ed eccomi arrivata alla parte che ho preferito, quella in cui Akane tira fuori gli artigli e non solo, in cui esprime il suo dolore, la sua collera, la disperazione, e viene descritta dal punto di vista di altrui due personaggi. È una parte divisa in ben tre spezzoni che mi ha lasciato senza fiato per l'emozione. Non posso fare a meno di considerarla la parte che più mi abbia preso, perché le lacrime rabbiose di Akane mi hanno colpito al punto che quasi piangevo con lei, pensando al destino della sorella. Perché la convinzione con cui ha risposto ad Happosai che sì, lei poteva, mi ha fatto provare un estremo senso di rivalsa e assieme una stilettata d'amarezza, visto che mai in circostanze normali Akane si sarebbe aperta così con lui, se non fosse stata così sopraffatta dalla collera e dalla disperazione. Perché quando parla del vantaggio delle proprie nozze e arriva praticamente a scandalizzare Happosai ho esultato con lei, con un senso di vendicativa soddisfazione (hai voluto addestrarla, credendo di poterla tenere sotto controllo e di ingabbiarla dopo averle fatto intravedere la libertà? Ora scopri quanto sei stato ingenuo). Perché quando Happosai si rende conto che a lei non importa nulla che lui le legga pensieri tanto sanguinari, e ne resta sconvolto, è una scena che mi ha tolto il respiro, e tu l'hai descritta così bene che non ce l'avevo solo davanti, ma la stavo vivendo. Perché quando Happosai si è reso conto che Akane si è spenta ho sentito un magone all'altezza della gola che è durato per tutto il resto della lettura. Perché vedere Happosai spaventato, spaventato perché si è reso conto che Akane non ha nulla da perdere, e chi non ha nulla da perdere è l'essere più pericoloso del mondo, è qualcosa di impagabile. Perché, in quel momento, io sono stata Akane, grazie alla tua incredibile capacità di far immedesimare i lettori. Ammetto che mentre leggevo Happosai l'ho odiato tantissimo, perché, malgrado non sia cattivo ma si limiti ad affermare una semplice realtà, malgrado i suoi più nascosti pensieri dimostrino come non sia impassibile né al triste destino di Kasumi, né alla sofferenza dell'allieva, non posso non schierarmi totalmente con Akane, nel momento in cui lei sfoga la propria collera con quelle domande rabbiose e vede infrangersi tutto contro un muro di indifferenza. L'ingiustizia della sua situazione è troppa e dev'essere davvero terribile sapere avere le capacità per eliminare un uomo come Daichi in due secondi ma non poter andare a soccorrere la sorella. Mi è piaciuto molto anche il punto di vista di Tofu, che vede il cambiamento subito da Akane ma non ne comprende il motivo e, anche se meno scioccante della presa di coscienza di Happosai, contribuisce a mostrarci quanto lei sia determinata e assieme disperata, una giovane donna che lotta con le unghie e con i denti contro un mondo intero; è stata davvero furba a ferirsi apposta per vedere il dottore e ora non posso che attendere con ansia di rivederla all'opera nel prossimo capitolo. Spero di averti dato almeno una minima idea di quanto io abbia amato queste scene con Akane, perché mi hai suscitato emozioni tanto intense che dubito di essere riuscita a metterle per iscritto. Sappi solo che l'ho amata, questa parte. L'ho amata davvero tanto.
L'ultima parte del capitolo ha un po' stemperato l'atmosfera cupa e anticipatrice di tragedia che c'era prima, grazie a un dialogo telepatico piuttosto ironico tra Ranma e il suo maestro. Happosai ha ragione, Ranma non avrebbe potuto scegliere momento peggiore per tornare a cercarlo, ma in fondo questo suo pessimo (?) tempismo è la cosa che stavamo tutti aspettando! E non vedo l'ora di leggere anche lo svolgersi del loro incontro.
Concludo dicendo solo che migliori a ogni capitolo; non so come sia possibile, visto che hai già raggiunto l'eccellenza, ma ti dimostri sempre più abile: il tuo stile, il modo in cui giochi con le parole e crei immagini e scene più vivide di un quadro, e dipingi le emozioni dei tuoi personaggi con pennellate che non possono non raggiungere il cuore del lettore, sono delle prove inconfutabili delle tue incredibili capacità. Ho ancora un magone per la parte riguardante Akane, eppure è una parte che leggerei ancora e ancora, perché raramente uno scritto mi ha emozionata tanto; e non siamo ancora arrivati all'incontro tra i due... qui devo farmi scorta di fazzoletti (e mi stai pure facendo perdere la mia facciata da dura, dannazione! XD). Se anche hai trovato difficoltà nella stesura del capitolo, non l'ho notato in minima parte; la gestione della TPL è ormai un'arte in cui sei maestra, hai mostrato tutto senza raccontare nulla, ogni parte era perfetta, senza lungaggini o frasi poco immediate, e le emozioni mi scorrevano nella pelle a ogni riga. Sei inarrivabile, davvero non ho più parole per esprimerti la mia ammirazione e la mia gratitudine per aver condiviso con noi una simile perla di storia. Un fantastilione di complimenti, tesora, e ancora sono pochissimi in confronto a ciò che ti meriteresti.
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