Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/03/24, ore 16:00

“Athina, ἀληθῶς ἥμαρτον…”

E come la gestisci, questa?
Perché sì, sì, e sì ad ogni singola nota, virgola, apice, iota!
Perché qualunque siano le ragioni del rancore che Milo cova nei confronti di Atena, Milo è umano. Perché anche noi, chi più, chi meno, abbiamo portato, almeno una volta, rancore a Dio. Alla divinità in cui si crede. Per motivi diversissimi eppure così uguali tra di loro: una fiducia, una speranza, tradita (quand'arriva la Carità, così facciamo il trittico e passiamo alle altre Quattro Virtù?), che noi abbiamo riposto nell'entità in cui crediamo o abbiamo creduto.
E sì, quello che ci fa stare male è proprio quella reazione umana, non sapersi o volersi rimettere al "Fiat voluntas tua", perché a volte, la voluntas divina presuppone una Fede ben maggiore di quanto non si creda su due piedi.

Poi sposo in pieno tutto l'apparato filologico in nota. Sì alla precisione del Latino, che nel deponente lascia salire a galla una continenza mancata, come se quel peccato ci avesse attraversato.
Sì all'aoristo.
Sì all'Athina, ché la lingua moderna differisce, e di molto, da quella studiata sui banchi del liceo, altrimenti il "bé bé" non sarebbe stato portato a segno della lettura della Beta (oggi più simile ad una "v" che ad una "b").

Recensore Master
19/03/24, ore 15:52

Camus ha l’onere paterno e nessun dilemma: comunque, se anche fosse, non gl’importa.

So benissimo che dovrei star facendo altro, e che dovrei star scrivendo altro; ma qui casca l'asino, si direbbe. Perché ricordi quando, l'altro giorno, si faceva un certo discorsetto in astratto sulla Fede, quella con la maiuscola, e tu, mendace, mi lasciavi a predicare al coro (perché chi predica bene ma razzola malissimo è un amico migliore di quanto si possa pensare)?
Rieccoci qui.
Fede.
In maniera molto sensata, Camus lascia che ciascuno abbia a che fare con la propria, di Coscienza e di Fede, ché sono conti che si han a tirare da soli a soli. Altrimenti si va dal prete e gli si scarica addosso una serie più o meno corposa di barili e barilotti. Non so se è per il retroterra fortemente laico di tutti i francesi (salvo quando fa comodo loro agitare lo straccio del cristianesimo, che non può che non essere quello cattolico, visto quanti ne hanno ammazzati illo tempore) o per la testa dura che la Natura (o chi per Lei) ha dato in dote al nostro Camus al momento della nascita, ma le due righe lì sopra sarebbero da inserire in neretto alla voce "Camus dell'Aquario" in un ipotetico dizionario/enciclopedia sui Santi di Athena.
Camus ha la sua propria agenda, e una volta settata la barra del timone (della sua propria coscienza, vorremmo, potremmo dire), si può solo che avanzare, senza baloccarsi in inutili sofismi.
Lui ha deciso.
Di suicidarsi, ça va sans dire, ché come la giri la giri, 'sta frittata finirà per sapere di bruciato; ma ha deciso. E tanto basta.

Quanto, poi, all'Annunciazione ("Annunciazione! Annunciazione!!"), Saori non solo non ha sbagliato casa, ma non ha imparato che gli dei della tragedia non s'annunciano da sé. Appaiono. E dicono quanto c'è da dire.
Quel messaggio è poco più che uno "Scommettiamo?" strafottente, da principessina viziata, foriero di ben altre disgrazie.
Perché, ammettiamo pure che Saga abbia avuto paura di quel biglietto _ Occhietti Rossi, intendo; lo so, lo so: ma stiamo ragionando per assurdo), la mossa di Saori è una sfida aperta, uno scontro diretto.
Un altro suicidio annunciato, si può dire, colla differenza che lei, Saori, si porta appresso il Settimo Cavalleggeri, mentre Camus opta per un più epico, e decisamente apprezzato dalla sottoscritta, duello. E che il luogo sia l'OK Corral o dietro al convento dei Carmelitani Scalzi, poco importa...

Recensore Master
19/03/24, ore 12:30

Il Milo prostrato è piangente nooo, non ce la faccio TT_TT Cara, anche io ora latito su EFP causa lavoro e nuova vita ma ogni tanto controllo eh! Buona scrittura! Sara

Recensore Veterano
18/03/24, ore 14:45

Bello tutto. Ogni singola parola. Atena che si raccoglie la gonna e fa la dea penitente. Il rancore di Milo. Milo "fedele noncredente", che conferma la sensazione che ho espresso nel mio commento precedente. La verità del peccato. L'aoristo.
L'aoristo mi perseguita. Ma ho sposato uno convinto che le lingue senza aoristo sono poco più che grosse serie di rutti. Quindi è colpa mia.

Recensore Veterano
18/03/24, ore 14:35

Mi era mancato leggerti. O almeno leggerti sapendo di stare leggendo te! Faccio un salto sul tuo Minuetto sulla scia di Bizantiniana. Sono silenziosa da anni ma ti seguo sempre, per quanto posso. Voglio bene a Minuetto come a un vecchio amico. Anche quando siamo tutti e due assenti o ci siamo persi di vista per un pezzo di strada.
Non importa quanto tempo sia passato, coi vecchi amici si è immediatamente in sintonia.
Ci sono tante cose che ammiro nei tuoi scritti. Lo stile. La profondità. Lo spessore emotivo. La precisione. Le immagini che usi. Come dai spessore ai personaggi e come li muovi.
Forse hai ragione tu e questo ballo è sulla fede nelle sue diverse sfumature. Forse sbaglio, ma ho l'impressione che i tuoi personaggi non abbiano una gran fede. Almeno nella maggioranza dei sensi. Forse la mia impressione è dovuta all'accostamento con i dubbi e con il resto: La fede e la coscienza di ciascuno soppesino i dubbi ed il dovere. (Che bella!)
Certo Camus che comunque se ne infischia non aiuta! Però è molto IC!

Recensore Master
02/03/21, ore 16:05

Do un colpo al cerchio e un colpo alla botte, tanto non c'è pericolo che mi venga il mal di mare!
Non so perché, ma tra i due è Hyoga quello che meglio vedo nei panni di "007" (anche se frigna ogni tre per due, ma sorvoliamo); tuttavia, devo riconoscere che Camus ha tutte le carte in regola per essere una buona spia: discreto, elegante, distaccato e bello – troppo bello per non utilizzarlo come strumento di coercizione "gentile". Milo, fattene una ragione!
Ammetto che mi piacerebbe leggere qualche missing moment a tema, che magari mischiasse l'universo canonico e lo scenario sociopolitico della Guerra Fredda. Facci un pensierino :P

Recensore Master
02/03/21, ore 15:47

Cogliendo la palla al balzo, torno anch'io a farmi un giro – anzi, un ballo – sul tuo palco.
Ti dirò, l'elemento che più mi ha colpito di questa drabble è il modo crudo ed estremamente umano con cui hai descritto la vecchiaia di Shion.
Non hai nascosto il peso dei suoi innumerevoli anni dietro un qualche velo sacrale, ma hai parlato di "presbiopia" e "cataratte", come a dimostrare che, Santo o non Santo, alla fine il corso della vita colpisce tutti (più o meno) alla stessa miseranda maniera.
Tornando ai nostri due protagonisti, ho il triste sospetto che le "arringhe suadenti" del piccolo Milo siano molto migliori delle mie; Camus al contrario risparmia il fiato, preferendo concentrarsi su come far breccia nello scudo difensivo dell'avversario.
Impossibile non vederci i futuri cavalieri di Scorpio e Aquarius!

Recensore Master
01/03/21, ore 17:56

Mia cara Sherry,
Nella scorsa recensione avevo taciuto sulla neve che continuava a cadere e che, nel suo ripetersi, crea una sorta di ciclo che tutto inghiotte. È terribile e meraviglioso pensare che ogni cosa c’era prima di noi e ci sarà dopo (finché il sole non si spegnerà, ovviamente), ma lasciamo questi ragionamenti al cui confronto il Ragnarok sembra una festicciola di compleanno per parlare della meraviglia di Camus che impara ad amare il ghiaccio, che sente le vite imprigionate al suo interno. Il mammut, il cacciatore del Neolitico, la tigre con i denti a sciabola, gli innamorati sorpresi dalla tormenta, sono tutti lì, fissati nel ghiaccio.

Vite sospese, ibernate. E il ghiaccio non è solamente l’elemento naturale proprio dell’Acquario, capace di suscitare la sua meraviglia e fonte del suo potere, ma è anche un richiamo fortissimo verso Milo, che è fuoco, ma ha questi occhi di un “azzurro irreale” – che frase poetica e bellissima – che circondano Camus. Se non lo amasse, a mio parere, non coglierebbe l’analogia. Se non lo amasse non lo ritroverebbe ovunque, ma invece lo ama e allora questo sguardo stupefacente lo insegue. Ed ecco, ti leggo e vorrei avere tempo per scrivere e per leggere ancora, invece il dovere mi chiama, ma tornerò presto, perché questa raccolta è curata con un tale impegno da risultare preziosa, con le sue immagini splendidamente rese e questi riferimenti sulla danza che insegnano qualcosa ai neofiti. Un abbraccio e a presto, in questo lunedì che sembra di piena primavera (e speriamo si mantenga così).
Un abbraccio forte forte,
Shilyss

Recensore Master
01/03/21, ore 17:48

Mia cara Sherry,
Vale che i propositi dell’anno nuovo si rinnovino ogni mese? Facciamo che vale e rimmergiamoci in questo momento rubato al tempo: il tema della notte troppo breve a me farà sempre pensare a Catullo e al fin troppo celebre carme V, e credo che Milo e Camus si inseriscano bene nell’identico filone. Sono due amanti che ritengono il tempo a loro disposizione troppo breve.

Si separano perché devono, necessariamente, tornare alle loro vite, ma lo fanno con dolore e consapevolezza, perché non sanno con precisione dove e quando capiterà di nuovo l’occasione per smettere di essere ligi cavalieri di Atena e lasciarsi andare a una passione che li svia dal compito principale, ma che, al tempo stesso, a mio parere è proprio il carburante che li rende migliori, più forti, così come succede nel ciclo arturiano. Bello come i caratteri differenti dei due amanti si mostrino con poche pennellate sapienti, nella maniera in cui affrontano la doverosa separazione. Camus, più freddo e impettito, pare davanti a un plotone d’esecuzione, mentre Milo, più oscuro, si crogiola nella nostalgia.

Tenerissimo è, d’altro canto, il riferimento ai pulcini: mostra l’affetto che i due cavalieri mostrano per i vari allievi che addestrano, un affetto giustificato naturalmente dalla vicinanza e dal fatto che sono dei genitori putativi, ma che chiaramente non viene mai mostrato a viso aperto per questioni di disciplina. L’ho detto mille volte, ma adoro l’accuratezza con cui apri un mondo sui tuoi personaggi sfruttando una manciata di righe. Io sono irrimediabilmente prolissa, ma m’incanto nel vedere come le immagini si formino nitide nella mia mente, leggendoti, come i concetti diventino via via più profondi, rileggendoti. E quindi grazie e prima di concludere la mia pausa del lunedì pomeriggio di un periodo folle, semplicemente folle, faccio un altro piccolo salto.
A prestissimo,
Shilyss

Recensore Master
12/01/21, ore 13:14

Cara Sherry,
rieccomi, per tenere fede ai miei gloriosi propositi: qui si dice che potrebbe nevicare (e sarebbe un’inenarrabile sciagura, ché noi romani possiamo gestire tutto, ma la neve ci coglie drammaticamente impreparati) e quindi anche questo capitolo super invernale si adatta bene al contesto (oltre all’invito allo stare a casa, che Milo e Camus, due cavalieri integerrimi, accolgono con la puntualità che li contraddistingue. Ora, immaginarli costretti a casa ad amarsi più lentamente dopo la passione focosa è una cosa che mi piace moltissimo: c’è questa immagine molto poetica della tempesta che imperversa e di loro che annullano le distanze che hai sintetizzato alla perfezione pur nello spazio di cento parole – e sai come la penso, a scrivere belle drabble non sono tutti bravi: a volte l’effetto che si ottiene è quello di una lettura magari puntuale, ma scarna e arida, mentre qui c’è vita, c’è passione. Mi manca la coda – chissà che non riesca a passare già domani – per il momento, ti mando un abbraccio e ti auguro buona giornata/serata/lavoro/cose.
Shilyss

Recensore Master
12/01/21, ore 13:05

Cara Sherry,
si parlava di buone intenzioni e dato che oggi, nonostante tutte le sfighe, sono riuscita a sistemare prima di pranzo alcune cosucce, eccomi qui a scaldarmi con Milo e Camus. Amo i momenti rubati e la passione che non si fermerebbe nemmeno se ci fossero gli allievi e amo le scene in cui gli amanti soffocano o soffocherebbero i sospiri nei cuscini. Il capitolo è rosso per il non detto, ma il modo in cui descrivi la passione tra Milo e Camus è qualcosa di elegantissimo e coinvolgente al tempo stesso – poi, io preferisco questo genere di eros a partite di Twister che paiono tratte da un testo di anatomia, ma tant’è.

L’amplesso è magnificamente reso con un riversare dentro il proprio fuoco – o fluido - le doti oratorie che supplicano chiaramente fanno intendere al corrispettivo che viene dato da Milo a Camus affinché anche lui possa raggiungere vette di smarrimento e perdizione, ma l’aspetto che più ho apprezzato è anche la doppiezza di quest’immagine, che riporta comunque alla mente le scene dei cavalieri che si inginocchiano davanti al loro oggetto d’amore. E quindi, di nuovo, chapeau. Ora corro a concedermi un altro cioccolatino – alla Ambrogio con i Ferrero Rocher, spero che li ricordi pure tu – perché ho ancora qualche minutino da strappare prima dell’ora di pranzo <3. Un abbraccio e a presto (in questo caso davvero),
Shilyss

Recensore Master
10/01/21, ore 00:31

Doverosa premessa: sto commentando dal cellulare e potrebbero uscire fuori cose penose ed insensate. Oppure, queste quattro parole in croce potrebbero diventare un gioco di società attraverso il quale ravvivare una serata che langue.

Ad ogni modo, anche se dovrei passare da te per quell'altra cosa, sono letteralmente inciampata in questo capitolo. Tranquilla, ci sono abituata: se vuoi vivere a Roma, questa è conditio sine qua non (come avrai intuito, non riesco ad inserire i tag per il corsivo. Misere mei!!). E mai scivolone fu più piacevole, ché questo bozzetto trasuda di vita e quotidianità al punto che fa quasi male. E che strappa un sorriso.
Fa male perché Sion è vecchio, e tu ce lo mostri senza sconti: cataratte, dita ritorte dall'artrite, schiena a pezzi. Ha passato più di duecento anni a reggere il Santuario, ne ha quasi duecento settanta (Domineiddio!!), ma troppo spesso nelle fic si glissa su questo aspetto. E, temo, non lo si faccia per delicatezza, ma per distrazione.

E fanno ridere i marmocchi che lo tampinano per vedere la neonata. Me li immagino che protestano e si lagnano e pestano anche i piedi, ciascuno a modo proprio.
Il mio eroe, qui, è Camus, che aspetta. Tanto ci pensa Milo a sussurrare - a mettere in croce - Aiolia affinché metta a sua volta in croce Aiolos. Davvero, gli basta aspettare...

Alla prossima!!!

P.S. SCRIVI!!!

Recensore Master
19/09/20, ore 19:17

Cara responsabile di alcuni miei acquisti librari che dissestano le mie finanze,

è talmente delicata questa drabble che avresti potuto, a mio umile parere, lasciarla arancione (ma io sono dell’opinione che è mejo mette ‘e mani avanti cor rating alto che”), ma pure a rileggerla così profonda. L’amore è fusione. C’è chi vorrebbe congelare anche gli istanti di passione e farli durare in eterno e chi brucia e non sa – non riesce – a contenersi, ché l’amore fa anche di questi scherzi. Hai scritto della loro necessità di essere insieme, fusi, abbarbicati. Hai raccontato la bellezza di chi arriva all’improvviso e di una tempesta che, come la pioggia per Enea e Didone, concede l’intimità.

Io la trovo incantevole, come tutte e come sempre e posso dire di stare amando questa coppia grazie a te, che scegli ogni parola con attenzione – Camus che ha freddo e si sente bruciare, Milo che è tempesta, il concetto di non opporsi alla passione e alla tempesta che mi richiama Dante, mannaggia a te <3, Dante bello (??) con il girone dei lussuriosi mossi in un vento perenne – alla fine è una tempesta anche la loro e io adoro il Canto V dell’Inferno.

Hai condensato in poche parole il culmine di una relazione di cui è possibile cogliere le varie fasi e poi hai un senso dell’ironia che adoro. Non solo nelle note sparse, ma anche nelle avvertenze che mi fanno ridere moltissimo, come questa su Milo. Minuetto è come una scatola di cioccolatini, non se ne ha mai abbastanza.
Un abbraccio in questa settimana fatta di tanti lunedì che si susseguono uno all’altro, manco fosse il Ragnarok.
Shilyss

Recensore Master

Ciao, mia cara! 
Riguardo a questa raccolta, sto andando avanti e indietro nel tempo; un colpo all'inizio, un colpo alla fine. 
Chissà, magari un giorno riuscirò ad arrivare al centro! 
L'immagine di Shura immediatamente dopo l'esecuzione di Aiolos è una di quelle che, su di me, esercita un'attrazione potentissima – tanto che gli ho dedicato più di una drabble. 
Capricorn è un incompreso, tristissimo deus ex machina: odiato al pari del mandante, pur essendo mero esecutore materiale. 
Milo lo vede passare eretto, fiero, e tuttavia macchiato – in maniera indelebile – del sangue del cavaliere forse più amato di tutto il Grande Tempio. C'è una grandissima dignità nella sua figura, che sfila a testa alta nonostante il giogo di rimorso che gli è appena caduto sulle spalle. 
Ho trovato stupendo anche il rimando ad Aiolia, e a quel dolore/rancore che, da qui in avanti, sarà irrimediabilmente parte del saint del Leone.
Scrivine di più, s'il te plaît! 

Recensore Master
26/08/20, ore 20:02

Cara Sherry,
se c’è una cosa che amo è quando un personaggio viene visto senza gli occhiali rosa dell’amore. Soprattutto quando questo personaggio compie azioni o ha armi che infliggono dolore, bisogna guardare con occhio critico e oggettività ciò che questo personaggio compie. Si può, certamente, trovare una ragione psicologica a tali gesti, ché l’epoca dei villain cattivi perché sì è finita da un pezzo, ma non si deve nemmeno indugiare, a parere mio, nel voler cercare un capro espiatorio necessario per dire che il nostro personaggio, alla fine, era solo un cucciolotto bisognoso d’affetto. Molta parte di questo incipit, come immaginerai, è personale, perché uno dei motivi per cui faccio quello che faccio è per mantenere (a mio parere) alta la dignità di un certo tizio, ma credo che tu qui abbia fatto la stessa cosa. Ami Milo e lo descrivi magnificamente sia che sia un solare e ridente bambino ancora da addestrare sia che sia il braccio destro di Camus, suo amico, amante e confidente, ma questo soggetto qua è pur sempre il cavaliere dello scorpione. Un segno ombroso (è il mio ascendente), un cavaliere che t’avvelena, ti paralizza e ti fa soffrire come un cane.

Negare che sia tra i cavalieri più truci e spaventosi è mettersi gli occhiali rosa sopracitati, e quindi puoi immaginare con quanta gioia abbia letto questo capitolo. Tra l’altro, nella descrizione di Milo non hai omesso neppure la sua fedeltà, che è un altro elemento tipico del personaggio fin dall’infanzia. In realtà non mi stupisco per l’efficacia delle tue caratterizzazioni, ormai le conosco, ma me ne compiaccio perché li racconti, non ti limiti a presentarli. E raccontandoli, si conficcano con maggiore forza nell’immaginario del lettore, rievocando i ricordi della visione dei Cavalieri con maggiore forza. Ovviamente, c’è sempre un graditissimo riferimento a Camus che rende tutto più dolce e intenso. Le frasi più toccanti però sono le ultime. È bellissimo il concetto – e già presente in un’altra tua drabble su Milo in questa raccolta – che solo conoscendo e apprezzando il peso della vita si può avere nelle proprie mani la responsabilità di toglierla.

Non credo che ci siano bisogno di ulteriori spiegazioni, ma questo concetto è veramente toccante e profondissimo, così come visivamente d’immenso impatto è la fontana di sangue dove non c’è unicamente il sangue avversario, ma anche quello dello stesso futuro cavaliere. E ciò, indica il sacrificio, il prezzo che lo scorpione deve pagare per il proprio inquietante potere.
Un abbraccio forte forte,
Shilyss

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