Recensioni per
Tu ed io, contro il Mondo, contro il Tempo
di Lory221B
Evviva gli happy ending! Dopo la fine della storia in cui Sherlock era un androide, mi sono accostata a questo capitolo con trepidazione, temendo un altro colpo al cuore. |
Ed ecco l'ultimo capitolo di questa storia molto particolare. Anche qui temevo che tu mi uccidessi qualcuno, perché c'è stato un attimo in cui ho avuto paura che Sherlock... e invece è andato tutto per il meglio. E poi, dai, il filone principale non poteva assolutamente andare a finire male. Quindi ho fangirlato parecchio, lo confesso. Anche quest'ultima mi è piaciuta molto. In particolare, ho amato l'idea che Sherlock pensi a John come prima cosa appena apre gli occhi mentre è a terra e ferito. Ho amato che John, per una volta, se ne rendesse conto. Su tutto, però e sarà che ho un debole per lui, ho adorato Mycroft. Il suo essere manipolatore, ma per scopi nobili. Il suo essere deciso nel voler salvare il suo adorato fratellino da John e dall'amore che prova e che potrebbe portarlo di nuovo alla droga se John non lo ricambiasse. Mycroft fa già altre comparsate qua e là nel corso delle varie storie, ma questa è l'apparizione che più ho apprezzato. Decisamente molto IC, seppur "sul piatto" ci fossero tematiche ben diverse dalla sicurezza nazionale o dal natale con i parenti. |
Avevo iniziato questa recensione ieri, ma poi il mal di testa ha preso il sopravvento ed è finita che ho perso tutto. Ci riprovo ora che la cervicale mi sta dando un po' di tregua... Dunque, non nutrivo speranze per Hamish e William, te lo confesso, specialmente dopo aver capito che William era stato rinchiuso in un manicomio. E la situazione si è aggravata quando grazie alle lettere hai raccontato della triste sorte toccata a Sir William e al suo John. Poi, invece, la sorpresa! Hamish non ha avuto modo di prendere la nave, perché William era già lì! |
Nonostante non fosse la mia preferita, questa storia è stata comunque interessantissima da leggere. Adatta forse anche a qualcosa di più complesso a livello di struttura (come una qualcosa a capitoli, per esempio), lascia intravvedere molti intrecci di trama che di certo sarebbero stati approfonditi molto di più altrove e che qui vengono solo sfiorati a pro della trama principale ovvero "John" e "Sherlock" qui in versione futuristica. Ci sono molti fili interessanti che contribuiscono a creare una società credibile e verosimile e che, seppur sconosciuta a noi, ci è nota attraverso quelli che sono i personaggi della serie. Personaggi che, nel bene o nel male, intrattengono fra loro rapporti similari a quelli che avevano nella serie perché hanno ruoli che tu hai molto ben adattato. Penso a quello di Moriarty, per esempio, qui in veste di grande imprenditore a capo di quella che sembra una multinazionale. Un Moriarty che sta dietro, nascosto e che non si vede, che è ovviamente senza scrupoli e che ha ideali discutibili, che crea la vita per creare quello che ha tutta l'aria di essere un esercito personale. A lavorare per lui ci sono personaggi a noi noti, come Irene Adler, per esempio qui in veste di dottoressa e questo John/Martin che fa un doppia vita. L'ambivalenza di Watson è stata molto ben adattata, certo la sua storia qui è diversa ed è un po' lontano da quello che vediamo nella serie (o nel canone), ma ha dei punti in comune. Una delle cose che ho riconosciuto è il suo essere attratto da "Sherlock". Uno Sherlock non propriamente umano, ma questo non importa poi tanto, a quanto pare. Il che è quello che della tua storia mi è piaciuto di più. |
Questo capitolo può essere considerato come lo snodo dell'intera storia, oltretutto è anche il mio capitolo preferito o, meglio, la storia di Sh3rl e John è quella che preferisco. Non so di preciso per quale ragione, ma una delle componenti che me l'ha fatta amare è senza ombra di dubbio il parallelismo con il personaggio del Dottore, che è evidentissimo. Insomma, questo alieno che viaggia con un'astronave rubata che vola nello spazio e nel tempo ed è "figlio" di una razza evoluta (che ha eliminato i sentimenti, il che è anch'essa un ambivalenza, nel senso che ricorda sia Sherlock e Mycroft che i Signori del Tempo ovvero questa razza di alieni intelligentissimi, che si un po' auto elegge a simil divinità), è un fortissimo richiamo a Doctor Who. Mi è piaciuta anche perché è molto più leggera delle altre, non ci sono tematiche importanti, ma è di fatto una storia d'amore. Due esseri lontani anni luce l'uno dall'altro, fisicamente e caratterialmente, che si trovano per puro e semplice caso e si innamorano. Si può dire che sia la storia più vecchia del mondo, ma è quella che più mi è rimasta e della quale vorrei leggerne ancora. |
In questo capitolo vengono raccontate non due delle mie preferite (sorry, ma la quella che ho amato di più è Sh3rl, e poi spiegherò il perché), ma senza dubbio due delle storie che hanno risvolti con tematiche più serie e complesse. Sì, perché se "Il diario di Sir William Sherlock Scott Holmes" affronta la solitudine e la morte, qui ci ritroviamo catapultati in universi in cui la serietà dei temi che proponi colpisce forse ancora di più di morte e sofferenza. |
Ciao, il ritardo immenso con cui arrivo a recensire questa storia è assolutamente imperdonabile. L'ho letta la settimana scorsa tutta in una sera e quando l'ho finita, e dopo un primo momento di sbigottimento (positivo, naturalmente), mi sono detta che questa storia avrebbe meritato recensioni dettagliate. Purtroppo sono stata talmente assorbita dalle mie cose, che mi ritrovo a recensirti soltanto adesso. Le cose che ho da dire sono talmente tante, che spero di non finire col dimenticarmele. |
grazie adlerlock, mi è piaciuta moltisimo la tua ff, mi ha fatto emozionare ed appassionare! |
Rispondo subito alla domanda che fai nel tuo “angolo dell’Autrice”. Il "viaggio" nel tempo (e nel cuore) che mi è piaciuto di più è stato quello dell'androide Scott, anche se non c'è l'happy end e si finisce nell'angst puro. Infatti, pur dominando uno scenario malinconico e spietato contro l’espressione di una “non” umanità, quella del robot, che desidera provare le emozioni più intense dell’animo che (sembra) non avere, è stato quello il capitolo che mi ha coinvolto di più. Per quanto riguarda l'avventura del porto, hai fatto chiaramente emergere il problema principale che ha causato tanto dolore ed ha impedito il manifestarsi di una situazione sentimentale che, ormai, non era più possibile nascondere (“…dire a Sherlock le uniche due parole che sarebbero contate…”). Intenso il dialogo tra Sh e John, che si ritengono finalmente liberi di dirsi cosa provano l’uno per l’altro perché, paradossalmente, sono quasi sicuri di trovarsi alla fine della loro vita e quindi scompaiono la vergogna, la disistima di se stessi, le paure che da sempre li hanno accompagnati. Ma la conclusione li vedrà, per fortuna, sani e salvi e…insieme. Si chiude così il grande cerchio spazio-temporale che hai tracciato attraverso epoche e luoghi diversi, mantenendo la rotta verso il vero significato di quella che, sicuramente, non è solo una bella amicizia. Spicca, in questo capitolo, un Mycroft deciso, ruvido e, senza dubbio, interessato al bene del fratello minore che è quello di non soffrire più per “inutili strette di mano”. Breve ma significativa la frase in questione. Quando una bella storia, che tu definisci “strana”, finisce c’è sempre un po’ di rimpianto ma, intanto, ti ringrazio per la piacevole lettura. |
Mi dispiace davvero che questa storia sia già finita! |
Oddio! Questo capitolo è meraviglioso!! Sono rimasta con il fiato sospeso fino alla fine! Per un attimo ho temuto che Sherlock non ce la facesse! Meno male che si è ripreso, perché la scena nel magazzino è stata straziante! Non riuscivo a trattenere le lacrime! Se avessi potuto, avrei preso John a bastonate, per essersi accorto di quello che prova per il detective solo in punto di morte! |
Molto coinvolgente, molto ben scritta, molto di “tutto”, insomma, questa tua storia. Nel leggerla e “rimbalzare” da un POV all’altro, perché lo scambio di lettere si può definire tale, ho pensato al paziente lavoro di tessitura della trama che non è semplice proprio perché, ricostruire le vicende attraverso un via vai di missive, in più di personaggi diversi, è più laborioso che raccontarle e basta. Quindi hai anche il merito di esprimere ciò che stiamo leggendo attraverso una forma stilistica non facile. Ritorna il peso del “non detto” a suo tempo (“…Basta silenzi, basta non dire le cose…se solo fossi stato onesto con lui…”), eterno mantra che crea quella tensione di attesa quando, anche in spazi temporali diversi, Sh e John (Hamish) s’incontrano e avvertono il magnetismo che li attrae fatalmente l’uno verso l’altro. Credibile l’accenno all’atmosfera infernale del manicomio di allora che risponde effettivamente a precisi riscontri cronachistici. Avanti così, bene. |
Meno male che alla fine ce l'hanno fatta! |
Sono stata male (e con male intendo fisicamente male!) per più della metà del capitolo. È stato come ricevere una serie di pugni allo stomaco, e avevo davvero paura che anche questo "tempo" finisse nel modo peggiore. Su "ti amo, e questo mi fa male" ho anche rischiato una lacrima. 😢 |
Ho adorato questo capitolo. Un happy ending sarebbe stato forzato e non credibile. Fin dalla prima parte si capiva che non poteva finire bene. Confesso che mi aspettavo che fosse John a morire, per salvare Sherlock. Mi ha, quindi, piacevolmente sorpreso la morte di Sherlock. Non che abbia fatto meno male. |