Recensioni per
Tu ed io, contro il Mondo, contro il Tempo
di Lory221B

Questa storia ha ottenuto 31 recensioni.
Positive : 31
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/10/16, ore 23:11

Evviva gli happy ending! Dopo la fine della storia in cui Sherlock era un androide, mi sono accostata a questo capitolo con trepidazione, temendo un altro colpo al cuore.
Fortunatamente, stavolta è andata decisamente meglio.
È bella e coraggiosa la scelta compiuta da John.
Mi è piaciuta molto l'apparizione di Mycroft. Breve, ma efficace.
Da bravo fratello maggiore, si preoccupa delle intenzioni di John verso Sherlock, senza rinunciare alla propria natura da manipolatore.

Nel complesso, è stata una bella storia, basata su un'idea diversa dal solito e sviluppata in modo interessante, ben gestita e scritta. In questo caso, ci sta perfettamente che non tutte le parti abbiano avuto un lieto fine.

Alla prossima!
Ciao! :-)

A

Recensore Master
19/10/16, ore 14:23

Ed ecco l'ultimo capitolo di questa storia molto particolare. Anche qui temevo che tu mi uccidessi qualcuno, perché c'è stato un attimo in cui ho avuto paura che Sherlock... e invece è andato tutto per il meglio. E poi, dai, il filone principale non poteva assolutamente andare a finire male. Quindi ho fangirlato parecchio, lo confesso. Anche quest'ultima mi è piaciuta molto. In particolare, ho amato l'idea che Sherlock pensi a John come prima cosa appena apre gli occhi mentre è a terra e ferito. Ho amato che John, per una volta, se ne rendesse conto. Su tutto, però e sarà che ho un debole per lui, ho adorato Mycroft. Il suo essere manipolatore, ma per scopi nobili. Il suo essere deciso nel voler salvare il suo adorato fratellino da John e dall'amore che prova e che potrebbe portarlo di nuovo alla droga se John non lo ricambiasse. Mycroft fa già altre comparsate qua e là nel corso delle varie storie, ma questa è l'apparizione che più ho apprezzato. Decisamente molto IC, seppur "sul piatto" ci fossero tematiche ben diverse dalla sicurezza nazionale o dal natale con i parenti.

Insomma, questa storia mi è piaciuta. Era senz'altro molto originale, il che è un punto a tuo favore. Se mai in futuro volessi sviluppare altrove alcune di queste storie, secondo me non sarebbe una brutta idea.
Alla prossima.
Koa

Avevo iniziato questa recensione ieri, ma poi il mal di testa ha preso il sopravvento ed è finita che ho perso tutto. Ci riprovo ora che la cervicale mi sta dando un po' di tregua... Dunque, non nutrivo speranze per Hamish e William, te lo confesso, specialmente dopo aver capito che William era stato rinchiuso in un manicomio. E la situazione si è aggravata quando grazie alle lettere hai raccontato della triste sorte toccata a Sir William e al suo John. Poi, invece, la sorpresa! Hamish non ha avuto modo di prendere la nave, perché William era già lì!

Ma procediamo con ordine. Ho già accennato al fatto che ho apprezzato l'atmosfera parigina di questa storia, in questo capitolo vengono fuori altri lati, più duri da accettare, ma enormemente più veri. Ci allontaniamo dalla scanzonata e ispirata Parigi, per crollare in una realtà delle più vere. I genitori di William sono differenti rispetto ai due paciosi/la madre è inquietante/ma in fondo buoni come il pane, coniugi Holmes che vediamo nella terza stagione. Immagino che la decisione di adattarli in questa maniera non sia stata presa da te alla leggera. A loro tocca un ruolo scomodo e fastidioso, ma molto vero e soprattutto realistico. La sorte che in un primo momento è toccata a William è stato forse il triste destino di molti omosessuali in Inghilterra. E forse è per questo che alcune lettere fanno così male, perché è enormemente vero ciò che racconti attraverso le poche parole che ci fai leggere. Le lettere non sono un qualcosa che amo particolarmente nelle fanfic Johnlock (forse per brutte esperienze nel fandom inglese, non so...) ma ho apprezzato questa storia tanto che è decisamente la seconda mia preferita. Indubbiamente è quella che hai gestito al meglio. Non sei incappata nell'errore di raccontare tutto e subito, ma hai snocciolato informazioni quando ritenevi fosse necessario e coerente il farlo. Per esempio, l'innamoramento di Hamish e William, in un primo momento sappiamo che tra loro c'è qualcosa e che era tanto potente che uno dei due, oppresso, se n'è andato altrove perché non poteva sopportare l'idea di non poterlo avere. Ma non ci sono noti tutti i dettagli relativi alla loro relazione. Forse Hamish non credeva di poter essere amato a sua volta (il che è credibile), ma non è questo l'importate. Il fatto è che hai costruito una vicenda ottima e l'hai raccontata in un modo che mi ha affascinata. Ho apprezzato il fatto che William facesse il violinista (io amo le storie in cui Sherlock suona il violino per professione), così come ho amato quanto s'intuisce sul loro innamoramento. Forse e prepotente, nato in modo dirompente e tanto che persino agli altri era palese. La loro storia d'amore è molto romantica, passa attraverso momenti travagliati e in cui la speranza sembra svanire, ma è credo la storia in cui l'amore è più forte di tutto. William è pronto a farsi "spegnere il cervello" per dimenticare Hamish, perché fa male l'idea di averlo lontano. Hamish, al contrario, è disposto a correre rischi enormi per poterlo salvare. Sì, è così romantico...

In tutto questo viene fuori, qua e là, la vicenda di Sir William che, imbarcatosi su una nave, scopre solo alla fine del suo diario che John sta morendo. Non mi soffermo su questo, ma non tutte le storie possono finire bene. E poi Hamish e William insieme a Parigi sono così belli da offuscare le tristezze...

Koa

Recensore Master
18/10/16, ore 16:18

Nonostante non fosse la mia preferita, questa storia è stata comunque interessantissima da leggere. Adatta forse anche a qualcosa di più complesso a livello di struttura (come una qualcosa a capitoli, per esempio), lascia intravvedere molti intrecci di trama che di certo sarebbero stati approfonditi molto di più altrove e che qui vengono solo sfiorati a pro della trama principale ovvero "John" e "Sherlock" qui in versione futuristica. Ci sono molti fili interessanti che contribuiscono a creare una società credibile e verosimile e che, seppur sconosciuta a noi, ci è nota attraverso quelli che sono i personaggi della serie. Personaggi che, nel bene o nel male, intrattengono fra loro rapporti similari a quelli che avevano nella serie perché hanno ruoli che tu hai molto ben adattato. Penso a quello di Moriarty, per esempio, qui in veste di grande imprenditore a capo di quella che sembra una multinazionale. Un Moriarty che sta dietro, nascosto e che non si vede, che è ovviamente senza scrupoli e che ha ideali discutibili, che crea la vita per creare quello che ha tutta l'aria di essere un esercito personale. A lavorare per lui ci sono personaggi a noi noti, come Irene Adler, per esempio qui in veste di dottoressa e questo John/Martin che fa un doppia vita. L'ambivalenza di Watson è stata molto ben adattata, certo la sua storia qui è diversa ed è un po' lontano da quello che vediamo nella serie (o nel canone), ma ha dei punti in comune. Una delle cose che ho riconosciuto è il suo essere attratto da "Sherlock". Uno Sherlock non propriamente umano, ma questo non importa poi tanto, a quanto pare. Il che è quello che della tua storia mi è piaciuto di più.

Ho trovato molto affascinante il concetto che l'androide sapesse di esserlo fin da subito, perché rende molto interessante il suo volersi relazionare con Martin, il suo esserne forse anche un po' affascinato. Forse quello che mi dispiace è che ci sarebbe voluto probabilmente molto più spazio e molte più parole per esprimere certi concetti, rimane ambiguo l'attaccamento di Scott per Martin. Si è innamorato di lui? Sappiamo che, nonostante il proprio passato e la missione, Watson provava sentimenti per Scott. Ma Scott? Sappiamo che era speciale, ma quanto speciale? Fino al punto d'innamorarsi? Questo rimane a interpretazione del lettore, così come il finale che - seppur triste - è giusto così. Perché io il finale l'ho interpretato forse in un altro modo. Scott non era una persona, la sua memoria dov'è finita? Il suo corpo può venir riprodotto, in fin dei conti e mi piace pensare che Martin ci abbia provato...

Koa

Recensore Master
17/10/16, ore 20:49

Questo capitolo può essere considerato come lo snodo dell'intera storia, oltretutto è anche il mio capitolo preferito o, meglio, la storia di Sh3rl e John è quella che preferisco. Non so di preciso per quale ragione, ma una delle componenti che me l'ha fatta amare è senza ombra di dubbio il parallelismo con il personaggio del Dottore, che è evidentissimo. Insomma, questo alieno che viaggia con un'astronave rubata che vola nello spazio e nel tempo ed è "figlio" di una razza evoluta (che ha eliminato i sentimenti, il che è anch'essa un ambivalenza, nel senso che ricorda sia Sherlock e Mycroft che i Signori del Tempo ovvero questa razza di alieni intelligentissimi, che si un po' auto elegge a simil divinità), è un fortissimo richiamo a Doctor Who. Mi è piaciuta anche perché è molto più leggera delle altre, non ci sono tematiche importanti, ma è di fatto una storia d'amore. Due esseri lontani anni luce l'uno dall'altro, fisicamente e caratterialmente, che si trovano per puro e semplice caso e si innamorano. Si può dire che sia la storia più vecchia del mondo, ma è quella che più mi è rimasta e della quale vorrei leggerne ancora.

Sono contenta che tu abbia deciso per questa formula perché una storia fatta solo di "diari di bordo" sarebbe forse risultata un po' ripetitiva (dato che ne avevi già una con sole lettere e non c'è poi molta differenza). In questo modo le parole di Sh3rl fungono da contorno e aiutano ad arricchirne l'introspezione e il carattere che, è come in tutte le altre, decisamente IC.

Ah, non pensavo che ci fosse qualcuno che conosce il l33t! Mi ha fatto piacere trovarlo...

Al prossimo capitolo.
Koa

Recensore Master
17/10/16, ore 15:38

In questo capitolo vengono raccontate non due delle mie preferite (sorry, ma la quella che ho amato di più è Sh3rl, e poi spiegherò il perché), ma senza dubbio due delle storie che hanno risvolti con tematiche più serie e complesse. Sì, perché se "Il diario di Sir William Sherlock Scott Holmes" affronta la solitudine e la morte, qui ci ritroviamo catapultati in universi in cui la serietà dei temi che proponi colpisce forse ancora di più di morte e sofferenza.

"Le lettere di Hamish" viene da te introdotto con una saggezza pazzesca e con uno stile di narrazione, le lettere, che non solo è complesso da rendere, ma che non è facile gestire perché si rischia sempre di dire troppo o magari di sfociare in dichiarazioni forzate e poco credibili. Ha da sfondo una magnifica Parigi anni '20, io amo Parigi, in un'atmosfera che mi ricorda un po' Midnight in Paris (il film di Woody Allen). Hamish è un uomo che fugge, questo è palese fin dalle prime righe delle lettere che scrive, anche se la vicenda viene sviscerata nelle lettere successive è perfettamente chiaro che se n'è andato da Londra perché lì c'era qualcosa (o qualcuno) che lo faceva soffrire e con il quale non si sentiva libero. Hamish è un uomo oppresso da un sentimento che lo fa ancora soffrire e che gli fa scrivere, anche se non vorrebbe, lettere di una rabbia appassionata. Dall'altra parte, invece, c'è William. Che incurante del fatto che passa del tempo tra una lettera e l'altra, scrive brevi frasi e quasi sprecando tempo che potrebbe usare diversamente. Sapremo solo successivamente cosa sta passando realmente, ma quanto scrive è decisamente da lui. Sherlock è Sherlock in ogni riga e parola. Non c'è bisogno che si chiami a questo modo per capirlo, è sufficiente notare la difficoltà che ha nell'esprimersi, le parole che non scrive e che di certo ha pensato a come dire. La storia di Hamish e William fa male, è una di quelle che ferisce di più (nonostante il finale). Si soffre con Hamish, si sta male assieme a lui perché l'empatia che crei è pazzesca e molto ben riuscita.

L'esperimento 221/b è, credo, la storia più complessa dal punto di vista degli intrecci di trama. Io personalmente, e nonostante sia appassionata di fantascienza, non amo in modo particolare quando Sherlock viene riadattato in questa chiave. Ma riconosco le difficoltà che hai incontrato nello scrivere un racconto simile, in cui si deve figurare un mondo che ancora non esiste e la cui tecnologia possiamo a stento concepirla. Tu ci dai un protagonista che è più di quel che sembra, Martin Watson (carina la citazione), lavora in un centro in vengono letteralmente prodotti androidi. Un androide che, non so perché, mi ha ricordato un po' Data (anche se non c'entra niente, lo so) XD. Anche qui, come nella precedente, Sherlock non ha bisogno di avere questo nome, o che sia umano, perché sia IC. L'unico che si discosta leggermente dal canone è Watson, ma perché lo cali in un contesto (a livello sentimentale/familiare) che è completamente differente da John Watson. Tuttavia le cose che dice e fa, il suo sentirsi affascinato da Scott, sono tutte azioni coerenti col personaggio.

Al prossimo capitolo.
Koa

Ciao, il ritardo immenso con cui arrivo a recensire questa storia è assolutamente imperdonabile. L'ho letta la settimana scorsa tutta in una sera e quando l'ho finita, e dopo un primo momento di sbigottimento (positivo, naturalmente), mi sono detta che questa storia avrebbe meritato recensioni dettagliate. Purtroppo sono stata talmente assorbita dalle mie cose, che mi ritrovo a recensirti soltanto adesso. Le cose che ho da dire sono talmente tante, che spero di non finire col dimenticarmele.

Dunque, devo fare una premessa che reputo importante: non ho mai visto Could Atlas, anche se ne ho sentito parlare spesso e sempre bene. E di solito evito di leggere fic che sono ispirate a opere che non conosco, e infatti confesso che in un primo momento ero un po' spaesata (la struttura non mi era molto chiara e immagino fosse per via del fatto che non conoscevo il film), ma mano a mano che andavo avanti a leggere riuscivo meglio a comprendere come avevi strutturato questo tipo di narrazione. La prima cosa che devo farti sono i miei complimenti più sentiti, perché questa storia non ha uno sviluppo lineare e di conseguenza non deve esser stato facile il concepirla e poi lo stenderla. Infatti non c'è un inizio, uno sviluppo e un finale, ma ci sono più racconti, e per giunta ambientati in epoche diverse, che hanno sì un'elaborazione ben precisa (ogni racconto ha un'evoluzione di trama che è a sé stante rispetto la storia principale), ma la maniera in cui essi vengono narrati è disomogeneo. Questo fa sì che si crei un'interesse che è magnetico e sia verso il filone principale (o almeno, quello che io ho identificato essere tale) ovvero John e Sherlock feriti a morte nell'epoca contemporanea alla serie, che verso le singole vicende ambientate invece in epoche diverse e la cui trama viene introdotta, ma il cui finale non viene svelato subito. Come accennavo: struttura per me per nulla semplice da gestire e tu sei stata più che bravissima. Inoltre ho notato evidenti miglioramenti a livello di stile, ancora di più di quanti ne abbia visti in altre tue storie e questo non può che farmi piacere.

Non voglio dilungarmi troppo con questa recensione (le singole storie le commenterò mano a mano che le incontrerò, proseguendo), tuttavia voglio soffermarmi un attimo sull'interpretazione che personalmente voglio dare a questa storia. Il che è la ragione per cui ho voluto aspettare tanto a lasciare dei commenti, perché non c'è nulla di facile e soprattutto io credo che il modo in cui l'hai concepita si apra a più interpretazioni differenti. Forse è perché non ho mai visto Could Atlas e quindi non sono "influenzata" dal film, ma ho un po' una mia idea. In un primo momento mi son detta che avendoci tu fornito una prima scena iniziale tra John e Sherlock al presente e feriti, eccetera... tanto che Sherlock è addirittura incosciente, questi fossero dei suoi sogni, una sorta di delirio. Poi invece ho cambiato idea e mi son convinta che tutti gli universi di cui parli siano come le loro vite precedenti e future. Tipo un soulbonding in cui Sherlock e John si ritrovano in tutte le loro vite passate e future, in cui va più o meno bene e dove il loro finale non è sempre felice... Non so quanto questa mia convinzione sia lontana dalla tua idea, ma più che vedermi universi differenti e a sé stanti, mi figuro due anime che si ritrovano sempre e comunque. Sono una persona romantica, fondamentalmente... anche se non si direbbe! XD

Spero di riuscire a recensire presto i prossimi.
Koa

grazie adlerlock, mi è piaciuta moltisimo la tua ff, mi ha fatto emozionare ed appassionare!

Recensore Master
13/10/16, ore 00:39

Rispondo subito alla domanda che fai nel tuo “angolo dell’Autrice”. Il "viaggio" nel tempo (e nel cuore) che mi è piaciuto di più è stato quello dell'androide Scott, anche se non c'è l'happy end e si finisce nell'angst puro. Infatti, pur dominando uno scenario malinconico e spietato contro l’espressione di una “non” umanità, quella del robot, che desidera provare le emozioni più intense dell’animo che (sembra) non avere, è stato quello il capitolo che mi ha coinvolto di più. Per quanto riguarda l'avventura del porto, hai fatto chiaramente emergere il problema principale che ha causato tanto dolore ed ha impedito il manifestarsi di una situazione sentimentale che, ormai, non era più possibile nascondere (“…dire a Sherlock le uniche due parole che sarebbero contate…”). Intenso il dialogo tra Sh e John, che si ritengono finalmente liberi di dirsi cosa provano l’uno per l’altro perché, paradossalmente, sono quasi sicuri di trovarsi alla fine della loro vita e quindi scompaiono la vergogna, la disistima di se stessi, le paure che da sempre li hanno accompagnati. Ma la conclusione li vedrà, per fortuna, sani e salvi e…insieme. Si chiude così il grande cerchio spazio-temporale che hai tracciato attraverso epoche e luoghi diversi, mantenendo la rotta verso il vero significato di quella che, sicuramente, non è solo una bella amicizia. Spicca, in questo capitolo, un Mycroft deciso, ruvido e, senza dubbio, interessato al bene del fratello minore che è quello di non soffrire più per “inutili strette di mano”. Breve ma significativa la frase in questione. Quando una bella storia, che tu definisci “strana”, finisce c’è sempre un po’ di rimpianto ma, intanto, ti ringrazio per la piacevole lettura.

Recensore Veterano
09/10/16, ore 22:13

Mi dispiace davvero che questa storia sia già finita!

È comunque terminata nel modo migliore, almeno in questo tempo storico, e non posso che esserne felice. ❤️

Certo sia John che Sherlock hanno grandi epifanie solo in punto di morte, testoni che non sono altro! 😂

È stato un viaggio stupendo, pieno di avvenimenti e di sentimenti, e ti dobbiamo solo ringraziare.
Non vedo l'ora di iniziarne uno nuovo (devo ancora recuperare qualcosa!) in tua compagnia. 😊

Grazie a te, di tutto.
Aspetto un disegno su Baker Street!

Ps: Condivido "l'universo" preferito, senza dubbio: John e Sh3rl! 😄

Recensore Master
09/10/16, ore 21:54

Oddio! Questo capitolo è meraviglioso!! Sono rimasta con il fiato sospeso fino alla fine! Per un attimo ho temuto che Sherlock non ce la facesse! Meno male che si è ripreso, perché la scena nel magazzino è stata straziante! Non riuscivo a trattenere le lacrime! Se avessi potuto, avrei preso John a bastonate, per essersi accorto di quello che prova per il detective solo in punto di morte!

Posso dire con certezza che questo è il mio universo preferito, perché alla fine convergono tutti in esso.. Sappi che questa è una delle FF più belle ed emozionanti che io abbia mai letto!!

Complimenti vivissimi!! Alla prossima!!! :)

Ah, dimenticavo.. complimenti anche per il disegno.. è bellissimo! Sei veramente brava, in tutto, non solo a scrivere!! :)
(Recensione modificata il 09/10/2016 - 10:00 pm)

Molto coinvolgente, molto ben scritta, molto di “tutto”, insomma, questa tua storia. Nel leggerla e “rimbalzare” da un POV all’altro, perché lo scambio di lettere si può definire tale, ho pensato al paziente lavoro di tessitura della trama che non è semplice proprio perché, ricostruire le vicende attraverso un via vai di missive, in più di personaggi diversi, è più laborioso che raccontarle e basta. Quindi hai anche il merito di esprimere ciò che stiamo leggendo attraverso una forma stilistica non facile. Ritorna il peso del “non detto” a suo tempo (“…Basta silenzi, basta non dire le cose…se solo fossi stato onesto con lui…”), eterno mantra che crea quella tensione di attesa quando, anche in spazi temporali diversi, Sh e John (Hamish) s’incontrano e avvertono il magnetismo che li attrae fatalmente l’uno verso l’altro. Credibile l’accenno all’atmosfera infernale del manicomio di allora che risponde effettivamente a precisi riscontri cronachistici. Avanti così, bene.

Meno male che alla fine ce l'hanno fatta!
Ho sofferto con loro per tutto il tempo!!
Il fatto che si siano ritrovati quasi per caso è stato bellissimo! Mi sono emozionata tanto ed i miei occhi sono diventati un po' lucidi quando finalmente si sono riabbracciati!

Questa FF è stupenda! Ogni vita è più emozionante dell'altra!!
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!!

Bye bye!! :)

Sono stata male (e con male intendo fisicamente male!) per più della metà del capitolo. È stato come ricevere una serie di pugni allo stomaco, e avevo davvero paura che anche questo "tempo" finisse nel modo peggiore. Su "ti amo, e questo mi fa male" ho anche rischiato una lacrima. 😢
Alla fine, però, si sono ritrovati, e nel modo più sorprendente e bello nel quale potesse accadere.

Io AMO questa storia. L'adoro, letteralmente. E credo che questo sia, al momento, il mio capitolo preferito.

Ti ringrazio per quanto scrivi, per l'impegno, per tutte le emozioni.

A presto,
B.

Recensore Master
18/09/16, ore 22:33

Ho adorato questo capitolo. Un happy ending sarebbe stato forzato e non credibile. Fin dalla prima parte si capiva che non poteva finire bene. Confesso che mi aspettavo che fosse John a morire, per salvare Sherlock. Mi ha, quindi, piacevolmente sorpreso la morte di Sherlock. Non che abbia fatto meno male.
Tutto il racconto è molto bello e dolce. Chi ami la fantascienza come me, non può che apprezzarlo. Continua a venirmi in mente Blade Runner. Naturalmente non la versione originale, con quel finale luminosoe positivo decisamente forzato, ma il director cut.
Mi immagino tutta la tua storia calata in quella stessa atmosfera cupa, piovigginosa e scura. E mi piace molto.
Sherlock che crea un palazzo
mentale in cui nascondere i suoi messaggi segreti con John. Il disperato tentativo di John di salvare Sherlock, cercando di spiegare quanto lui sia diverso.
L'evoluzione del loro rapporto e la reciproca scoperta.
Il finale, con il sacrificio di Sherlock e John che torna ad essere solo, è un pugno nello stomaco, ma non poteva andare diversamente.
Brava.
Alla prossima!
Ciao! :-)

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