Recensioni per
Too wise
di TheHeartIsALonelyHunter

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
15/08/17, ore 15:01
Cap. 1:

Girovagando per il sito, ho scoperto questo racconto breve ispirato ad una delle commedie di Shakespeare che adoro ed è stata una vera sorpresa.
Non mi metto certo a fare una recensione professionale e approfondita, come già ottimamente posto in essere da Sherazade prima di me, quindi mi limiterò ad aggiungere quello che forse è mancato, cioè il punto di vista di una vera appassionata di questa coppia e della commedia in questione.

Ho adorato Benedick e Beatrice fin dalla prima volta che ho letto "Molto rumor per nulla", andando poi a scoprirne la versione in lingua, è un concentrato di battute e di contrappunti certe volte fin troppo caustici ma spesso spendibili anche ai giorni nostri. Il modo di pensare di allora non è ancora passato attraverso una evoluzione così sostanziale, da cambiare il senso di base del modo in cui si valutano moralmente i comportamenti dell'uomo e della donna. Ho sempre visto in Beatrice una vena femminista ante litteram e questo ha aggiunto ulteriore pepe alla piacevolezza del leggere, ma questa è ovviamente una visione totalmente soggettiva, altri potranno avere pareri totalmente opposti al mio.
Dal mio punto di vista sei rimasta fedele per quanto possibile allo spirito dei due protagonisti e al loro 'witty speech', ispirandoti in parte anche a discorsi similari come quello del toro o dei figli di Adamo, che ad un conoscitore della commedia subito balzano davanti agli occhi. Anche il linguaggio è curato, forbito, forse in qualche punto un po' lezioso, ma il nostro orecchio moderno forse è disabituato a certe acrobazie linguistiche comuni tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento.
Ho ritrovato anche il divertimento spesso molto evidente nella conflittualità della coppia e per quanto mi riguarda ne conosco molte che nella vita reale vanno avanti proprio così, punzecchiandosi continuamente e mantenendo dialoghi arguti fino al limite dell'irritazione, sia pur moderandosi rispetto a certe esternazioni di Benedick e Beatrice.. Anche nella commedia succede così e l'esempio che tu hai portato della messa in scena con David Tennant e Catherine Tate (così come quella che mi era venuta in mente per prima, cioè la versione di Kenneth Branagh ed Emma Thompson) mostra chiaramente che dialoghi così serrati e battute spesso al limite tra l'offensivo e il sarcastico possono ferire e molto la persona che le riceve. D'altronde si dice che l'amore di per se stesso è spesso litigarello e conflittuale; loro erano litigiosi e battibeccanti già prima, l'innamorarsi l'uno dell'altra difficilmente poteva renderli diversi. Non è Benedick stesso che dice nel primo atto che la lingua di vipera è un boccone indigesto? E se pensiamo a come si offendono reciprocamente - il buffone del principe per esempio - durante la festa in maschera, è ancora più evidente che tra loro c'è in atto una guerra di parole che è destinata a travalicare il confine della comunicazione verbale. E nelle messe in scena moderne spesso si mette in evidenza come chiave di lettura di questa lotta una sottesa tensione sessuale, che può essere un modo di vedere le cose, ma non è detto che sia l'unica spiegazione.

Tu immagini che quella conflittualità si protragga anche nella notte di nozze e nel dopo e per una coppia che è nata così, è probabile. Tuttavia mi sono sempre immaginata che ad un certo punto entrambi cedessero in parte le armi di fronte al sentimento che li unisce, sia pure contro la loro volontà (o almeno era così all'inizio, grazie ai tranelli dei rispettivi amici e parenti). In fin dei conti anche nella commedia Benedick si dichiara in maniera esuberante quando dichiara che vorrebbe vivere nel suo cuore e morire nel suo grembo, è lei che resta sempre un po' più caustica e ruvida. Ragion per cui mi è piaciuto notare un principio di ammorbidimento in Beatrice, della quale conosciamo anche in parte i pensieri grazie al racconto, soprattutto nel punto in cui parla della sensazione del viso di Benedick accanto al suo e recupera un ricordo confortante di quand'era piccola.
L'unico vero rammarico che ho al riguardo è che si possano leggere solo i pensieri di Beatrice, apprezzando la coppia mi sarebbe piaciuto un approccio che prevedesse una sbirciatina anche nella mente di Benedick. Per il resto è un racconto complessivamente ben scritto e che risulta stuzzicante e fautore di molti sorrisi per chi conosce bene la commedia.
Ultima precisazione: sono d'accordo con Sherazade sulla ripetizione di 'aborrito' in fondo al racconto, è ridondante e fa perdere leggerezza e vivacità alla frase, ma è una piccola pecca rispetto ai molti pregi della storia.
Continuerò a vagare per il sito, chissà che magari ci siano altri tuoi racconti similmente ispirati, li leggerei volentieri. Grazie di aver messo a disposizione gratuita una tua opera d'ingegno su questo sito, personalmente l'ho apprezzata assai.

Recensore Veterano
28/12/16, ore 19:16
Cap. 1:

Sesta Classificata al contest "Le storie dimenticate" sul forum di EFP



Allora, ammetto che, una volta cominciata la lettura, mi son sentita persa: ricordavo vagamente gli eventi di “Molto rumore del nulla”, son passati molti anni da quando lo lessi alle medie, e così, per poter dare una valutazione più completa, dato che era già nei miei progetti, ho recuperato il testo. 
Trattandosi di una composizione breve, è stato molto semplice. 
Non è la commedia, o tragicommedia, che più mi abbia colpita fra quelle che ho letto del Bardo, ma è stata una riscoperta. 

Non c'è da sorprendersi se, fra i vari personaggi dell'opera, tu abbia scelto di portare in scena Benedick e Beatrice: sono dei personaggi che lasciano il segno (e di certo li ho preferiti ad Ero e Claudio). Carismatici e sempre sul piede di guerra, anche se a loro sembra piacere la cosa... Contenti loro, contenti tutti. Come avrai capito, non sono una loro grandissima fan, diciamo che all'inizio lo capivo, ma a lungo andare trovo noiosi e pesanti i loro continui battibecchi. 
Ogni tanto va bene, capita anche a me e al mio moroso, ma a volte si tende a esagerare, e io comincio a imbronciarmi e a lanciare occhiate di fuoco. Se il mio moroso fosse come Benedick o, peggio ancora, Beatrice (che ho trovato davvero fastidiosa), non credo gradirei molto la sua compagnia (figuriamoci sposarlo). Non fraintendermi, amo le coppie un po' problematiche, ma qui siamo un po' troppo oltre, per quelli che sono i miei gusti, ovviamente. 
I due non capisco fino in fondo, se si amano davvero o che cosa. Tu, e anche nella stessa Opera, hai fatto emergere il fatto che loro lo fanno apposta, che gli viene naturale, che gli piace... insomma, sembra che il loro equilibrio stia proprio nel portarsi sul bordo del precipizio, continuando a pungolarsi, a offendersi e ad essere irriverenti, giusto per litigare e mettere quel po' di pepe. 
Nell'opera shakespeariana, si intuisce che i due non possano fare a meno l'uno dell'altra e di questo loro modo di rapportarsi. Fa parte di loro, è un loro modo per esprimersi, ma io vi leggo anche un bel po' di frustrazione. Frustrazione che pensavo derivasse dal fatto che all'inizio non riuscissero a dichiararsi l'uno all'altra... 

Ho preferito alcuni dialoghi, come ad esempio quello molto maschilista in cui Benedick afferma di avere un suo personale vangelo e che se ha giaciuto con altre donne prima del fidanzamento, va bene perché non aveva promesso a nessuna di esse di maritarsi con loro... cosa comune a molti uomini, fra l'altro. 
Certo è che se a darsi alla pazza gioia fosse stata Beatrice, avrebbero subito gridato al disonore e a panzane varie (cosa che comunque è successo con la povera Hero). 
Io non trovo sbagliato che uno, uomo o donna, abbia più esperienze sessuali nella propria esistenza, ed è inutile che una coppia si rinfacci di scelte fatte quando i due non si conoscevano nemmeno: una volta che si sta insieme, si deve avere conoscenza di ciò che è stato, ma si deve avere fiducia per la persona che abbiamo accanto. 
Certo, erano altri tempi, e la mentalità era quella. È stato un ottimo dialogo, hai ricreato bene le emozioni e il tutto. Complimenti! 

Trovo che tu abbia ripreso alla perfezione i loro caratteri, si vede quanto l'opera ti sia piaciuta e rimasta impressa nella mente: solo quando uno AMA così tanto un qualcosa, riesce davvero a “riprodurlo”, come hai fatto tu con questa storia. 
Ho trovato davvero bello il tuo stile, piuttosto scorrevole e un linguaggio adatto per questa storia ambientata in un'epoca antica. Se avessi adottato un linguaggio moderno, sarebbe venuto fuori un vero pastrocchio. 
Trovo bello che tu abbia anche voluto rispettare i nomi dell'opera in lingua inglese, ma preferisco i nomi in italiano... a maggior ragione perché l'opera è ambientata nel nostro bellissimo paese. Hero, in un primo momento, l'ho letto all'inglese, e non come traduzione di “Ero”, ma come traduzione di “eroe”. Ho passato qualche minuto ad arrovellarmi, pensando a chi potesse essere il misterioso “Hero”, solo dopo, e dando una sbirciata alle tue note, ho collegato le cose. 


Grammatica, ortografia e punteggiatura: *4,5/5 

(paroli testuali della stessa Hero), - Una piccolissima distrazione: “Parole” 

Agli occhi della dolce Hero il matrimonio, tanto a lungo carezzato sogno di infante e poi più volte rimirato ninnolo d’adolescente, - meglio mettere una virgola in questo caso dopo Hero 

erano state in fondo quelle mancanze madornali e dileggianti a farle soffrire per la prima volta l’amore nei confronti di quel leggendario chiacchierone. - in questo caso è più appropriato mettere “in fondo” a inizio proposizione e separarlo con una virgola 

- in quell’interludio da lei tanto aborrito che aveva visto l’adempimento del sacramento da lei tanto aborrito. - immagino volessi rafforzare la cosa, ma ad orecchio non suona benissimo. 

Stile: *4,5/5 
Trovo lo stile piuttosto azzeccato per il tipo di storia che hai voluto narrare. 
Hai rispettato il linguaggio che era presente nell'opera, non hai utilizzato termini a casaccio (moderni o troppo elaborati). La lettura è molto scorrevole ed efficace. Sei riuscita a ricreare l'ambientazione e la scena, senza perderti via in frasi fuori luogo, o in descrizioni esageratamente lunghe. 
L'unica cosa che a me non ha fatto impazzire è stato l'utilizzo delle parentesi. Le uso anche io, ma non per i racconti. A me non piace, specie per un racconto di questo tipo. 
Non è un errore, e un discorso puramente soggettivo, per il resto, ti faccio i miei più sentiti complimenti per la cura che hai dimostrato nel curare questo racconto. 

Attinenza del tema/pacchetto/prompt o citazione: *5/5 
Come per un'altra storia partecipante al mio concorso, il contest a cui la tua storia aveva partecipato, richiedeva unicamente di presentare uno dei propri lavori migliori. 
Io ritengo che, tecnicamente parlando, sia davvero un'opera ben costruita: dai dialoghi alla caratterizzazione stessa dei personaggi. Non ho avuto ancora modo di leggere altre tue storie, ma è evidente che hai un'ottima tecnica. 

Caratterizzazione personaggi: *5/5 
Che piacciano o meno, questi due personaggi sono ben caratterizzati. 
Hai ripreso alla perfezione questa coppia creata da Shakespeare. All'inizio non mi spiacevano, ma alla lunga avrei dato una bella sculacciata ad entrambi: va bene provocarsi, ma fino a un certo punto. In certi punti, avrei reagito in maniera ben peggiore rispetto a Benedick o Beatrice. Certo, loro lo fanno e gli sta bene così, ma io son dell'idea che a lungo andare si sarebbero sbranati, e da storia di una tragi-commedia, ci saremmo ritrovati a una tragedia (del resto, è sempre di un lavoro da Shakespeare che stiamo parlando) 
Non mi stanco di ripeterlo: hai dimostrato tutto il tuo amore per l'opera, rispettandone le sue sfumature per i personaggi che hai scelto di trattare. Puoi veramente andarne fiera. 

Originalità e trama: *4,5/5 
Siccome, per questa voce, vi erano 2 categorie da valutare, ho dovuto pensare a lungo voto più oggettivo possibile. In quanto a originalità, credo che tu abbia fatto un'ottima scelta: avresti potuto trattare di “Romeo e Giulietta”, o “Amleto”, o “Macbeth” o anche “Il mercante di Venezia” (che è diventato uno dei miei preferiti). 
Scegliendo di scrivere una fanfiction basata invece su “Molto rumore per nulla”, hai fatto una scelta più originale. Scegliendo quest'opera, però, era anche “scontato” che avresti trattato di Benedick e Beatrice, sono senza dubbio molto più interessanti rispetto agli altri personaggi comparsi nell'Opera del Bardo. 
Hai deciso di trattare di un semplice episodio quotidiano, una delle tante giornate in cui battibeccano amorevolmente. È una cosa che ci sta, ed è in perfetta linea coi personaggi, e con quello che, immagino, possa accadere loro nella loro vita da sposati. Insomma, ci sta, ed è in perfetta linea con lo scritto originale, ma la trama non mi ha coinvolta così tanto. 

Gradimento personale: *3/5 
Ti chiederai come mai, dopo averti profuso tante lodi, il mio gradimento sia appena sufficiente. 
La storia è tecnicamente ben eseguita, i personaggi sono IC, ben caratterizzati, la storia è piuttosto originale... ma non mi ha presa. 
Ho apprezzato molte il modo in cui sei riuscita a presentare i personaggi e i loro difetti, alcuni dialoghi erano brillanti e in piena linea con l'opera da cui hai tratto ispirazione, ma non mi son sentita coinvolta. Mi ha strappato dei sorrisi, è vero, ma non mi sono innamorata del racconto. Non ho amato neanche del tutto l'opera originale: mi è piaciuto leggerla, ma sono altri i lavori del Bardo che mi sono rimasti nel cuore. 

Formattazione, Font ecc.: *2,5/5 
Mi spiace essere così severa, ma qui, hai fatto una sola cosa: colorato il testo dell'angolo dell'autrice, che tra l'altro risulta pure un po' fastidioso. Non solo hai scelto un rosso acceso, ma il carattere è decisamente troppo piccolo. L'angolo autore ognuno se lo gestisce come vuole ma, secondo me, la scelta di colori, font, ecc. deve essere un minimo curata. 
Il Times New Roman a me piace, ma dovrebbe essere un po' più grande per non risultare troppo pesante durante la lettura. 
Ho dovuto ingrandire tramite la funzione del sito, e anche lì è risultato faticoso leggere. 
Normalmente, quasi tutte le case editrici, e anche le pagine di riferimento per chi volesse presentare un proprio scritto a qualcuno, consigliano di usare font come Arial o Times, e a grandezza 12 (sull'editor di EFP le grandezze differiscono un po' dai programmi di testo come Word o Open Office). È l'ideale, comunque questi rimangono solo pareri personali. 

Titolo: *4/5 
Too wise – troppo sveglio, troppo accorto, troppo saggio... o forse, riprendendo una delle ultime battute, troppo sagace. 
Sinceramente, all'inizio non vedevo tutto questo collegamento, sì, c'è la ripresa del dialogo finale ma, se tu non hai letto la versione inglese, Too wise non è un riferimento così immediato. 
Se uno ha letto la versione inglese, la cosa balza subito all'occhio e può risultare un riferimento carino alle continue battute, a volte al limite della sopportazione, che i due amanti continuano a lanciarsi. 
Io ho dovuto ricercare il perché di questo riferimento, anche avendo riletto di recente la storia (ma del resto, io l'ho letta in italiano). Credo che solo un fan della storia, che la conosce e la ama totalmente, possa cogliere appieno il senso del titolo.
 

Totale *33/40