Recensioni per
Di carne e di sabbia
di EternallyMissed92_
Wow! |
Bellissimo capitolo finale. Davvero molto, molto bello. Ammetto che mi piacerebbe leggere una sorta di spin-off per capire e vedere la nascita e l'evolversi del sentimento di Brandon nei confronti di Justin. Ma credo che aspetterei invano, visto e considerato che ho notato che questa storia è di molti anni fa ed è l'ultima che hai pubblicato su Queer As Folk. Quindi mi accontento, felicissima sia chiaro, di questa bellissima e bollente storia. Le hai dato il finale che si meritava e ho apprezzato tutto. |
Brian Kinney tormentato dall'antico mostro dagli occhi verdi, ovvero la gelosia, è qualcosa di bellissimo da leggere e, soprattutto, da vedere. Vedere, sì, perché con il tuo modo così scorrevole di scrivere di lui, di loro, è come se mi figurassi Brian e tutti gli altri, davanti ai miei stessi occhi. Molto brava. |
Questo capitolo è qualcosa di così erotico e bollente da, per contro, far venire i brividi. È stata un threesome molto lemon, molto calda. Ho apprezzato il fatto che Brian e Justin mantengano il loro "rito" personale: non baciare nessun altro. È rimasto qui, come è rimasto nella serie (con qualche piccola caduta da parte di Justin, ma ci sta, è un ragazzo, solo poi matura), e io l'ho apprezzato tanto, perché ha fatto capire che, nonostante la cosa a tre con Brandon, quest'ultimo non è stato altro che... Niente, solo una semplice scopata nel deserto. Almeno, questo è ciò che ne ho dedotto io da alcune frasi, la più plateale il fatto che Brian era come se, attraverso Brandon, stesse semplicemente scopando lui ma, al tempo stesso, stesse facendo l'amore con Justin, la persona che Brian ama. |
Attenzione, attenzione, primo cambio di pov e qui abbiamo un inaspettato (almeno per me) Justin a far da padrone, con i suoi pensieri intrinsechi, in tutto il capitolo. Eggià, il gioco è proprio iniziato, devo dire, ed è partito a bomba. Gli scambi di battute fra Brian e Justin mentre erano da soli sulla Jeep mi hanno fatto venire i brividi, non in senso negativo, anzi, tutt'altro: brividi perché ho sentito anche io l'eccitazione, l'attesa vibrare sotto la pelle della nostra coppia preferita. È come se me li fossi figurati davanti agli occhi, come se li avessi visti guardarsi e parlarsi proprio qui, davanti a me. Complimenti, non è facile riuscire in una impresa del genere. |
Ottimo, il capitolo era sufficientemente corto affinché io potessi leggerlo per bene (ammetto, come ti avevo scritto nella recensione precedente, che ero troppo curiosa di andare avanti). E... oi oi oi oi, qui mi sa tanto che hai iniziato a gettare le basi per qualcosa di più... caldo, molto caldo. |
Bello anche questo secondo capitolo! Come si provocano Brian e Brandon, ce li vedo proprio. Tocco di classe il CD con la traccia Forever Young messo da Brian stesso per rimarcare a Brandon che lui non è affatto vecchio. |
Ciao! Ho creato ieri l'account per leggere storie su Queer As Folk e, cercando un po' fra le storie più popolari e via dicendo, ho trovato il tuo profilo con le tue storie su questa bellissima serie che conosco da anni e su cui ho fatto un rewatch di recente. Ho deciso di partire da questa tua storia di 7 capitoli, che credo sia l'ultima che hai scritto, in quanto incuriosita dal terzetto e quindi dalla threesome su cui hai deciso di cimentarti. Premetto che non ho mai sopportato Brandon, ma devo ammettere che il tuo primo capitolo è stato molto piacevole e scorrevole da leggere. Ottimo lessico e ottima scrittura, mi hai catturata! L'ambientazione, come hai scritto tu stessa, è diversa, non siamo più a Pittsburgh, e ciò mi "intrippa" ancora di più. Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli ;) |
Siccome una tua << Fan accanita >> mi ha contattata solo per dirmi quanto ti piaccia ricevere recensioni, allora ho deciso di ascoltarla e di lasciartene una a questa storia. |
E' finita, che peccato. |
E così siamo giunti anche al termine di questo capitolo. |
OHMIODIO. |
Come scrivi bene, è un piacere leggerti. E il racconto? E' stupendo, finalmente vedere i nostri amici sereni, anche se le battute piccanti tra Brian e Brandon sono sempre piacevoli e mi fanno sempre sorridere, che tipi. |
Bellissimo, prosegue la mia lettura del tuo racconto e devo dire che mi piace un sacco. |
1^ classificata ex-aequo nel contest "3 – il numero perfetto"
I “Abilene”→ quella del paradosso? La tua storia un po’ mi ci ha fatto pensare. “Sono appena le nove del mattino e ci saranno già trentasette, trentotto gradi:” → prima dici che è luglio, siamo in Texas, le medie mensili vanno da un minimo di 22° ad un massimo di 35°. Ovviamente essendo medie mensili oscillano, ma 37/38 gradi di mattina mi sembra tanto. “«Dove sei diretto, Brandon?», ti chiede Brian,” → il pov è di Brandon, la narrazione è in prima persona, specifichi “ti chiede” e non solo “chiede”, quindi fare il nome di Brandon nella domanda è superfluo. II “«Per un White Party [...] Brian è stato estratto come vincitore alla lotteria di beneficenza che si è tenuta settimana scorsa da Woody»,” → questa parte non mi è piaciuta: Brian ha già vinto il biglietto per il White Party ad una lotteria di Woody nella seconda stagione. Trovo che decontestualizzare un episodio e inserirlo in uno scenario diverso lo renda straniante, un déjà vu sgradevole. Mi pare di avertene già accennato in merito all’uso delle battute. “«Credevo fossi troppo vecchio per partecipare ai White Party», Neanche a farlo apposta, il famoso ritornello di Forever Young degli Alphaville comincia a diffondersi nell’aria. Si volta verso di te e, nonostante i suoi occhi siano celati dalle lenti scure, riesci a percepire perfettamente il suo sguardo vittorioso. Tutto ciò è ridicolo.” → Più che ridicolo, io lo trovo forzato. Il siparietto può forse far ridere, ma a ben guardare è, per citare Brian, patetico. Se anziché accendere la radio, avesse inserito un CD e scelto la traccia della canzone per rispondere a Brandon senza rispondergli sul serio, sarebbe stato diverso, ma così fa troppo “intervento divino”. III “«Scusate…», mormora. «Ma ho una fame da lupi.»” → cambierei la punteggiatura: virgola al posto del punto fermo dopo “mormora” e “ma” minuscolo. “Un autogrill, distante da voi solo una decina di metri.” → e la domanda è: qui non c’era benzina? “Ribollisce”→ “ribolle”. Praticamente questo è l’unico errore che fai. V “Spegne l’auto, aspetta qualche secondo, poi gira la chiave nel quadro e tenta di rimetterla in moto. Niente. Testardo, la spegne di nuovo, provando a riavviarla un altro paio di volte, ma senza successo. Ormai è chiaro che il motore non ha più alcuna voglia di partire. [...] Sotto il bagliore argenteo della luna piena, scorgi il suo braccio allungarsi fulmineo in direzione del vano portaoggetti davanti a te. Ci traffica dentro per un po’ finché non riesce a recuperare una torcia. Incazzato nero, scende dall’auto e apre il cofano, puntandovi addosso la luce della pila elettrica. [...] Affianchi Brian e gli rubi di mano la torcia, piegandoti poi sul motore per cercare di capire quale potrebbe essere la causa di quel guasto improvviso. «Credo che la scintilla delle candele sia troppo debole», azzardi un’ipotesi, grattandoti la testa. «Questo spiegherebbe perché il motore non parte.» «Non ti facevo un esperto di auto», dice lui, con un tono di voce alquanto sorpreso. «Mio padre era un meccanico… ho lavorato nella sua officina per un paio d’anni, quando ero solo un adolescente con gli ormoni impazziti», tagli corto, prima di riaffiorare dal cofano e rivolgergli lo sguardo. «Hai degli attrezzi?» «No», borbotta, scuotendo la testa. «Neanche una fottuta chiave inglese.» Sospiri, passandoti le dita tra i capelli per tirarli indietro. «Non credo sia nulla di grave. Se avessi una lampada alogena potrei lavorarci sopra anche adesso, ma con questo buio…», ti stringi nelle spalle, sinceramente dispiaciuto. «Domani mattina, con la luce del sole, avrei una visuale perfetta e riuscirei sicuramente a ripararla.»” Confrontala con questa: Brian fece un ultimo tentativo di avviare il motore. La chiave girò a vuoto nel blocco volante e la corvette rimase immobile e silenziosa. Strinse le labbra e guardò i clienti che uscivano dal Babylon, qualcuno da solo, altri in coppia o con gli amici. Un po’ alla volta, il parcheggio si andava svuotando e presto sarebbero usciti anche i dipendenti, avrebbero chiuso le porte del club e se ne sarebbero andati a casa. […] Un paio di ragazzi si salutò al margine del cono di luce di uno dei lampioni che illuminavano il parcheggio e uno di loro avanzò verso di lui. Quando fu più vicino, il ragazzo rallentò e Brian riconobbe il suo barista. Anche quella sera si erano appartati per qualche minuto, e Brian gli aveva stretto i capelli biondi tra le dita, senza pensare, abbandonandosi al bisogno di un appagamento momentaneo eppure indispensabile. Il ragazzo si avvicinò alla corvette e Brian abbassò il finestrino. «C’è qualche problema, signor Kinney?», gli chiese piegandosi in avanti. «La macchina non parte», rispose lui, il tono monocorde che suonò strano alle sue stesse orecchie. [...] «Apra il cofano: do un’occhiata», disse sicuro. «Ci capisci qualcosa?», chiese Brian, scettico mentre tirava la leva di sgancio, ma l’altro si era già portato davanti all’auto e stava sollevando il portello. «Metta in moto», gli disse, e Brian eseguì. Non ottenne alcun risultato. Il barista richiuse il cofano e tornò di fianco a lui. «Non credo sia nulla di grave, ma senza attrezzi non posso fare niente», gli disse, «se vuole, l’accompagno a casa e domani mattina vengo qui col necessario». «No, io…», Brian corrugò la fronte, «davvero sai cosa fare?». Il ragazzo sorrise e annuì. «Ho lavorato in officina con mio padre», gli disse, «Se non vuole aspettare domani… vado a casa a prendere quello che mi serve e torno». “«Un coyote?», esclama Brian, aggrottando la fronte.” → il punto di domanda esclude che sia un’esclamazione. “Accendi la torcia e ti addentri in una distesa piena di alberi morenti, cespugli e foglie secche che si accartocciano sotto i tuoi piedi.” → siamo passati da una zona desertica, con l’erba secca ad una “distesa piena d’alberi”, non che non sia possibile, ma avresti potuto dedicare qualche parola in più a questa descrizione: così il cambio di scenario risulta brusco e inaspettato. “Ti chiedi per quanto tempo sia rimasto ad osservarvi di nascosto, ma il rigonfiamento contro la patta dei suoi pantaloni parla per lui.” → poco prima hanno acceso la torcia perché è notte, è buio, per quanto ci sia la luna piena. I jeans probabilmente sono scuri o comunque azzurri, non lo specifichi, comunque, mi sembra un po’ “troppo” che Brandon noti questo dettaglio, a distanza, di notte, con solo la luna a illuminarli. “Si separano solo quando sai che nei loro polmoni non c’è più aria a sufficienza.” → quel “sai” non ci sta. Brandon può intuire, ma non sapere, non sono suoi i polmoni in questione. Inoltre scritta così sembra che loro agiscano in base alla consapevolezza di lui. “Affondi le dita nella sabbia, permettendo ad alcuni granelli di infilarsi nelle tue unghie,” → i granelli di sabbia non hanno chiesto il permesso, quindi lui non concede loro proprio nulla, semplicemente succede. “Sei schiacciato fra di loro, loro che sono insieme il paradiso e l’inferno, l’angelo e il demonio, l’innocenza ed il peccato, e non vorresti essere in nessun altro posto al mondo se non lì.” → questa frase non mi piace: è un orpello linguistico che stride con l’ambientazione e con lo stile della narrazione. VI “Brandon è piegato sul motore da una decina di minuti. Lo vedi muovere svelto le mani, esperto, mentre cerca di riparare il guasto che la sera prima vi ha costretti a mollare l’auto in quel fottuto campo pieno di polvere. [...] Ti appoggi di nuovo contro la portiera e, nell’attesa, decidi di concederti il piccolo piacere di una sigaretta. La porti alle labbra e, dopo averla accesa, tiri subito forte dal filtro. Sbuffi fuori una nuvola di fumo ed i tuoi occhi risalgono il profilo esposto di Brandon, il suo culo fasciato dai jeans, la porzione di pelle lasciata scoperta dalla canottiera leggermente sollevata e infine la nuca, arrossata dal sole e umida di sudore. [...] «Prova a mettere in moto», ti dice solamente, con un tono di voce che non sembra nemmeno il suo. Sali sulla Jeep, lasciando la portiera aperta e, schiacciando la frizione, giri la chiave nel quadro. L’ormai familiare ed inconfondibile rombo della tua amata auto risuona forte, in tutta la potenza dei suoi cavalli. «Funziona», constati, sollevato. «Avevi qualche dubbio?», ti rimbrotta Brandon, chiudendo il cofano con un colpo secco. «Potresti almeno ringraziarmi.»” Confrontala con questa: “Aidan si mise a lavoro senza perdere tempo e Brian rimase a guardarlo piegato sul motore esposto, i jeans che gli fasciavano le natiche e la maglietta del Babylon che gli lasciava scoperta una porzione di schiena. Una lampada alogena appesa al cofano gli permetteva vedere quello che faceva; aveva dita agili e forti che si muovevano con sicurezza cambiando piccoli pezzi sporchi d’olio. [...] Ormai la sua eccitazione stava premendo dolorosamente contro la cerniera dei pantaloni. «Provi a mettere in moto», disse Aidan, e Brian si riscosse, si sedette al posto del guidatore, lasciando lo sportello aperto e girò la chiave. Il motore ruggì con la forza dei suoi 425 cavalli. «Funziona», constatò, e Aidan chiuse il cofano, sorridente, e rimise via gli attrezzi.” VII “ i pneumatici,” → “gli” pneumatici. L’uso comune ormai predilige “i”, tuttavia la grammatica vorrebbe “gli”. Ti lascio il link della Crusca dove lo spiegano perfettamente: [http://www.treccani.it/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_034.html] “Ritorni alla Jeep proprio mentre Brian, piegato dentro al cofano aperto, sta controllando il livello dell’acqua nel radiatore.” → qui non riconosco Brian: nella prima stagione scopriamo che non sa cambiare nemmeno una ruota, vuoi che sa controllare l’acqua nel radiatore? Non dico sia sbagliato: nei romanzi ufficiali pare si ristrutturi il loft quasi da solo. o.o “«Quando ritornerete a Pittsburgh, ti consiglio di portarla in officina per farle dare un’occhiata», gli suggerisci. [...] «Che macchina hai?», ti chiede all’improvviso, curioso. «Una Cadillac Eldorado del ‘76», gli rispondi, e lui si produce in un fischio di approvazione. «Ma dovrei cambiarla… ormai è vecchia.» «È un classico», ti contraddice, sollevando le sopracciglia. «E i classici sono intramontabili.»” Confrontala con questa: «Forse dovrei cambiarla», disse. «Sta scherzando, vero? Non ne fanno più di auto così!», lo contraddisse Aidan, senza alzare la testa. «Di che anno è? Del ‘70?», gli chiese. «Del ‘71», lo corresse Brian. Aidan annuì. «I motori big-block sono stati montati tra il 1970 e il 1974. Erano i più potenti mai realizzati: 425 CV, l’auto sportiva più potente di quell’epoca! Per non parlare del cambio manuale! Oggi tutti vogliono il cambio automatico, perché nessuno sa guidare veramente ormai, ma questa… questa è un’auto per chi sa come si guida!». Brian sentì vibrare qualcosa nel petto in risposta all’entusiasmo di Aidan. «È solo un’auto vecchia», minimizzò, aspettandosi che lui lo contraddicesse. «È un classico», ribatté Aidan, «non passerà mai di moda!» [...] «Signore», lo chiamò di nuovo mentre Brian saliva in auto, «la faccia controllare in un’officina, domani, per sicurezza». “«Troverò qualcuno a cui chiedere un passaggio.»” → Da quanto hai scritto fin’ora, è trascorso circa un giorno da quando Brian l’ha raccolto dalla strada e, in precedenza, hai scritto che Brian guidava a velocità sostenuta. Hanno visto passare pochissime macchine e lui spera in un passaggio? C’erano degli avvoltoi, prima, se non se lo ricorda e farla a piedi è decisamente lunga! Inoltre all’inizio si era rammaricato di non aver preso nemmeno una bottiglia d’acqua, ma non l’ha fatto nemmeno stavolta. (Dillo che in realtà vuoi che Brandon muoia! >.<) “Improvvisamente, ti ritrovi a ripensare a tutte quelle sere spese da Woody ad osservarlo da lontano mentre lui sorseggiava il suo drink, a tutte quelle notti a vederlo ballare al Babylon sotto una pioggia di luci psichedeliche e coriandoli luccicanti, al giorno in cui hai capito di provare qualcosa per lui.” → questa è, a mio avviso, la parte più debole della storia: in pratica tutta l’infatuazione di Brandon dipende da cosa? Dall’aspetto di Justin? Lo ha osservato, d’accordo, ma sembra che non ci abbia mai interagito, quindi si è preso una sbandata per qualcuno che nemmeno conosce… Mi sembra un po’ superficiale considerando lo stile di vita di questi personaggi. |