Ciao, Milton.
Voglio che tu sappia che non so davvero da dove cominciare, questa recensione, ma ci proverò.
Il periodo storico da te affrontato mi piace e tanto. Mi hai chiesto un parere a questa storia perché ispirato dalla mia, anche se non mi sembra che tu l'abbia gradita un granché - ma lasciamo stare.
Sebbene io adori la "cruda verità", molte volte ho storto la bocca: vuoi per gli errori di ortografia, vuoi per alcuni termini che non mi sono piaciuti... anche se devo ammettere che sei migliorato nell'arte della scrittura.
Ho notato più scioltezza, più disinvoltura.
Rose mi piace molto come personaggio, forse è quella che mi è piaciuta di più, ma ammetto che hai saputo gestire bene la psicologia dei personaggi (cosa che prima lasciavi all'immaginazione del lettore).
La vedo una storia rivolta molto al pubblico femminile e questo mi fa piacere, visto che ho odiato Abe fin dalla prima volta che hai scritto il suo nome.
Amo le scene crude, "rudi" se così vogliamo intenderle... ma c'è qualcosa che mi ha spinto a dire "non fa per me".
Però direi che come narrazione ci siamo: hai finalmente capito quando dare spazio alla narrazione e quando lasciare spazio ai pensieri e ai sentimenti dei personaggi.
Ti consiglio di rileggere la shot, perché gli errori danno un po' fastidio alla lettura... ma non è cosa da molto: sono facili da individuare e da correggere, per cui mi astengo dal riportarli.
Che altro dire?
Queste tre infermiere hanno addosso l'odore della Guerra, l'odore di quegli anni. Non capisco quasi niente di medicina, quindi su quel campo non mi esprimo, però ho apprezzato che tu abbia scelto quest'ambientazione.
Per queste motivazioni ti lascio una bandierina verde.
Alla prossima! |