Non ci credo. No, non ci posso credere! *Evita parolaccia* Ti stavo scrivendo una recensione meravigliosa, stupenda e si è cancellato tutto. Tutto, cavolo! Mi tocca ricominciare. Ma che scatole! *Respira profondamente e si calma*
Ehm... Ciao, Ari! Eccomi di nuovo qui. In casa non c'è nessuno (mio fratello sta facendo lezione online, veramente, ma i miei sono via) e così ho pensato:
Perché non leggere altre poesie della mia amica?
E sono tornata.
Allora, avevo detto che c'era un errore nell'introduzione, perché hai scritto "oh rosa blu" senza l'acca, e nella Tana perché, oltre al fatto che non hai scritto "di Bigin" ma solo "Tana", hai dimenticato la "a" scrivendo "buon vecchia tana". Comunque quest'ultima è una definizione azzeccata perché io, ogni volta che leggo i tuoi angoli autrice, mi sento sempre coccolata e come se fossi a casa, non ti so spiegare bene il perché ma è così.
Allora... Giulia, ti prego, cerca di ricordarti cos'hai scritto meno di cinque minuti fa, per favore.
Ah, sì!
Secondo la mia libera interpretazione, la rosa blu è l'idea di uno scrittore o una scrittrice che poi si trasforma. (Per comodità da ora in avanti parlerò sempre al maschile, ma si può dire tutto questo anche al femminile). Questa persona se ne sta seduta davanti ad un foglio bianco di carta o di Word e pensa a cosa potrebbe scrivere per la prossima storia. Poi gli viene un guizzo, un'idea, qualcosa si accende nella sua testa, magari lo ispira una sua sensazione, un rumore che sente, una canzone che ricorda, qualsiasi cosa e si dice:
"Potrei scrivere di questo."
E così butta giù l'idea e abbozza una trama ("Ti ho colta"). Poi vabbè, dipende che storia è. Se è complessa fa ricerche, altrimenti se non lo è non le fa, ma saltiamo questa fase. Oppure potremmo dire che per cogliere davvero la trama della storia fa tutte le ricerche del caso e che, quindi, tirare su la metaforica rosa blu per lui non sia così facile perché ci sono le spine, è molto in profondità eccetera.
Poi lo scrittore inizia a scrivere una trama più complicata, con più dettagli, se vuole si organizza, fa le schede dei personaggi, divide in capitoli e pensa a cosa potrebbe succedere in ognuno a grandi linee. Qui dipende, alcuni scrittori si comportano così e altri no, è una cosa molto soggettiva. Ma comunque, già da questo punto scegliere le parole è importante, soprattutto per descrivere un personaggio. E lo è ancora di più quando inizia davvero a scrivere la storia ("nel giardino d'inchiostro
e delle mille parole").
Così, quella che era l'idea iniziale diventa più complicata e si trasforma in storia ("e sei sbocciata") perché, come diceva il mio insegnante di scrittura creativa, se non cominciamo a lavorarci essa rimarrà sempre e solo un'idea sterile, che potrebbe essere la più bella del mondo ma che non frutterà se non scriveremo.
Lo scrittore quindi lavora per giorni, o mesi, o anni a seconda che si tratti di una storia breve o di un romanzo. Suda sangue e lacrime, metaforici ovviamente, certi giorni scriverà, altri no, altri vorrà farlo ma non ci riuscirà e si odierà per questo, altri ancora gli sembrerà di essere posseduto dal Dio della creatività. Insomma, bisognerebbe scrivere ogni giorno un po' ma non tutti ci riescono.
Poi il lavoro finisce, anzi, inizia di nuovo perché c'è la fase di editing. Nel caso di un racconto lo scrittore lo edita subito, nel caso di un romanzo dovrebbe farlo dopo un paio di mesi di pausa, come consigliava il mio insegnante. E questo è un lavoro molto complesso, è come se la rosa che è il romanzo venisse pulita dalla terra, magari curata se è malata. Una volta fatto, è un fiore bellissimo (lasciamo stare che la rosa poi appassisce quando viene colta, perché è una metafora). Comunque, lo scrittore alla fine ammira la sua opera e ne è fiero, soddisfatto ("Ora, qui, ti ammiro
nella mia mano").
Non saprei che interpretazione dare agli ultimi versi. Forse qualcun altro oltre allo scrittore legge l'opera? O questa viene pubblicata e quindi, come a volte si dice, non è più solo una creatura dello scrittore perché viene lanciata nel mondo? Non saprei.
In ogni caso, questa è la mia interpretazione. Magari non c'entra un tubo con quello che tu avevi pensato, però è una poesia molto bella che, come tutte le ultime che ho recensito, finirà tra i preferiti.
Complimenti e scusa se, forse, ho divagato un po'. Spero si sia capito quello che intendevo dire.
Giulia |