9 - “Stille di oblio” di EuryDike.
Totale: 38/50.
1) Grammatica e ortografia: 5/5.
Ottima.
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 6/10.
Lo stile non mi dispiace del tutto, però per il mio gusto è davvero eccessivamente semplice. Le frasi sono molto corte e secche, anche se la cosa non mi dispiace del tutto perché sembra voler rappresentare il modo “rigido” di pensare del Cappello (che non ha una personalità rigida, ma è comunque un oggetto, quindi secondo me è una scelta appropriata).
Tuttavia, per essere una storia così piccola ci sono troppe ripetizioni.
Te le segnalo: “Cosa non conosceva invece era la fama che lo attendeva.
Su di lui fiorivano leggende, chiunque conosceva il suo nome.
Aveva conosciuto studenti di ogni dove”: nel giro di tre righe hai ripetuto tre volte il verbo “conoscere”! E di sinonimi ce ne sono, ti fornisco qualche esempio per creare un po’ di varietà: “cosa non sapeva invece era la fama che lo attendeva”, “aveva incontrato studenti di ogni dove”.
Inoltre, in questa frase (“Eppure, in alcuni momenti, quando il sole calava, si era sempre domandato cosa sarebbe successo se un giorno la sua vita si fosse spenta in silenzio.” ) c’è una contraddizione: non può essere sia in “alcuni momenti” che “sempre”, stona da morire.
3) Titolo: 3/5.
Questo titolo non mi piace. Non mi pare particolarmente calzante per la storia e il suo personaggio – il riferimento all’oblio è presente solo nel finale – e non lo trovo molto incisivo, sebbene abbia il pregio della brevità.
Ha un tocco forzatamente poetico che io non trovo riuscito e, in linea di massima, devo dire che non mi fa impazzire, mi sa un po’ di già visto.
4) Caratterizzazione del personaggio: 8/10.
Penso tu abbia caratterizzato il personaggio abbastanza bene. Hai elencato tutti i tratti fondamentale che fanno di lui il Cappello Parlante: conosce vari studenti, sceglie il loro destino, vede le loro menti.
Tuttavia, devo dire che mi aspettavo qualcosina in più. Dai libri, si capisce che il Cappello ha una bella personalità, dispensa consigli, dà la sua opinione, non è solo un mero strumento per smistare gli studenti. Mi sarei aspettata quindi un po’ più di personalità!
Inoltre, non capisco benissimo questo periodo. “Eppure, in alcuni momenti, quando il sole calava, si era sempre domandato cosa sarebbe successo se un giorno la sua vita si fosse spenta in silenzio. Non ebbe mai risposta, ben conscio che tutto sarebbe poi finito nell’oblio con lui.”: non capisco cosa intendevi dire in questo punto. Mi sembra una contraddizione in termini, potresti spiegarmi?
5) Attinenza al bando e alla categoria: 9/10.
La tua storia è carina. Ben strutturata, ci sono tutti gli indizi per capire di chi si stia parlando. La parte finale, inoltre, con la riflessione sulla morte crea qualche dubbio – positivo, visto che è un’assurda – sul fatto che il protagonista sia effettivamente un oggetto (anche se un oggetto pensante), perché queste riflessioni sulla natura della vita e della morte sono di solite proprie dell’essere umano.
Tuttavia, devo dire che è troppo facile. Queste frasi in particolare sono davvero molto rivelatrici: “Sapeva cosa dire, cosa scegliere, lui li sentiva. Aveva conosciuto studenti di ogni dove, donando loro il destino di un grande audace o di un giovane ambizioso.”. Io ci avrei messo un pizzico di mistero in più, ecco.
6) Gradimento personale: 7/10.
La tua storia è carina sotto molti aspetti, ma devo dire che non mi ha entusiasmata più di tanto.
Lo stile non mi piace, ci sono troppe ripetizioni che rendono il testo pesante.
Il personaggio da indovinare era carino, ma secondo me potevi valorizzarlo meglio e scrivere qualcosa di più entusiasmante – e anche di un po’ più difficile, visto che, secondo il mio punto di vista, era fin troppo semplice per essere un’assurda.
Una lettura piacevole, ma non memorabile.
- Parere dell'altro giudice: 22/30.
Questa drabble non mi ha entusiasmato, la bellezza della citazione introduttiva si perde in una lettura che non trasmette. Ritengo l'impostazione della trama fine a se stessa, non comunicativa. Attraverso il Cappello Parlante proponi un quesito interessante, ma poi non lo sviluppi in maniera incisiva; il finale è decisamente sottotono, pone una considerazione ovvia che non colpisce il lettore. Stilisticamente parlando è scritta bene, ci sono solo alcune piccolezze che per gusto personale non ho gradito. "Sapeva cosa dire, cosa scegliere, lui li sentiva.": porre "lui li sentiva" in rilievo con una pausa maggiore, secondo me, avrebbe sortito un effetto migliore. La ripetizione ravvicinata di "conosceva" disturba un po' la lettura, distoglie l'attenzione dal senso logico delle frasi. Ciò che mi è piaciuto della drabble è lo spunto di partenza che, se sviluppato diversamente, risulterebbe interessante. Anche il titolo non è male, lo trovo molto adatto, originale ed evocativo. |