Recensioni per
New person same old mistakes
di alix katlice

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
26/07/18, ore 23:48

È una storia molto particolare da recensire perché effettivamente è uno sfogo, pensieri di una vittima che non si sente totalmente tale, che imputa alla sua stessa fragilità: lei si è messa in quella situazione. Non si libererà mai veramente dal mostro.

Per quanto riguarda lo stile, trovo che sia adatto, come una riflessione tra sé e sé o anche come un'analisi per la terapia.
Per quanto riguarda la storia passata, secondo me molto influisce il modo di vedere il mondo che da' la famiglia: se si vede la propria madre come l'essere inferiore per associazione ogni donna deve esser così.

Davvero bella storia

milla4

Recensione per il contest "Raccontami una storia" -milla4

Recensore Master
16/03/18, ore 17:09

Recensione premio per il contest Cuore d'Ombra

La tua Carolina ha mille nomi, purtroppo: nomi che non conosciamo ma che comunque ci sono, esistono; nomi che piangiamo, che riusciamo a sfiorare ma non a prendere, non a salvare; nomi che invece riusciamo, infine, a proteggere da chi fa loro del male, ma non sempre anche da sé stessi.
Carolina è nata in un ambiente oppressivo, che le ha impedito di crescere come avrebbe dovuto e voluto, di comprendere secondo i tempi, di saper desiderare e saper rinascere dopo una tempesta: ed è questo che fa più male in tutta la storia.
Si è liberata da Vittorio, ma lo è per davvero? Roma e la sua ombra, i ricordi, le imposizioni, ha davvero smesso di raggiungerla?
I suoi pensieri ci mostrano che a volte accusatore e accusato, vittima e carnefice diventano o la stessa cosa o invertono i nomi sui quali impongono il loro marchio: e non basta l'amicizia, la forza di scappare e provare a cambiare... il fantasma di quel "è colpa mia, in fondo" continua a rimanere. E a questo molte volte ci si piega, negando e riducendo in polvere un percorso faticoso e sofferto, ma necessario per riprendere sé stessi. Il finale è aperto: alla fine che cosa accadrà, si ritornerà indietro anche fisicamente, o qualcosa muterà davvero?
Vorrei sperare, ma forse la strada è ancora lunga per farlo con serenità.

Recensore Veterano
16/10/16, ore 16:25

La vita di un lettore per molti versi è strana. Inizi come le persone che amano definirsi "normali", passi anni a leggiucchiare di qua e di la fin quando non scopri il libro che ti affascinerà tanto da sconvolgere il tuo mondo e poi capirai che non puoi più rinunciare alla lettura, perché ormai essa fa parte di te e lo sarà per sempre. Da quel momento divorerai ogni cosa che catturerà la tua attenzione (sia essa un libro, un fumetto o altro) vivrai insieme ai personaggi delle storie che ti hanno appassionato, soffrirai con loro, morirai con loro, chiedendoti alla fine di ogni racconto se non avesse poi ragione Samwisee Gamgee quando dice a Frodo Baggins che secondo lui esiste una sola grande storia e che tutti siamo chiamati a interpretarne una parte. Come attori o come spettatori, quello tocca a noi deciderlo. Ovviamente non leggerai solo dei racconti che arricchiranno la tua anima: alcuni saranno davvero pessimi, altri semplicemente inutili, parole che scorreranno via senza lasciare alcunché dentro di te, tanto che alla fine ti sentirai talmente esperto, talmente smaliziato da pensare di poter riconoscere a prima vista le storie belle da quelle brutte, evitando come la peste i libri che piacciono alla massa (“50 sfumature”? Non ho bisogno di leggerlo per sapere che è una schifezza) o quelli troppo commerciali perché... beh non è mica letteratura quella. Poi un giorno cominci a seguire le storie create da una ragazza: che sia tua nipote non conta perché è brava, cavolo se è brava. Nelle sue pagine ritrovi qualcosa che pensavi di aver ormai perso, quella passione che sapeva sconvolgerti alla vista del nuovo libro delle serie che seguivi, che rendeva indimenticabili le ore passate a divorare le imprese di eroi leggendari, di donne coraggiose e di amori di altri tempi. Leggendo impari nuovamente a emozionarti, a ridere, a piangere, a disperarti perché sei arrivato all’ultima frase e tu ne vorresti ancora, sempre di più… Vivi con quei personaggi che, ancora non lo sai, ma ti accompagneranno per il resto della tua vita, a far parte dei ricordi più belli, di quelli che ti vengono in mente quando ti trovi davanti alla vastità di una notte stellata, alla meraviglia dorata di un tramonto senza pari, in quell’istante in cui ti rendi conto che sei vivo e che anche se il tuo corpo è una piccola cosa davanti a un mondo spesso cinico e cattivo, la tua anima è invece infinita e tu puoi fare qualunque cosa, puoi essere tutto ciò che vuoi: l’unico limite che esiste è solo il non fare il primo passo lungo il sentiero della tua vita. Così ti senti rinato attraverso le parole di chi sa creare mondi così meravigliosi, ma poi incontri storie come questa e capisci che puoi rinascere una, dieci, mille volte e ogni volta essere diverso, migliore forse, e ricominciare a vivere come se fosse la prima volta, quando vedevi ogni cosa con occhi di bambino e il mondo ti sembrava un’avventura meravigliosa che aspettava solo di essere vissuta. Perdonaci questa lunga introduzione ma il fatto è che leggendo “New person same old mistakes” non abbiamo potuto fare a meno di provare un fortissimo sentimento che non ci ha abbandonato dalla prima all’ultima parola, non tanto per come è scritta (in maniera fantastica, ma ci arriveremo dopo) quanto perché quelle parole sono... come possiamo spiegarci... pura emozione. Si, sono davvero pura emozione. La storia di Carolina, i suoi pensieri, il suo passato, la scelta di un futuro che però non sa di speranza, ha saputo sconvolgerci l’anima come poche altre volte ci era capitato, tanto che abbiamo trovato molte difficoltà anche solo per decidere da dove cominciare a scrivere questa recensione, perché come ogni grande storia che si rispetti, questo racconto può essere visto su molteplici livelli di lettura. C’è quello della violenza familiare, delle promesse mai mantenute, dell’illudersi che non lo farà mai più perché è solo stressato e... vabbé quei lividi passeranno, basta non farli vedere agli altri, senza capire che le vere ferite, quelle dell’animo non guariranno mai, che la violenza non è solo dolore e botte, ma anche essere costretta a essere ciò che non si è (“Mio padre mi diceva sempre di stare in silenzio ed ascoltare, e mi ha insegnato ad essere educata, gentile, una brava ragazza”) o a rinunciare alle proprie idee per seguire quelle di chi si pensa possa amarci (“Carolina, potresti cambiare il vestito? È troppo stretto, cattivo gusto.(...) Colpa mia. (voglio mettere questo vestito, questo vestito rosso che mi ha comprato mia madre, che è stretto, mi fascia i fianchi e mi fa sentire una principessa)). C’è la storia di chi vuole illudersi, costringendosi a credere di vivere una vita perfetta salvo poi nascondere uno zainetto che può servire soltanto a scappare via, lontano, anche se è convinta che non lo userà mai perché, a che serve essere felici senza nessuno al proprio fianco? E poi c’è il racconto della fuga, la speranza di un futuro migliore, il bisogno di stare soli, sapendo però bene di non poter sopravvivere senza gli altri perché fino a quel momento non si è mai vissuto davvero. E, infine, l’istante più intenso, quel rendersi conto che ci si può allontanare da qualsiasi cosa tranne che da se stessi, che, dopotutto, nell’oscurità della notte, quando nessuna luce viene a turbare il regno dei pensieri e delle paure, ci sei solo e soltanto tu. Bello, davvero bello. Ma è davvero la fine di tutto? O la storia lascia intravvedere frammenti di futuri possibili? Cosa farà Carolina da quel momento in poi? Accetterà di rimanere per sempre una marionetta i cui fili vengono tirati da altri e condurrà un’esistenza che non sarà mai la sua? Capirà che se è pur vero che non si può fuggire da se stessi, vuol dire anche che potrà contare sempre su di lei e quindi cercherà di diventare una persona migliore, magari aiutando anche chi incontrerà sul suo cammino divorato dai suoi stessi dubbi? O troverà chi saprà leggerle dentro e comprenderà che mettere dei limiti è inutile se ci si ama davvero e si vuole solo il bene dell’altro/a? Così tante storie, così tante possibilità... Aveva proprio ragione il vecchio e fidato Sam, l’unico che fra eroi elfici e re leggendari capiva l’importanza di custodire una manciata di semi, simbolo di un futuro che non sarebbe finito col sangue e con la morte ma che si sarebbe realizzato giorno dopo giorno :) Di norma dopo l’introduzione noi passiamo ad analizzare il lato emotivo e quello tecnico del racconto, ma qui non ve ne sarà bisogno, per un semplice motivo: è perfetto così com’è. Bellissima la caratterizzazione di Carolina, dei suoi dubbi, delle sue paure e, alla fine, delle sue timide e forse inutili speranze. Fantastico il ritmo che sembra un’onda, che va e viene fra ricordi e pensieri, fino a infrangersi sugli scogli del dubbio e della paura. Grandioso lo stile che passa da un introspettivo a un flashback fino ad arrivare a quella “non fine” che ci ha lasciati tristi ma carichi di speranza (le parole hanno davvero un grande potere... Sanno realizzare anche l’impossibile ^^). Sul serio, non sappiamo che dirti se non che è una piccola grande meraviglia :) Ah, no, una cosa ce l’abbiamo. Grazie. Per averci fatto vivere ancora una volta una grande avventura e grazie per tutte quelle che ci farai leggere nel futuro. Grazie per essere semplicemente ciò che sei <3 Come al solito sei stata bravissima signorina Scrittrice :* :* :*