Recensioni per
Hopelessly devoted to You
di mikimac

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
06/03/17, ore 15:49

Ottimo lavoro, è una storia davvero bella. Amo come hai rappresentato il rapporto tra John e Sherlock, come hai descritto i singoli personaggi, mi è piaciuto l'inserimento di Honey e il fatto che Sherlock la utilizzi per comunicare i suoi sentimenti ed emozioni a John tramite messaggio, infine ho apprezzato il personaggio di Mycroft e l'idea che ha di John. E si mi sono immaginata la sua faccia di fronte al guinzaglio di Honey! Ahahah! È tutto molto dolce, esattamente come piace a me. Per non parlare di quando Sherlock chiede "Ora siamo fidanzati?", dolce, piccolo, tenero e ingenuo di un sociopatico iperattivo! Fossi in John lì lo avrei spupazzato per bene!
Spero di leggere presto altro di tuo, a presto!

Recensore Master
29/11/16, ore 16:44

Peccato sia finita…Come tutte le belle cose, anche questa tua ff si è avviata alla conclusione e l’hai sigillata nel modo migliore con quella splendida, ultima frase (“…Londra respirava e viveva intorno…”) che è come una ripresa dall’aereo, dall’alto, in cui ci si allontana progressivamente dal luogo degli avvenimenti e tutto sfuma in un panorama sempre più allargato. Per non essere invasivi, come dici tu giustamente, nei confronti di due anime assolutamente complementari che si sono ritrovate e che possono, finalmente, sperare in un futuro condiviso. I personaggi principali li hai fatti agire conservandone le caratteristiche IC, anche per quel che riguarda Sh, il che non è così semplice e scontato vista la sua labirintica complessità ma, quello che mi ha veramente colpito, è stato il modo in cui hai rappresentato John. Ne hai messo in luce, via via, l’infinita dolcezza e pazienza nei confronti di chi gli ha sconvolto la vita, pur rimanendo un uomo solido e dalla semplice, generosa umanità. Un gigantesco Watson è quello che si muove, anche se nella limitatezza del suo handicap, per aiutare gli altri e che ama fino in fondo, senza sconti per se stesso, accogliendo a braccia aperte Sh e la sua complicata percezione del mondo. Ti ho già accennato, inoltre, che ho trovato interessante ed originale l’inserimento del cane che diventa un vero e proprio personaggio, riflesso quasi della tenerezza di John. Insomma hai scritto proprio un bel lavoro. Brava e…grazie!

Nuovo recensore
28/11/16, ore 16:27

Ciao !
Non sono un'amante della coppia Sherlock-Jhon , eppure questa fanfiction mi è piaciuta tantissimo . È stata molto rilassante e mentre la leggevo , mi sentivo dentro la storia , molto probabilmente perché hai un modo di scrivere che mi piace molto .
Un bacio !

Recensore Master
21/11/16, ore 16:21
Cap. 4:

Capitolo molto intenso questo, in cui s’intrecciano emozioni molto forti, espressioni di un sentimento che non può più essere ignorato. Gli accadimenti hanno portato John ad una situazione pesante ma in cui riesce a conservare la sua vitalità e la sua apertura alla vita (“…aveva trovato la forza di andare avanti nella possibilità di aiutare… Poteva quasi dire di essere felice…”); Sh appare “insicuro, vulnerabile e fragile”, ma trova il coraggio di esprimere cosa prova veramente. Li rappresenti soprattutto delineati da ciò che il ritrovarsi ha scatenato in entrambi. Infatti la rassegnazione di Watson, per quanto sconvolta dal ritorno di chi credeva ormai perduto per sempre, torna a depositarsi sulle prime, attonite reazioni, in quanto un legame com’è stato il loro, non potrebbe più essere riproposto. È come se John spegnesse una luce che non può più servire a qualcuno. Da parte sua, Sh si trova come di fronte ad un muro insormontabile posto dall’umano disorientamento che ha scatenato nell’altro e dalla sua pacata ma ferma posizione di diniego. Nulla può tornare come prima, “…È troppo tardi per un noi…”. Mi è piaciuta, come sempre, la tua prosa senza frasi troppo lunghe, senza troppa enfasi ma in grado di rappresentare con efficacia quanto vediamo succedere. Brava.

Recensore Junior
14/11/16, ore 00:40

Ciaoo! Mi dispiace non aver avuto tempo per recensire lo scorso capitolo, ma sappi che sto letteralmente amando questa storia. I personaggi sono così loro, nei piccoli gesti e dettagli che fai cadere qui e là, grandioso. Posso vederli muoversi nella loro realtà in trepidazione mentre immagino che direzione possano prendere le loro azioni. Perché la storia prende e stuzzica il lettore ammiccando, con tutti questi sentimenti repressi che chiedono di venire fuori e tutta la sofferenza che John e Sherlock hanno affrontato ma dovranno anche affrontare in futuro. Adoro, giuro sei un genio. La storia è già nelle preferite, non mi resta che complimentarmi infinitamente con te.
Al prossimo capitolo,
Bet

Recensore Master
13/11/16, ore 22:33

Il tuo modo di scrivere è sempre avvincente, in quanto definisce, con pazienza e precisione, i vari scenari in cui, in questo caso, Sh riappare. Ritorna la figura importante ma nascosta di Molly, con il suo eterno, disperato amore per lui e la sua incondizionata lealtà a quell’uomo così irraggiungibile per lei (“…Nulla di più. Doveva farselo bastare…”). Ecco, poi, Il buon Lestrade, con la sua grande umanità e generosa lealtà a Sh, l’insostituibile Martha Hudson. Il cerchio si chiude, Sh riprende i contatti con quello che era e sarà il suo mondo. Ma sappiamo che c’è un filo conduttore tragico che è sotteso a tutto quello che abbiamo letto fino ad ora: è il silenzio assordante della mancanza di John, di ciò che serve veramente a Sh per poter dire di essere finalmente tornato. Notevole il modo in cui hai descritto la dolorosa scoperta della verità su Watson, che sconvolge il già fragile equiliobrio emotivo di Sh. Ma non è un crollo disperato il suo, è l’affermazione di un sentimento che, ora, non può più essere ricacciato nel buio del cuore (“…Come posso farti tornare da me, senza ferire il tuo orgoglio…”). Bello.

Recensore Master
08/11/16, ore 17:02

Mi è piaciuto molto il modo con cui hai aperto questo secondo capitolo, una ventata di dati sensoriali precisi che rendono concreti, per le nostre “antenne” di lettori, le cose care a Sh e cioè Londra e, soprattutto John. Hai così bene descritto l’impatto del ritorno dopo tanto tempo, con la voglia insopprimibile di ritornare a vivere lì e con lui, facendoci quasi affacciare ai suoi occhi per catturare tutto ciò che avrebbe costituito lo scenario per il suo ritrovare finalmente John. O almeno questa è la sua illusione iniziale. Infatti semini malinconia in quell’ospedale così rigoroso che, nonostante il suo clima austero, protegge Watson e gli permette di continuare ad essere importante per gli altri nonostante la sua menomazione. Azzeccato il personaggio di Honey che sembra far da tramite tra il presente ed il passato di Sh che, in lui, sembra ritrovare il proprio cane perduto. Ma, infantilmente, ne è geloso e questo ci lascia più di un sorriso (“…Smetti di pensare solo a quella bestia…”)
Prendo nota di una frase in cui ho ritrovato perfettamente John e le sue meravigliose contraddizioni:“…John. Riservato e amichevole. Introverso e socievole. Fragile e forte. Protettivo e letale..”. La tua ff va tra i “preferiti”.

Recensore Junior
31/10/16, ore 09:40

Se l'appuntamento è per domenica prossima, allora domenica sarò certamente qui! Questo primo capitolo mi ha entusiasmato è ricco di avvenimenti e piccoli incipit per il continuo che non vedo l'ora di poter leggere. Lo stile è particolare ma mi piace moltissimo complimenti! Alla prossima, Bet

Recensore Master
30/10/16, ore 23:26

Sinceramente l’introduzione (in corsivo) al capitolo mi ha coinvolto subito rituffandomi nell’angst soffocante della Caduta, però in modo per nulla scontato, quasi un susseguirsi di colpi di colore che cadono, rosso e nero, a dar vita ad una scena di stampo espressionista, violenta e senza speranza che travolge John in una livida disperazione. Ho proseguito nella lettura proprio per la sensazione di “non scontato” che, fin dall’inizio, come ho già detto, ho ricevuto dalla tua ff, pur trovandomi di fronte ad un argomento sul quale, nel fandom, si sono scritte migliaia, forse milioni di parole. Lo stile narrativo, che tu definisci “un po’ particolare”, mi piace perché definisce con precisione le scene ed i comportamenti di chi vi agisce, con cura e un’ottima scelta lessicale (un esempio, fra tanti “…Quell’uomo alto, troppo magro, scontroso, maleducato, irrispettoso, incosciente, con un cervello eccezionale ed un cuore enorme…”). A questi esordi di racconto pacato ed avvincente, seguono momenti forti, quelli della lite al pub , in cui anche le parole hanno la violenza di ciò che subisce John e dell’esplosione della sua rabbia, quello concitato dell’incidente sull’elicottero, il dialogo teso e sferzante tra Mycroft ed il colonnello Wilkinson. Proseguendo, quindi, si ha l’impressione che tu abbia, in modo ottimale, adeguato il testo al contenuto, in un avvincente equilibrio narrativo. Tra le “seguite”, sicuramente.