ehilà!
Ho letto questa storia per i personaggi, lo ammetto, perché spero sempre che esca qualcosa di nuovo su di loro da leggere e da amare visto che loro sono bellissimi.
Oddio, in questa storia un po' meno bellissimi, poveri piccoli tesori, ma a questo arriveremo a breve.
Inizio col dirti che non so se serve il rating rosso, anche le scene di violenza non sono così crude, così traumatizzanti o dettagliate... il che lo giuro va benissimo. In effetti mi aspettavo, aprendola, la classica storia di loro due che fanno roba: sono rimasta piacevolmente stupita nel constatare che non è così.
Questo genere di AU, ambientata quindi in ambito bellico, non mi dispiace affatto e anche la scelta di mettere Daichi sul campo e Suga n ospedale l'ho trovata ben azzeccata. Soprattutto mi sono piaciute molto le riflessioni del primo sulla guerra in generale, su quello che succede, sulla polvere asfissiante che sembra togliere ogni possibilità reale di sopravvivere in quell'ambiente. Quale sia non lo so e nemmeno lo ritengo importante.
Ora, per quanto riguarda quello che hai scrtto all'inizio (cioè che sarebbe ambientata nella seconda guerra mondiale) sono curiosa del motivo ma posso anche fingere che non sia così e lasciarti perdere. Però anche come ambientazione genericamente bellica stava tutto molto bene.
Forse la parte delle loro interazioni è un po' limitata, mi sarebbe piaciuto leggere di più del loro conoscersi, del loro capirsi prima della mazzata finale, ma anche a quello arriverò a tempo debito: Daichi ferito e Suga è il suo medico, si occupa di lui, gli risistema la gamba. E basta pochissimo che gli risistema anche il cuore, gli restituisce una speranza che l'altro pensava di non dover nemmeno avere. Mi piace come scelta perché mi sembra che si adatti davvero bene ai personaggi, mi sembra che calzi a pennello con il leggero OOC in cui ti finisce Daich (per forza di cose aggiungerei) e si ha la sensazione che con la sua sola presenza Suga possa rimetterlo a posto.
Ora, poi finiamo nella schiacciante consapevolezza che Daichi ha probabilmente desiderato così tanto averne un po', di speranza, di averne costruito un'immagine fisica. Ti ripeto che, secondo me, se avessi lasciato più tempo allo sviluppo del loro rapporto la cosa sarebbe stata ancora più forte, sicuramente più coinvolgente. Mi rendo anche conto che probabilmente erano esigenze di trama che ti chiedevano di non naufragare troppo in un mare di parole che sarebbero state solo allucinazioni di quel poveretto che... che poi chissà che gli è successo, chissà perché ha creato proprio Suga, chissà se lo conosceva nella sua vita normale o se lo ha visto da qualche parte a un certo punto della sua vita.
Comunque va beh, io un po' ci ho sperato che andasse tutto bene, nonostante gli avvertimenti. La DaiSuga è una cosa così bella! Quindi forse grazie alla tua amica che ti ha convinto a scriverla. |
