Scrivo una recensione dopo molto molto tempo, quindi mi perdonerai se sarà più incasinata e contorta del solito.
Non leggo qualcosa da tanto, complici i mille impegni e i mille problemi che già sai, ma leggere qualcosa di tuo è sempre come tornare a casa.
Non so perché dici che non ti sia uscita bene, ma a me questa piccola storia sembra perfetta.
Una vita intera vista con l'occhio dei ricordi, la memoria che ferma o manda avanti veloce a seconda dell'importanza degli avvenimenti.
I ricordi su cui Paul si sofferma non potevano essere altri: il loro primo incontro, Parigi, il primo degli addii e l'ultimo, quello definitivo.
Tutti tratteggiati attraverso le emozioni di Paul, così forti da sfumare luogo, tempo, sfondo.
L'ultima parte (prevedibilmente) è la mia preferita, perché trovo colga perfettamente l'entità del dolore di Paul.
La negazione portata avanti per molto, troppo tempo, e poi, all'improvviso, la realizzazione.
Realizzazione che arriva quando ormai è troppo tardi anche solo per parlarne, quando il nome di John Lennon è già stato sostituito sulle testate giornalistiche e il mondo intero già è riuscito ad andare avanti.
Paul invece resta fermo, si blocca, dolorosamente capisce.
Ed è lì, per me, la bellezza della tua storia.
Ti faccio mille complimenti, come sempre, e ti mando un bacio. (Recensione modificata il 12/12/2016 - 07:20 pm) |