Recensione Premio per il contest "Pazzi/e/ie... d'amore
Puoi dare fondo a tutte le scorte di petardi e fuochi pirotecnici, perché finalmente recensisco questa storia. Mi sembra che sia tra le "da recensire" da anni.
Mi sembra giusto specificare che il genere non è il mio preferito, e che la coppia mi ha sorpreso sopra ogni dire. Faccio fatica a raccapezzarmi in questi scambi di sguardi ed effusioni tra Damon ed Enzo, e confesso di aver perso un attimo l'orientamento.
Non ho altro modo di spiegarmi se non dicendo che la storia mi ha sorpreso sopra ogni dire, ma come sempre, anche in trame impossibili, sei capace di non tradire il bel vampiro. La caratterizzazione è il punto forte di questa storia, con un'analisi perfetta di quel malessere e di quei maldestri tentativi di resistenza che i due cercano di opporre, ognuno a proprio modo, nei confronti della mente della sirena.
Damon è un'anima persa, aggrappata al ricordo più bello che conserva, l'unica luce che gli rimane e che, a dispetto di ciò che è accaduto, non diventa più flebile; è la sua coperta di linus, lo tiene al sicuro quanto basta per essere lui.
Enzo, invece, ha una missione: la sua tempra è qualcosa di ammirabile, la sua indolenza e sopportazioni, ma anche i suoi cedimenti e le sue voglie lo rendono il vampiro determinato e con un codice tutto suo che abbiamo conosciuto nella serie.
In questa storia, il tuo amore per le frasi lunghe si è fatto sentire: all'inizio i periodi sono molto complessi e ricche di subordinate; ogni tanto ho perso il senso e ho dovuto rileggere. Anche il Pov si perdeva, saltando tra un vampiro e l'altro. Il lessico, invece, insieme ai piccoli accenni che dai della tua conoscenza, anche al di fuori del fandom, sono cose che apprezzo sempre. I dialoghi tra i due sono... alla loro maniera. Si capiscono solo loro, ma ogni parola viene trasformata in azione, e tutto diventa chiaro. Anche quando non sono d'accordo, Damon ed Enzo si capiscono e lavorano insieme. In questo caso, mi sembra proprio che quest'ultimo abbia quasi un dovere nei confronti del nostro protagonista, tenerlo al sicuro per quanto questa parola - sicuro - possa avere senso nella mente di quei due.
L'ingresso in gioco di Sybil è stato reso alla perfezione: sirena ammaliatrice, dominatrice di uomini, il dolore è il suo mondo, e il controllo è il suo potere. E' ironica l'idea che qualcuno possa farla sotto a una sirena, e infatti il dominio di ella e il suo essere calcolatrice mette in scacco Damon, che quando si trova in uno dei suoi momenti "ormai vinco io" o "non m'importa più di niente" ecco che viene prontamente smentito.
Le scene che hai descritto sono state rese bene e mai sono scadute nel volgare. La scena finale, invece, è stato un tocco di classe, che ha messo il punto finale alla devastazione che era in atto nell'animo di Damon. L'effetto speciale - la sostituzione di Sybil a Elena - è stata stupenda e mi è piaciuta tantissimo.
Come già detto all'inizio, la caratterizzazione dei personaggi è il tuo punto forte, sempre. Damon è solo e senza ormai alcuna ragione di vita. Persino il suo legame con Stefan si è assottigliato più del solito. E' sfrontato, senza requie o inibizione. Preda dei suoi più carnivori istinti; e la vicinanza con un cannibale non lo aiuta. Mi diverte fare un confronto tra la sua capacità di ammaliare e quella della sirena. Chi, tra i due, è più irresistibile? La sua bellezza o il suo canto? Questo gioco di inganni e attrazioni mi è piaciuto molto. Anche l'analisi mentale che fa Damon verso la fine, sulle donne della sua vita, è sarcastica e denigrante, il suo tipico umore. Anche quando è nelle sue modalità più abbiette non perde il suo charme né la sua ironia.
In definitiva, è stata una lettura interessante, con un finale da capogiro.
A presto! |
