Ciao, non so perché ma questa storia mi era completamente sfuggita. Ieri sera ero in cerca di qualche bella lettura e sono entrata nel tuo profilo e questa mi è saltata subito agli occhi. Devo ammettere di non essere una grande fan del film, ma è questione di idiosincrasia per Jim Carrey e non posso farci niente, però ero molto incuriosita su questa storia perché trovo che l'abbinamento Sherlock-Grinch sia molto indovinato. Inoltre il personaggio del film in sé è molto interessante e quindi non potevo non leggerla. E devo dire che mi è piaciuta.
Tanto per iniziare a una struttura molto particolare, riuscita tanto quanto rischiosa. Scrivere in questo modo non è mai semplice, l'impostazione è da testo teatrale e quando i personaggi battute brevi si rischia un fastidioso rimpallo tra l'una e l'altra persona. Però tu non sei caduta in questo errore. Sì, il contesto nel quale i personaggi "reali" si muovono non è approfondito o descritto, ma non sembra avere importanza e infatti non se ne sente nemmeno la mancanza. Ciò che conta di più è la storia che raccontano. Di loro si sa che sono nella notte di Natale e che sono tutti quanti riuniti. Sei riuscita a dare a ognuno la propria caratterizzazione, a iniziare da Sherlock che dice di odiare il Natale (almeno all'inizio) sino a Mycroft che finge di essere schifato da certe manifestazioni d'affetto, ma poi ci rendiamo conto che è un'esagerazione teatrale e quasi fatta apposta, per poter entrare dentro al suo personaggio. Quindi già solo per questo: complimenti. Caratterizzare dei personaggi complessi come loro in questo tipo di testo non è per niente semplice e non lo è nemmeno il far scoprire le cose pian piano. Perché c'è anche questo aspetto da tenere in considerazione. All'inizio non si capisce, ma poi andando avanti a leggere ci rendiamo conto che Sherlock e John sono già in una relazione stabile e che hanno addirittura un figlio insieme. Il teatrino messo su da Sherlock all'inizio era quasi una messinscena per poter raccontare una storia che, oltretutto, finisce con una splendida dichiarazione d'amore. Fatta alla maniera di Sherlock e quindi non smilelata, non troppo romantica... dice la semplice verità senza barocchismi inutili, ma in modo schietto e onesto e mi è piaciuta moltissimo.
Per quel che riguarda la storia che raccontano, beh, questa è più in linea col Grinch e con il film. Tutti noi sappiamo che Sherlock non è mai arrivato a mettere una bomba sotto a un albero di Natale (e infatti poi sarà lo stesso John a dire al figlio che no, non si sono conosciuti in questo modo), ma sappiamo anche che non lo farebbe mai. Però possiamo dire che ci stava, in un certo senso. Sì, è esagerato... e di fatto è un racconto, ma mi è piaciuto come li hai fatti incontrare, davanti all'albero di Natale e come poi Sherlock si renda conto di quanto affascinante è quel John Watson. Il modo in cui cambia la sua vita e il suo modo di vedere le cose (Natale compreso), è molto più rapido che nella serie, ma è un racconto dentro a un racconto e quindi ci sta tutto. E poi si capisce perfettamente il modo in cui Sherlock si è innamorato, quanto anche adesso lo ami e come John gli ha, di fatto, salvato la vita. Tu hai espresso tutto questo in maniera leggera e divertente, la storia è anche parecchio romantica ma senza esagerare.
Un bellissima storia, complimenti (meglio tardi che mai, insomma).
Koa |
