Los!
Che bello Los, hai scritto un racconto sulla famiglia di Nolofinwe!
Già solo questo mi ha fatta saltare di gioia.
A farmi continuare a saltare di gioia poi è stata la possibilità di leggere un tuo POV su un nuovo personaggio!
La tua Irisse mi è piaciuta proprio. Pratica, libera e solitaria.
Attenta e anche altruista, ma che se ha voglia di essere un po’ selvatica lo è, senza che niente e nessuno possa far niente per impedirlo.
È lei, è proprio lei!
Era inevitabile che una persona così avesse bisogno del suo tempo per metabolizzare una frittata come quella che deve aver combinato Tyelko.
Ho la sensazione che alla fine Irisse riuscirà a venire fuori da questo momentaccio con l’amico… Almeno spero XD.
In ogni caso, ho amato la giornata che si è costruita per poter rimuginare in pace sulla questione senza irritare qualcuno né essere disturbata nella sua personale irritazione!
Lei che gironzola sui ciliegi di casa per fare scorta è meravigliosa, semplicemente meravigliosa!
E mi sembra adattissimo alla sua personalità, questo voler stare sugli alberi, un posto anche oggettivamente inagibile a molti, e allo stesso tempo tenere occupata non solo la mente, ma anche le mani.
Speravo, speravo che comparisse anche Anaire, ed è arrivata!
In modalità mamma pronta a fare di tutto per convincere la figlia, però XD.
Il modo in cui Irisse riassume la tecnica persuasiva della madre mi ha fatta morire dal ridere!
Mi chiedo se Anaire, avendo già conosciuto Elenwe, non avesse intuito che a Irisse sarebbe piaciuta, e per questo insistesse ancora di più nello spronare la figlia a incontrarla.
E a proposito di Elenwe: l’ho adorata, Los, sul serio!
È esattamente come l’ho sempre immaginata io!
Una vanya sì, con i capelli biondi, gli occhi azzurri, elegante e delicata, ma con quel piglio in più che la fatta trovare bene tra i Noldor.
Il modo in cui hai introdotto piano piano tutte le sue particolarità e le sue stranezze, mano a mano che Irisse le notava e le soppesava, è stato bellissimo.
Particolari sempre più evidenti e sempre più inaspettati per Irisse: una damigella così elegante che però non si fa problemi a mangiare la panna della torta con le dita, una vanya che non ama solo la storia e gli Ainur, ma anche altri tipi di letture.
Già solo questi particolari mi sono piaciuti, proprio come hanno fatto cambiare idea a Irisse!
Vedere poi Elenwe che non si fa problemi a cavalcare col suo bell’abito lungo e anzi, vuole persino provare a correre più veloce è stato il tocco finale, da lì in poi l’ho adorata incondizionatamente.
Ma tornando a Irisse: mi ha fatta sorridere veder comparire anche in lei il lato noldo-dispettoso.
L’intromissione con tanto di ospite della madre ha peggiorato il pessimo umore, per cui ora tocca all’ospite pagarne le conseguenze, e peggio per lei.
Già è un classico che un compito come tenere compagnia a qualcuno non possa che peggiorare un momento di pessimo umore, se poi la persona di pessimo umore è un noldo si salvi chi può!
Ancora peggio se è una persona col caratterino testardo di Irisse.
Irisse però è anche una buona osservatrice, ed è stato questo a salvare Elenwe.
Mi è piaciuto come mano a mano che Irisse nota sempre più cose dell’atteggiamento, dei modi e del carattere di Elenwe, anche il suo atteggiamento cambia.
Elenwe è una persona interessante, non è la vanya noiosa su cui Irisse era pronta a sfogare la sua frustrazione, e questo non può che intrigarla.
Ha difronte una persona che la incuriosisce, che in alcune cose le somiglia moltissimo e in altre è diversa da lei, e non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione di capire bene che tipo è veramente.
La gita nel bosco è stata un colpo di scena che mi ha incuriosita da morire!
Sia per il modo semplice in cui viene organizzata, così, senza tanti giri di parole o permessi, proprio come ho sempre immaginato accadesse a Valinor!
Sia per come questo ha avvicinato le due elfe.
Poter viaggiare da sole ha fornito un ottima occasione per avere più tempo e più solitudine per parlare, e entrambe si sono ritrovate ad approfittarne.
Anche Elenwe penso fosse curiosa di conoscere la sorella del suo Turukano, e trovarsi davanti una persona incuriosita da lei, dalle sue letture, mi pare le abbia proprio fatto piacere!
La gita poi deve aver risvegliato quel piglio in più, a giudicare da quanto Elenwe si è divertita a cavalcare e a camminare nei boschi!
La comparsa dei puma poi è stata meravigliosa!
Mi sono spaventata anche io quando Irisse ha sbagliato strada ed è finita proprio nel posto peggiore dove poteva portare l’amica, e temevo che finisse davvero per uccidere mamma puma per difendersi… Mi sono venuti i brividi, non volevo che quei due cucciolotti restassero soli!
Ciò che ha fatto Elenwe per risolvere la situazione mi ha lasciata un momento senza fiato, per poi farmi partire una curiosità infinita!
Un’idea molto interessante, Los! Ci sta, ci sta che i Vanyar avessero imparato qualche parola di Valarin, a forza di sentirlo. Non si sono mai interessati particolarmente né hanno chiesto di saperne di più, come invece avrebbero fatto i Noldor, ma qualcosa è rimasto.
E mi è piaciuto che Elenwe non si vanti di questa sua conoscenza, né la usi con totale padronanza, anzi. Ha agito d’istinto, provando questo estremo rimedio.
Forse erano parole che aveva imparato ma aveva fino a quel momento tenute nella memoria, o pronunciate a bassa voce per provare, magari.
Ora si è trovata a pronunciarle ad alta voce, e a metterci anche la forza dell’urgenza che le dava il momento. E hanno funzionato!
Lo stupore che mostra anche Elenwe, assieme al fatto che le parole in Valarin hanno effetto anche sulla stessa Irisse, hanno reso il tutto davvero realistico.
Inutile dire che per Irisse una persona che sa avere a che fare con gli animali non può non avere la sua stima.
Elenwe ha fatto subito amicizia col suo cavallo, e ha calmato un puma.
In più, non ha paura di cavalcare con un abito lungo né si fa problemi a presentarsi scarmigliata e in disordine. Per Irisse non serve altro!
Il fatto di poter osservare indisturbate la mamma puma che allatta è stata la ciliegina.
Mamma mia quanto le ho invidiate, io amo i puma, e mi sono innamorata di quei due cuccioli!
Un’altra cosa che mi è piaciuta è come le due amiche iniziano a comunicare col pensiero: mano a mano che il loro legame si crea e inizia a rafforzarsi, mano a mano che cresce la fiducia, si trovano a usare anche questo mezzo di comunicazione, d’istinto e senza problemi.
Molto molto bello come particolare!
E dopo un’esperienza del genere, dopo un pomeriggio che le ha viste scoprire di avere così tanti punti in comune, ci sta che ora non si vogliano più separare, e che anzi, siano già immerse nei progetti futuri, e pronte a divertirsi il più possibile sfruttando ogni minuto che resta del pomeriggio.
Le amicizie nascono così, e non c’è mai bisogno di tante altre spiegazioni!
Sono davvero bellissime insieme: la gioia genuina con cui scherzano insieme, come chiacchierano,e poi tutte le domande che Irisse, e sicuramente anche Elenwe, vorrebbe fare all’amica e che, ne sono certa, si faranno durante altri pomeriggi che passeranno insieme: le adoro, davvero le adoro!
Una storia bellissima, Los, davvero bellissima!
Adoro il modo in cui racconti questi legami che nascono e si rafforzano, come mostri la quotidianità e i particolari in cui mettono radici, e tutte le reazioni dei personaggi protagonisti (quel “ehi” pronunciato da entrambe in modi totalmente diversi, per esempio, è uno di quei piccoli ma fondamentali dettagli che sai sempre inserire e che adorerò per sempre!).
Ho amato tantissimo come hai descritto queste due elfe così diverse e così simili!
Tantissimi complimenti davvero!
Un abbraccio!
Tyelemmaiwe
P. S. Ho adorato anche l’accenno che hai fatto ad Artanis! Sia al fatto che sia in viaggio con Findo, perché amo immaginare quei due che viaggiano insieme, sia l’accenno all’amicizia tra lei e Irisse: il loro rapporto mi ha sempre incuriosita, mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo anche sulla loro amicizia! |