Recensioni per
Blumenkronen
di Tide

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
07/04/24, ore 01:42
Cap. 1:

Arrivo decisamente in ritardo ma ci tenevo davvero a farti sapere che per me questa storia è stupenda, ho adorato la caratterizzazione dei personaggi, questa malinconia di fondo che si respira mista ad un senso di angoscia e tetro presagio nefasto, per tutta la storia sembra aleggiare una pesante cappa di oppressiva normalità, una specie di forzatura come sei il giovanissimo cavaliere dell'Assia fosse stato incastrato in una serenità che non gli appartiene, la rassegnazione ancora infuocata della sorella, come se sapesse che non vivrà una vita serena ma che ancora sembra non riuscire a separarsi dalla speranza possa farlo.
E questo "io soffro" così viscerale, come si definisce amore qualcosa che credendosi in grado di proteggerti ti fa male; ma d'altro canto come puoi non cercare di proteggere tuo fratello, un bambino che ai tuoi occhi sarà sempre indifeso?
Complimenti davvero, una storia meravigliosamente fabbricata.

Recensore Veterano
27/10/19, ore 13:35
Cap. 1:

E di nuovo ciao!
A quanto pare sei tu quella che domina in questo fandom xD e visto il risultato non posso che esserne contenta ^^ vorrei solo ci fossero più storie xD

Anche questa mi è piaciuta tantissimo, vedere il Cavaliere da bambino adorabilmente "particolare" è stata una bella sorpresa! Avere un piccolo scorcio di chi era prima di essere il Cavaliere è stato davvero bello!
Complimentoni, di nuovo, per un'altra opera decisamente ben riuscita!

Recensore Master
22/03/17, ore 12:46
Cap. 1:

Terza classificata

Blumenkronen

di Tide-EFP/Tide







Grammatica: 8.7/10

Theresa si china davanti a lui e i capelli ramati le scendono sul viso bianco e gentile
“Sono per me, fratello?” → -0.5 (È un errore che commetti in tutto il testo: tra la narrazione e il discorso diretto va messo un punto fermo, tranne davanti ai verbi dicendi che introducono il discorso diretto; in quel caso, vanno utilizzati i due punti.)
“Andiamo a coglierne altri.” Dice → -0.5 ("altre", poiché si riferisce a "corolle" che è femminile. Inoltre il verbo dicendi va messo in minuscolo. Anche quest'ultimo è un errore che commetti spesso.)
vuol dire che non dovrai temere le fate e i folletti e non devi aver paura di varcare i cerchi delle streghe → -0.2 (I verbi non sono coordinati: o li metti entrambi al futuro o al presente.)
“Theresa …” chiama piano il bambino, sollevando lo sguardo alla ragazza → -0.1 ("sulla ragazza" poiché immagino che ti riferisci allo sguardo di lui che si posa su di lei. Oppure intendi dire che egli solleva lo sguardo di lei? In questo caso, l'espressione mi sembra comunque scorretta, poiché non si può sollevare lo sguardo di qualcuno: puoi dire "far sollevare lo sguardo alla ragazza" oppure "sollevando il mento della ragazza".)


Stile: 9.5/10

La prima cosa che ho notato è la ripetizione continua del nome "Theresa". In uno spazio così piccolo, è un suono ripetitivo, quasi macabro, che mi ha angosciato un po', oltre a creare un effetto ridondante. In alcuni casi potevi benissimo ometterlo, perché sarebbe stato altrettanto chiaro il soggetto della frase, come nel caso dei discorsi, dopo i verbi dicendi. È un effetto pericoloso, quello dell'uso ricorrente di un termine che, se non viene controllato, può appesantire la lettura, a mio avviso.
Tolto questo punto a tuo sfavore, ti faccio i complimenti per il tono narrativo: mesto, ricco di un presagio costante che pende su di lei e, soprattutto sul bambino, come una spada di Damocle; c'è una nota cupa e greve che pesa sull'intera vicenda e che ha arricchito l'atmosfera della narrazione.
Il lessico è semplice, adatto a una narrazione con protagonista un bambino e uno scambio di battute cheto, "rassicurante"; ma non hai esitato a utilizzare anche accenni più mistici e oscuri, che hanno contribuito ad aumentare la tensione e l'angoscia del testo.
I dialoghi sono molto ben realizzati, si "calano" bene per i ruoli dei protagonisti della storia e sono un altro di quei segni che hanno esaltato epoca e atmosfera.
Una nota a parte va fatta a tutti gli accenni folkloristici che hai saputo adoperare, tenendoli ai margini, è vero, ma pur facendone sentire il peso nella trama. Gli accenni ai cerchi delle streghe per riferirti ai funghi – un particolare geografico, tipico di una zona di campagna, e allo stesso tempo caratteristico dell'epoca – è stato un dettaglio non di poco conto. E, ancor di più, mi è piaciuta l'ironia del fatto che il bambino – il mercenario d'Assia – sia nato con la camicia: un simbolo di fortuna, che dovrebbe portare speranza e una dote "buona" in dono, entra in contrasto con il suo destino e con l'orrore che egli scatenerà da grande.
Quindi ti faccio i miei complimenti per la cura dei dettagli e per la ricercatezza che si denota dai particolari, che io apprezzo tantissimo. Brava!


Originalità e trama: 9/10

Per quanto riguarda la richiesta del bando, il mio giudizio è un po' combattuto. Sicuramente mi hai mostrato un lato nascosto del protagonista "cattivo", aprendo una finestra sulla sua infanzia ambigua e già predestinata, nonostante il clima d'amore e di protezione in cui versa grazie a Theresa. Il suo comportamento è cupo, riflessivo, reso difficile, quasi ci fosse una lotta dentro di lui che lo squarcia e lo fa "soffrire", come appunto egli stesso dice alla fine. Ed è per questa ambiguità che ti ho tolto un punto. Avevo chiesto un momento più luminoso, uno squarcio di sereno sul mondo dei "cattivi"; tu mi hai mostrato la luminosità di Theresa, che cerca di creare un'atmosfera serena intorno al bambino, ma il bambino resta un po' ai margini, e di lui passa questa ambiguità, questa fatalità che comunque non definirei del tutto "luminosa".
La trama, come già detto, è una finestra sul passato del cavaliere senza testa, con questi richiami/presagi sul futuro del bambino che terrorizzerà l'America. Essa si concentra molto sull'ambiguità di questo personaggio e sul suo rapporto con la "sorella": il bambino è prigioniero di un mondo "scuro", fatto di ombre e cose che può solo lui vedere; "voci" lo attirano verso il baratro, e lui, pur resistendo, manifesta il suo disagio in un gesto che vuole essere sia gentile che una richiesta di aiuto, il che lo rende macabro e preoccupante. Questa cosa la nota anche Theresa, che cerca di coinvolgerlo nelle faccende quotidiane. Ella cerca di fargli comprendere il suo essere speciale come qualcosa di positivo, puntando sulla fortuna che egli ha avuto alla nascita e sulle sicurezze su cui potrà contare da grande. Eppure la fine è mesta e spezza questa speranza: le parole del bambino trovano conferma nell'assenso di Theresa, la quale sa – e conferma al bambino di sapere – quanto questa "specialità", che io chiamerei lotta, lo fa soffrire. La storia, quindi, ha sì guizzi di luce, ma esse sono solcate da grosse nubi che annunciano tempesta.


Titolo e impaginazione: 4.5/5

Manca il testo giustificato → -0.5
Il titolo è perfetto: nella sua accezione tedesca rimanda al luogo di nascita del Cavaliere senza testa, nonché – presumo – luogo in cui si svolge la vicenda narrata in questo frangente; racchiude il significato profondo delle corolle dei fiori che ricoprono l'intero testo. Le corolle dei fiori, per l'appunto, sono una metafora e un'espressione dell'ossessione/manie che il Cavaliere senza testa porterà in America, diventando la firma con cui trucida i suoi nemici prima, e le vittime di Sleepy Hollow dopo.


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10


Theresa è un tuo personaggio, e come tale posso solo valutarne le caratteristiche che tu le hai donato. Devo dire che mi è piaciuta molto: è un personaggio che hai saputo dotare di piccole e ricche sfaccettature, dandone una definizione tenue e nel contempo chiara e nitida. Theresa è la "sorella" (mi sembra d'aver capito che non è veramente sua sorella, o mi sbaglio?) maggiore, colei che cerca di "strappare" – che ne sia cosciente o meno, non mi spingo a dirlo con certezza, ma a me pare che abbia una percezione del "male" che fa soffrire il fratello – il bambino alle grinfie delle voci che solo lui può sentire. La sua presenza è ciò che mitiga il suo comportamento chiuso ed evasivo, sfuggente e misterioso. Ella ha un carattere mite e una mente empatica; comprende, anche se non fino in fondo poiché non può provarlo sulla sua pelle, il dolore che subisce il protagonista, e tenta con la sua mitezza e bontà di coinvolgerlo nella sua percezione di speranza. Ma si nota anche la dolente nota finale – quasi una cruda e mesta rassegnazione/consapevolezza – in cui ella soffre con il fratello per l'inevitabile verità: le voci sono forti e lo straziano dall'interno.
Il bambino – il mercenario d'Assia – rimane un po' ai margini e la sua caratterizzazione è un po' sfocata. È taciturno e schivo, ma sembra accettare di buon grado la compagnia di sua "sorella" che, in parte, mitiga e soffoca la sua natura. Sembra ascoltare le sue parole con forza d'animo, ma si ha lo stesso l'impressione che egli non vi creda fino in fondo. Sensazione che cresce sia quando accenni al fatto che egli sparisca di notte che proprio quando, egli pare obiettare, nel silenzio del loro lavoro, a tutto ciò che di buono e ottimista gli aveva raccontato Theresa, con poche semplici parole:

- “Non paura …” mormora.
Theresa lo abbraccia e lo stringe con un gemito d’angoscia
“Io soffro.” Dice lui.

C'è un senso di sofferenza, e anche in questo caso è ambiguo, tenendo conto del suo comportamento. Il bambino soffre perché cerca di resistere alle voci e al richiamo verso la sua natura? Oppure soffre nel cercare di assecondare la bontà di Theresa, quasi la sua vicinanza, fatta da una personalità così diversa dalla sua, sia la catena con cui egli cerca di convivere, restando pur sempre il "mostro" che è?


Gradimento personale: 4/5

Ho avuto alcune difficoltà a entrare nell'ottica della vicenda. L'inserimento del nuovo personaggio da un lato dà spessore al passato del cavaliere, dall'altro distoglie l'attenzione da quello che dovrebbe essere - secondo il bando – il protagonista della vicenda. I sentimenti del cavaliere passano in secondo piano, anche se comunque sono deducibili dalla narrazione. In altre parole, mi è rimasto un po' l'amaro in bocca, in quanto avevo chiesto un approfondimento del lato "nascosto" del cattivo/eroe: tu hai creato un grande squarcio nel passato del cavaliere, ma hai dato troppo spazio a qualcun altro, lasciandolo un po' ai margini, a libera interpretazione del lettore. Ciononostante a me la storia è piaciuta e le metafore e i simbolismi sono stati davvero fatti a regola d'arte, mi hanno convinto e coinvolto.


Citazione: 5/5

Hai scelto una citazione dalla lista "cattivi" che ti fa concorrere per i 5 punti, poiché hai narrato del cattivo della storia.
La citazione, in modo liberare e anche letterale, si addice molto bene alla tua storia; anzi, direi che è perfetta e riassume le due forze in gioco. Il suo significato si presta a due interpretazioni, che le conferiscono una doppia valenza: l'agnello e il lupo che lottano all'interno del bambino, il suo essere legato a Theresa e il suo mostrarsi in atteggiamenti macabri, misteriosi e preoccupanti, il dolore che sente e con cui lui convive ogni giorno lottando per non cedere al suo richiamo; e poi c'è un idea più sottile ed effimera, ovvero la personificazione di questi due animali in questi due personaggi, Theresa che cerca di mitigare il lupo e il bambino che in certo qual modo stuzzica il suo voler bene donandole le "teste" dei fiori. Davvero un lavoro superbo!


Punteggio: 49.7/50+5
(Recensione modificata il 22/03/2017 - 12:51 pm)

Recensore Master
05/01/17, ore 15:45
Cap. 1:

Ciao!
Chi non muore si rivede ^_^
Un'altra storia sul Cavaliere dell'Assia, un altro tassello che arricchisce questa enigmatica e terribile figura. Più leggo i tuoi racconti, più faccio mia la "visione" che tu dai al personaggio - ormai, quando ci penso, mi capita sempre più spesso di vederlo attraverso i tuoi occhi. E' superfluo dire che l'interpretazione che ne dai è sì strettamente personale, ma anche incredibilmente calzante: il "tuo" Cavaliere rimane comunque se stesso, è solo un po' più arricchito, e sempre in maniera adeguata. Mi piace come tu ponga costantemente l'accento sul fatto che fosse un predestinato, fin dall'infanzia. Ma vedere "oltre", "squarciare il velo" della realtà non porta mai ad essere felici, e Theresa lo sa bene: il cammino del suo piccolo fratello adottivo, del quale si prende cura con tanta dolcezza, sarà lastricato di dolore e morte.
Apprezzo tantissimo quando inserisci nei tuoi racconti elementi del folklore, sia noti che meno noti: la storia non è solo fine a se stessa, ma crea rimandi e collegamenti che fanno da tramite con "altro", qualcosa che, magari, vale la pena di conoscere ed approfondire.
Che altro aggiungere? Brava come al solito carissima, è sempre emozionante leggere qualcosa di tuo, e io sono davvero felice di seguirti ;-)
Alla prossima!
Un bacio :*

padme

P.S: in questi giorni sono in piena fissa con Rogue One, ma non riesco a scrivere niente, anche perché, con tempismo davvero subdolo, il Piccolo Padawan sta cominciando a camminare, e arrivederci e grazie, adesso bisogna stargli dietro @_@