Ciao dolce Misia. La tua opera mi è arrivata in due modi distinti su due letture a tempo di distanza. La prima in modo positivo, la seconda invece mi ha lasciato un senso di oblio e dolore/rabbia. Rileggendola la seconda volta, al crepuscolo, ho visto una donna in silenzio, ascoltare una fine di una storia al telefono, rassegnarsi al non essere in grado di esprimersi di sentire soffocare le parole dentro con le lacrime agli occhi. Mi ha dato un'impressione del tutto di vuoto. C'è solo una frase però che mi riporta alla prima lettura ed è :"Sovrastava il disagio". Quella frase può cambiare tutto, a seconda del momento in cui la si legge. Se presa in senso positivo, lascia aperto uno spiraglio. Se presa in senso negativo, è incapacità di reazione che porta ad un silenzio forzato ed accettazione dell'angoscia che ne deriva. Non saprei dirti con assoluta esattezza quale chiave interpretativa l'empatia ha deciso per me, ma se dovessi ripensare al "mio" sentire, ho vissuto più l'oblio e l'accettazione di lei, in una giornata qualunque, in un posto qualunque dove ogni senso, per un lasso di tempo, si è fatto da parte. Un abbraccio. Mauro

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