Ciao! Ancora tanti complimenti per il secondo posto.
Ecco la mia recensione:
Voto: 10 + Preferita
Non poteva non essere questa la mia storia preferita in assoluto (haha). Nemmeno a farlo apposta, è stata anche la prima storia che ho letto. Mai – mai! – avrei scommesso che la mia storia preferita sarebbe stata una Albus/Gellert. Spero che Mary non mi uccida per questa mia considerazione (xD), ma è una coppia che mi è praticamente indifferente e di cui, spesse volte, mi quasi annoia leggere, nonostante riconosca quanto possa essere interessante. Dunque, sì, tanto di cappello per avermi fatto AMARE una storia su di loro *_*.
Dunque, che dire? Il tuo stile è sempre così… magnifico! Si nota tantissimo la cura messa in ogni rigo, in ogni singolo dettaglio, e con quanta attenzione tu abbia curato l’introspezione e la relazione di questi due personaggi. Il loro rapporto emerge impetuoso e marcato e sei riuscita, nonostante il limite imposto delle 500 parole, a descrivere in maniera esaustiva la loro relazione, il loro tormento, fornendo anche una caratterizzazione piena e magistrale di entrambi. Insomma, non manca nulla a questa storia! Certo, ne vorrei ancora, tantissimo, ma, anche presa da sola, risulta soddisfacente sotto ogni punto di vista. Inoltre, credo che, oltre a essere una creazione favolosa da sé, sia anche la storia che meglio ha rispettato le richieste del bando. La storia tra i due è palpabile sin dalle prime righe, colpendo dritto al cuore, senza mezzi termini. Sono riuscita a “sentire” e a “sentirmi” Gellert, durante la lettura, nonché a innamorarmi di Albus e poi a odiarlo insieme a lui: quando il lettore riesce a immedesimarsi così tanto in un personaggio, allora vuol dire senza ombra di dubbio che si è svolto un ottimo lavoro. La caratterizzazione dei due è perfetta, a mio parere, anche se, come ho ammesso prima, non sono solita leggere di questa coppia e, dunque, non conosco molto i canoni seguiti per raccontare di loro, quali sono i cliché che li riguardano e così via. Dunque, forse sarò poco obiettiva su questo punto, lo ammetto… o forse no. Ma tant’è: mi è piaciuta e basta, non posso farci niente. ;) Poi, ciò che mi ha colpito maggiormente, è il tuo aver in un certo senso “intrecciato” i due sin dall’inizio, sin dal primo rigo. Il punto di vista è quello di Gellert, il quale ci presenta subito Albus, ma, al contempo, nella stessa frase, abbiamo sin da subito sprazzi di informazioni che ci permettono di delineare anche la personalità del primo, e così per tutto il resto della storia: dove c’è l’uno, c’è l’altro, sia nella vita che tra le righe. Ciò che mi ha colpito di più della loro descrizione è proprio che emerge questa loro complementarità, questo loro essere l’uno il tassello mancante dell’altro, e il fatto che entrambi siano composti da mille sfumature che li rende impossibile “etichettare” con un solo aggettivo o con una sola categoria. Sono entrambi personaggi complessi, agli antipodi ma anche alla pari, lontani dai classici “buono” e “cattivo”, opinabili in molte scelte, indiscutibili in tante altre. Sono personaggi belli e articolati, limati ad arte, ma al contempo traspare la naturalezza con la quale sei riuscita a costruirli, come se fossero personaggi tuoi e/o che conosci benissimo.
Ho apprezzato tantissimo il tema dell’assoluto in questa storia (il titolo già era tutto un programma *_*), di come la sua percezione da parte di Gellert sia al contempo causa ed effetto di tutte le dinamiche, di ogni circostanza relativa alla nascita del suo rapporto con Albus e, infine, alla sua disfatta. Gellert emerge in tutta la sua grandiosità e, poi, in tutta la sua disillusione. Ma non crolla, bensì mantiene fino alla fine tutta la sua immensità e la testa alta, andando avanti per la sua strada, appigliato con forza alle sue convinzioni. Ci sono molte altre immagini belle in questa storia, e vorrei citarle tutte, ma credo che finirei per copiarti tutta la flash! XD Dunque, mi limito a farti mille complimenti per questa frase splendida ed esplicativa dell’intera storia: “Pensa che vorrebbe affondare le unghie nella sua carne e portarlo via con sé; non una pedina o un trofeo, ma una persona con cui camminare mano nella mano sulle ceneri del mondo che vuole distruggere.”
Faccio mea culpa per la recensione alquanto sproloquiante: so di non avere le capacità per rendere giustizia a una storia del genere. Magari ho preso fischi per fiaschi con questa sottospecie di “analisi” fatta, ma sappi che le intenzioni erano tutte positive. xD
Ancora tanti complimenti! |