Recensioni per
Stillness
di Fatelfay

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/02/17, ore 20:35
Cap. 1:

Ciao e innanzitutto bentornata! Sono stata molto felice nel riconoscere il tuo nome, scorrendo le storie nella pagina e mi ha resa ancora più felice il rendermi conto che la storia che avevi proposto era decisamente bella, oltre che ben fatta. Senza dubbio i generi che hai inserito, sono azzeccatissimi e per una volta rendono perfettamente l'idea di quello che si potrà poi trovare. Una storia che è una lenta scoperta verso una molto scomoda verità, un qualcosa che s'intuisce già tra le righe e fin da subito perché qualcosa che non va c'è e questo è chiaro, ma essendo Sherlock Holmes non si può sapere se la radice dei suoi problemi sta nel suo esser spinto, da se stesso naturalmente, a drogarsi oppure se c'è dell'altro dietro. Ed è così, purtroppo. Ci si domanda per quale ragione Sherlock usi la metro, anche se lo detesta o perché gioisca nel trovare l'ascensore a Scotland Yard, lui che è così attivo e che tenerlo fermo quando vuole un caso, è praticamente impossibile. Eppure è quello che si legge e riga dopo riga la consapevolezza diventa sempre più forte, e quella sedia a rotelle un ingombro che è impossibile da ignorare. Come dicevo, tristezza a parte, la storia è stupenda. Molto ben congegnata e scritta altrettanto bene e così da esaltare l'attimo finale, quello in cui la sedia a rotelle viene per davvero nominata. Non sappiamo cosa gli sia davvero successo, anche se Sherlock attribuisce a se stesso la colpa di tutto, non possiamo sapere che cosa è accaduto, ma il peso è enorme. Lo è senza dubbio per Mrs Hudson, il cui esser nominata nella sua apprensione materna è sufficiente, a far intuire il suo dolore. Lo è senza dubbio in John che è fuori di sé dalla preoccupazione e che è ancora addolorato, e si percepisce. Ma soprattutto il peso c'è per Sherlock. Rileggendo le parti iniziali e tutto il discorso sul ballo, pesa ancora di più sapendo come stanno realmente le cose. La passione per il ballo che viene nella serie trattata con leggerezza, forse anche un po' eccessiva a mio avviso, qui pesa come un macigno perché la verità è che adorava ballare mentre ora non lo può più fare.

Sì, è una storia dura e ingiusta, ma spesso le cose vanno a finire anche così. Io lo so benissimo. Questo però non ne toglie la qualità, che è decisamente elevata. Complimenti e spero di ritrovarti presto.
Koa

Recensore Master
08/02/17, ore 15:14
Cap. 1:

Una OS, la tua, che lascia un segno, con l’immagine finale di uno Sh vinto nel corpo. In effetti quel passato dei verbi, mediante i quali cui elenchi tutto ciò che egli amava fare (“…Adoravi ballare…dovevi muoverti…camminavi…ecc…”), mi ha acceso un dubbio ma non avrei mai pensato a quel tipo di cambiamento. L’immobilità, di cui parlavi nel titolo, la riferivo al suo complicato modo di vedere gli altri ed il mondo. Infatti ho riportato tutto al suo grande disagio interiore per la lontananza di John, la morte di Mary ed i sensi di colpa da essa derivati ma, proseguendo nella lettura, non ho trovato traccia di questo anche perché dici che Watson c’è ancora vicino a lui. Sei stata efficace nel convincere e nell’interessare a proseguire la lettura, fino all’abbagliante finale. “..Eri intelligente. Lo sei ancora…”: qui c’è il passaggio, in questo mantra ripetuto più di una volta. Ci accompagni verso la nuova condizione di Sh di cui, fino a fine lettura, non abbiamo la visione reale. Siamo coinvolti, via via, in una serie di indizi che ci fanno arrivare al colpo di scena (“…della tua sedia a rotelle…”). Il finale mi ha lasciato l’amaro in bocca e mi ha commosso ma, ripensandoci, ho visto un barlume di speranza. Sh ha trovato, nella sua ferrea volontà di andare avanti, una ragione di vita che lo lega a doppio filo al suo lavoro. John, qui, appare spento, evidentemente oppresso da un senso di colpa di cui non conosciamo la ragione. Il consulting, invece, ha ripreso in mano il senso dalle sua vita, con coraggio, con ammirevole tenacia. Bella ff, forte e significativa. Brava.