Buon pomeriggio!
Approfittando della pausa, riesco a passare relativamente presto, come ti avevo già annunciato.
Per la seconda volta (se non sbaglio) leggo una tua storia con protagonista Vera. Tra parentesi, è una delle Poké Girls che non mi sta sulle scatole (per quanto apprezzi la Cavalier Shipping, Lucinda, da sola, è odiosa!).
Ho trovato molto intelligente mettere i loro nomi in inglese, anche se mi sono chiesta perché non hai nominato Misty direttamente (forse volevi far capire che si era sposata con Ash?).
L'atmosfera è stata dipinta con molta grazia, a partire dai vestiti dei personaggi, fino a finire all'ambiente e ai suoi particolari (come i candelabri o lo stile architettonico delle colonne) come si confà effettivamente ad un ballo dello stampo che hai narrato tu.
È interessante sempre il paragone che Vera fa con Lucinda e che avevo già notato nella precedente storia: sembra un'ammirazione affettuosa intrisa, però, di invidia nel senso buono del termine. Infatti, Vera è senz'altro più genuina dell'altra (e anche più simpatica, ma questa è una mia considerazione) e penso anche più impacciata.
Per fortuna, però, arriva Drew ad addolcire la situazione, anche se, in questo contesto, la sua entrata in scena ha notevolmente destabilizzato la protagonista.
In effetti, per uno spirito dolce e sognatore, nonché un po' “naïve” (passami il termine) di Vera, l'obbligo a sposare un uomo senza che ci sia amore tra i due deve essere per lei fonte di estrema sofferenza. Si sente molto come lei viva il disagio di una scelta imposta e non presa da lei, che invece ha un'anima sensibile e che non mira a sposarsi solo per accrescere il proprio prestigio personale o, peggio, compiacere i propri genitori.
Si avverte che è una decisione esterna che le sta stretta. Hai citato un tema molto comune tra la nobiltà del passato, adattandolo all'universo dei Pokémon e convertendo alcune cariche (come i capipalestra) in titoli nobiliari.
Drew è abbastanza arrogante, in effetti, ma confido che la dolcezza e la delicatezza di lei riescano a farlo mitigare un po'. D'altra parte, conoscendo il personaggio e rapportandolo al ruolo che hai scelto per lui in questa storia, non sarebbe potuto essere diverso.
Apprezzabile anche la piccola citazione di Max che, poverino, in questa storia è stato etichettato come saccente (cosa che effettivamente è, ma nel contesto originale, con Brock ed Ash, meno male che c'è lui).
Grammaticalmente, il testo mi sembra molto corretto. Forse, io avrei disposto diversamente qualche parola e avrei messo un paio di punti in meno, ma, essendo puro gusto personale e rispettando le tue scelte, ti segnalo solo due piccole imprecisioni (o, almeno, per me sono tali) che sono oggettive:
- per Vera, parli di mano guantata, eppure, sul finale, dici che la ragazza avverte la freschezza del lino dei particolari della divisa di lui. Anche se il guanto è supersottile e aderente alla mano, la percezione tattile è comunque alterata. Poi, non so, dipende da quello che avevi in mente tu;
- le ribolliva il cervello >> di fatto, sono solo i liquidi a "ribollire" o, comunque, solidi immersi in un liquido. Nella fattispecie, il cervello è un organo che non è propriamente immerso in un liquido. Sì, è vero che è protetto dal liquido cefalo-rachidiano (ma non è molto) e, volendo, ci sono anche parecchi vasi che lo irrorano, però, non so, non trovo immediata la trasposizione. Secondo me, non è corretto né linguisticamente, né, tantomeno, anatomicamente parlando, pertanto sarebbe più indicato scrivere "le ribolliva il sangue".
Dal punto di vista grafico, posso dire che il banner è molto carino e mi piace molto la tua attitudine a far combaciare l'immagine con il contenuto del testo (ho notato che lo fai quasi sempre, quindi suppongo che sia un tuo tratto distintivo).
In conclusione, posso dire che anche questo è stato un lavoro molto piacevole da leggere, magari più fresco e leggero rispetto ad altri che mi hai proprosto, ma, ogni tanto, fa bene rilassarsi con qualcosa di dolce e che rinfranca lo spirito.
A presto,
*Halley* |