Recensioni per
Il meno inetto fra gli inetti e il più bugiardo fra i tanti
di GioTanner
Ciao! |
Un bel capitolo, giocato sull’incontro non solo di due uomini molto diversi tra loro, ma precisamente di due mondi: quello di Greg, fatto di consuetudini lavorative, di discutibili abitudini alimentari, di responsabilità mal retribuite e quello di Mycroft, lussuoso, protetto dal silenzio degli uffici del potere e dalla blindata atmosfera del Diogenes. Qui il punto di contatto, il ponte ideale è quella busta “color argento opaco” che Holmes tiene in mano quasi con imbarazzo. Per lui, procurarla per Lestrade, è stato probabilmente imbarazzante per varie ragioni. Prima di tutto perché, da buon Holmes, non crede assolutamente a quello che, le convenzioni tra persone, come per esempio, i regali per i compleanni, vogliono esprimere e cioè vicinanza ed affetto, per cui sono assolutamente da evitare come atti nocivi alla ragione individuale; un’altra motivazione è che percepisce, quasi con preoccupazione, di essere cambiato, anche in seguito alle vicende riguardanti Eurus e che il suo gelido autocontrollo si è incrinato lasciando penetrare, come dici bene, infiltrazioni d’empatia e d’emotività. Ma penso, se non interpreto male ciò che racconti, che il motivo principale di una sensazione d’inquietudine che lo pervade è la percezione che Greg sta diventando sempre più importante per lui e, pertanto, egli desidera farlo contento, cercando di avvicinarlo attraverso ciò che gli piace, appunto il caffè, ma dev’essere qualcosa di classe perché, chi lo regala, è, appunto, un uomo di classe. Due punti mi sono piaciuti in particolare e cioè la sfilza di deduzioni che Mycroft snocciola con facilità, Holmes, un nome una garanzia, riguardanti le abitudini di Greg sul consumo di caffè e lo sguardo, non convenzionale, che ci regali su una Londra non da cartolina o da guida turistica, ma reale e pulsante di attività (“…così adrenalinica e sfuggente e piena di vita a qualsiasi ora del giorno…”). Bel capitolo, animato da qualcosa che sta rendendo sempre più interessanti e significativi gli incontri tra i due protagonisti. |
Ciao, dunque, storia molto interessante anche questa e che mette un altro tassello in quello che è l'evoluzione del rapporto tra Lestrade e Mycroft. Un'amicizia/amore che si sta (giustamente) sviluppando con lentezza e che passo dopo passo diventa un pelino più profonda. E questo mi piace molto, il prendere le cose con calma. Con Mycroft poi secondo me è particolarmente necessario. |
Due sono gli elementi che costituiscono la struttura di questa ff e cioè la parte più propriamente investigativa e quella riguardante i rapporti, in piena evoluzione, tra Greg e Mycroft. Il caso poliziesco costituisce la trama su cui innesti, in modo efficace, l’intesa cui ho accennato prima e le fa da sfondo al suo trasformarsi in amicizia e poi chissà. I due personaggi sono effettivamente complementari, per esempio, la spontanea espressività di Lestrade combacia perfettamente con i frequenti silenzi dell’ “iceman”. Ho trovato veramente convincente la prima scena in cui Greg, zuppo d’acqua, entra nell’auto dove c’è Mycroft e l’impressione che mi hai trasmesso, descrivendo ciò con la massima cura dei particolari, è che lo yarder abbia portato, in quel veicolo così elegante e silenzioso, come chi lo usa, una ventata di vita e di simpatica comunicatività (“…Spero di non rovinarti la tappezzeria…”). Anche per quanto riguarda Mycroft, ti stai destreggiando abilmente nel farlo agire, mantenendolo credibile nelle sue caratteristiche IC e questo non è semplice vista la complessità del personaggio. Descrivi bene anche il comprensibile imbarazzo che, a volte, Greg prova nel cercare di comprendere a fondo il comportamento di Holmes che, appunto, è pur sempre un Holmes, un nome una garanzia non certo di semplicità e chiarezza nei comportamenti. A proposito dei dubbi che esprimi nelle “Note finali”, non saprei che suggerimento darti, perché sei tu, come Autore che puoi, e devi, dare la fisionomia che più ritieni giusta alla tua storia. Di solito, se uno produce qualcosa di suo, una qualsiasi creazione espressiva, è bene, secondo me, che non chieda che adattamenti portare alla sua opera, potresti avere molti pareri contrastanti tra di loro e allora potresti essere nella confusione più totale. E comunque il pezzo è tuo, è giusto che sia così; noi, come lettori, possiamo esprimere la nostra opinione sul tuo stile o sulle caratteristiche dei personaggi oppure, in caso di errori evidenti, farteli notare, naturalmente nel pieno rispetto delle regole di buona educazione. Ma sul come procedere nelle scelte narrative, no, io preferisco leggere e poi fare le mie osservazioni dopo che l’Autore ha deciso che taglio dare alla sua opera. In parole povere: vai così che vai bene. |
Ciao, sono in un tremendo ritardo, lo so! Ma tra una cosa e l'altra sono riuscita a leggere il nuovo capitolo soltanto ieri sera. Dunque, devo dire che sono sempre più intrigata da questa raccolta e soprattutto per il modo, affatto sdolcinato o scontato o banale, in cui Mycroft e Greg si stanno approcciando l'uno all'altro. Sono molto colpita dal tuo Mycroft, che di solito nelle ff è un'agonia lenta e dolorosa (almeno per me), nel senso che non ne trovo mai uno che mi piaccia davvero. Credo che gran parte della sua caratterizzazione si faccia nel linguaggio che usa, nella maniera in cui calibra le parole. Una a una. Come sceglie di dire una cosa invece che un'altra. Mycroft è molto studiato e nella maggior parte delle volte, se non portato emotivamente allo stremo, dice quel che dice perché sa che vuole ottenere nel proprio interlocutore una determinata reazione. Per certi versi è un manipolatore. Questo nella serie si vede moltissimo, specie nelle prime due stagioni. La terza e la quarta puntano a mio avviso su altri aspetti del personaggio. Ma qui e soprattutto in questo dialogo con Greg, viene fuori molto bene. In qualche punto addirittura lo prende in giro e quasi si diverte nel vederlo annaspare (bonariamente, s'intende). Insomma, mi è molto piaciuto come l'hai descritto. C'è anche tanta gestualità e molti piccoli particolari che su Mycroft stanno sempre benissimo. |
Indovinato il contrasto con cui inizia questo capitolo, tra la freddezza e la sommarietà della stanza d’ospedale in cui si trova Lestrade e il clima ovattato ed elegante (“…scrivania in legno di mogano…comoda sedia girevole…grandi vetrate a specchio… ecc…”) dell’ufficio di Mycroft e del Diogenes, specchi della sua personalità dalla facciata preziosa e dai grandi silenzi, più chiassosi ed inquietanti, però, di una stanza piena di persone che chiacchierano. Sicuramente sono due le notizie che si rincorrono tra il cellulare di servizio, quello di Mycroft e l’efficientissima assistente personale: la faccenda molto scottante del diadema e il ferimento di Lestrade. Dimensioni diverse, importanze diverse ma tu, efficacemente, metti in risalto come sia il secondo fatto a far vacillare, sia pure per una attimo, l’assoluto autocontrollo di Holmes e questo ci fa capire che qualcosa di umano sta incrinando la superficie gelida dell’ “iceman”. Molto intenso il dialogo tra i due all’ospedale: mi è piaciuto che tu abbia fatto dire da Holmes a Lestrade che era andato in quel luogo così particolare e diverso dal Diogenes proprio perché non saltasse il loro consueto incontro e che voleva vederlo. Ovvio, poi, che il silenzio che segue, tu lo definisca “confortevole ed appropriato”, in quanto si fa strada, soprattutto in Greg, perché probabilmente Mycroft lo precede in questa prospettiva, la consapevolezza che il loro trovarsi, di solito in modo formale, ha una consistenza diversa, più significativa. Anche il resto che segue è proprio l’invito a leggere il seguito di questa tua raccolta che è decisamente scritta bene e pensata con cura ed attenzione. |
La Mystrade non è un argomento su cui c’ė stata molto produzione, non ho focalizzato bene i motivi anche perché, essendo una cronica johnlocker, i miei gusti sono orientati diversamente. Probabilmente perché i due interessati non sono protagonisti, o perché uno di loro non é di una bellezza e di un fascino sfacciati e l'altro non emana una carismatica umanitá. Ma altre volte, poche a dire il vero, mi sono occupata di Mycroft e Greg, quando la ff, long o OS, mostrava uno spessore di contenuto e di tecnica dello scrivere tali da attirare la mia attenzione. La tua appartiene, secondo me, a questa categoria, di belle storie scritte bene. Il ritardo nel recensirti, sinceramente e non ti racconterò scuse, é dovuto al fatto che non riuscivo bene a concentrarmi sul nucleo della vicenda, tanto il tuo stile, perfettamente adeguato al contenuto, mi dava impressioni sfumate, fatte di cenni, di sorrisi carichi di mille significati diversi, di ruvide ammissioni di interesse. La parola, o meglio la sigla, giusta per tutto questo l'ho trovata: IC, assolutamente. Mi sono trovata di fronte, cioè, un Mycroft calato con precisione nei suoi panni di "iceman", che si muove con grazia felina nei limiti impostigli dal suo supremo autocontrollo ed un Lestrade perfettamente complementare a lui, nella sua immediatezza, nella sua umanità concreta, senza sovrastrutture mentali che possano mascherarla. Ti sei mossa con sicurezza in quella che, più che una vicenda o un concatenarsi di fatti, é la creazione di un'atmosfera, di un terreno psicologico in cui far affondare le radici di uno scambio umano molto interessante e non semplice, vista la criptica personalità di Holmes ed i rapporti, di tutti e due, non facili con Sh. Un bel pezzo, il tuo. |
Ciao, avevo già messo da parte questa storia su Ao3 per leggerla, ma hai pubblicato anche qui prima che riuscissi a leggerla e quindi ho fatto tutto direttamente qui. Anche se, dato che hai detto che ti fa piacere, ti ho lasciato un kudos perché fa sempre piacere riceverne, questo lo so bene anch'io. |
Ciao! Avevo letto queata storia come one-shot e mi era piaciuta tantissimo. Sono innamorata di entrambi, sigolarmente parlando :D. Non avevo mai letto dei Mystrade (anche se non ho ben capito se questa lo sia come romance o meno) ma adesso che le ho conosciute le ricerco tutte!! Sono proprio contenta che tu abbia deciso di fare una raccolta e poi mi piace il loro rapporto nella tua ff. È un modo per fantasticare ancor di più su due uomini che amo! Seguirò anche le prossime!! |
Ciao, tu non mi conosci ma io ho una passione smodata per le Mystrade e sono anni che le scrivo e le leggo, sperando di trovare sempre di nuove e anni che rispondo sempre agli stessi dubbi riguardo il fatto che è perfettamente logico che i due si conoscessero. Perciò approvo appieno ciò che hai detto nelle note finali ovvero che i due potessero essersi sentiti per anni per via di Sherlock. Io l'ho sempre creduto e fin da quando vidi The Hounds of Baskerville e credo che, in questo senso, ciò che si è saputo riguardo Mycroft in questa quarta stagione non abbia fatto che confermare le mie teorie. L'idea di Mycroft che vuole tenere sotto controllo Sherlock e che lo fa in tutte le maniere possibili, anche attraverso l'ispettore di Scotland Yard con il quale collabora più spesso, direi che è più che plausibile. |