Recensioni per
Il meno inetto fra gli inetti e il più bugiardo fra i tanti
di GioTanner

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
06/10/17, ore 18:09

Ciao!
Ho iniziato a leggere di questo pairing considerando le Mystrade come qualcosa di completamente campato in aria e assolutamente improbabile, ma senza rendermene conto mi sono poi affezionata all’idea, abbastanza recentemente. Quindi ho letto una quantità di fanfiction su Mycroft e Lestrade in tempi brevi, e questa tua raccolta mi è piaciuta davvero molto, per tutta una serie di motivi.
Intanto è ambientata dopo la quarta stagione, e credo che sia una delle pochissime; i loro rapporti sono molto realistici e l’evoluzione che attraversano è comprensibile e non affrettata (per farti capire: mi piacciono le fic in cui hanno già una relazione consolidata, ma faccio più fatica a lasciarmi coinvolgere e a soprassedere sul fatto che in canon hanno davvero rarissimi momenti insieme).
Infine, tante fanfiction sono molto simili perché usano gli stessi espedienti narrativi e le stesse ambientazioni: il Diogene’s Club per parlare di Sherlock, un ospedale in cui è ricoverato Sherlock, e simili, mentre tu, pur partendo dal classico ‘tenga d’occhio mio fratello’, hai inserito il diadema di berilli, come collante tra le varie oneshot, che non solo è interessante, ma offre ragioni plausibili per gli incontri tra i due protagonisti (quindi, sì, io vorrei saperne di più:)), in ospedale dopo la sparatoria, o alla prigione di Pentoville e nell’ultima in un pub.
Un pub. Mycroft in un pub. Poteva risultare un gesto estremamente OOC, e invece è perfettamente calato nel contesto, con il suo sentirsi a disagio che lo fa lanciare in deduzioni e Lestrade che si dimostra sempre comprensivo, paziente e mai da meno di Mycroft. Tra l’altro, adoro il modo in cui Mycroft vede l’ispettore, e le sue deduzioni su di lui sono interessanti e ben scritte (e non è facile: bisogna riflettere molto per renderle plausibili) e Lestrade è così umano e ordinario e orgoglioso di sé e vero che non si può non amarlo!
Complimenti:)
Spero davvero che tu ci porti presto l’ultima tappa di questa storia!

Recensore Master
21/04/17, ore 11:43

Un bel capitolo, giocato sull’incontro non solo di due uomini molto diversi tra loro, ma precisamente di due mondi: quello di Greg, fatto di consuetudini lavorative, di discutibili abitudini alimentari, di responsabilità mal retribuite e quello di Mycroft, lussuoso, protetto dal silenzio degli uffici del potere e dalla blindata atmosfera del Diogenes. Qui il punto di contatto, il ponte ideale è quella busta “color argento opaco” che Holmes tiene in mano quasi con imbarazzo. Per lui, procurarla per Lestrade, è stato probabilmente imbarazzante per varie ragioni. Prima di tutto perché, da buon Holmes, non crede assolutamente a quello che, le convenzioni tra persone, come per esempio, i regali per i compleanni, vogliono esprimere e cioè vicinanza ed affetto, per cui sono assolutamente da evitare come atti nocivi alla ragione individuale; un’altra motivazione è che percepisce, quasi con preoccupazione, di essere cambiato, anche in seguito alle vicende riguardanti Eurus e che il suo gelido autocontrollo si è incrinato lasciando penetrare, come dici bene, infiltrazioni d’empatia e d’emotività. Ma penso, se non interpreto male ciò che racconti, che il motivo principale di una sensazione d’inquietudine che lo pervade è la percezione che Greg sta diventando sempre più importante per lui e, pertanto, egli desidera farlo contento, cercando di avvicinarlo attraverso ciò che gli piace, appunto il caffè, ma dev’essere qualcosa di classe perché, chi lo regala, è, appunto, un uomo di classe. Due punti mi sono piaciuti in particolare e cioè la sfilza di deduzioni che Mycroft snocciola con facilità, Holmes, un nome una garanzia, riguardanti le abitudini di Greg sul consumo di caffè e lo sguardo, non convenzionale, che ci regali su una Londra non da cartolina o da guida turistica, ma reale e pulsante di attività (“…così adrenalinica e sfuggente e piena di vita a qualsiasi ora del giorno…”). Bel capitolo, animato da qualcosa che sta rendendo sempre più interessanti e significativi gli incontri tra i due protagonisti.
P.S. Condivido in pieno il tuo apprezzamento per "Ripper Street"!

Recensore Master
20/04/17, ore 13:46

Ciao, dunque, storia molto interessante anche questa e che mette un altro tassello in quello che è l'evoluzione del rapporto tra Lestrade e Mycroft. Un'amicizia/amore che si sta (giustamente) sviluppando con lentezza e che passo dopo passo diventa un pelino più profonda. E questo mi piace molto, il prendere le cose con calma. Con Mycroft poi secondo me è particolarmente necessario.

Avevo notato che non era mai stata usata la parola "amicizia" da parte di nessuno dei due. E avevo intuito che fosse una scelta ponderata da parte tua e quindi studiata appositamente su questi due personaggi. Direi che il non uso di un termine simile dà un peso a quella che è la caratterizzazione dei personaggi, ne delinea bene il profilo caratteriale e anche quella che è stata la loro relazione fino ad ora. Mycroft non è mai uno che parla a vanvera, ma ogni termine è pensato. Essendo di natura anche una mezza spia/politico è naturale che sia ponderato nella scelta lessicale, così come è naturale che non usi spesso parole come amico. Non intendendo d'avere un'amicizia in accezione positiva. Perché se si va guardare, la parola la usa anche nella serie a proposito di Sherlock, ma c'è sempre una nota quasi amara... o meglio di superficialmente di scherno, ma che per me nasconde ben altri sentimenti come il non capire, l'essere isolato, il genio solitario che vede un fratello amare il rapporto con i propri amici e cadere sempre nella tentazione di averne una. Questo mi piace. Mi piace come Mycroft concepisce il rapporto con Greg e a questo punto quasi gli sembra impossibile che Lestrade lo consideri un amico. Eppure non gli dà fastidio, l'esser considerato tale. Non lo annoia o disgusta. Come dicevo, è un tassello. Prima c'era l'interesse e la tolleranza, lo star bene in sua compagnia. Ora c'è un'amicizia. E il compleanno di Greg cade a fagiolo! XD Mi son sempre chiesta quando fosse, perché non mi pare sia un dettaglio a noi noto (se lo è l'ho vergognosamente dimenticato) e ho apprezzato tanto la parte introduttiva, in cui ci mostri una vita di Greg un po' noiosa sul lavoro, quando è circondato da scartoffie e non ha nemmeno un caffè decente da bere (a proposito amo quel regalo). Divertente le deduzioni di Mycroft (che fanno da preambolo al regalo, ma che secondo me vengono fatte anche per mettersi in mostra - almeno un pochino!) e le osservazioni di Greg che sono ironiche e che mostrano ancora un vago scetticismo e forse persino imbarazzo. Ecco e qui adoro, il suo sentirsi in soggezione nei confronti di Mycroft, il sentirsi meno rispetto a un uomo potente perché va a creare un divario quasi sociale che deve esserci nelle Mystrade e che troppo spesso viene meno a pro di una sdolcinatezza fastidiosa. E ho apprezzato anche il riferimento ai "pesci rossi" che poi viene ripreso anche da Lestrade a un certo punto.

In sostanza, Mystrade meravigliosa.
Koa

Recensore Master
27/03/17, ore 23:21

Due sono gli elementi che costituiscono la struttura di questa ff e cioè la parte più propriamente investigativa e quella riguardante i rapporti, in piena evoluzione, tra Greg e Mycroft. Il caso poliziesco costituisce la trama su cui innesti, in modo efficace, l’intesa cui ho accennato prima e le fa da sfondo al suo trasformarsi in amicizia e poi chissà. I due personaggi sono effettivamente complementari, per esempio, la spontanea espressività di Lestrade combacia perfettamente con i frequenti silenzi dell’ “iceman”. Ho trovato veramente convincente la prima scena in cui Greg, zuppo d’acqua, entra nell’auto dove c’è Mycroft e l’impressione che mi hai trasmesso, descrivendo ciò con la massima cura dei particolari, è che lo yarder abbia portato, in quel veicolo così elegante e silenzioso, come chi lo usa, una ventata di vita e di simpatica comunicatività (“…Spero di non rovinarti la tappezzeria…”). Anche per quanto riguarda Mycroft, ti stai destreggiando abilmente nel farlo agire, mantenendolo credibile nelle sue caratteristiche IC e questo non è semplice vista la complessità del personaggio. Descrivi bene anche il comprensibile imbarazzo che, a volte, Greg prova nel cercare di comprendere a fondo il comportamento di Holmes che, appunto, è pur sempre un Holmes, un nome una garanzia non certo di semplicità e chiarezza nei comportamenti. A proposito dei dubbi che esprimi nelle “Note finali”, non saprei che suggerimento darti, perché sei tu, come Autore che puoi, e devi, dare la fisionomia che più ritieni giusta alla tua storia. Di solito, se uno produce qualcosa di suo, una qualsiasi creazione espressiva, è bene, secondo me, che non chieda che adattamenti portare alla sua opera, potresti avere molti pareri contrastanti tra di loro e allora potresti essere nella confusione più totale. E comunque il pezzo è tuo, è giusto che sia così; noi, come lettori, possiamo esprimere la nostra opinione sul tuo stile o sulle caratteristiche dei personaggi oppure, in caso di errori evidenti, farteli notare, naturalmente nel pieno rispetto delle regole di buona educazione. Ma sul come procedere nelle scelte narrative, no, io preferisco leggere e poi fare le mie osservazioni dopo che l’Autore ha deciso che taglio dare alla sua opera. In parole povere: vai così che vai bene.

Recensore Master
26/03/17, ore 09:41

Ciao, sono in un tremendo ritardo, lo so! Ma tra una cosa e l'altra sono riuscita a leggere il nuovo capitolo soltanto ieri sera. Dunque, devo dire che sono sempre più intrigata da questa raccolta e soprattutto per il modo, affatto sdolcinato o scontato o banale, in cui Mycroft e Greg si stanno approcciando l'uno all'altro. Sono molto colpita dal tuo Mycroft, che di solito nelle ff è un'agonia lenta e dolorosa (almeno per me), nel senso che non ne trovo mai uno che mi piaccia davvero. Credo che gran parte della sua caratterizzazione si faccia nel linguaggio che usa, nella maniera in cui calibra le parole. Una a una. Come sceglie di dire una cosa invece che un'altra. Mycroft è molto studiato e nella maggior parte delle volte, se non portato emotivamente allo stremo, dice quel che dice perché sa che vuole ottenere nel proprio interlocutore una determinata reazione. Per certi versi è un manipolatore. Questo nella serie si vede moltissimo, specie nelle prime due stagioni. La terza e la quarta puntano a mio avviso su altri aspetti del personaggio. Ma qui e soprattutto in questo dialogo con Greg, viene fuori molto bene. In qualche punto addirittura lo prende in giro e quasi si diverte nel vederlo annaspare (bonariamente, s'intende). Insomma, mi è molto piaciuto come l'hai descritto. C'è anche tanta gestualità e molti piccoli particolari che su Mycroft stanno sempre benissimo.

Come dicevo sono anche intrigata da come si stanno approcciando anche perché lo sviluppo dei fatti è imprevedibile, almeno per me. Non riesco a capire bene dove si andrà a parare e come Mycroft riuscirà ad aprirsi ancora di più con Greg. Credevo che qualche passo in avanti lo avessero fatto e invece... Anche perché il capitolo si chiude con quello che secondo me è un fraintendimento ovvero che Greg fa un po' tutto da solo, chiudendo la conversazione. Mycroft invece si ritrova quasi a non riuscire a parlare, o a non saper come gestire la situazione e quindi nel dubbio sta zitto! Si tratta solo di un caffè, in effetti non è nulla di che. Ma qui ecco che viene fuori tutta la non capacità da parte di Mycroft di gestire i rapporti personali, per quanto incolpi Sherlock di certe mancanze... lui è di sicuro messo peggio! XD

Insomma, voglio proprio vedere dove andrai a parare.
Alla prossima...
Koa

Recensore Master
05/03/17, ore 21:34

Indovinato il contrasto con cui inizia questo capitolo, tra la freddezza e la sommarietà della stanza d’ospedale in cui si trova Lestrade e il clima ovattato ed elegante (“…scrivania in legno di mogano…comoda sedia girevole…grandi vetrate a specchio… ecc…”) dell’ufficio di Mycroft e del Diogenes, specchi della sua personalità dalla facciata preziosa e dai grandi silenzi, più chiassosi ed inquietanti, però, di una stanza piena di persone che chiacchierano. Sicuramente sono due le notizie che si rincorrono tra il cellulare di servizio, quello di Mycroft e l’efficientissima assistente personale: la faccenda molto scottante del diadema e il ferimento di Lestrade. Dimensioni diverse, importanze diverse ma tu, efficacemente, metti in risalto come sia il secondo fatto a far vacillare, sia pure per una attimo, l’assoluto autocontrollo di Holmes e questo ci fa capire che qualcosa di umano sta incrinando la superficie gelida dell’ “iceman”. Molto intenso il dialogo tra i due all’ospedale: mi è piaciuto che tu abbia fatto dire da Holmes a Lestrade che era andato in quel luogo così particolare e diverso dal Diogenes proprio perché non saltasse il loro consueto incontro e che voleva vederlo. Ovvio, poi, che il silenzio che segue, tu lo definisca “confortevole ed appropriato”, in quanto si fa strada, soprattutto in Greg, perché probabilmente Mycroft lo precede in questa prospettiva, la consapevolezza che il loro trovarsi, di solito in modo formale, ha una consistenza diversa, più significativa. Anche il resto che segue è proprio l’invito a leggere il seguito di questa tua raccolta che è decisamente scritta bene e pensata con cura ed attenzione.

Recensore Master
05/03/17, ore 18:57

La Mystrade non è un argomento su cui c’ė stata molto produzione, non ho focalizzato bene i motivi anche perché, essendo una cronica johnlocker, i miei gusti sono orientati diversamente. Probabilmente perché i due interessati non sono protagonisti, o perché uno di loro non é di una bellezza e di un fascino sfacciati e l'altro non emana una carismatica umanitá. Ma altre volte, poche a dire il vero, mi sono occupata di Mycroft e Greg, quando la ff, long o OS, mostrava uno spessore di contenuto e di tecnica dello scrivere tali da attirare la mia attenzione. La tua appartiene, secondo me, a questa categoria, di belle storie scritte bene. Il ritardo nel recensirti, sinceramente e non ti racconterò scuse, é dovuto al fatto che non riuscivo bene a concentrarmi sul nucleo della vicenda, tanto il tuo stile, perfettamente adeguato al contenuto, mi dava impressioni sfumate, fatte di cenni, di sorrisi carichi di mille significati diversi, di ruvide ammissioni di interesse. La parola, o meglio la sigla, giusta per tutto questo l'ho trovata: IC, assolutamente. Mi sono trovata di fronte, cioè, un Mycroft calato con precisione nei suoi panni di "iceman", che si muove con grazia felina nei limiti impostigli dal suo supremo autocontrollo ed un Lestrade perfettamente complementare a lui, nella sua immediatezza, nella sua umanità concreta, senza sovrastrutture mentali che possano mascherarla. Ti sei mossa con sicurezza in quella che, più che una vicenda o un concatenarsi di fatti, é la creazione di un'atmosfera, di un terreno psicologico in cui far affondare le radici di uno scambio umano molto interessante e non semplice, vista la criptica personalità di Holmes ed i rapporti, di tutti e due, non facili con Sh. Un bel pezzo, il tuo.
(Recensione modificata il 05/03/2017 - 06:59 pm)

Recensore Master
04/03/17, ore 22:05

Ciao, avevo già messo da parte questa storia su Ao3 per leggerla, ma hai pubblicato anche qui prima che riuscissi a leggerla e quindi ho fatto tutto direttamente qui. Anche se, dato che hai detto che ti fa piacere, ti ho lasciato un kudos perché fa sempre piacere riceverne, questo lo so bene anch'io.

Volevo iniziare con quanto dici alla fine, perché mi sembra di ricordare che anche nella prima OS ti eri posta il problema del nome Greg=Gregory. Tralasciando che questo è un fandom strapieno di headcanon (come anche tanti altri fandom del resto) e che tutti li usano senza problemi, il nome completo di Lestrade più che essere un headcanon è una deduzione che s'è fatta ovvero "Gregory" è forse l'unico nome che potrebbe essere quello suo completo, a pensarci è chiaro che quello che usa è un diminutivo di comodo. Ma anche se saltasse fuori che il suo nome completo è un altro non credo dovresti farti troppi problemi, tutti usano headcanon e ciò non mina di certo la qualità di una storia. Di certo non sminuisce la qualità della tua. Fatta questa premessa che ritenevo doverosa, la OS mi è piaciuta. Anche se la descrizione/racconto della sparatoria in cui Greg è rimasto ferito, l'ho trovata un tantino lunga e ho trovato che levasse un po' di spazio a una parte che sarebbe stata più introspettiva o più di interazione emotiva tra Mycroft e Lestrade. Ma a parte questo, la storia è comunque accurata e godibile. Mycroft lo trovo centrato e questo per me è importantissimo. Qui è lievemente maturato rispetto alla OS precedente e al finale di serie, ma è una crescita naturale e nella quale è chiaro che Greg c'entra qualcosa. Ha comunque la postura e il modo di parlare che ha Mycroft Holmes, è sempre l'uomo che ha dei segreti e che parla e non parla (perché è pur sempre una mezza spia o giù di lì) ma ha quel qualcosa in più che lo fa sembrare decisamente umano e che lo spinge ad avvicinarsi a Lestrade. Per esempio, non era necessario che andasse all'ospedale, però lui lo fa lo stesso e non credo solo per parlare di lavoro.

Greg invece è quello più abituato a certe interazioni di amicizia o sentimentali, ma è in imbarazzo ancora verso Mycroft. In questo la telefonata all'inizio è un piccolo capolavoro, ho riso tantissimo. Più in generale, in Greg ho notato una certa ruvidità che nella serie non gli ho mai visto. Forse è per via della pallottola che s'è preso o per il collega morto, onestamente non so dire. So solo che è tutto credibile. Complimenti.

Attendo la prossima.
Koa

Nuovo recensore
19/02/17, ore 22:21

Ciao! Avevo letto queata storia come one-shot e mi era piaciuta tantissimo. Sono innamorata di entrambi, sigolarmente parlando :D. Non avevo mai letto dei Mystrade (anche se non ho ben capito se questa lo sia come romance o meno) ma adesso che le ho conosciute le ricerco tutte!! Sono proprio contenta che tu abbia deciso di fare una raccolta e poi mi piace il loro rapporto nella tua ff. È un modo per fantasticare ancor di più su due uomini che amo! Seguirò anche le prossime!!

Recensore Master
19/02/17, ore 13:35

Ciao, tu non mi conosci ma io ho una passione smodata per le Mystrade e sono anni che le scrivo e le leggo, sperando di trovare sempre di nuove e anni che rispondo sempre agli stessi dubbi riguardo il fatto che è perfettamente logico che i due si conoscessero. Perciò approvo appieno ciò che hai detto nelle note finali ovvero che i due potessero essersi sentiti per anni per via di Sherlock. Io l'ho sempre creduto e fin da quando vidi The Hounds of Baskerville e credo che, in questo senso, ciò che si è saputo riguardo Mycroft in questa quarta stagione non abbia fatto che confermare le mie teorie. L'idea di Mycroft che vuole tenere sotto controllo Sherlock e che lo fa in tutte le maniere possibili, anche attraverso l'ispettore di Scotland Yard con il quale collabora più spesso, direi che è più che plausibile.

Quel che si è visto qui di Mycroft è molto da Mycroft, ovvero i modi quasi fastidiosi con cui interagisce con le altre persone (le auto, il Diogenes club, le telefonate, l'agire alle spalle anche per un banale permesso...) è perfettamente nel suo stile, così come le risposte evasive e che ora della fine sono quasi più che altro delle domande e che vengono poste anche con l'obiettivo di testare le reazioni di Greg, sono tutte in pieno stile "Mr Holmes". Il contrasto tra la prima e la seconda parte è evidente e per forza di cose rafforza quasi il concetto, ciò che ha fatto scoprire Mycroft di sé lo rende più umano agli occhi di Greg, o ai nostri e contrasta molto con l'immagine che ha sempre offerto di sé. Insomma è una descrizione molto efficace e che mi è piaciuta anche nei piccoli risvolti come il cognac francese costoso e rarissimo, per esempio e che sembrerà un'inezia, ma io credo che Mycroft lo si costruisca anche e soprattutto nei dettagli.

Terrò d'occhio questa raccolta, perché come inizio è convincente.
Koa