Come ti ho detto su fb, qualcosa non va in noi se versiamo lacrime nel descrivere la morte di un cane e poi rimaniamo impassibili nel far passare le peggio cose ai nostri personaggi umani. E' più o meno la stessa cosa di quando davanti a certi film stile olocausto non batto ciglio, mentre per il finale di Io e Marley piango ogni volta (al cinema, davanti al mio ragazzo)... così come per il libro.
Comunque, povero Hayate.
Mi è sempre piaciuto vederlo come simbolo di fedeltà, proprio come è tipico della sua specie. E credo che questa fedeltà, questo amore, si rifletta anche nella sua morte, un ultimo tributo al profondo legame con la sua padrona.
E' bello vederli "intimi" in questi ultimi gesti: con Riza che gli sta accanto, tenendogli la testa sulla sua gamba. Fa in modo che il trapasso di Hayate sia sereno: un semplice rendersi conto che è troppo stanco per certe cose... niente sofferenza, solo semplice riposo, accompagnato dalla voce gentile della sua padrona.
Bella e "giusta" per un personaggio particolare come lui.
Unico appunto: quindi Hayate era malato? Nel 1922 dovrebbe avere sulla decina d'anni che, tutto sommato, per un cane non sono tantissimi. |