Recensioni per
Stoners- Confessione di una cocainomane
di Ayr

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/02/18, ore 15:23
Cap. 1:

Ciao! Sono qui per lo scambio a catena. 
Inizio con il dire che non si trovano molte poesie qui su EFP e, le poche che mi sono capitate tra le mani, raramente corrispondevano ai miei gusti. Mi piacciono molto le poesie, ma è difficile per me trovare uno stile che mi soddisfi e non mi appesantisca la lettura. Sono contenta di aver voluto "rischiare" con la tua, perchè mi è piaciuta moltissimo. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, lo stile è accurato e non risulta pesante, anzi, la lettura di questo componimento è stata scorrevole. L'ho letta tutta d'un fiato e la cosa che mi è piaciuta è che sei riuscita a mantenere la stessa intensità emotiva ad ogni verso, dando uno stimolo sempre costante che invitasse a continuare la lettura. 
Hai trattato un tema molto pesante, ma penso che tu sia riuscita ad esporlo in modo comunque delicato. Si avvertono l'angoscia, la rassegnazione, la visione oscura della vita. Si sente tutto ed ogni parola è perfettamente inserita per esprimere queste emozioni e questi concetti.

La parte che mi è piaciuta di più è stata questa: 
"Ma tutte le droghe di questo mondo
non mi salveranno da me stessa:
schiava di convenzioni e meccanismi,
che mi stanno trasformando in un animale meccanico.
Drogata, mi chiamano,
ma sono solo l’Alice in catene,
inchiodata a questa esistenza,
amara, vuota e spoglia, 
da cui vagheggio di poter fuggire,
assaggiando per un fuggevole attimo il mio paese delle meraviglie.
Questa è la vita ebete che mi affascina:
un alternarsi eterno fra paradiso e inferno…"


L'ho adorata, davvero. 
Ti faccio i miei complimenti ancora una volta. Alla prossima. 

Marilia.
 

Recensore Master
08/01/18, ore 14:31
Cap. 1:

Ciao, sono qui per lo scambio L'ABC delle recensioni del gruppo "Il giardino di Efp". Dunque, anzitutto una premessa: ho scelto la poesia perché quando ci sono solo originali nel profilo di un autore, io tendo sempre ad andare a leggermi le poesie (se ci sono). Questo per tutta una serie di ragioni con le quali non ti annoio. Voglio però dirti che nutro una sorta di venerazione per la poesia, ed è molto facile annoiarmi mentre ne leggo di quelle che non mi piacciono.

La tua poesia mi ha catturata per vari fattori che ora andrò (brevemente) a sviscerare. E dico "brevemente" perché mi conosco e so che altrimenti ne verrebbe fuori un saggio e preferisco evitare in una recensione. Il primo punto su tutto e che è un elemento assai notevole e che va nettamente a tuo favore, è indubbiamente il ritmo. Io sono una musicista, prima ancora che un'amante della poesia. Se c'è una cosa a cui faccio molto caso è il ritmo, perché è una sorta di istinto naturale. Lo faccio quando leggo la prosa e lo faccio con la poesia. Mi è parso di capire che tu ti sia ispirata a una canzone, ma non essendoci note autore non ho capito bene quale sia questa canzone, quindi parlo senza cognizione di causa e vado per teorie. Non so quale tecnica tu abbia usato per scrivere, se hai ascoltato la canzone durante la scrittura, ma un ritmo c'è e si percepisce. Pur avendo una struttura a versi liberi e quindi essendo un componimento non imbrigliato dalle regole e dalle rigidità presenti generalmente nelle poesie, i versi hanno comunque un ritmo. E spesso è anche incalzante. Lo si nota anche da come hai "impaginato" la poesia, dalla maniera in cui i versi si succedono una riga dopo l'altra. Il risultato è magnetico, la lettura incatena ed è incessante. Sembra di leggere il testo di una canzone quasi, o che da un momento all'altro cominci una melodia a fare da sottofondo. Questo mi è piaciuto davvero tanto. Complimenti.

L'altro punto a favore è il tema trattato che ha due chiavi di lettura. Una è forse più terra-terra e vagamente moralista. Questa vedrebbe quasi la protagonista come una persona che tenta di giustificarsi, incolpando gli altri. "Siete drogati voi", è l'urlo chiaro e forte che fa nel paragrafo finale. "La società è drogata" e lo sono i meccanismi della vita in questo secolo, dice lei. Sono parole la cui interpretazione varia a seconda io credo del contesto socio culturale in cui una persona è cresciuta. E qui mi lego a quanto dicevo prima, forse interpretare la poesia come l'urlo di una ragazzina viziata è fin troppo superficiale come visione. Per me e per come la vedo io, se dovessi descriverla in poche parole, direi che è la ribellione intellettuale di un'Alice vagamente decadente. La droga c'è e non c'è e per quel che c'è non viene giustificato il suo uso, c'è più banalmente un tentativo di far capire che l'esserne schiavi è un concetto più ad ampio spettro. Non legato soltanto a delle pasticche o a siringhe. Su tutto c'è un chiaro disagio di vivere con se stessi prima ancora che con gli altri, descritto in una maniera visiva e palpabile che mi ricorda vagamente Cesare Pavese. In questo credo tu abbia fatto un gran lavoro.

Sottolineo un passaggio che mi è piaciuto in modo particolare, perché vale la pena dire che m'è piaciuto:

"Questa è la vita ebete che ci affascina:
un alternarsi eterno fra paradiso e inferno,
cercando disperatamente nei frangenti di una vita spezzata
un frammento di quanto abbiamo perduto…
Lo ritrovo nella danza ebbra di colori folli,
in un abbraccio allucinato,
che mi trascina nelle labili propaggini aeriformi
di un mondo perfetto inesistente."

I miei complimenti.
Koa

Recensore Junior
29/11/17, ore 15:26
Cap. 1:

Ciao!
Sono qua per lo scambio a catena. Non ho potuto fa a meno di notare che questa poesia (o meglio canzone?) è stata scritta per un'occasione particolare. Devo ammettere che leggerla è stato abbastanza toccante in quanto conosco ragazzi e ragazze che, seppur non dipendenti da droghe pesanti, hanno le loro dipendenze da quelle "leggere".
Posso immaginare la ragazza che parla negli occhi di ognuno di loro, ed è come se si rivolgesse a me chiedendomi di cosa mi drogo io ogni giorno per andare avanti. Io so la risposta, ma è difficile ammettere che la dipendenza non è solo quella fisica nei confronti di una droga.
Questo è quello che ho imparato dalla tua poesia. Vorrei che la leggessero anche altri...
Ho amato l'inizio per il paragone con gli angeli e i demoni, in quanto adoro ogni tipo di mitologia. Portare allo stesso livello, allo stesso verso, due cose opposte fa un bel contrasto con lo scenario post-apocalittico che descrive la narratrice parlando della sua esperienza della realtà e della vita.
Sono felice che tu abbia scelto di integrare un simil-ritornello, esponendo nella seconda parte il tema a tutti in una luce differente.
Grammaticalmente mi sembra tutto apposto, non ho visto errori.
Alla prossima,
Herondale.

Recensore Master
14/10/17, ore 18:13
Cap. 1:

Ciao!
Era da un po' che avevo adocchiato questa piccola poesia scritta da te e, in realtà, aspettavo solo il momento giusto per commentarla. Non l'ho letta ora ma qualche tempo fa, così l'ho riletta per rinfrescarla. Ed effettivamente non posso che continuare a pensare a ciò che mi dissi tempo fa a prima lettura: è toccante, è scritta davvero in maniera godibile. Mi ha presa molto questo parallelismo che hai tracciato tra la vita della cocainomane e la vita di tutte le altre persone, "drogate" da tutto ciò che la società moderna può rappresentare: la droga è la fama, la droga è il fumo, la droga è l'alcol. Tutto può essere "droga".
Si sente chiaro il suo mal de vivre, la sua angoscia e il suo sentirsi perduta, circondata da una società che perduta lo è ugualmente, sì... ma lei ne porta sulla pelle il segno tangibile. Un segno che fa male.
Ho adorato in modo particolare questa parte: "Drogata, mi chiamano, / ma sono solo l’Alice in catene, / inchiodata a questa esistenza, / amara, vuota e spoglia, / da cui vagheggio di poter fuggire, / assaggiando per un fuggevole attimo il mio paese delle meraviglie."
Trovo che i versi liberi siano stati tracciati in maniera deliziosa, e mi rendo conto di quanto sia difficile scrivere una poesia senza una forma metrica (non sembra, eppure è così) ma "dandole forma" da soli. Quindi trovo che tu ci sia riuscita bene ^^
_morgengabe
(Recensione modificata il 14/10/2017 - 06:14 pm)

Recensore Master
29/06/17, ore 10:11
Cap. 1:

Buongiorno.
Mai letta una poesia così tanto forte, e, allo stesso tempo, toccante!
Il testo sembra quello di una canzone; hai svolto un lavoro curioso ed originale, interessante ed intelligente.
Per me è un capolavoro. Non sto scherzando; non parlo(e, in questo caso, non scrivo) mai a vanvera.
Tantissimi complimenti!
Buona giornata :)

Nuovo recensore
13/05/17, ore 17:17
Cap. 1:

Haykaleen - Stoners- Confessione di una cocainomane 




- Attinenza alla canzone (trama, tematiche, contenuti) 

Hai creato un parallelismo interessante tra la vita e al droga, ponendo sullo stesso piano il mondo dei tossicodipendenti e quello delle persone che li giudicano. 
Junkhead potrebbe sembrare un inno, una celebrazione all’ebbrezza dell’eroina, ma in realtà è una critica ai pregiudizi morali della società. E lanciare una ciritca è quello che fa anche la tua Alice. 
Dopo aver illustrato la delusione per una vita che appare instabile (un alternarsi eterno fra paradiso e inferno) cui senso è difficile d’afferrare, ammette che, nonostante sia lei la prima a necessitarne, il brivido della droga è effimero e inutile. 
Quello che la tua protagonista vuole far comprender è come ognuno di noi, in un modo o in altro, ricerchi la cura ai suoi mali nei mali stessi; come ogni persona sia fortemente dipendente da qualcosa, che sia esso la droga o, come suggerisci tu, la vita (dipendenti da qualcosa, sia esso denaro, fama, amore). Ma qualsiasi soluzione, qualsiasi cura al terribile stato di inquietudine che la - ci - tormenta è solamente apparente e destinata ad estinguersi in poco tempo. 
Non c’è allora nessuna differenza fra la tua Alice in Catene (oltre che la canzone, riprendi anche il nome del gruppo, ottimo!) e coloro che la giudicano. Siamo tutti umani: identici alla base e diversi nelle nostre diramazioni. Il grande dona il permesso di esprimere giudizi sul mondo che la circonda. 

20/20 


- Grammatica   
Ho riscontrato un solo errore nel verso “con le favole che li propinano continuamente”: al posto di li, va inserito gli, perché è: “propinare a loro”, non “propinare loro”. 

9/10 


- Gradimento Personale 

Sei riuscita riportare perfettamente le tematiche della canzone nella tua poesia, quello che però non ho trovato coerente è stato lo stile. Il tuo è a tratti pomposo, articolato: Junkhead è una canzone, dal punto di vista dello stile, relativamente semplice. Il suo punto di forza sta proprio nel riuscire a trasmettere emozioni travolgenti utilizzando un lessico e una struttura dei versi leggera. 

Lo ritrovo nella danza ebbra di colori folli,
in un abbraccio allucinato,
che mi trascina nelle labili propaggini aeriformi
di un mondo perfetto inesistente. 

Questi versi sono quelli che maggiormente ho preferito, ma che, nel contesto delle tematiche di Junkhead, a mio parere, risultano fuori luogo. 
Estraniando dunque la poesia dall’atmosfera, essa risulta un componimento ricco e coinvolgente, che mi è piaciuto per la disperazione lucida con cui Alice parla. Ma, dato che il contest richiedeva un parallelismo con la canzone sotto ogni aspetto, non posso fare a meno di tenerne conto. 

8/10 



- Bonus 
La canzone che hai scelto era contrassegnata da un asterisco. Hai inserito poi, sia alcuni versi della canzone che la figura retorica bonus. 

3/3 

Tot. 40/43 

Recensore Master
29/03/17, ore 15:39
Cap. 1:

Ciao :)
Avendoti tra i miei autori preferiti, ho visto che hai aggiunto questa poesia ed ero curiosa di leggerla, così eccomi qua.
Intanto ti faccio un grosso in bocca al lupo per il contest a cui partecipi, ma sono sicura che questo tuo scritto verrà apprezzato :)
Passando ai tuoi versi, devo dirti che mi sono proprio piaciuti: hai trattato un tema molto importante e sempre attuale, un tema anche molto toccante e difficile da affrontare. Eppure l'hai trattato nel modo migliore, senza troppa durezza ma con una giusta dose di essa. Hai toccato degli argomenti molto toccanti, e ho apprezzato molto il paragone della droga con tutto ciò di cui è drogata la società odierna: soldi, lavoro, successo, amore...
Hai fatto un buon lavoro, hai come raccontato una storia, hai creato un personaggio che noi lettori possiamo ben immaginare: e io me la sono immaginata un po' come Christiane F., la protagonista di "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino", una persona ribelle e che accusa gli altri di essere anch'essi dipendenti da qualcosa, anche se non si tratta di droghe pesanti vere e proprie.
Complimenti e ancora auguri per il contest, ti saluto e spero ci sentiremo presto ♥