Recensioni per
L’eroe assassino
di ImperialPair

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
11/10/17, ore 13:56

Mi scuso innanzitutto con il ritardo con cui lascio questa recensione, ma tra il lavoro e una moltitudine di cose, alla fine mi ero quasi dimenticata di passare. Essendo tu l'unica partecipante, però, mi sembrava quanto meno dovuto lasciarti almeno un piccolo parere su di essa

Devo dire che, per quanto mi sia piaciuta in parte l'idea che ti è venuta, avrei preferito che essa venisse resa molto meglio di com'è posta. Mi spiego meglio. Ci presenti in breve, forse troppo, questo personaggio che è orfano e che decide di evitare che altri bambini possano subire le sue stesse sorti, ma in quel caso non sarebbe stato più facile diventare, anziché un soldato, un volontario o, comunque, qualcuno che non avrebbe volontariamente (per una buona causa o meno), posto fine ad altre vite, lasciando inesorabilmente orfani bambini della fazione opposta? Il tema d'ispirazione del contest c'è, ma non è stato ideato al meglio, soprattutto se teniamo conto di questo particolare riguardante il background del protagonista stesso. Forse, ponendo più attenzione ad esso, le cose sarebbero state diverse e si sarebbe capito meglio il tutto, dato che persino i pensieri del protagonista sono confusi riguardo ciò
Annoto solo un paio di cose, perché se devo recensire tanto vale farlo bene
- l’uno fra gli altri > gli uni fra gli altri
- spinto a intraprendere questa ed ero certo > credo che tra "questa" e "ed ero certo" ci manchi qualcosa. Forse la parola "scelta"?
- Gli avevano lasciati per proteggere > Li avevano
- Quel proiettile nel mio ventre, credo avesse > toglierei la virgola (e, parere personale, scriverei l'intera frase così: "Quel proiettile nel mio ventre aveva probabilmente perforato qualche organo interno: la milza, forse?" poiché come fluidità suona obiettivamente meglio)
- loro avevo > loro avevano
- Era quello che provavo > Era quello che provavano
- man mano che arriva > man mano che arrivava
- Che doppio senso > Controsenso, o, se proprio "che crudele ironia", cose del genere, insomma
- E in quell’istante, io Andrew Jay Smith > E in quell’istante, io, Andrew Jay Smith

In sostanza, spero di rivederti in un contest che avrà più riscontro di questo. Buona giornata

Recensore Master
18/09/17, ore 10:43

2° posto al contest "Dall'altra parte"

Sono un soldato, sono un mostro 39.5
Stile: 9.5/ 10
Stile non molto altro, il lessico è abbastanza curato anche se a volte compaiono espressioni più gergali (vedi sotto) che mal si amalgamano on la storia e con la sua intensità. Avrei preferito più cura nella scelta.
L’uso di frasi brevi spezzate da punteggiatura ben studiata permette di rendere il testo molto scorrevole da leggere e di immedesimarsi di più nella trama.

Trama: 10/10
Guardando la storia in sé, non vi è una vera e propria trama, sono più che altro riflessione dopo un atto estremo come l’uccidere qualcuno riassumendo quindi perfettamente la categoria dell’introspettiva.
La storia è una grande riflessione a caldo, in cui il protagonista senza nome rivela i propri sentimenti. Non c’è linearità nella trama proprio perché non è richiesta.
Originalità: 10/10
Leggere una storia su un argomento quale a guerra reale non è molto scontato tanto più che in questo caso non si parla di eserciti, di battaglie ma di un singolo uomo contro un singolo uomo.
Quello che ho trovato davvero “forte” è la commistione tra ideale e realtà, tra “patria” e essere un assassino: il tuo personaggio è reale e non realistico.
Personaggi:10/ 10
Come detto poco sopra, il tuo personaggio è reale e non realistico proprio perché ha sentimenti contrastanti come tutti noi.
Non sappiamo chi sia perché è uno dei tanti, un Essere Umano in generale; tu dai precise connotazioni storiche e geografiche, eppure tutto questo cade se si guarda la storia nel complesso.


Gradimento personale 3/5

Ho davvero amato leggere le due storie perché sono un frammento di momento in una guerra infinita.
Tutto è visto dal punto di vista di due uomini diversi ma uguali ed è qui che oltre al bello c’è anche il brutto nella valutazione.
Sono troppo uguali, lo stile è pressoché identico, come la trama; nessun accenno in più, nessuna personalizzazione.
Se dal punto di vista sono avversari, dal punto di vista strutturale non c’è “un’altra parte”. Se avessi osato di pi sarebbero due storie perfette.

Errori e consigli
gli odiavo (li odiavo);
essere sparato ( non può essere transitivo “sparare” se non con l’oggetto interno es: sparare un colpo)

Recensore Master
18/09/17, ore 10:42

2° posto al contest " Dall'altra parte"



AtobeTezuka

L’eroe assassino 39.8

Stile: 10/10
Ritmo piano, si entra in punta di dita nella storia; lessico tra l’alto e il comune che si applica a pieno al contesto riflessivo: è la mente che “parla”, che pensa, che ricorda.
Le frasi brevi rendono il testo quasi rotto, mozzato. Interessante scelta stilistica.

Trama: 9.8/10
La storia è un continuo flashback e ricordo di un uomo prossimo alla fine, non vi è azione ma è una vera e propria introspettiva in cui è ciò che c’è dentro a comandare.
È un soldato, ma sembra che quasi solo in punto di morte che capisce di essere stato un assassino, la morte è stata quasi il compimento di quella presa di coscienza, come se si fosse svuotato prima di andarsene per sempre.

Originalità: 10/10
Punto pieno assolutamente, tu non hai creato una storia, hai creato una coscienza! Un pensiero delicato, reale ma tragico allo stesso tempo. Anche il non aver messi altri se non il ragazzo ucciso citato ci fa immergere totalmente.

Personaggi: 10/10
Un uomo, un eroe e un assassino di cui inizialmente non sappiamo nulla se non che non sa chi è, sa come l vedono le due fazioni, ma lui chi è?
Scopriamo il nome solo alla fine anche se ormai il nostro ignoto ci è piaciuto così, senza nome ma con una consapevolezza enorme.

Recensore Junior
15/09/17, ore 17:00

ottavo posto - contest Situazioni XY

Grammatica 9,3/10
Per quei Paesi in continua lotta l’uno fra gli altri? -> o paesi in lotta l’uno con l’altro, o paesi in lotta fra loro, gli uni contro gli altri… -0,10

Non ero più in grado di ricordare cosa mi avesse spinto a intraprendere questa ed ero certo che non avesse più la minima importanza. -> manca un sostantivo da riferire a “questa” -0,10

Gli avevano lasciati per proteggere la loro patria-> Li avevano lasciati -0,10

ma almeno loro avevo uno scopo-> avevano -0,10

Era quello che provavo tutte le vittime cadute sotto il mio fucile?-> che provavano -0,10

La mia vita stava giungendo al termine e man mano che arriva la mia fine, i miei ricordi si facevano sempre più chiari così come le mie vecchie motivazioni. -> passi dall’imperfetto al presente e poi di nuovo all’imperfetto, metterei “man mano che arrivava” -0,10

Alla fine avevo tradito i miei ideali: per proteggere delle famiglie, avevo distrutto delle altre.

Che doppio senso! -> non è un doppio senso, ma un controsenso. -0,10

Il mio consiglio è di rileggere più volte i verbi e di ricontrollare il significato di alcune parole quando hai dei dubbi. Per il resto ti faccio i miei complimenti!

Originalità per Biancarcano 6/10
L’idea è carina, tuttavia un po’ superficiale il modo in cui è stata affrontata. Noto sicuramente che c’è un’idea profonda di fondo che mi piace molto, tuttavia mi sembra un po’ strano che un orfano, arruolandosi, non abbia pensato prima al fatto che così avrebbe distrutto le vite di altri bambini. Capisco che potrebbe esserci come dissidio interiore: un grande senso del dovere, l’amore per la propria patria e per i bambini connazionali contro il senso di colpa per dei morti sulla coscienza, che però deve essere spiegato un pochino di più dato che è appunto un controsenso ed è strano che non ci abbia pensato. Per l’idea ti faccio i miei complimenti ma ti direi di inserire una spiegazione sul motivo che lo ha spinto ad uccidere comunque. Ad esempio: “Sapevo che avrei distrutto altre famiglie, ma vedevo questa guerra come inevitabile: non sarei mai riuscito a fare pace con me stesso”.

Pertinenza del titolo 0,5/1
Il titolo mi è sembrato un po’ infantile e mi ha fatto da spoiler, avrei preferito qualcosa di misterioso e inafferrabile, o drammatico, però è pertinente.

per un totale di 15,8/21

Recensore Master
24/07/17, ore 18:36

E qui abbiamo il punto di vista dell'altro. Giustamente, le preoccupazioni e i dubbi sono gli stessi. Avrà una famiglia? Avrà qualcuno che lo aspetta? È giusto quello che sto facendo?
Domande di nuovo destinate a rimanere senza risposta, perchè una risposta in effetti non ce l'hanno.
Le cose sono giuste nel momento in cui ti convinci che lo siano, o credi che lo siano. Non sono in sè nè giuste nè sbagliate. Sono e basta.
Complimenti, anche questa è una bella istantanea di guerra che pone degli interrogativi al lettore.

Recensore Master
24/07/17, ore 18:32

Ciao^^
Mi è piaciuta questa tua storia, in cui le considerazioni di Smoth sulla guerra si fondono e si mescolano con quella sulla sua personale esistenza. Nel momento in cui, ferito a morte, aspetta l'ultimo respiro, il protagonista si abbandona a una serie di considerazioni sul senso di quello che è e di quello che ha fatto, e dopo un po' i suoi pensieri escono dal mero ambito della guerra, in cui si colpevolizza per quello che in effetti viene fatto da ogni soldato in guerra, compresi i suoi nemici, ma sconfina in una vita che solo all'ultimo si intuisce vissuta ai margini, disgraziata e priva di affetto.
Viene tristezza a pensare al povero Smith, che deve morire solo sul campo di battaglia senza nemmeno il conforto di un ideale o di un affetto.
Una storia molto toccante, complimenti!

Recensore Veterano
07/07/17, ore 13:07

La storia scardina bene le idiozie che vengono usate per sfruttare la gente e mandarla al massacro, ma suor Maria Teresa di Calcutta ha rifiutato di partecipare a una maratona contro la guerra, preferendo partecipare a una per la pace, e io sono d'accordo con lei: è meglio avvicinare i lettori a pensieri positivi piuttosto che disgustarli sui temi peggiori.
Ad ogni modo mi piacciono le storie originali e anche i motivi che hanno spinto il protagonista a uccidere lo sono, moderatamente.

Recensore Master
08/05/17, ore 14:03

Una riflessione molto interessante, tragica e delicatissima allo stesso tempo, strutturata in maniera che le domande e le descrizioni si rispecchino le une nelle altre. Adoro l'idea di accompagnare la riflessione con l'immediata durezza della realtà, e il finale è tanto triste quanto dolorosamente consapevole. Bel lavoro, cheers ;)

Recensore Junior
02/04/17, ore 18:55

Buonasera! Girovagavo a caso nella sezione, cercando qualche bella storia per evitare di studiare tedesco (😅) e la tua storia mi ha attirato subito. Non so bene perché, forse per il fatto che io ho sempre considerato i militari come eroi.
Che dire, il racconto è bellissimo nella sua tristezza, e nel fatto che sia contraddittoria, perché Smith ha seguito i suoi ideali ma al contempo li ha traditi.
Bellissima!