Recensioni per
Da quale prospettiva?
di TremorChrist

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/09/17, ore 13:51

Ciao cara, sono il recensore sostitutivo del contest divinità dell'olimpo, ed ho deciso di lasciare qui la recensione premio che ti spetta. Se l'obbiettivo del contest era quello di non far capire al lettore di quale personaggio si trattasse, tu ci sei riuscita. Non capisco chi sia... Però ho come la sensazione che sia grindelwald o credens...
Non vedo l'ora di scoprire chi sia perché sono molto curiosa!
A presto.

Recensore Master
25/04/17, ore 18:47

Quarto Posto

Da quale prospettiva?

di Hannibal.L











Grammatica e stile: 4.9+4.5/10

lontano ed irraggiungibile → -0.1 (sono della scuola secondo cui la "d" eufonica va usata solo con vocali uguali. Ti dico questo perché so che molti non lo considerano errore, ma a me stona anche a livello fonetico. È un errore che ripeti due volte nel testo, ma ho preferito considerarlo una volta sola in questo frangente.)

Se posso permettermi, ho interpretato il tuo stile come sperimentale, non nel senso che tu abbia sperimentato con questa flash – non so come scrivi di solito – ma nel senso che alcuni passaggi sono stati volutamente lasciati senza punteggiatura, scelta che ho considerato ovviamente stilistica.

- Ti noto ti vedo ti guardo e non posso baciarti e divento pazzo.

La mia impressione è stata quella di leggere una specie di ballata originale: testi che mantengono un tono effimero, etereo, spezzati da queste frasi prive di punteggiatura che corrono a un ritmo tutto loro e distaccato dal resto del testo. In un primo momento questo mi ha spiazzato un po', lo ammetto; però a una seconda lettura ho iniziato a seguire il ritmo della narrazione, e non mi è dispiaciuto.
Mi è piaciuta moltissimo questa distinzione tra il filo dei pensieri "coscienti", quelli che la sua voce mentale rivolge direttamente verso Silente, e i pensieri disconnessi e "inconsapevoli", che mostrano la disperazione del suo Io più profondo.
Una frase non mi ha convinto del tutto, invece:

- Non ho la certezza che rosseggi con intensità il buio del rimpianto nei tuoi occhi limpidi, e che li oscuri come le nuvole coprono il Sole.

Hai creato un fortissimo contrasto con il verbo "rosseggi" e il "buio", reso complesso dall'ordine inverso dei complementi, che a prima vista stona un po'. In questo modo il buio diventa un'oscurità interiore che infiamma lo sguardo limpido. A non convincermi è l'uso della virgola messa in quel punto, poiché divide le due coordinate della principale. Io metterei la virgola prima del "come" per eliminare il problema della lunghezza del periodo.
Hai fatto un ottimo uso del narratore in prima persona, rischiosissimo in questo contest: hai saputo trasferire i suoi pensieri e le sue emozioni nella narrazione senza venir meno al mistero che aleggia intorno alla sua identità. Il tono narrativo si presta perfettamente a Grindelwald, poiché uomo colto, anziano, con una certa conoscenza e un pensiero molto profondo, affine alla ricercatezza di Silente, quando lo vediamo alle prese con lo scandagliare la natura umana e le sue motivazioni. Geniale, proprio per questo, è stata quindi l'accoppiata personaggio/prima persona narrante/tono altolocato e "inconsistente". Il lessico adoperato mantiene il significato delle frasi celato, traslandolo in una dimensione codificata da una profondità d'animo e un pensiero complesso e "saggio".


Originalità e trama: 9/10

Per trama intendo tutti gli indizi che hai utilizzato per indirizzare il lettore verso il personaggio misterioso.
Il primo paragrafo mi ha indirizzato bene, senza mettere troppi limiti alle possibilità. Il contesto è vago e il tono iniziale si presta a diverse scene con sfondi "emotivi" vari; quindi si ha una prima scrematura, che ci indica che in qualche modo si deve cercare tra le "coppie" del libro.
Il richiamo al fatto che egli respiri ancora quelle ambizioni, ma che ora sono soffocanti, in quanto appesantite dal rimpianto… indirizza verso una coppia divisa, separata. Subito dopo indichi che il "protagonista" ha in qualche modo raggiunto i suoi scopi, ma da solo, senza il compagno.

- […]guardo giù dalla mia vetta[…]

Poteva essere interpretato sia a livello fisico che introspettivo, ma è un ottimo richiamo alla torre dove Grindelwald è rinchiuso.

- La debolezza dietro al mio freddo comando: sono un costume, un personaggio inventato per il palcoscenico.

Questo, invece, è un indizio che non ho compreso a cosa faccia riferimento, né ho capito cosa volesse esplicare della personalità del personaggio. Grindelwald ci viene mostrato solo attraverso piccoli squarci di trama. Forse questa frase si ricollega al suo essere screditato e criticato dal fratello di Silente, ma non credo che sia Grindelwald a sentirsi costruito o a mostrarsi in modo differente al mondo. Al contrario, egli si comporta come meglio crede, al di là di ciò che la gente pensa, andando avanti con i suoi piani e i suoi scopi.
Il richiamo finale all'immortalità è ottimo, poiché è ciò a cui due menti brillanti tendono sempre ed è un ottimo richiamo al loro piano di ricercare i doni della morte e, in particolare, la bacchetta di sambuco.


Titolo: 3/5

Il titolo mi ha un po' diviso e ho ragionato molto per ricollegarlo alla storia – a volte, mi capita che il cervello mi si ingolfi. Per il suo significato ho pensato a due ipotesi: da un lato sembra che tu voglia domandare direttamente al lettore "chi è che sta parlando?", come a sfidarlo a farsi strada tra i ragionamenti machiavellici del personaggio; dall'altro lato mi è sembrato che la domanda si rifaccia alla doppia prospettiva all'interno del testo che tu usi per distanziare i pensieri filosofici dal bisogno del personaggio di SAPERE, e quindi che fosse un po' un rimando allo stile.
Di per sé il titolo è accattivante, incuriosisce e attira il lettore a leggere la storia. Io però ne avrei scelto uno più legato alla trama e al suo significato, magari che rimandasse a una precisa prospettiva – quella che ha Grindelwald nei confronti di Silente. In altre parole avrei voluto il titolo meno costruito e più diretto.


Caratterizzazione dei personaggi: 15/15

È stato un azzardo molto grande quello di presentare Grindelwald attraverso il suo amore per Silente, storia che nel libro viene a stento solleticata e che la Rowling ha poi confessato nelle varie interviste. Il volere della scrittrice, però, è legge, e di questo tengo conto.
Mi piace come tu hai sfruttato questo e ciò che sappiamo dal libro – egli si rifiuta di confessare a Voldemort dove si trova la bacchetta di Sambuco – e ne hai ricamato sopra un'intera introspezione. Hai presentato un uomo privo di qualunque attrattiva verso i suoi successi, che guarda al passato con un senso di insoddisfazione e rammarico, rimpiangendo l'amico a cui era più legato e soffrendo quella lontananza che non gli permette di avere certezze sull'unica cosa che ha ancora importanza per lui. Anche nel libro Grindelwald, ormai, non ha più molto interesse verso la vita o la lotta. Il suo ultimo pensiero è preservare la memoria e la tomba di Albus Silente.
Mi piace anche come hai caratterizzato Silente attraverso i suoi occhi. Hai presente quella frase che ti ho contestato nello "stile"? Bene! Al di là del suo senso complesso, letta con attenzione mostra la complicata costruzione di Albus: i suoi occhi fiammeggiano quando prova sentimenti forti, ma egli subito gli oscura, come se nuvole temporalesche animassero il suo sguardo. Questa descrizione, seppur fatta in modo differente, è stata usata a suo modo anche nel libro e la sua ripresa – più complessa e filosofica, poetica – da parte della "mente" di Grindelwald è un bel tocco che approfondisce ciò che egli pensa e sa e conosce del suo vecchio amico/affetto di vita.


Gradimento personale: 4/5

Obiettivamente riconosco che lo stile è molto particolare e, visto il personaggio che hai deciso di trattare, ben riuscito; soggettivamente, però, non l'ho sentito totalmente nelle mie corde. Lo stesso vale per il grado di mistero e difficoltà della storia: hai avuto la maestria di nascondere l'identità con espedienti davvero divertenti e originali, che ho apprezzato; con mancanza di modestia, però, ti devo dire che avevo una bella dose di sicurezza sul personaggio che stavi trattando. Questa contraddizione – punteggi nelle altre categorie e gradimento – si è venuto a creare proprio per lo stile utilizzato, che si prestava a poche persone presenti nel romanzo della Rowling. Certo, avresti potuto usarlo in maniera errata su un personaggio con una personalità differente – e questo mi avrebbe fatto sbagliare la risposta – ma non avresti avuto punteggi così alti nelle categorie principali. Tutto questo giro di parole per dirti che la flash mi è piaciuta, ho apprezzato il tuo talento e l'introspezione, ma non posso darti punteggio massimo perché non è del tutto quello che di solito mi piace.


Attinenza al bando: 5/5

Qui non ho molto da dire, perché credo che si riassume da sola la categoria: avevo chiesto mistero e introspezione e tu mi hai dato entrambe le cose in buone quantità. L'uso di un linguaggio così altisonante, filosofico ha ingarbugliato i pensieri, rendendoli un codice da districare e risolvere. Capito questo, l'introspezione si è rivelata profonda, atta a scavare nell'animo del personaggio, seguendolo in un excursus sul suo passato e le riflessioni mature su ciò che aveva fatto. Ottimo anche il fatto che tu ti sia concentrata sull'affetto che legava Grindelwald a Silente, proprio perché – come Harry stesso dirà nell'ultimo libro – l'uomo prigioniero della torre non ha mai dimenticato quello che poteva essere e non è stato, e il suo ultimo gesto è stato un modo di ripagare il vecchio amico ed espiare la colpa di non aver reso possibile i loro sogni in comune.


Flashfic di 189 parole: 0 Punti Bonus!

Punteggio: 45.4/52

Recensore Junior
03/04/17, ore 14:17

Sembra Severus Piton durante l'ultimo anno a hogwarts... si sente il mondo ai suoi piedi come Mangiamorte, ma gli manca Lily e rimpiange la sua amicizia ormai confinata ai ricordi... giusto?