Recensioni per
Chi sei tu?
di Noemi_Campopiano

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/06/17, ore 09:56
Cap. 1:

Terza classificata a pari merito
e
Vincitrice del premio "Checkmate"
Chi sei tu?
di Noemi_C







Grammatica: 8.4/10

ad increspargli → -0.5 (L'uso della "d" eufonica andrebbe limitato ai casi in cui vi è un incontro della stessa vocale. Questo errore lo commetti più di due volte e, di conseguenza, lo valuto come tale. Tutti gli altri casi te li segno in questa lista.)
Un ricordo si affaccia prepotentemente nella mente del giovane imperiale e, senza quasi rendersene conto, si ritrova a fissare il proprio sguardo → -0.2 (C'è un errore di coordinamento del soggetto, che nella coordinata non è più il "ricordo" ma "il giovane imperiale". Sarebbe corretto, invece, sostituire la "e" con un "che".)
ed ombre inquiete.
Ecco, però, che un servitore irruppe nella stanza, senza degnarsi nemmeno di bussare e gettò → 0.2 (Serve una virgola dopo "bussare" per chiudere l'inciso.)
quel ansito → -0.2 (L'aggettivo dimostrativo non vuole il troncamento davanti a vocale, nemmeno se il sostantivo è maschile.)
«Quando ti sarai stancato di tutto questo, vieni da noi, sei il nostro fratellino» → -0.1 (Manca il punto)
ad essere
future re → -0.1 (futuro)
dedito allo studio tanto quando alla guerra → -0.1 (quanto)
ad una domanda
Misero mortale, nella ricerca spasmodica del proprio posto nel mondo → -0.2 (alla ricerca)


Stile: 9/10

Il tuo stile è abbastanza fluido e scorrevole, il testo si legge piuttosto bene, soprattutto perché hai un'ottima conoscenza grammaticale e sintattica – tolte le sviste che ti ho segnalato sopra; non presenta ricercatezze o accorgimenti stilistici che avrebbero limato la narrazione, ma è comunque conforme con il tipo di narrazione adottata. I periodi sono piuttosto semplici, ma non mancano quelli più lunghi e complessi; c'è un uso prevalentemente di frasi subordinate in quest'ultime, che vengono alternate da frasi nominali a spezzare i paragrafi e a dare il ritmo alla narrazione.
Il testo, però, presenta due grosse pecche, a mio avviso: uno è grafico, ed è un consiglio personale; l'altro riguarda la gestione delle sequenze della storia.
Nonostante tu sia stata molto brava a gestire i tempi verbali – e non darlo per scontato, perché so per esperienza che molti commettono questo errore – c'è un problema di immediata comprensione che ho percepito lungo la lettura (ho dovuto leggere con molta attenzione per trovare lo stacco corretto), e questo è dovuto alla mancanza di una separazione visiva che non ha aiutato a dare un distacco tra passato e presente. Sono dell'idea che simili stratagemmi non sono strettamente necessari in alcuni tipi di racconti, ma soprattutto qui, in un testo con acronimo, avrebbe aiutato la spartizione degli spazi, nonché il distacco tra le diverse parole delle due frasi utilizzate per creare il testo. Usando un corsivo per il ricordo avresti ovviato a questo problema del lettore. Le frasi da te scelte erano piuttosto lunghe e necessitavano di un aiuto grafico per poterne cogliere l'utilità al fine della struttura narrativa. Inoltre il ricordo non è accorpato con un verbo come il trapassato prossimo, che si accosta bene per amalgamare il testo e allo stesso tempo evidenziare i passaggi temporali; ma tu hai usato due verbi, per così dire, dominanti, come il presente e il passato remoto. A maggior ragione, quindi, stilisticamente sarebbe più appropriato usare il corsivo per il ricordo. Non so se si è capito ciò che voglio dire… È come una storia dentro la storia, il corsivo avrebbe aumentato l'immedesimazione del lettore, come un risucchio all'interno del ricordo, che diventa l'argomento principale.
Il secondo errore, che ha penalizzato il ritmo narrativo, è stato l'assembramento tra il primo ricordo e il secondo, che tu hai cercato di amalgamare come un tutt'uno, creando proprio uno scalino all'interno dei periodi temporali. Mi spiego meglio.
Essenzialmente, il "ricordo" non è solo uno, ma due: quello della madre e quello dell'incontro con i due fratelli; in mezzo ci sta il narratore che "licenzia" i fatti intermedi con una descrizione riassuntiva. Il primo è strettamente legato al secondo. Il problema, secondo me, è stato presentare i due ricordi come un unico blocco. Il testo racchiuso nell'acronimo "deserve to" poteva benissimo tornare al presente, come se uscissi fuori dal ricordo e il Kouha adulto pensasse a sé bambino e al cambiamento che la Corte aveva avuto ufficialmente nei suoi confronti; poi, saresti potuta tornare a fargli guardare lo specchio e ricalarsi all'interno del secondo ricordo, giusto per non creare questa discrepanza tra le due parti temporali. Espedienti come questi hanno appesantito la parte centrale del testo e hanno minato alla scorrevolezza della lettura.
Ti faccio, invece, i complimenti per il lessico: semplice ma vario, con alcuni termini mirati e usati al momento giusto, che hanno arricchito un testo lineare e pulito. Inoltre l'uso del lessico appartenente al mondo da te sfruttato a impreziosito il racconto e lo ha calato nell'atmosfera dell'anime. Hai sfruttato molto gli aggettivi, ma fortunatamente non ne hai eccessivamente abusato; il racconto, quindi, risulta ben dettagliato ma senza essere appesantito da le varie informazioni introspettive, anche perché tale compito lo hai spartito sia attraverso aggettivi che attraverso interi paragrafi in qui era il pensiero di Kouha a essere dominante e a esprimere il suo stato d'animo.
Ho solo un'osservazione:

- Estrasse la lama e con un unico e preciso fendente gli tagliò la gola

Il fendente è un colpo che si sfera sempre dall'alto verso il basso, mentre, per come hai descritto la scena, il movimento che fa Kouha dev'essere da sinistra verso destra – o destra verso sinistra.
La narrazione al presente ti ha permesso di far sentire la vicenda più vicina al lettore, facendolo immedesimare nel personaggio principale. C'è una buona commistione tra descrizione e narrazione; buona anche l'alternanza tra il "descrivere la scena" e il "mostrarla", senza esagerare verso l'una o l'altra tecnica.
Il testo è povero di dialoghi, ma non mi è dispiaciuto, visto l'impronta introspettiva che gli hai donato. Sono felice di dire che la punteggiatura è curata ed è perfetta.
Ultimo consiglio, e non c'entra con lo stile né influenza alcun voto: io alzerei il rating, proprio per la scena violenta presente nel primo ricordo. Inoltre è presente anche l'angst, questo tormento ansioso ed eccitato che dilania il personaggio in gran parte della lettura; quindi andrebbe avvertito il lettore.


Trama e uso dell’acronimo: 10/10

La trama ripercorre tutti i momenti salienti di questo personaggio e della sua storia, approfondendo quei passaggi introspettivi che in un anime non vengono sempre fuori al meglio, non quanto possono rendere in un testo scritto.
Il primo complimento va alla tua capacità di contestualizzare la scena: è fin da subito chiaro che Kouha si trova in uno dei tipici momenti in cui porta a Corte altre delle sue "reclute"; e rendi chiaro anche il fatto che questo è un atteggiamento che si ripete ogni volta. Altrettanto chiara è la differenza tra lui e la Corte, i diversi modi di apparire e pensare, i diversi obiettivi e le diverse posizioni "sociali".
L'ambientazione, invece, è un po' ridotta all'osso, si limita all'essenziale, tanto quanto basta per far muovere il personaggio in uno spazio. Per il genere trattato, va bene, anche se io prediligo avere più stimolazioni per quanto riguarda i cinque sensi. Tu ne sfrutti due molto bene: la vista e l'udito, e li utilizzi il primo per il sangue – elemento molto importante per definire persino il personaggio – e l'altro per le dicerie, che sono importanti per le dinamiche comportamentali ed evolutive del suddetto.
Abbiamo, quindi, Kouha che ghigna ai suoi "rivali" per poi subire, in segreto, i conflitti di una coscienza deviata dal suo passato. Iniziano qui i ricordi – uso il plurale perché non posso fare a meno di constatare che sono due momenti distinti seppur legati tra loro – che hanno rappresentato il fulcro della vita di Kouha, soprattutto perché riguardano le persone a lui più care: sua madre e i suoi fratelli, soprattutto il maggiore che erediterà l'Impero.
Il primo ricordo è stato gestito molto bene. Ti sei presa il giusto spazio per mostrare una scena significativa e molto forte, con un bambino già avvezzo al sangue e alla giustizia "veloce e fai da te"; hai espresso molto bene ciò che per lui era importante in quel momento e in futuro. Poi abbiamo una panoramica, un po' frettolosa, delle conseguenze di quel gesto, per infine giungere al secondo ricordo importante. Kouha entra in contatto con una nuova, seppur limitata, visione della Corte e della sua famiglia, scopre l'affetto e il legame di sangue – che va oltre quello con una madre malata mentalmente – e trova il suo scopo nella vita.
L'introspezione e i dubbi finali sono la parte che più mi ha catturato, poiché quella gestita meglio, con i giusti ritmi (questo è un commento personale, non ha influenza sul voto di questa voce). Kouha è combattuto tra quello che aveva conosciuto fino a quel momento e quello che gli viene mostrato dalla bontà di Kouen, tanto da non riuscire fino in fondo a distinguere le due facce di quella vita passata alla mercé altrui. I dubbi e il suo arrovellamento si risolvono con un ghigno eccitato e un po' eccentrico, emblema di questo personaggio.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno ventitré. Visto il numero non da poco, ne parlerò in modo generale, soffermandomi su quelli più significativi. Ti dico fin da subito che hai rispettato la consegna, facendo quanto serviva, e anche più, in maniera molto scrupolosa. Me ne hai messe in evidenzia alcuni nelle N.d.A. ma io ne ho individuati altri che hanno arricchito questo quadro, ampliando la visione d'insieme.
Codardo, Sudicia, Stelle maledette, Emarginata, Voci maligne, Oro nero: sono aggettivi e sostantivi che hanno descritto ciò che lo circonda e che lo influenza dall'esterno, parte integrante del testo e della caratterizzazione del mondo, nonché dei personaggi secondari. La codardia, che è un termine che ha un doppio significato, poiché si riferisce, in modo diverso, sia al consigliere che alle sue paure; sudicia è la corte, così come emarginata è sua madre e il suo ruolo all'interno dell'Impero. Le voci maligne lo hanno sempre perseguitato al pari delle stelle. Infine, l'oro nero è molto significativo, perché esalta la celata bellezza e importanza di ciò che si nasconde dentro gli animi e le persone più abiette e ai margini della società.
Poi abbiamo i verbo, gli aggettivi e i sostantivi che sono direttamente legati alla sua persona e che ne scolpiscono carattere, peculiarità, sentimenti e modi di comportamento. Esteta Sangue, Orgoglioso, Preoccupato, Lesto, Demone, Ebbro, Spietato, Respinto, Turbato, Ostile, Detestava, Insano, Armato, Principe, Euforico, Elevando, Ansioso, Redenzione, Balocco, Orrido, Egoista, Burattinaio, Ombra, Misero, Egregio, Sanguinario, Encomiabile, Leale, Estroso, Signore, Scoppiando. Un disegno di alti e bassi e pieno di sfumature che ha disegnato a tutto tondo un personaggio che sei riuscita a farmi piacere, nonostante la mia scarsa conoscenza dell'anime. Di questo, però, parlerò più avanti. Complimenti per la cura dei dettagli!


Titolo: 4.5/5

Il titolo mi ha squarciato in due. Il titolo è piuttosto semplice, forse un po' troppo per i miei gusti. Racchiude i dilemmi di Kouha, l'incertezza di una vita piena di dolori che lui combatte con l'esaltazione e l'eccentricità che lo caratterizzano; eppure c'è qualcosa in più, nel testo, che il titolo non riesce a esplicare. "Chi sei tu?" sarebbe un titolo perfetto per una storia più malinconica, senza sbocchi o soluzioni, in cui il personaggio è totalmente in balia dei suoi assilli. Kouha non mi appare, però, corrispondere fino in fondo a queste caratteristiche: egli è, sì, preda di forti dubbi, ma possiede quella volontà e quella follia che li permettono di abbatterli con un colpo di fronte contro lo specchio; Kouha allontana con una risata i suoi pensieri, perché la sua forza sta proprio nel mettere a tacere le fragilità che si nascondono nella sua vita e nel suo ruolo di figlio bastardo.
Il titolo non mi ha catturato, non l'ho trovato abbastanza accattivante, profondo per il personaggio. C'è molto di più in lui, forse anche un po' di menefreghismo. Ecco, è mancata questa sfumatura. Solitamente non sono il tipo, però, avrei visto molto meglio un titolo più lungo, che ne mostrasse l'ambiguità, piuttosto che il dubbio corrosivo.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Ogni personaggio – e, quindi, non solo Kouha – sono stati caratterizzati perfettamente bene, a partire dalla Corte. Ho l'abitudine di considerare lo sfondo come un personaggio, esso deve avere vita; e quello della tua storia ce l'ha, ed è l'opposto di ciò che brama e cerca di perseguire il protagonista. La Corte è corrotta, abietta, piena di quelle false stelle che nascondono il sudiciume di gente leccapiedi legata a pregiudizi e maligni passatempi. Di questo sfondo, emblema è il consigliere, che, per quanto non apertamente, si prodiga in tutti i modi per far sentire il disagio e l'inadeguatezza al terzo principe dell'Impero Kou. Egli sembra una persona melliflua, sprezzante, un vecchio sghignazzante con la paura sotto il naso e una serpe che gli esce dalla bocca. Abbiamo anche l'ignoranza, rappresentata dal servo e dalla sua perversa e macabra morte: in essa si racchiude tutta l'inumanità che sta dietro a un comportamento discriminatorio, votato sempre verso quelli che appaiono più deboli dei deboli (scusa il gioco di parole).
Poi abbiamo la madre e la sua follia. Sei stata bravissima a creare quell'atmosfera di irreale calma e controllo che la circondano, ma ne hai tratteggiato molto bene anche la fragilità, grazie alle cure e alle attenzione che il piccolo di cinque anni le riserva. Il suo essere una bambola nei suoi confronti è una scelta, al contro dell'essere un burattino nelle mani del regno. Bellissime le descrizioni della donna, la caratterizzazione dei suoi gesti e della sua risata – perfetta sinfonia, alle orecchie di un bambino che l'adora al di sopra di tutto.
Infine, e non ultimo, abbiamo lui: Kouha. È talmente complesso che è stato un azzardo darne un disegno in questo poco spazio. L'introspezione si è concentrata sui particolari più importanti, ovvero il suo attaccamento agli uomini e alla famiglia, e le sue manie folli del sangue e della morte; e in mezzo ci sta tutto un mondo di piccole informazioni, dettagli che hanno impreziosito questo quadro. Kouha è un bambino che è portato alla disperazione da una posizione ai margini della società. I suoi occhi sono costretti a guardare una madre impazzire di un amore malato e le sue orecchie sono costrette a udire le malignità di una società che intende ucciderlo dentro. E ci va molto vicino! È la famiglia che lo salva, quella che lui fino a quel momento ha solo imparato a odiare. L'attaccamento e il senso di appartenenza a qualcosa di bello e genuino, buono, il sentirsi importante per qualcuno che sembra perfetto e amato, fanno nascere in lui il senso di rivalsa: così come Kouen ha tirato fuori lui da quel baratro, egli farà altrettanto per gli altri.
Questi due aspetti della sua vita si mischiano nel suo carattere, dipingendo un giovane uomo eccentrico, affascinante, impulsivo, iracondo, quasi annoiato; dietro cui si nasconde il "servo" di un fratello che ha guadagna il suo affetto, il principe di un popolo che ha bisogno di poter dar voce ai suoi soprusi proprio grazie al suo senso empatico, caratterizzato dalle sue ambigue origini. C'è anche la follia che egli ha aspirato dalle braccia amorevoli della madre, che lo rendono imprevedibile e incostante. Tutto questo, e altro che non riesco a spiegare meglio, è venuto fuori da questo racconto. Davvero un ottimo lavoro!


Gradimento personale: 4/5

Mi è mancato qualcosa nel modo in cui mi hai presentato la trama, durante la lettura. Non parlo degli elementi in sé, ma di come li hai gestiti. Prediligo letture più cesellate, a incastro, che si disegnano pian piano, un po' arzigogolate ma logiche. Credo che questo tu possa intuirlo dal tipo di contest che ho indetto, dopotutto. Per questo la tua storia non mi ha catturato fino in fondo. Il testo è pulito e ben scritto, l'organizzazione dei vari argomenti mirabile e ben ponderata; ogni cosa ha il suo giusto spazio e mi ha trascinato in un mondo tutto da scoprire; ma mi è mancato qualcosa per farmi dire… wow.
Ciò che invece mi è piaciuto è stato il personaggio principale e la sua storia, davvero interessante; mi sarebbe piaciuto saperne di più, che alcuni punti venissero maggiormente sviluppati, ma mi rendo conto che c'era un limite entro cui restare. Nonostante questo, Kouha mi ha davvero entusiasmato: la sua eccentricità, la sua vena di pazzia, la sua indolenza. È uno di quei personaggi che io adoro proprio per i suoi chiaro-scuri. Spero di poter leggere altro su di lui, magari di vederlo all'opera e, quindi, di poter ammirare sul "campo" le sue caratteristiche.


Punti bonus: 7.5/8

Qui hai fatto davvero un buon lavoro. Ancora una volta sei stata molto attenta ai dettagli e a ogni passaggio, "spezzando" le frasi nei punti giusti per esaltare le due/tre parole di turno nel modo più appropriato. Ma vediamo nel dettaglio.
Il "because" si riferisce alla scena scatenante che riporta a galla i suoi dubbi e i suoi ricordi, con i suoi dolori e le sue bramosie.
"Useless people" tratta dei personaggi e delle vicende che riguardano le "persone inutili", come sua madre e lui; ma anche il servo, la cui morte colpisce solo per l'efferatezza legata al gesto di un bambino di cinque anni.
"Deserve to" è il momento di passaggio, caratterizzato dalle conseguenze del suo gesto, dalle malelingue e da un forte angst contro la Corte e il suo modo passivo di muovere contro di lui e la madre.
"Die" tratta del suo odio e delle sue iraconde e istintive intenzioni.
"and when" abbiamo l'incontro con i fratelli, emblematico legare questo particolare punto di svolta con il termine "quando", proprio a sottolinearne l'importanza di questo ricordo nell'evoluzione del personaggio.
"people are broken" è forse il passaggio più forte, perché è un miscuglio tra le sue buone azioni, i suoi intenti, e i dubbi che lo tormentato, spezzandolo nel decidere cosa è veramente lui per gli altri, e quanto ha riposto nel loro affetto e vicinanza. Inoltre c'è anche l'elemento fisico, ovvero la rottura dello specchio.
"we become useless" è, invece, il passaggio che meno mi convince, per la contraddittorietà. Il verbo "diventare" richiama alla mente uno stadio finito, in cui c'è un personaggio definito entro certi limiti, mentre il finale della tua storia io l'ho percepito come un finale aperto, in cui Kouha in qualche modo allontana la risposta finale e si limita a ridere follemente a quelle domande, come se a dispetto di esse e della reale risposta, lui continuerà a essere esattamente quello che è… o non è.
Il testo scorre perfettamente nonostante l'ottimo utilizzo dell'acronimo, il che non era per niente facile. Complimenti!


Punteggio: 45.9+7.5/50+8

Recensore Master
11/04/17, ore 20:04
Cap. 1:

Hello! Si vede proprio che sei una scrittrice vera e propria, la tua storia trasuda stile e precisione in ogni parole. Hai un modo di snocciolare le vicende totalmente evocativo e carico di immagini, hai ripercorso tutta la vita di Kouha in una bella fanfic piena di tutto. Trovo interessanrissimo soprattutto il rapporto con la madre, un personaggio di cui se ne parla poco se non niente, solo in qualche vignetta extra, e la questione della follia di kouha dovuta alla prigione prolungata con la mamma è un elemento bellissimo. Ritengo che kouha sia un buon personaggio, dovrebbero scendere un po' nei dettagli su di lui, nelle ultime parti sta finendo un po' nel retroscena.
Ottimo kouen: essendo io la sua fan n.1 sono molto critica quando viene snche solo nominato, trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro con lui e con tutto il legame che unisce i fratelli Ren in generale. Li adoro tutti e quattro alla follia (al contrario di hakuei e hakuryuu che detesto), se hai scritto / scriverai qualche altra cosa su di loro fammi un fischio perché li leggerò volentieri!

Recensore Veterano
11/04/17, ore 17:25
Cap. 1:

Buon pomeriggio^^
Mi presento... Sono elykyo e adoro l'anime Magi! Il mio personaggio preferito é Judal, un pazzoide come Kouha xD
Allora inizio subito con il dirti che sono rimasta a bocca aperta leggendo la tua storia (che attualmente é nella mia cartella delle storie preferite).
Avevo gli occhi a stellina ed ero incollata alla tua fanfiction!
Sei riuscita a trasmettere la giusta atmosfera nel descrivere Kouha, le descrizioni sul suo comportamento e la figura del personaggio lo hai scritto a meraviglia, dettagliati e precisi.
Hai reso benissimo l'idea del personaggio e ti faccio mille complimenti^^
Bravissima ancora!
Alla prossima by elykyo^^