Prima classificata al contest "born under the stars"
titolo 3.5/5
Il titolo è sicuramente molto adatto al brano, ne rispecchia in modo molto adeguato il senso; eppure non è in grado di rispecchiare la stessa profondità della vicenda, non riesce a comunicarne lo stesso impatto emotivo. Non è il titolo incisivo che ti spinge ad aprire immediatamente una storia, ed è un gran peccato, considerando la qualità della storia!
grammatica e stile 15/15
Lo stile, così come la grammatica, è impeccabile. Di errori non ne ho rinvenuto alcuno, mentre, per il resto, sono rimasta assolutamente rapita dalla flessuosa armonia delle frasi: brevi, d’impatto, si riprendono l’una con l’altra in una serie di riferimenti che, per quanto velati, non possono non essere distintamente percepiti. Hai sempre questa innegabile maestria nel comunicare i sentimenti dei personaggi come dipingendoli attraverso le parole: e non si riesce a non rimanere qualche momento fermi a soppesare alcune espressioni che adotti, splendide. “Daphne si era chiesta se fosse possibile innamorarsi di un silenzio” è l’espressione che, tra tutte, più mi è rimasta dentro; anche quando l’hai ripetuta, enfatizzando il “come” col corsivo, non ho potuto non amarla ancora di più: in quel silenzio di cui Daphne si è innamorata lei ha trovato amore, comprensione e dolcezza che non ci sono mai state – con questa frase hai raccontato un innamoramento basato sull’illusione. Complimenti davvero!
sviluppo della trama 9/10
Lo sviluppo della fic, per la sua particolare conformazione, impone di darne un giudizio anche e soprattutto retrospettivamente, dopo averla letta una volta: tale è la forza di determinati passaggi che, ad un primo sguardo, non guadagnano particolare rilevanza, ma che, ad un esame più attento, si mostrano indispensabili. La trama è sì lineare – non vi sono particolari deviazioni dal fulcro centrale – ma non per questo ne perde in complessità, anzi: ogni scena si scompone in una pluralità di sottotesti e di riferimenti, squadernando una tela di significati talora inattesi. La loro storia d'amore (se così possiamo definirla) si invola ben presto verso una rovinosa fine, non evitata dalle azioni di Astoria, profetessa inascoltata; averla suddivisa in tre micro-blocchi, inoltre, ha consentito di sottolineare più efficacemente i profondi cambiamenti che intervengono quali forze nascoste nelle vicende dei personaggi, dando ad ogni sequenza rilievo ed autosufficienza, senza per questo pregiudicare il reticolo di implicazioni e richiami fra esse.
originalità 5/5
L'originalità del testo è suggerita dalla fragilità connaturata alla figura di Daphne, la quale volontariamente s'abbandona alle fauci del proprio carnefice, quasi ad involarsi verso un'impossibile redenzione; nella lotta contro i suoi fantasmi, ne risulta inevitabilmente la parte sconfitta, in quanto, disarmandosi totalmente innanzi a Blaise, lo dota di tutto l'arsenale possibile per distruggerla. La debolezza da lei mostrata e la relativa reazione del giovane, così, sono la cartina al tornasole per giudicare velenoso il rapporto creato fra i due. È proprio questa cieca spirale ad arricchire il significato e la novità del brano, in cui non v'è l'affermazione del cambiamento, ma solo la forza dirompente quanto cristallizzata di pensieri tossici e, dall'altro lato, di passioni egoistiche e malvagie.
caratterizzazione personaggi 9/10
Il fascio di luce della storia si allunga su Daphne e Blaise, creando una ben marcata polarità; la figura di Astoria, lungi dall'esser un mero elemento accidentale, è riassumibile in un giudizio più veloce, in ogni caso. Quest'ultima, infatti, riveste il ruolo di “Cassandra”, destinata a rimanere inascoltata a causa dell'ardire nel circoscrivere la felicità della sorella, nel porla sull'attenti: la felicità da lei provata, però, divora ogni razionalizzazione, sfociando nell'odio – immeritato quanto deleterio – verso l'unica figura che prova un amore sincero nei suoi confronti.
Daphne, infatti, emotivamente ipertrofica, non riesce a valutare criticamente la realtà, abbandonandosi ad essa pur di sottomettere la carica centrifuga delle sue ombre, dei demoni che danzano nella sua testa; ignara, perciò, del tappeto rosso steso al cospetto di Blaise, che per ricavarne piacere ed ego non rinuncia a sbranarla. La giovane soggiace alla volontà di lui, offuscata da un sentimento che si finge candido e disinteressato, ma che in realtà è frutto della voluttà di prosciugare la sua bellezza incerta e tanto più fulgida, senza preoccuparsi di scandagliarne i recessi. I due, quindi, sono potentemente descritti, calati in una sorta di ribaltata scena di caccia: è la preda stessa a mostrare la giugulare al predatore, pur di dimenticare il torpore della sofferenza e della dolorosa consapevolezza di imperfezione: l'uccisione finale, così, è il suggello della repulsione di Blaise nell'aver compreso d'essersi inevitabilmente invischiato nelle storture e i tremori della giovane, lui convinto di sorvolare le umane miserie, al di là di ogni cosa. L'amore, in questa specifica declinazione, precipita verso l'imbestialimento, nella follia autodistruttiva a tratti invocata da Daphne, prisma attraverso cui ogni fenomeno si distorce irreversibilmente: inconsapevole che, se solo volesse, potrebbe comprendere di essere l'intero spettro del visibile, e non la semplice superficie d'ombra lungo la quale si estingue il riflesso della luce.
gradimento personale 5/5
Mentirei imperdonabilmente se dicessi che la storia non mi è piaciuta: forse ad una prima lettura ho peccato d’averla sottovalutata, ma riflettendoci su, riguardandola con più attenzione, sono riuscita ad ammirarne le sfaccettature che ad un’occhiata superficiale rimangono celate. La fragile ed eterea avvenenza di Daphne, dorata prigione di un’interiorità fatta a pezzi, contrapposta alla fiera crudeltà di Blaise è un aspetto che non ha mancato di affascinarmi terribilmente: quella stessa bellezza che dostoevskianamente avrebbe potuto salvarla è finita per spingerla nel baratro.
L’unica pecca, forse, è la “troppa oscurità” in alcuni passaggi riguardanti la violenza di Blaise – li si può apprezzare completamente solo dopo aver concluso la lettura: lì per lì, un po’ si perdono all’interno della vicenda.
bonus 3/5
La caratterizzazione di Daphne è eccezionalmente rispecchiante quella del segno da te prescelto, i tre punti sono più che meritati!
totale 49.5/55 |