Recensioni per
Riflessi in una tazza di tè
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/11/19, ore 19:09

Recensione premio per il contest "Senza tempo - II Edizione" 4/5

Ciao carissima Setsy! *_*
Scusami se sto andando un po' indietro nel tempo, ma ormai le storie più recenti le ho lette quasi tutte e non sempre ho l'umore giusto per leggere su determinati fandom o generi... e visto che oggi sono tanto malinconico ho deciso di passare qui^^ Beh, che dire, non so se esserne pentito o no: perché da un lato la storia è bellissima, emotiva e stupenda, e dall'altro la mia mente ha fatto un parallelismo con una mia complicata "vicenda interiore" e sto ancora peggio :(
Parliamo però della storia: come sai la Johnlock non è una coppia che adoro, non tanto per lo slash ma per la povera Molly... che giustamente hai nominato pure qui come simbolo di infelicità! Stasera volevo iniziare a scrivere, ma per come sono messo verrà un dramma tremendo... pazienza^^
In ogni caso, tornando sui miei passi, in questo caso l'accoppiata di Sherlock e John mi è sembrata l'unica possibile, sono troppo belli in questa storia insieme :)
Mi è piaciuta davvero tanto tanto l'introspezione su Sherlock, il suo ripercorrere i ricordi e i gesti quotidiani, l'analisi del tè e dei comportamenti reciproci dei due, il rifiuto del cibo... davvero, nonostante abbia finito la serie ere geologiche fa (e tu ancora di più, ma ormai questi personaggi sono tuoi!) mi è davvero tornato di fronte lo Sherlock originale, con un IC spaventoso da quanto è perfetto! E i comportamenti di John, poi... davvero azzeccati, dalla prima all'ultima virgola. E l'hai sottolineato molto bene anche con lo stile, che è adatto alla serie, lineare per poter compensare le trame complesse ma mai banale!
Ho apprezzato davvero tantissimo, sei sempre bravissima! E ora ho voglia di un bel tè caldo...
A presto!!
mystery_koopa

Recensore Master
03/05/18, ore 15:58

Ciao!
Allora, ho iniziato inserendo subito la storia tra le preferite, perché mi servivano alcuni secondi per pensare a come iniziare questa recensione.
Provo a spiegarti il mio piacere nell'averla letta: sai quanto la scena è talmente dolce e "commovente" (nel senso che ti si stringe amorevolmente il cuore per la cura maniacale e un po' incorreggibile di Sherlock) da farti ingigantire letteralmente e fisicamente gli occhi, tanto che poi le pupille tremano e luccicano (ma senza piangere), da stringere le labbra per trattenere un sorriso sdolcinato e da far danzare il cuore nel petto? Beh, questa è stata la mia reazione a questa storia.
C'è tanto di loro qui dentro (e so che forse detto da me che non ho visto la serie non è che sia proprio affidabile, ma come ti ho detto in privato, Koa ha fatto scuola tanto che me li ha proprio presentati lei questi due), dalla meticolosità di Sherlock alla pazienza di John, con tante di quelle sfumature che adesso ti becchi una recensione un po' "olé".
Iniziamo!

La prima cosa che mi salta all'occhio, e ho avuto questa impressione leggendo anche storie di Sherlock di altre autrici, è che scrivere attraverso la mente di questi due rende l'introspezione e il flusso narrativo complesso e macchinoso. Che - ATTENZIONE! - non è un difetto o un deficit per lo stile, ma in questo caso è indice che la narrazione è perfettamente coerente con il personaggio.
I pensieri e il messaggio della storia, così come le sue dinamiche, sono chiari e più che comprensibili per tutti, ma la narrazione "divaga" verso concetti e deduzioni elaborate, da far girare la testa, mettendo in risalto dettagli e collegamenti che una mente normale non penserebbe; e ciò che mi sorprende è come questo stile mi convince sempre più, perché è proprio come mi immagino la mente di Sherlock.
Tirando le somme dello stile, abbiamo un narratore con POV interno controllato alla perfezione e reso talmente vicino alla mente di Sherlock da diventare un tutt'uno. Bravissima nell'equilibrare i paragrafi introspettivi e narrativi, con questa composizione perfetta di "movimento di Sherlock" e "pensiero su John/ricordo/deduzione/stranezze degli altri" che si alterna in maniera fluida e scorrevole, tanto da far apparire l'una come passo naturale della seconda. Tutto scorre che è una meraviglia.
La "voce" di Sherlock - o, in questo caso, i suoi pensieri - mi ha stregato: attraverso di essa, hai saputo caratterizzazione il personaggio a trecentosessanta gradi - fisico, caratteriale, comportamentale e sociale - il che non è assolutamente da dare scontato quando si tratta di un personaggio di un fandom presentato in una storia introspettiva (quindi il valore dei miei complimenti è incalcolabile).
C'è la mente ingarbugliata che viaggia a mille all'ora nei momenti di pigrizia, le sue considerazione arroganti sugli strani e rozzi comportamenti dei poliziotti di Lestrade, le sue abitudini strane e per lui così normali (come suonare il violino alle tre del mattino o scappare all'improvviso per un caso nel pieno di una conversazione) la sua meticolosità per un atto tanto da farlo diventare una specie opera d'arte da produrre e studiare allo stesso tempo (a tal proposito, ho adorato sia il font e il colore del incipit sia l'incipit in sé, perché hai subito puntato l'attenzione sui movimenti precisi e ossessivi del personaggio); c'è il suo essere innocente come un bambino e "str****" come l'uomo più irresistibile del mondo, ma c'è anche la sua insicurezza, la sua paura di ferire e di essere abbandonato dall'uomo che ama, c'è la sua eleganza e quella che ho capito essere una predilezione per le droghe (ho letto da poco la os di Koa), cosa che comunque risaltava anche se in modo diverso nei film con Jude Law (non ricordo il nome dell'attore che interpretava Sherlock>.<). Una cosa che ho notato è la sua incapacità a cambiare, che credo sia un retaggio del suo essere arrogante e sicuro di sé e vanitoso: fa di tutto per farsi perdonare piuttosto che correggersi e evitare il danno (azzeccata la tua frase in tal senso).
E poi abbiamo John, che seppure arriva fisicamente solo nel finale, la cura e la dedizione di Sherlock lo rendono altrettanto protagonista per la lunghezza dell'intera storia. Mi piace il fatto che in questa storia abbiano già una relazione e quindi li vediamo alle prese con il loro convivere e il loro accettarsi e amarsi sempre e comunque, imparando a conoscere e a convivere e affrontare i difetti l'uno dell'altro. Ciò che si esalta in questa os è proprio questo: la conoscenza che dev'esserci in una coppia. Sherlock calcola quasi al secondo la reazione di John, sapendo come il suo uomo reagisca e si fa passare la rabbia per i suoi difetti e problemi, ma c'è anche John che torna e subita smaschera il tentativo di Sherlock passando subito al punto della questione. C'è lo John paziente, quello che scatta alle cavolate di Sherlock, quello riflessivo ma anche l'uomo rigoroso e pratico; ci sono i suoi interessi (Sherlock dice chiaramente cosa legge sul giornale) ma c'è anche la sua dolcezza e il suo amore per Sherlock, quella dedizione che mi ha commosso.
La parte finale è una specie di opera d'arte, quelle battute mi hanno fatto fare un volo, mi è sembrato di essere sulle ali di una farfalla. Davvero, troppo tenera e "empatica", poetica, suggestiva, meravigliosa, magica. Ho adorato e shippato (credo sia la prima volta che uso questo termine).
Finisco - perché non ho trovato tempo di inserirlo prima - che ho adorato lo studio delle tazze. Può sembrare una cosa strana da dire nel finale e forse meno importante, ma la verità è che un dettaglio e una parte fondamentale della trama che io ho adorato tantissimo quanto il finale: il fatto che le tazzine siano di vetro, così poco eleganti e "semplici" ma che sono metafora di trasparenza e accettazione del colore del tè, quasi un autoinvito a non cambiare, anzi a esaltare la bellezza l'uno dell'altro, cosa che poi lo stesso Watson chiarisce nel finale.
Splendida, non so se ho detto tutto quello che volevo dire, forse nella foga del commento ho dimenticato di evidenziare un particolare, ma sappi che ho apprezzato tutto, le metafore, lo stile, l'introspezione, l'equilibrio e l'IC, il bellissimo IC completo di questi due in questo quadro pittorico e perfetto, molto inglese nella sua eleganza *-*
A presto!

Recensore Veterano
02/03/18, ore 15:53

Sherlock non rispose nulla, prendendo una mano di John nella sua, curvandosi a baciarla con devozione, gli occhi chiusi perché non si rivelassero troppo liquidi.
John non era mancino, e reggere la tazza con la sinistra era un po’ scomodo, ma non importava.
Non avrebbe sottratto le dita dall’intreccio di quelle di Sherlock: mai, e per nessun motivo.

che meraviglia!! Sherlock, a volte...spesso...ti picchierei con un tirapugni...poi ti curerei e ti abbraccerei per ore...ma tu sei così e sono sicura che John ti ami anche per questo anche se stare con te è tutto tranne semplice.

Bellissima storia come sempre, un abbraccio Pri

Recensore Master
18/01/18, ore 22:38

Recensiose contest "Shippate lo shippabile":
Sherlock è un uomo composto da regole e fissazioni... viverci accanto, 24 h su 24, ti sconvolge l'anima. Watson lo sa e lo accetta, sa delle grandi e piccole manie del suo patner ma sa anche che quelle grandi e piccole manie sono Lui. Senza cambierebbe e non potrebbe accettarlo.

La paura logorerà il loro rapporto? Forse sì, forse con il tempo, ma per ora di bastano così.

Parlando della storia, ho apprezzato molto l'uso che hai fatto dei dettagli; ogni piccola mania viene guardata e riguardata, mista alla paura.
Il ritmo è lento ma non annoia, segue i pensieri del protagonista

Recensore Master
11/06/17, ore 08:58

Ciao, eccomi. Leggermente in ritardo, ma i giorni scorsi sono stati abbastanza un delirio per la sottoscritta. Ho preferito aspettare e leggere questa bella storia con più calma. E sono contenta di averlo fatto, perché ieri sera nella tranquillità e pace più assoluta, ho apprezzato tutti i passaggi di questa one shot. Anzitutto ho adorato i dettagli, ce ne sono così tanti e messi uno di fila all'altro che, pur essendo una storia tutto sommato molto breve, forse nemmeno riuscirei a ricordarmeli tutti. Ma ho amato il tuo Sherlock, la maniera in cui prepara il tè. Con dedizione quasi, e di certo con scientifica precisione e stando attento a tutte quelle cose che forse per un inglese sono normali e quotidiane, ma che per la sottoscritta sono quasi assurde (ecco, diciamo che mi piace bere tè, ma non ho mai avuto una cultura del tè così profonda). Tuttavia, su Sherlock stanno benissimo. E sopratutto ci sta bene il fatto che si metta a fare tutto questo come fosse un rito, anche e magari per farsi tornare alla mente le ragioni della sua tristezza e ansia, il motivo per cui John se n'è andato. Come se preparare il tè e fare azioni meccaniche e semplici, gli fosse di aiuto per razionalizzare e andare sino alla radice del problema. Questa maniera di affrontare i sentimenti o, meglio, di affrontare i sentimenti negativi o le cose negative mi appartiene molto e soprattutto ci vedo tantissimo Sherlock in questo. Me lo immagino a fare cose del genere di fronte a una lite con John. Quindi per come la vedo io, Sherlock non poteva essere più IC di così. E la stessa cosa vale per John, che qui compare soltanto alla fine ma di cui intuiamo le ragioni della sparizione. In effetti non aveva un motivo reale per sospettare di Sherlock, che è pulito e non strafatto. Ma basta il ricordo di ciò che è stato per accendere una reazione totalmente emotiva e irrazionale. E quindi se ne va sbattendo la porta, fa il solito giro e sbolle la rabbia e nel mentre, Sherlock si fa domande su quanto sia adatto a una relazione romantica. Sono cose che mi domanderei anche io al suo posto, e quel senso di inadeguatezza viene fuori davvero molto bene. Sono questioni che una persona che è sempre stata sola e che ha un problema di socialità si pone di continuo, ovvero quanto durerà? Quanto tempo passerà prima che si stufi e che ne abbia abbastanza? Perché Sherlock lo ama e questo si vede da tutto, specie dalla scena finale della tua storia, ma questo non cambia certi fatti. Come il carattere secco e brusco, chiuso in se stesso. Un passato con la droga forse eccessivamente ingombrante e che non è stato esattamente superato da John. Insomma, ho visto tantissimo. Davvero tantissimo di loro nella tua storia.

Tanti complimenti, davvero.
Koa

Recensore Veterano
08/06/17, ore 16:16

Ciao! Veramente bella, mi è piaciuta l'accuratezza con cui hai descritto l'atto del preparare il tè. Sei riuscita a trasmettere tutta la devozione e l'amore che Sherlock mette nel compiere questa azione e che riflette di rimando tutta la devozione e l'amore che prova per il suo John. Mi è piaciuta anche tutta l'autoanalisi che Sherlock compie su se stesso, sulle sue mancanze e sui suoi difetti, i dubbi sulle conseguenze delle sue azioni, la paura che un giorno potrebbe perdere John perché quest'ultimo potrebbe semplicemente stancarsi del suo essere Sherlock Holmes (con tutto ciò che comporta). Ma John non si stancherà mai, noi lo sappiamo, perché lui lo ama esattamente per come è, e quindi nonostante la rabbia, i litigi, tornerà sempre da lui. Ed infatti torna con quella frase molto dolce. E noi non possiamo che amare entrambi. Alla prossima!

Recensore Veterano
08/06/17, ore 14:14

Ciao! Mi è davvero piaciuta un sacco, questa tua storia. Molto dolce, molto precisa, molto IC. Hai reso la preparazione del tè come un atto affascinante, amorevole, un atto da Sherlock, proprio. Per quanto corta, quasi un flusso di coscienza e basta, la storia è riuscita a sintetizzare emozioni e sentimenti a mio parere bellissimi ed infatti mi sono emozionata anch'io, leggendo di questo Sherlock che riflette ed attende, sicuro che il suo John tornerà. Uno Sherlock consapevole dei propri limiti ma capace di andare oltre per John, e quest'ultimo fa sicuramente lo stesso. Perché quest'amore globale che li unisce (ed in questa storia secondo me l'hai reso davvero bene) va oltre ad ogni cosa, ad ogni problema possibile. Complimenti e brava, grazie a te per averla scritta ed averla condivisa con noi. Una bella idea con un bello svolgimento! :)