Recensioni per
Poche Bugie bastano all'Inferno
di Little_Rock_Angel5

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/08/17, ore 18:45

Contest Stelle D'Oriente

Sesto posto parimerito: Poche bugie bastano all’inferno - Little_Rock_Angel5 – 34/50


Grammatica e stile: 5/10
Lo stile non è male, ma lo reputo come se fosse una crisalide, né carne né pesce. Hai del potenziale per come scrivi, hai anche tantissime idee geniali in testa, ma non sono scritte con le dovute e giuste attenzioni. La vera pecca di tutto il racconto è l’uso della punteggiatura. Hai utilizzato la virgola dove non andava - spezzando la frase e rallentandone il ritmo, addirittura staccando soggetto e verbo – e non l’hai messa dove serviva. Questo ti ha penalizzato parecchio, purtroppo, perché hai sbagliato troppe volte in un solo capitolo.
Per quanto riguarda la grammatica ne ho trovati alcuni che ti riporto qui di seguito:
• nonostante i bicipiti e addominali scolpiti (e gli addominali);
• non poté fare a meno di controllarli il taschino (di controllargli);
• facevano avanti indietro (avanti e indietro);
• le sua labbra sottili (le sue labbra sottili);
• la sua Superbia e arroganza aveva la meglio (avevano la meglio);
• non credi come siano sciocchi, gli esseri umani? (non credi che siano sciocchi gli esseri umani?);
• Per la sua natura, Jules avrebbe vivere così per sempre (avrebbe vissuto);
• Il sorriso con le labbra che però sembrava poco sincero (sulle labbra);
• Picchiava impaziente e nervoso con piede sul pavimento (con il piede);
• Ad un nuovo uomo (a un nuovo uomo;
• Quell’angelo sembrava intenzionato farle rivivere emozioni (intenzionato a farle);
• Un po’ più scura di quella Jules (di quella di Jules);
• La sua ira li stesse rosicando i polmoni (gli stesse rosicando);
• Continuando ad ignorare (a ignorare);
• - mi hai chiesto dove li prendessi (- Mi hai chiesto… (Oltretutto non ho mai visto, a parte qualche casa editrice, iniziare il discorso col trattino. Erano più appropriate le virgolette):
• E non si fermava finché la vittima delle sue attenzioni avesse ancora un briciolo di anima (avesse avuto ancora un briciolo);
• Un Superbo non avrebbe mai e poi mai farsi dovuto prendere dall’Accidia (mai e poi mai dovuto farsi prendere);
• Adesso, poteva andare da quella donna, Leila, dirle di come la avesse ascoltata durante le notti insonni, mentre pensava ai lividi e alle percosse (l’avesse);
• L’odore acre pareva voler abbracciare (sembrava voler);
• Jules avrebbe potuto dirgli di tutto le parole li morirono strozzate in gola. (gli morirono strozzate in gola).

Caratterizzazione dei personaggi: 6/10
Questa è una nota un po’ dolente. Jules e Leila sono stati caratterizzati molto bene (anche perché l’uno è l’opposto dell’altro), devo dire, come anche Marco (facile preda dell’ira, specie quando si tratta di Leila). Va bene che la storia ruota e verte solo su questi tre personaggi, ma gli altri di contorno (Ordine e Angeli) sono stati trascurati, non sapendo altro che piccoli frammenti sparsi qua e là. Io avrei dato più corposità alla storia. Con personaggi meglio caratterizzati avrebbe avuto più spessore.

Utilizzo del pacchetto: 9/10
Hai fatto un ottimo utilizzo del pacchetto, complimenti. Purtroppo non ho trovato uno dei colori, con la conseguenza che non ti ho potuto dare il massimo.

Originalità e trama: 7.5/10
Mi è piaciuta davvero tanto questa storia. Hai creato una trama molto complessa e ben strutturata. Anche i cambi scena sono stati pertinenti e collocati nel giusto modo. L’originalità di questa storia è stata nel creare qualcosa di diverso. Per esempio, io mi aspettavo che il demone fosse stato evocato da Marco, che si cibasse della sua Ira, non di quella di Leila! Anche il fatto di associare i peccati ai pianeti è stata qualcosa che non avevo mai letto. La nota dolente è stato il fatto che alcune parti non sono state trattate con cura, come se fossero state scritte di fretta o che il lettore le dovesse intuire per forza.

Gradimento personale: 6.5/10
La storia in sé mi è piaciuta molto, anche perché non avevo mai letto qualcosa di simile. Purtroppo il fatto di non aver approfondito per bene trama e personaggi, e aver sbagliato la punteggiatura ti ha penalizzata parecchio.

Totale: 34/50

Recensore Junior
20/07/17, ore 11:32

*recensione premio*

Eccomi qui!
Inanzitutto mi complimento per il terzo posto, poi devo dire che hai fatto davvero un'ottima scelta nel consigliarmi questa originale, ultimamente avevo proprio la fissa per il fantasy quindi l'ho letta con molto piacere.

Devo dire che ho adorato questo "mondo" che hai descritto, sei stata molto originale e questa è una cosa fondamentale per un fantasy; mi riferisco ai pianeti, al periodo della Caccia, al peccato che ha ognuno sul taschino ecc... per questo un po' mi è dispiaciuto che non hai saputo descrivere bene tutto questo. L'idea di fondo c'era ed è molto bella ma mi è sembrato tutto un po' confusionario, all'inizio non capivo assolutamente nulla tranne la "storia d'amore" tra Leila, Marco e Jules, poi continuando la lettura ho capito di più ma ancora adesso ho molti dubbi.

Per quanto riguarda la grammatica, a mio parere è perfetta e -come sai- mi piace molto il tuo stile con dialoghi e descrizioni della scena anche se in questo caso avrei preferito una descrizione più ampia e generale del "mondo" in cui siamo. I personaggi sono descritti abbastanza bene, in realtà non descrivi proprio il loro aspetto fisico ma proseguendo nella lettura si scoprono sempre più nuovi aspetti di loro. Questa frase, per esempio, mi è piaciuta moltissimo, non sembra niente di che eppure dopo di essa sono riuscita a raffigurarli meglio nella mia testa:
"Era più alto di Leila di una decina di centimetri, la differenza si sentiva; nonostante i bicipiti e addominali scolpiti, non dava l’aria di qualcuno di minaccioso; Marco era cento volte più spaventoso, nonostante il suo fisico non fosse niente di che."

Finisco con il mio papiro, dicendoti che non mi è affatto dispiaciuta questa OS seppur mi sarebbe piaciuta una descrizione più ampia del mondo fantasy. Credo che questa storia possa trasformarsi in una long, la vedo troppo bene, i personaggi ci sono, l'idea c'è quindi perché no? Ovviamente è una scelta tua ma se deciderai di scriverla, io la leggerò molto volentieri:))

Ciao,
Hermit_

Recensore Master
04/07/17, ore 19:08

Terzo Posto
Poche bugie bastano all'inferno
di Little_Rock_Angel5












Grammatica: 3.2/10

Grammaticalmente, gli errori sono pochi: alcuni di distrazione, altri sono errori di concordanza con il plurale; altri, più gravi, riguardano i verbi. Ciò che più ha penalizzato lo scritto, però, è la sintassi. A parte alcune frasi incoerenti o dove hai dimenticato la preposizione o la congiunzione, il problema maggiore è dovuto alla punteggiatura. Non bisogna dimenticare che la punteggiatura non è solo un segno che indica una pausa nello scritto, ma è soprattutto un segno che indica le relazioni logiche tra le parti della frase.
Inoltre, l'altro grande errore di questo racconto è la gestione del discorso diretto. Ogni casa editrice ha il suo metodo, di solito è l'Einaudi che utilizza quello con i trattini, ma ci sono comunque delle regole da rispettare: il punto, davanti ai verbi dicendi, non va mai messo; se la battuta è composta e non ha verbi legati direttamente al discorso, essa va introdotta dalla maiuscola; dopo i due punti, il discorso diretto inizia sempre in maiuscolo; il trattino non va inserito alla fine di una battuta semplice o che non presenta una battuta composta finale.
Di seguito, tutti gli errori segnalati con relativi consigli o correzioni.

le pozze di fango sembravano sabbie mobili, capaci di risucchiare → -1.5 (la virgola spezza il legame logico tra "sabbie mobili" e "capaci". Nella maggior parte dei casi non si separa il verbo dai complementi introdotti da preposizione, soprattutto in questo tipo di formula. Errore che ripeti in tutto il testo)
Questo era per lei. – lo disse ridendo, nella sua completa pazzia. Poi scappò, facendo perdere le sue tracce nel fiume dell’Accidia. → -0.8 (Questo è solo un esempio, gli altri non li ho riportati, visto che gli errori sono sempre gli stessi e sono facili da individuare)
sbuffò Leila, con gli occhi rivolti al cielo → (togli la virgola)
Semmai glielo avreste chiesto, il suo sguardo sarebbe riuscito → -0.2 (Questa frase non l'ho capita, ma in ogni cado l'ipotetica è sbagliata. Chi doveva chiederglielo? Il lettore o il personaggio? In ogni caso, nella protasi devi usare il congiuntivo e non il condizionale)
È questo, il guaio → (Secondo me, non ci va la virgola)
esclamò, col fiatone (togli la virgola)
Sto molto bene con te Jules, ma → -0.2 (il vocativo va chiuso in un inciso)
Poi continuò, alludendo a quelli: - mi hai chiesto dove li prendessi: eccoti → (Mi hai chiesto[…] S'inizia sempre in maiuscola in questi casi)
Vorresti davvero catturare delle povere creature alate e luccicanti? – chiese, con un sopracciglio alzato (togli la virgola)
nonostante i bicipiti e addominali scolpiti → -0.1 (o togli il primo articolo e formi una frase a effetto, o aggiungi l'articolo per "addominali")
non poté fare a meno di controllarli → -0.1 (controllargli)
facevano avanti indietro → -0.1 (avanti e indietro)
da essa verso la folla e dalla folla di nuovo verso il cadavere, o i loro ‘strumenti di indagine’ → -0.2 (la virgola non va mai messa tra termini coordinati)
le sua labbra sottili → -0.1 (le sue…)
la sua Superbia e arroganza aveva la meglio → -0.2 (anche qui devi mettere l'articolo o toglierlo, ma soprattutto il verbo va al plurale, perché si riferisce a entrambi)
Tradire Marco era così liberatorio, per lei, e provava la[…] → (va tolto l'inciso, perché spezza una relazione logica del sintagma)
tutte le altre città sapevano come lì, la gente, si vantasse → -0.2 (mai separare il soggetto dal verbo)
Per la sua natura, Jules avrebbe vivere così per sempre → -0.2 (avrebbe vissuto)
il sorriso con le labbra che però sembrava poco sincero → -0.2 (sulle labbra)
picchiava impaziente e nervoso con piede sul pavimento → -0.1 (col o con il)
Non credi come siano sciocchi, gli esseri umani? → -0.2 (Questa frase è sbagliata. O scrivi "non vedi come sono sciocchi gli esseri umani?" o "non credi che siano sciocchi gli esseri umani?" In ogni caso, togli la virgola)
lo interruppe bruscamente l’altro, con un movimento veloce della mano e uno sguardo di ghiaccio → (togli la virgola)
l’essere concluse il dialogo, e prese a incamminarsi giù per il vulcano → -0.2 (toglie la virgola tra i verbi coordinati)
Marco, da irruento ben presto divenne docile e servizievole → -0.2 (mai separare il soggetto dal verbo)
[…]e non si fermava finché la vittima delle sue attenzioni avesse ancora un briciolo di anima → -0.2 (avesse avuto ancora…)
Jules avrebbe potuto dirgli di tutto le parole li morirono strozzate in gola → -0.2 (questa frase non ha senso. Potresti scrivere "Jules avrebbe potuto dirgli di tutto, ma le parole gli (perché è lui il soggetto) morirono strozzate in gola")
L’atmosfera si stava facendo terribilmente fredda, per stare faccia a faccia con una presenza infernale. → (togli la virgola)
continuando ad ignorare → -0.1 (la "d" eufonica va usata solo tra vocali uguali)
Allora, lui prese il vaso di fiori che faceva da centro tavola, lo scagliò contro il muro e al suono del vetro infrangersi e dell’acqua rovesciarsi, solo allora sembrò calmarsi → -0.2 (L'avverbio, in questo caso, non va separato. Inoltre la frase è sbagliata. Puoi scrivere "[…]lo scagliò contro il muro; solo al suono del vetro infranto e dell'acqua rovesciata sembrò calmarsi")
Un Superbo non avrebbe mai e poi mai farsi dovuto prendere dall’Accidia → -0.2 (Suona malissimo questa frase. Io invertirei, come minimo, il posto di "farsi" e "dovuto")
non sarebbe più tornato a casa, dopo quella sera → (togli la virgola)
Cosa c’era di giusto, nell’amore, dopotutto → (togli l'inciso o, al limite, isola solo "dopotutto")
la sua Ira li stesse rosicchiando i polmoni → -0.1 ([…] gli stesse rosicchiando[…])
La morte di un mostro spregevole pensò Leila → -0.2 (la frase è un pensiero di Leila, quindi va messa una virgola prima di "pensò")
Il sergente Ethan, dell’Ordine, aveva la voce ferma e possente → (togli l'inciso)
un po’ più scura di quella Jules → -0.2 (di quella di Jules)
anche lo stesso Venere aveva continua intenzione di far sfigurare il Sole, il Sole, la stella più brillante. → -0.2 (Qui la ripetizione, così com'è resa, è sbagliata. O separi la parte finale mettendo prima un punto, o evidenzi il secondo "Sole" in corsivo)
Quell’Angelo sembrava intenzionato farle rivivere emozioni → -0.2 (intenzionato a farle…)
Era incinta, dell’ottavo mese → (togli la virgola)
Adesso, poteva andare da quella donna, Leila, dirle di come la avesse ascoltata durante le notti insonni, mentre pensava ai lividi e alle percosse. → -0.1 (l'avesse…)
ad un nuovo uomo → -0.1(togli la "d")


Stile: 7/10

La punteggiatura è stato uno dei problemi di questo testo. Non solo ha creato veri errori di sintassi, ma ha rallentato la lettura, rendendola zoppicante e incerta. Ti riporto un esempio:

- Si dice che questo sia un altro modo per peccare. – esclamò, col fiatone, arrivata alla sua meta: un ragazzo l’aspettava pazientemente, appoggiato ai pilastri del Grande Ponte, che permetteva l’attraversamento sopra il Trägheit, il fiume dell’Accidia.

In alcuni casi come questo, non sono d'accordo sull'uso che fai dei due punti. Essi devono essere utilizzati per introdurre un elenco, a volte esplicare la frase reggente o per introdurre un'avversativa a effetto. Nel caso sopra riportato, invece, la frase si regge da sola e non ha alcun legame diretto con il discorso.
Definire lo stile di questa storia non è stato facile per me. È stata creata molta confusione, sembra quasi che tu abbia voluto cimentarti in qualche sorta di esperimento, che però è mal riuscito. Non sei la prima che tenta di creare una storia con una commistione tra ciò che è accaduto prima e ciò che è accaduto dopo. Secondo me tu hai fatto due principali errori: hai usato diversi punti di vista e, allo stesso tempo, non hai tenuto una linea collante tra le parti. Vengo e mi spiego. Se avessi usato un unico POV e avessi voluto giocare tra passato e futuro, il lettore, dovendo seguire un'unica visione, avrebbe saputo mettere i pezzi al loro posto. Ma con almeno tre POV differenti la cosa è stata ardua. L'altro errore è stato non mantenere un filo collante: quando si usa una commistione non cronologica tra gli eventi, è bene preparare due o tre pezzi basi, tra cui inserire poi i momenti passati e futuri. Invece la tua storia sembra fatta di tante tessere di un puzzle messe alla rinfusa. Un altro errore è stata la creazione di scene di due o tre righi scarsi, isolati dal resto, che il lettore deve avere l'arguzia di collocare in un indefinito momento, in mezzo al resto della storia. Quest'ultimo, in realtà, ci potrebbe anche stare, conferirebbe una visione diversa dalle colonne più lunghe, ma in mezzo al mucchio ha solo penalizzato, creando un effetto bozza. La tipologia di testo che volevi creare non è assolutamente riuscita.
In mezzo a questo miscuglio di scene, però, ho intravvisto i vari pezzi che compongono comunque uno stile: dialoghi, descrizioni, linguaggio, ritmo narrativo. Quest'ultimo è difficile da mettere insieme, proprio a causa della tipologia di testo messa in atto; esso risulta spezzato, zoppicante, a balzi, il più delle volte non ha un vero e proprio cambiamento. Il risultato è poco gradevole e difficile da seguire per chi non è nella testa dell'autore.
Hai curato molto i dialoghi e alcune descrizioni – quelle riguardanti i personaggi e le scene vicine – ma non hai dato una visione completa e soddisfacente del mondo; ci sono dei buchi, molto è appena accennato e lasciato alla comprensione del lettore. Al contrario, i dialoghi sono emblematici dei personaggi, anche perché ognuno di essi sembra relegato a uno stato in particolare, senza la possibilità di sfociare nelle sfumature o in una personalità sfaccettata. Quello che ho letto, parlando di dialoghi e descrizioni, è ben costruito ma limitato, senza la giusta minuziosa profondità che mi aspetterei da una storia.
Il linguaggio è semplice ma ben amalgamato. I termini che hai usato per caratterizzare il tuo mondo, scritti in tedesco, hanno saputo comunque dare personalità a questo mondo originale e un po' troppo sullo sfondo. Gli altri, in riferimento ai peccati, è stato saggio mantenerli comuni e di facile comprensione, perché così il lettore ha saputo entrare nell'ottica della storia.
In definita, lo stile non è chiaro né definito, vaga nell'incertezza e nella bozza. Si vede che hai una mano fluida che è stata resa zoppicante dalle scelte di punteggiatura e stile narrativo. Ne devi trovare uno soddisfacente, partendo forse da un testo meno eccentrico.


Originalità e trama: 6.5/10

Il mondo è originale, l'idea è interessante e mostra molti spunti peculiari, che la discostano dalle solite storie di questo genere. Il grande errore è stato costringere il lettore a dedurre tutto – ma proprio tutto – da una lettura caotica e scombussolante. Mi sembra di aver capito che il mondo degli umani, sempre fallace e pieno di difetti, ospiti una città in particolare – Sünde – dove gli umani sono strettamente legati al loro peccato, contrassegnati da un pezzo di stoffa con un pianeta corrispondente alla propria mancanza. Gli Angeli e i Cacciatori – umani per lo più appartenenti al peccato della Superbia – sono i giustizieri, lottano contro i demoni; mentre questi ultimi sono confinati nel mondo di sotto o comunque tenuti alla larga dal mondo degli uomini. Esistono dei passaggi che collegano il mondo di demoni e uomini, e questo permette ai primi di poter interagire illegalmente con i secondi. Questa è la premessa, in un certo senso, che io ho dovuto estrapolare dai vari pezzi.
Poi c'è la parte che mi sfugge: i mutaforma. Chi sono in realtà? Perché vengono scacciati? Cos'hanno, a parte la capacità di cambiare aspetto, di diverso che li rende insopportabili per la società? Ho trovato emblematico che Jules sia un serpente, ma mi chiedo se questo renda i suoi sentimenti per Leila una farsa o un tentativo di cambiare le regole del loro mondo. In effetti, questo passaggio non mi è assolutamente chiaro, né ho visto elementi nella trama che me lo dessero a capire.
Come ti ho già detto ci sono dei buchi nel tuo mondo, che appare abbozzato e poco dettagliato. Non si ha una descrizione degli ambienti; tolti alcuni nomi che indentificano fiumi e vulcani, non sappiano niente della morfologia del territorio né dell'immagine della città. Questa è una grossa pecca in un testo narrativo. Il lettore non può vedere, è cieco, e persino la trama perde significato. Tutto si muove nel nulla e galleggia indefinito.
Ho messo – in modo approssimativo – la fabula insieme: abbiamo il demone della rivolta che segue Leila e il suo odio e che fa il doppio gioco con il suo compagno, prima usando il suo corpo per entrare nel mondo degli uomini – ho capito bene? – e uccidere Jules, poi per cercare di arrivare a Leila, la quale, una volta avuta la figlia del suo vero amore – giusto? – ha trovato la pace.
Un altro grosso errore di questa storia, oltre il dove, è il quando. Ogni pezzo di trama non si sa a quanto dista l'uno dall'altro. Sai, quando si scrive, a volte nel testo saltano due giorni da un paragrafo all'altro, oppure dei mesi; lungo la narrazione poi questa dilatazione o restrizione del tempo viene in qualche modo resa palese. Invece nella tua storia, non ho idea a quanto dista una scena dall'altra, manca una linea del tempo. E questo problema non è dovuto alla scelta stilistica, ma ha una mancanza di narrazione di questo genere nel testo.
Infine, ci sono gli errori logici. Questo è il più palese: un bambino non scalcia prima del quinto mese, circa. Se Marco se n'è andato quando aveva solo un mese di gravidanza, come fa lei a sentirlo muovere quando Marco è presente?
Gli obblighi del pacchetto sono stati comunque rispettati: il fantasy – o un suo sottogenere, è meglio dire, in quanto questo è sovrannaturale – è presente nel mondo da te creato; inoltre ci sono ben due omicidi, il che rende rispettato anche il tema da trattare.


Titolo e impaginazione: 3.5/5

C'è un errore di fondo in tutta l'impaginazione che non posso ignorare. Sebbene il testo risulti giustificato e, cosa che apprezzo, hai inserito la rientranza a inizio paragrafo – non tutti lo fanno, ed è un peccato visivo – hai commesso un errore al momento dell'inserire il trattino. Il testo da esso indicato è traslato interamente verso sinistra, risultando slegato dal resto. Simili espedienti vanno bene in un testo formativo o in un saggio, dove si riporta una citazione o un passaggio altrui, ma non in un testo di narrativa.
Il titolo mi ha incuriosito sin dal primo momento: è accattivante e spinge a leggere la storia; promette una trama spigliata e arguta, densa di quell'umorismo da demoni e mondi sovrannaturali. Il problema è che non ho molto capito cosa c'entra con la storia o il suo tema principale. Non sono le bugie a richiamare l'attenzione del demone, ma i sentimenti negativi e intensi, per quello che ho capito. A meno che tu non ti riferissi alle bugie tra Leila e Jules, che comunque non sono il fattore scatenante dell'attenzione dell'inferno. È un peccato, perché così il titolo sembra promettere tutt'altra storia; e una volta aperta la tua, ho trovato tutt'altra trama.


Caratterizzazione dei personaggi: 8.5/10

I tuoi personaggi sono unilaterali, se non consideriamo Jules e Leila in parte; ovvero, ognuno di essi presenta una caratteristica che tu hai portato agli estremi. Considerando il mondo da te creato, hai fatto un lavoro molto buono.
Ci sono personaggi secondari, come l'accenno alla donna con cui parla Leila e Gabriel o Ethan, che sono semplici comparse. Di quest'ultimo possiamo intuire che ricopre un ruolo di rilievo nell'Ordine, ma non ci è dato sapere altro.
Mi ha un po' deluso la poca descrizione degli Angeli, visto il ruolo non marginale. Tutti gli altri personaggi sono stati descritti fisicamente nei loro tratti principali, che li contraddistinguono dagli altri. Il confronto giocato tra gli opposti tra la figura di Jules e Marco è ben riuscita, ha creato un effetto visivo che ha saputo rendere bene la scena.
Jules è quello più enigmatico, e in parte è dovuto al mistero che non hai esplicato della sua figura. È atipico come personaggio, lo si capisce dalle incertezze di Leila nei suoi confronti, ama le margherite e le lucciole, simboli di purezza e pace, che stonano con la sua forma di serpente. E qui torna la domanda: cosa è veramente un mutaforma, per te? Qualcuno che rinnega i suoi peccati, la sua natura? Jules non ha caratterizzazione, esiste solo in funzione dei sentimenti di Leila, e questo lo rende un personaggio spento agli occhi del lettore, che non riesce a dare un volto alla sua anima.
Marco, invece, è stato inserito molto bene nel suo elemento peculiare: è iracondo, preda di un'ira facile. Molto bella la frase in cui dici che un Iracondo si deve temere nel momento in cui riesce a controllare la sua ira. È densa di significati e molto evocativa come immagine. Marco non riesce a conquistare Leila, è crudele e abusa di lei; è prepotente e vuole il controllo, ma è anche succube della Superbia della compagna, che non riesce a stare al posto in cui lui la relega. L'ira, quindi, diventa l'arma con cui si impicca alla fine.
Leila è il personaggio meglio caratterizzato, che ha più spessore. È Superba, sicura di sé anche nei momenti d'incertezza. Il suo tratto distintivo è reso bene ma non le impedisce di spaziare anche in altri sentimenti, come quello dell'odio e del tradimento, il primo nei confronti di Marco, il secondo a causa delle menzogne di Jules. È una persona che potrei comunque definire buona – vedi il suo lato materno, la diligenza con cui entra nell'Ordine, la pace che trova nel finale grazie alla bambina. Inoltre la mostri divisa tra il rancore per le bugie di Jules e l'amore che provava nei suoi confronti e che nulla ha potuto cancellare.
Il Demone della rivolta è altrettanto misterioso, eppure mi è piaciuto: è sarcastico, ilare in senso negativo, subdolo, si diverte con il Male, è irriverente e tutto ciò che vuole è combattere la noia e servire la sua causa: la rivoluzione. Quest'ultima è intesa come scontro tra due anime, il debole che odia e che vuole vendetta; non c'è nulla di puro nella rivolta che lui brama.


Gradimento personale: 2.5/5

Devo confessare che la storia non è riuscita assolutamente a prendermi. Mi ha infastidito non riuscire a raccapezzarmi all'interno del testo. Persino una volta letta l'ultima pagina, la mia comprensione non si è spostata di una virgola. Ho dovuto rileggere più volte per afferrare la fabula, e anche così il risultato è più una bozza che una vera storia.
Il punteggio, comunque, si mantiene neutro, poiché lo scheletro, l'idea di fondo, è originale e mi ha incuriosito. Peccato per il modo in cui è stata messa in atto. Se mi posso permettere, ti invito – perché l'idea è davvero molto interessante e carina – a rimettere mano alla storia, a usare questa come uno scheletro di una più ampia e dettagliata, dove ogni cosa vada al suo giusto posto. Per creare curiosità e non dare al lettore subito la soluzione dell'intreccio, non è necessario far girare la testa a chi legge.


Punti bonus: 7+1/10+2

La citazione è stata usata non solo come introduzione alla storia, ma anche all'interno del testo, in modo ottimale. Mi è piaciuto molto il modo in cui ne hai scritto un continuo, che io ho visto molto in linea con il messaggio della tua storia e ben amalgamata alla parte che ti ho fornito io. Il tutto è stato accoppiato molto bene e ha reso alla perfezione il passaggio.
Meno bene è stato trattano il bonus. Il nastro rosso spunta solo all'inizio ed è un accenno che prende significato solo alla fine. Purtroppo non ho capito se questo nastro rosso doveva essere solo un segno dell'Ira o è un riferimento ai simboli che identificano gli uomini con il loro peccato. Dopo tu parli di simboli cuciti nei taschini, quindi ho presunto che non c'entrasse nulla il nastro. Comunque il suo ruolo è marginale e non è sufficienti a farti guadagnare completamente i cinque punti pieni.
Infine, il bando richiedeva di mantenere fino alla fine la sensazione della storia in relazione al pacchetto, se angelo o demone. In questo caso, gran parte del testo è stata cupa e resa con sentimenti di ripicca e odio, piena di tematiche delicate. La fine però è purificatrice, tanto che il demone non prova più alcuna attrattiva per Leila, quindi guadagni solo metà dei due punti.

Punteggio: 38.2+1/60+2
(Recensione modificata il 04/07/2017 - 07:09 pm)

Recensore Master
20/06/17, ore 01:23

Ciao :)
Mi sono ritrovata a leggere questa storia un po' per caso e devo dire che mi è piaciuta molto :)
L'idea di alternare i paragrafi in diversi momenti temporali all'inizio mi ha lasciata un po' confusa, ma mano mano continuando la lettura il quadro si è fatto sempre più chiaro.
L'universo in cui è ambientata questa storia sembra molto grande e si vede che ci sono diverse dinamiche in atto, sia per quello che riguarda gli esseri umani, sia gli Angeli e i Demoni.
Mi piace tutta questa commistione delle razze e l'idea di una società divisa secondo i Peccati Capitali. I personaggi umani hanno introiettato la dinamica come normale, ma si leggono delle note di frustrazione soprattutto nei pensieri di Leila, che cerca di avere un comportamento 'consono' al suo peccato e non cadere nel rischio di comportarsi diversamente da come le è richiesto.
In una società del genere il rischio di fare un accordo con un Demone in effetti è molto alto, ed è evidente da come reagisce Marco. La sua Ira lo acceca e lo porta ad accettare l'"aiuto" del Demone, a suo stesso discapito.
Capisco, quindi, che gli Angeli si diano molto da fare nella lotta contro i Demoni.
Questa storia mi ha colpito molto, soprattutto per tutta la questione dei peccati e per il modo in cui l'hai gestita, associandola anche a un pianeta :)
A presto <3

~ Emme

Recensore Master
12/06/17, ore 15:54

Ciao, molto bella questa storia!
All'inizio è un po' caotica, ma immagino sia una scelta tua. Compaiono episodi l'uno dopo l'altro, apparentemente sconnessi fra loro, e poi pian piano, col progredire della lettura, tutti i tasselli vanno al loro posto.
Mi è piaciuta l'ide dei peccati, che da più grande debolezza possono diventare, se accettati e usati nel modo giusto, dei punti di forza.
così come è bello il concetto dell'inizio: chi è soddisfatto e appagato non ha bisogno di commettere crimini, il crimine è l'atto di chi anela, di chi sente di non avere, di chi si ritiene defraudato di qualcosa.
Una bellissima storia, complimenti!^^