Recensioni per
Baby-sitter per (un) caso
di Lory221B

Questa storia ha ottenuto 36 recensioni.
Positive : 36
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
21/12/17, ore 22:08

Ciao cara :)! Personalmente amo le AU e questa l'ho trovata semplicemente adorabile!! Sei bravissima ma questa non è una novità, ti seguo da sempre anche se con un altro nick ( questo l'ho creato per pubblicare)  grazie di cuore per scrivere sempre storie splendide. Un abbraccio Chia

Recensore Junior
25/09/17, ore 21:31

Ciao,
davvero interessante e divertente! Mi piace come il tuo Holmes riesce a fare le deduzioni nel suo solito modo, ma non diventa cinico su tutto il resto.

La piccola Rosie è adorabile comunque :)

Recensore Master
30/08/17, ore 00:03

Arrivo in ritardo con la recensione, io ho una gestione "allegra" delle "Storie da recensire", ma non trascuro mai chi mi fa leggere delle cose belle. Tu sei tra gli Autori preferiti, arriverò sempre a lasciare un pensiero alle tue storie. anche se in tempi sfasati rispetto alla pubblicazione. Arriviamo dunque al fatto che si conclude questa tua long, che mi è piaciuta per la sua originalità ed il suo AU, che, quasi paradossalmente, riesce a trovare la strategia per essere molto, molto IC. La prima parte è travolgente nel suo veloce procedere verso la tanto attesa spiegazione di parecchi “perché” che hanno intralciato due percorsi convergenti, quello di Holmes e quello di John. Mi ha molto colpito, nella sua fresca irruenza, il quasi monologo con cui John riversa nel salotto del 221b tutto ciò che costituisce la massa degli indizi per quello che è il caso più interessante da risolvere e cioè se stesso. L’atmosfera spenta dell’appartamento che lo accoglie e che tu sai connotare con dei termini precisi ed evocativi di una solitudine che, da amica accogliente, diventa squallida imposizione del destino e, soprattutto, dell’incapacità di esprimere ciò che si ha dentro (“…silenzioso rifugio…consueta freddezza…il camino era spento…la polvere…vecchio teschio…”) viene improvvisamente scossa dall’arrivo irruento di John. Come dicevo più sopra, le parole che Watson “spara”, su uno Sh sempre più attonito e colpito in modo evidente, diventano simili a colpi di cannone che riescono a scardinare, in un turbinio di schegge di confusa ed inutile resistenza, la porta chiusa di quel cuore che ha appena imparato a battere per qualcuno. Indimenticabile, poi, l’immagine che ci fai vedere di Holmes appollaiato disperatamente sulla sua poltrona, quasi fosse un cumulo di spine aguzze, a cercare di arginare l’attacco senza sosta di un John che hai rappresentato, soprattutto qui, in un perfetto modo IC. Se si fosse conclusa con quelle parole a raffica, che condensano una vita ed un amore, in poco ma meraviglioso spazio, anche l’ultima Serie BBC, ora non continueremmo a soffrire ancora per i postumi delle evasive scelte degli autori. Sarebbe stata Johnlock, senza più malintesi, senza più remore. Ed uno degli effetti più clamorosi dello stato di grazia di Sh è proprio quel lasciare lì un cadavere ucciso misteriosamente ad aspettare fino al lunedì: John e Rosie non possono aspettare, ora. Brava.

Recensore Master
11/08/17, ore 15:21

Ciao!! Sono felice che sia andato tutto per il meglio!
Il finale del capitolo precedente mi aveva un po' rattristata!!
Lo sapevo che sarebbe stato John a fare il primo passo!!
Se avessimo aspettato Sherlock, buonanotte!
Alla prossima storia!! Bye!!! :)

Recensore Veterano
11/08/17, ore 10:04

Anche questa avventura è finita. E, lasciamelo dire, non sarebbe potuta terminare in modo migliore. Le prime righe (scritte magnificamente) trasmettono tutto il vuoto della vita del detective che, all'improvviso, si rende conto di avere poco oltre al proprio lavoro. Tra l'altro in questa versione non gode nemmeno della compagnia materna della signora Hudson, che vive a casa Watson. È quindi un sollievo scoprire che John lo ha seguito sino a Baker Street, per affidargli il caso più importante di tutti: se stesso. Ho anche apprezzato molto che al termine del capitolo Sherlock anteponga una mattinata in famiglia ad un caso, perché è giusto e credibile così: quando scopri le vere priorità delle cose, non puoi continuare a comportarti come fatto fino a quel momento.

Bravissima amica mia (come sempre, del resto).

A presto,
B.

Recensore Master
11/08/17, ore 08:48

Ciao, eccoci all'epilogo dunque. Permettimi anzitutto di dire che sono contenta di averti suggerito l'idea per scrivere questa storia perché ne è venuto fuori qualcosa di leggero e poco impegnativo, senza drammi o angst che ti fa venire voglia di lanciare il computer giù dalla finestra. Cose che, pur amando l'angst, ogni tanto va bene anche lasciare da parte a pro di trame di questo tipo. La risoluzione finale racchiude due elementi che in questa storia si incontrano e sposano bene, nonostante il leggero AU. Uno è il "caso" che John Watson sottopone al celebre consulente investigativo Sherlock Holmes e che riguarda direttamente la sua vita, l'altro è ciò che è stata la convivenza con William il baby sitter in quel breve lasso di tempo. La cosa che fa sorridere è come John sottolinei il suo essersi preso una cotta sia per lo Sherlock Holmes dei giornali e di cui si parla su internet, che del baby sitter della figlia. Quello che ne esce alla fine è una sbandata colossale, praticamente un innamoramento vero e proprio. Non sappiamo quella che sarà la loro vita futura, ma lo scorcio che ci offri alla fine ci permette di intravvedere quella che potrebbe essere la loro quotidianità e quindi pezzi umani in frigorifero (che fanno giustamente gridare Mrs Hudson), Lestrade che chiama per un caso... il loro condividere il letto dice tutto quanto e senza che tu ti prenda del tempo per descrivere troppe cose. Bastano pochi particolari e si comprende davvero tanto della loro vita insieme.

Ti ringrazio per averla scritta e volevo dirti che comprendo perfettamente quanto dici nelle note finali. Faccio sempre lo stesso discorso anche io quando termino una storia (specie quelle lunghe) e poi non so perché mi ritrovo iscritta a quattro contest o a iniziarne una ancora più lunga. Alla fine io mi sono arresa. Ma spero comunque di vederti presto.
Koa

Recensore Veterano
10/08/17, ore 22:39

innanzitutto grazie, a te, per averci fatto dono del tuo talento e della tua fantasia.
poi .... Finalmente! Sherlock è un genio ma senza John non andrà mai da nessuna parte. Lo sai tu, lo sappiamo noi e adesso anche lui.
Bel finale, non ne ho mai dubitato.
A presto
 

Recensore Veterano
10/08/17, ore 18:24

Ciao ma che bello il finale così pieno di fluff, Sherlock che fugge xche pensa di non poter fare parte della vita di John e Rosie,ma che sceglie come password del cellulare 54 66 che sta per John mentre il vedovo lo rincorre e non perdono tempo in ciance. Povera Sig. ra Hudson con tutti gli esperimenti e pezzi di corpo in frigo. Contenta del l'happy ending e soprattutto che Sherlock abbia messo loro prima del lavoro.
Alla prossima ciao ☺

Recensore Veterano
10/08/17, ore 17:48

Ciao!
Che dire, un epilogo dolcissimo! La prima parte mi ha fatta sciogliere: aspettavo da chissà quanto un confronto tra quei due e finalmente è arrivato. Sono felice che John abbia preso in mano la situazione, contavo sul suo intervento: nella mia testa è sempre lui a fare il primo passo, non perché credo che Sherlock non ne sia in grado, ma perché... Beh, John ci sa fare un po' di più con i sentimenti, quindi chi meglio di lui poteva far luce sulla situazione? E poi, non ricordo di averlo accennato prima, ma ho sempre avuto un debole per John che scrive romanzi gialli, ora basandosi sulle avventure con Sherlock. Oltre al canonico blog e ai resoconti sullo strand, mi ricorda tanto il protagonista di una delle mie serie preferite, fatto che non ha fatto altro che farmi affezionare ancora di più alla tua storia.
Il loro confronto mi ha fatta sorridere dall'inizio alla fine: John ha capito cosa prova e cosa vuole e ha trovato il modo migliore di farlo capire a Sherlock, paragonandosi ad un enigma da risolvere. Mi è piaciuto davvero tanto, credimi.
La seconda parte è stata molto molto soddisfacente: vado matta per gli happy ending, specialmente per quelli che fanno vedere cosa è successo "dopo" e sono stata davvero felice di leggere che ora Sherlock, John e Rosie sono una famiglia e, insieme a Mrs. Hudson, vivono sotto lo stesso tetto. Mi ha scaldato il cuore, davvero!
La tua storia mi è piaciuta tantissimo: è stata dolce, tenera, avvincente e mi ha fatta ridere e sorridere. Complimenti, brava!
Alla prossima, un bacio!
Cami

Recensore Master
08/08/17, ore 00:15

Rappresenti parallelamente John e Sh che si preparano per la recita scolastica di Rosie e questa tua strategia narrativa mette in luce che nessuno dei due è tranquillo, entrambi sono, con il pensiero, a rimuginare su quella festa come ad un evento che avrebbe sicuramente portato a qualche sviluppo particolare. “…Con chi sto parlando?…”: arricchisci ulteriormente l’attesa di ciò che la serata avrebbe causato con l’intervento di Mycroft che, come al solito, intuisce che il fratello ha qualcosa di diverso dalla solita arroganza, anzi riesce a cogliere sul suo viso la traccia di un’emozione diversa, non riconducibile, per esempio, alla concentrazione per un caso o al solito fastidio causato dalla sua presenza al 221b. Arriviamo alla scuola ed, a proposito di ciò che si svolge successivamente lì, ho trovato molto riuscito quel progressivo trascolorare, dell’atteggiamento di John nei confronti di Sh, da una cauta diffidenza ad una partecipazione quasi entusiasta a tutto lo svolgersi dell’avventura. Inoltre hai saputo inserire, senza turbare l’originalità della tua storia, degli indovinati riferimenti a quello che succede, in ASIP, tra Sh ed il taxista assassino, riportando la tensione di quella scena, ormai epica, in cui, tra i due, si svolge un agghiacciante duello. Qui non succede esattamente come in quell’episodio, ciò che racconti mi ricorda delle scene di un “unaired pilot” che ebbi modo di vedere a suo tempo, e tu ne hai ricreato il clima di angoscia con bravura. Ed eccolo lì, John, che ha messo, inconsapevolmente da parte le sue remore, e si gode la scarica di adrenalina che, il trovarsi dentro alla vita di Holmes, gli provoca (“…Rimase immobile per pochi secondi ma gli sembrarono un’eternità…”). Da saggio e posato padre di famiglia, arrivato al luogo in cui si svolgerà la recita della sua bambina, si ritrova ad “indossare” dei comportamenti che avrebbero sicuramente traumatizzato dei papà come lui: paga per far correre all’impazzata un taxi, si arma con un bastone ma, soprattutto, si mette sulle tracce di un pericoloso serial killer. E tutto perché segue, come ammaliato, la scia magnetica di Sh, a capofitto nell’avventura e nel rischio. Alla conclusione, per fortuna, positiva dell’inseguimento, lui permette addirittura la cattura del pericoloso assassino e salva il consulting da una situazione potenzialmente mortale. Lo fai sentire “più vivo che mai” e l’energia, che lo carica emotivamente di sensazioni impensate, gli proviene proprio dal trovarsi sulla scena di un crimine. Immaginiamo tenera e coinvolgente la recita dei bambini, ma decisamente abbiamo la conferma che, in lui è sopito, e sempre pronto ad esprimersi, uno spirito combattivo ed amante del pericolo. E John sa che il pericolo glielo può dare Sh, oltretutto abbinato a sentimenti diversi dalla semplice simpatia. Sono momenti, emozioni, sguardi ma, il percorso, secondo me, è chiaro e va verso uno scoprirsi l’uno complementare e necessario all’altro, indipendentemente dalla fine che tu deciderai di ideare per la tua bella storia. Un’ultima osservazione: se il personaggio di John è ben costruito, quello di Sh è proprio centrato, con le sue caratteristiche IC, non sempre facili da rendere, come per esempio il suo sentirsi tristemente “fuori” dalle relazioni umane. Quel suo allontanarsi da solo “nella notte londinese”, lasciando gli altri, e John, a vivere dei momenti di scambio e di condivisione, mi riporta alla mente l’ultima scena di TSOT, in cui Sh se ne va dal luogo del ricevimento nuziale di Watson e Mary. Solo, incapace di esprimere ciò che ha davvero nel cuore. Un bel pezzo, il tuo, proprio.

Recensore Veterano
07/08/17, ore 20:40

Ciao!
Finalmente sono riuscita a lasciarti due righe a proposito di questa fic: la adoro. Dico davvero. Per come sono fatta preferirei capitoli più lunghi perché mio Dio, quei due idioti non sono mai abbastanza e poi con una fine come questa! Sclero ogni volta.
La storia in generale, come ho detto, è davvero molto carina: l'idea, per quanto all'inizio mi sembrasse un po' improbabile, mi ha catturata e leggendo mi ha emozionata, fatta ridere... Davvero un'idea accattivante.
I personaggi sono IC dall'inizio alla fine: John è il mio preferito, probabilmente, anche se ammetto di avere un debole anche per Rosie. L'hai caratterizzata molto bene: sveglia, simpatica, dolce, con quell'innocenza e spontaneità tipica dei bambini. Anche Sherlock mi piace molto: vederlo interagire con Rosie è allo stesso tempo esilarante e a stringere il cuore. Ho sempre avuto il pallino delle parent!lock e da quando c'è Rosie... Amo leggere di quei due.
Sei riuscita a rendere bene il dilemma interiore di Sherlock, diviso tra mente e cuore, ossia William: è evidente che il periodo a casa Watson lo ha cambiato e questa sua convinzione di non essere abbastanza, di non essere adatto a John e Rosie. Mi si spezza il cuore, ma vorrei comunque pprenderlo a ceffoni, a volte. Tipo alla fine di questo capitolo.
Perché se n'è andato? Perché non si è fermato a parlare con John, perché?! Aaahh, che frustrazione. Spero di avere qualche gioia nel prossimo capitolo.
Questa storia mi piace davvero molto, spero di leggere presto il prossimo capitolo- anche se l'epilogo si avvicina...
Un bacio, alla prossima!
Cami

Recensore Master
07/08/17, ore 09:26

Ciao, non so perché ma mi ero convinta che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo. Forse me lo sono sognata io... XD e sono molto felice di scoprire che in realtà la storia non è ancora finita!

Inizio col dire che mi piace molto come stai sviluppando il prompt. Creare un universo alternativo non è mai facile secondo me, e specialmente non lo è il costruirlo per intero in così pochi capitoli. Secondo me tu ci sei perfettamente riuscita. Tutto questo è avvalorato a mio avviso dal fatto che è un "verse" simile a quello della serie, ma non proprio uguale. Specialmente per tutta la parte dedicata a John, che vive una vita totalmente differente e che ha lati del carattere che qui mancano completamente. Ma anche per Sherlock le cose sono differenti, naturalmente. Vedere Holmes che abita a Baker Street ma senza Mrs Hudson è una cosa che mi ha fatto vagamente impressione, devo ammetterlo... Quindi sì, ci sono parecchie diversità e tu non ti sei neanche soffermata a spiegare troppe cose. Il che è perfetto, a mio avviso. Rende la storia molto leggera e aiuta a non appesantirla troppo con particolari e dettagli che, altrimenti, avrebbero levato alla storia quella leggerezza che la contraddistingue. C'è molta ironia nelle tue storie, in tutte e anche in quelle che hanno tematiche più angst o drammatiche, dai sempre spazio a un pizzico di leggerezza. Che è, io credo, una delle cose che di te mi piace di più. Ne ho vista molto anche in questo caso specifico e specialmente nella descrizione che fai di Watson all'inizio: "John Watson, miliardario, editore, scrittore per passione e uomo assolutamente imbarazzato davanti la propria immagine riflessa nello specchio". Questo è l'esempio principe di questo discorso perché sei riuscita a descrivere l'intero tuo Watson di questo universo alternativo e lo hai fatto con molta ironia.

Per quanto riguarda la trama, confesso di aver avuto dei dubbi fino all'ultimo riguardo al fatto che Sherlock andasse alla recita. Ho temuto che rinunciasse all'ultimo momento o che tornasse indietro o ancora che non si facesse vedere da John e Rosie. Alla fine sono loro ad averlo trovato. Devo dire che sono rimasta un po' delusa dal suo comportamento, anche se è perfettamente IC lo riconosco. Voglio dire, ci sarà anche stato questo serial killer da catturare, ma era chiaro come il sole che si trovava lì soprattutto gli Watson (e parlo al plurale!). In questo credo che Sherlock debba decidersi e scendere a patti con quello che ora vuole. E specie se si considera che ha "John" come password, e che pur amando alla follia entrambi, se n'è andato via prima dalla recita. Questa volta mi auguro che John se ne renda conto e gli corra dietro.

Dall'altra parte abbiamo invece John Watson. Che è ancora un po' arrabbiato con Sherlock/William, ma che ne è così affascinato (e forse anche vagamente innamorato) che gli basta pochissimo per dimenticare tutto e lasciarsi le liti alle spalle. Segno che sì, il tradimento e le bugie contano, ma che tra Mary e Sherlock... c'è la bugia che pesa di più e quella che pesa di meno. Penso che John abbia fatto un ragionamento del genere. Per il resto, fa sorridere il vederlo farsi bello e l'essere anche vagamente emozionato già solo per l'idea di andare a Baker Street.

Ecco, ora sono curiosa di capire cosa succederà.
Koa

Recensore Master
06/08/17, ore 18:11

Ciao! E' troppo bello vedere Sherlock e John interagire sul campo di battaglia! :) Il caso mi ha ricordato un po' la prima puntata della serie, penso che sia una cosa voluta!!
Mi spiace solo che Sherlock abbia deciso di tagliare i ponti con John e Rosie, non ha ancora capito (a volte è veramente tonto eheh) che lo vogliono nella loro vita!
Sono curiosa di vedere come gli faranno cambiare idea!
Alla prossima!! :)

Recensore Veterano
06/08/17, ore 15:30

"John Watson, miliardario, editore, scrittore per passione e uomo assolutamente imbarazzato davanti la propria immagine riflessa nello specchio, si sentì un idiota per l’ennesima volta da quando aveva incontrato William."
Già solo questa frase, che praticamente apre il capitolo, vale oro.

Amica mia, non finirò mai di stupirmi di fronte alla tua capacità di descrivere e raccontare con questo "tono" scanzonato e, allo stesso tempo, profondo dove e quando serve. Un altro capitolo meraviglioso, pieno di richiami al telefilm e avvenimenti.

Il piccolo mancamento che ho avuto sul finale (dovuto alla mia convinzione - presa chissà dove! - che questo dovesse essere l'ultimo capitolo) non mi ha impedito di apprezzare il breve scorcio che hai aperto sull'anima di Sherlock, così "sicuro di sé" eppure tanto "incapace" di riconoscersi la facoltà (e il diritto) di vivere il calore di una vita familiare.

Insomma, come sempre e una volta di più, bravissima.

Resto in attesa del prossimo capitolo! ^_^

A presto,
B.

Recensore Master
25/07/17, ore 15:37

Sempre più "tridimensionale" l'immagine di John che continui ad arricchire, via via, di caratteristiche credibili e con forti richiami all'IC, nonostante qui ci si trovi in un contesto diverso da quello BBC. É un John con un forte senso della verità, legato a valori importanti e sicuramente deciso a tenere Rosie al di sopra di tutto ciò che la possa sconvolgere in qualche modo. Forse, però, come fai affermare con decisione da Martha Hudson (“…smettila di usare Rosie come scudo…”), l’istinto di protezione e l’affetto paterni, per quanto sacrosanti, diventano alibi importanti per non prendere altre decisioni e mascherare la verità dell’attrazione verso William/Sh impedendone così il respiro. Attrazione che ha doppia valenza perché già Watson, prima di assumere il baby sitter (più bello del mondo), aveva una vera e propria passione per il consulting Holmes poi, parallelamente, si è sviluppato, con la convivenza e la condivisione di affetti importanti come quello per Rosie e la conoscenza reciproca, un sentimento che è tutto tranne una goliardica amicizia. Dunque John non può negare a se stesso che, paradossalmente, è innamorato “al quadrato”.
Il modo aspro, con cui reagisce alla scoperta della vera identità del suo stravagante baby sitter, mi ricorda molto quello che mi ha colpito e rattristato soprattutto in TLD, in cui il suo essere indurito e negativo contrasta con la figura di uno Sh che, invece, ha lasciato che i sentimenti fondessero il suo guscio protettivo di lucida e scostante razionalità. Riporti qui, con efficacia, appunto quel dualismo, quello scontro tra l'intransigenza di Watson, teso a proteggere la figlia dall'ennesima esperienza di abbandono di una figura fondamentale nella sua infanzia e Sh, che qui ritrai con le stesse caratteristiche di quello della S3 e della S4, in cui si apre ad una chiara disponibilità ai sentimenti ed al bisogno di amare ed essere amato. Comunque bisogna ammettere che John è già stato colpito in precedenza dalla falsa identità di quella che credeva “dolce infermiera” ed invece era, in realtà, un’ implacabile killer professionista. Pertanto, quella che ritiene l’ennesima, grande bugia, lo getta nello sconforto e, in lui, tale tipo di disagio si trasforma in rabbia e rancore per essere stato ingannato ancora una volta. Dunque, una sua parte di ragione, bisogna riconoscergliela.
Riesci a rendere, davvero in modo credibile, tutta la malinconia ed il senso di frustrante solitudine che accolgono Sh al suo rientro al 221b, in cui persino la polvere che copre i mobili, sempre tollerata, anzi, quasi una presenza amica, ora gli sembra fuori posto, triste e muta come la vita che gli si prospetta, senza il calore di John e Rosie. A proposito di quella che chiami “svolta angst” nell’ “Angolo autrice”, credo che, proprio perché un prodotto sia più “gustoso, non deve certo avere un solo sapore: anche nelle ff , naturalmente quelle che non sono state pensate solo per divertire, se non ci si sente anche un po’ tristi, non si può parlare di storia realistica, che piaccia in quanto ha lo spessore della veridicità.

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