Contest: Director's cut, di Setsy
Darlene_ con: In Serbia ti devi salvare
Grammatica:
perchè ha un buon motivo = perché. L’errore è presente nello specchietto e nelle note, ma detraggo il punteggio una sola volta, capisco che queste parti vengano controllate di meno
Stile: 13/15
Ecco, il punteggio di questa voce non può essere alto, ma il fatto è che il genere poesia era escluso dal bando per questo. Essendo questa l’edita, avendola già fatta passare alla prima concorrente l’ho fatto anche per te, però la drabble è proprio in rima baciata, e devo dire che mi è difficile valutarne lo stile come per la prosa. Si tratta più della capacità di creare una storia che abbia molta armonia e fluidità quando viene letta a voce alta e questo è senz’altro riuscito.
L’aggettivazione è buona, specie all’inizio, quando tutto rimanda a sofferenza e prove, il lessico è davvero indovinato.
La realtà terribile che Sherlock sta vivendo, il “sogno” della sua Londra – che è specialmente importante perché è lì che si trova John – sono impastate in un attimo senza fine; anche la speranza di tornare dove è il suo cuore non è libera di esprimersi per la paura di morire senza realizzarla. Di quel sangue si può quasi sentire l’odore…
Il ritmo c’è, la proporzione tra le diverse parti anche; purtroppo non so aggiungere una valutazione specifica sul genere poetico.
IC:
Qui sei riuscita pienamente nella tua descrizione implicita di Sherlock, in una introspettiva non aiutata dal narratore in prima persona. Sherlock non parla, e neppure pensa apertamente qualcosa che noi lettori possiamo scoprire leggendo nei suoi pensieri; eppure le sensazioni fisiche, le emozioni dolorose, sono raccontate in modo molto vivo, sappiamo che sono sue.
In ultimo il riconoscimento dell’amore per John fa sì che non restino dubbi. Il suo nome lo sussurrerebbe con la sua bella voce baritonale, non vuole gridarlo come un’imprecazione per il male che sopporta. Piuttosto si trattiene e non grida.
Non era facile mettere in pratica quello che hai scelto di realizzare, brava.
Titolo:
Semplice eppure efficace, mostra il tuo coinvolgimento col personaggio – anzi, forse con la coppia – perché è una specie di “commento” esterno, che nasce dal narratore.
Credo di non aver mai letto titoli del genere sul fandom; la frase parla del futuro, di uno Sherlock attualmente prigioniero, ma c’è questa tensione che normalmente si sente solo nel present progressive, che non mi aspettavo. Il suono è davvero originale.
Gradimento personale:
La storia è gradevole, approfondisce un momento che – davvero stranamente – i può dire che è poco trattato, nelle fiction.
Anche io trovo che essere stato torturato è qualcosa che tutti abbiano preso troppo sotto gamba, nel telefilm. Possibile che John sia così arrabbiato con Sherlock immaginando cosa ha passato?
Ripeto, la poesia non sarebbe un genere accettato, ma con le drabble edite mi è capitato altre volte, per cui…
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