Beh, come dire.
Hai davvero rigirato il coltello nella piaga. Che dolore ouch.
Il capitolo 127 è stata la mia MORTE. Non credo di aver mai pianto così tanto in vita mia per la morte di un personaggio fittizio, eppure mi ritrovo qui con lo stesso, identico magone alla gola. L'immagine del corpo di Agni, addossato alla porta, con sette coltelli piantati nella schiena mi ha demolito il cuore in centinaia di migliaia di pezzettini sanguinolenti.
E questa storia ha riaperto la ferita, senza dubbio, ma mi ha fatto comprendere il punto di vista di Soma. Noi, da spettatori, siamo stati costretti a vedere Agni sacrificarsi come un eroe. Soma, invece, sapeva perfettamente che se non fosse stato per lui, forse Agni sarebbe riuscito a combattere e sopravvivere. Ed ha dovuto assistere impotente al sacrificio del suo migliore amico, della persona che più aveva cara al mondo.
Trovo che tu abbia affrontato in modo delicato e straziante questo capitolo, donandoci una visione quanto mai disperata, ma empatica del dramma di Soma.
Non rimpiangere di aver scritto questo capitolo, perché io l'ho trovato splendido.
Unico appunto: si dice "coltellata", non "accoltellata" [Es. Ricevere una accoltellata / Ricevere una COLTELLATA]: coltello è l'oggetto, "coltellata" la ferita causata da tale oggetto, mentre "accoltellare" è il verbo. Hai usato male il participio, ti consiglio di correggere questo errore perché rende un po' meno fluida la lettura.
Tranne per questo, splendido, splendido capitolo.
Spero di leggere altri tuoi lavori in futuro.
Sinceramente, Black Ink Velvet |
